RAVENNA ROMANA
- «In questa località non sapresti dire se la via di Cesare, che l'attraversa, congiunga o separi la città vecchia e il porto nuovo. Inoltre un ramo del Po attraversa questa città doppia, mentre all'esterno la bagna un altro ramo di quel fiume che, deviato dall'alveo principale mediante dighe pubbliche e per mezzo di queste immesso in rami derivati, divide le sue acque in modo che offrano difesa alle mura circondandole e, penetrando in città, procurino facilità di commercio».
(Sidonio Apollinare - Epistole)
(Vitruvio - De Architectura)
«Tra le paludi, la città più grande è Ravenna, interamente costruita su palafitte e attraversata da canali, … Durante l’alta marea è inondata da una considerevole quantità d’acqua del mare e così le acque stagnanti sono condotte via e l’aria che è nel mezzo delle paludi è perfettamente salubre. Ma è motivo di stupore anche il fenomeno della vite, che le paludi producono e fanno crescere rapidamente con abbondanza di frutto, e poi si estingue in quattro o cinque anni.»
(Strabone - Geographia)
ROBERTO LANCIANI
- Il direttore del Museo Nazionale comm. E. Pazzi riferì, che dal sig. ingegnere Carlo Poletti fu donato por le raccolte pubbliche del detto Museo un frammento epigrafico, in marmo greco, di m. 0,25 x 0,30 x 0,08, recuperato presso Classe Fuori, in occasione dai lavori per la via ferrata Ravenna-Rimini. Vi si legge la parte inferiore di un titolo funebre:
PAl K CTiNTa V \^^ L I C I N I A • PRIMIGENIA
- Presso la parrocchia di Godo fu rinvenuto un mattone nel quale leggesi in belle lettere il bollo rettangolare: ^-4v\L-T-lASI-EiOt
Il fittile fu aggiunto alla raccolta pubblica del Museo nazionale ravennate per dono dell'arciprete della parrocchia ove la scoperta avvenne.
IMPERATRICE TEODORA (Ravenna) |
DESCRIZIONE
Sembra che il nome di Ravenna derivi da un prelatino "rava", di origine umbra, "dirupo prodotto da acqua che scorre" e successivamente "canale, palude, bassura, fanghiglia", unito ad un suffisso "enna", di origine etrusca.
Fin dalla preistoria il tratto della Val Padana su cui sorse Ravenna subì frequenti esondazioni da fiumicelli e torrenti che scendono dall'Appennino verso il mare Adriatico. Si formarono così ampie zone lagunari, che da Ravenna si estendevano fino al Po, formando la insalubre Valle Padusa.
Ravenna è al centro di una laguna costiera che si prolunga per alcuni km a nord e a sud. Dista solo 17 km dalla foce del ramo meridionale del Po, cui è collegata tramite il Padenna, (Padus Messanicus). Il Padenna, prima di gettarsi in laguna, riceve, a sua volta, le acque del Lamone.
Il castrum militare romano fu impiantato nell'isola centrale, ed era di forma retangolare, con lati di poche centinaia di m di lunghezza. Come ogni oppidum romano, era traversato dal decumano, ( nord-sud), e il cardo che congiungeva le porte est ed ovest della città. La via principale terminava alla confluenza dei due fiumi cittadini.
I romani chiamarono il tratto cittadino del Lamone flumisellum Padennae, considerandolo un affluente del Padenna. Il Foro non è stato individuato con sicurezza, ma è probabile che coincidesse all'area delimitata dalle attuali vie D'Azeglio, Garatoni, Oberdan e Agnello. Il confine sud dell'abitato corrisponde alle attuali vie Ercolana-Guidarelli.
La città è circondata da mura solo su tre lati (ovest-sud-est): a nord è lambita dal flumisellum e dal fiume Padenna, che segue il tratto di mura est scorrendogli a fianco.
Le mura si sviluppano per una lunghezza di 2,5 km.
Oltre la cinta muraria, qualche centinaio di metri più a sud vi erano l'anfiteatro e il tempio di Apollo.
Più a sud scorreva il canale Candiano antico, collettore tra la valle omonima e il mare. Era attraversato dal Pons Candidanus.
Nei pressi vi è una necropoli romana.
Tra l'abitato e la linea di costa scorreva la via Popilia, strada consolare che iniziava a Rimini e terminava ad Adria. La strada che collegava Ravenna alla via Popilia era detta Via Caesaris; fu costruita nel I secolo a.c.
Di Ravenna repubblicana si è rinvenuto un muro fine del III sec. a.c., eretto sull'isola centrale probabilmente per resistere ad un eventuale attacco di Annibale. Sono stati rinvenuti i resti di due strade basolate che si incrociano sotto le attuali via Morigia e via D'Azeglio (fine del III-inizio del II secolo a.c.). Qui sono emersi i resti della più antica abitazione di Ravenna, risalente al II sec.a.c.
RICOSTRUZIONE GRAFICA DI RAVENNA ( https://design.tre.digital ) |
LA STORIA
Nel II sec. a.c. Ravenna prese contatto con Roma, consentendo l'avanzata del suo esercito nella campagna contro la Gallia Cisalpina. Dopo la vittoria definitiva sui Galli Boi (191 a.c.), i romani la accettarono come "città alleata latina" (civitas fœderata), ciò che le consentì a lungo una relativa autonomia da Roma.
GIULIO CESARE
Nell'89 a.c. ottenne lo status di municipium all'interno della Repubblica romana. Durante la guerra civile degli inizi del I sec. a.c. Ravenna si schierò con Mario, lo zio di Giulio Cesare, per cui venne occupata, insieme al suo porto dal generale di Lucio Cornelio Silla, Quinto Cecilio Metello Pio.
Durante l'inverno del 53-52 a.c., nel pieno della conquista della Gallia, Giulio Cesare fece una leva proprio a Ravenna, per la campagna militare contro Vercingetorige. Pochi anni dopo, nel 49 a.c., Cesare riunì il suo esercito a Ravenna prima di attraversare il Rubicone:
« Cesare cercò di patteggiare con gli avversari, offrendo di lasciare la Gallia Transalpina e di congedare otto legioni, a condizione che gli rimanessero, fino a quando non fosse stato eletto console, la Gallia Cisalpina con due legioni, oppure anche solo l'Illyricum con una sola legione. Ma poiché il Senato rimaneva inerte, mentre i suoi avversari si rifiutavano di negoziare con lui qualsiasi cosa riguardasse la Repubblica, passò nella Gallia Citeriore e si fermò a Ravenna, pronto a vendicarsi con le armi, nel caso il Senato avesse preso una qualche grave decisione contro i tribuni della plebe che erano a suo favore. »
(Svetonio, Vita di Cesare, 29-30.)
IL PORTO DI CLASSE BASE DELLA CLASSIS RAVENNATIS |
OTTAVIANO AUGUSTO
- Nel 44 a.c., dopo l'assassinio di Cesare che scatenò la guerra civile, Ottaviano fece la leva a Ravenna e nei suoi dintorni, memore delle simpatie che Cesare aveva sempre raccolto in quella città, poi inviò le nuove leve ad Arretium (Arezzo).
Dopo la sconfitta di Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino a Filippi ad opera di Marco Antonio ed Ottaviano, quest'ultimo dovette sistemare circa 170.000 veterani, per cui, nel 41 a.c., operò delle confische territoriali in Italia, soprattutto in Etruria, si che la gente iniziò a ribellarsi stringendosi intorno a Fulvia e Lucio Antonio, rispettivamente moglie e fratello del triumviro Marco.
- Per tutta risposta Ottaviano assedia Lucio a Perusia, nel 41/40 a.c.. mentre Marco Antonio si mantenne neutrale. Lucio dovette arrendersi ad Ottaviano che lo perdonò grazie al fratello Marco, mentre Perusia ebbe molte ritorsioni per essersi ribellata.
- Nel 39 a.c. alcune navi da guerra di Ottaviano, partirono dal porto di Ravenna per Brundisium, in vista di un accordo con l'altro triumviro Marco Antonio, per la guerra contro Sesto Pompeo, terminata tre anni più tardim nel 36 a.c., con la vittoria di Ottaviano nella battaglia di Nauloco.
RICOSTRUZIONE GRAFICA DEL PORTO ( https://design.tre.digital ) |
IL PORTO MILITARE
- Civitas Classis era all'interno di una delle lagune interne che circondavano Ravenna e nel 27 a.c. Augusto vi fece costruire un porto militare, in un'ampia baia vicina alla foce del Padenna, realizzando il collegamento fluviale tra Classis e Ravenna.
LA STRADA DEL PORTO |
Poichè le lagune intorno a Ravenna non comunicavano col mare, vi costruirono un canale artificiale per collegare il porto con il mare Adriatico.
Un secondo canale, la Fossa Augusta, congiunse Classe con Ravenna, con la laguna veneta e col sistema portuale di Aquileia. Si poteva così navigare da Classe ad Aquileia (per 250 km).
Classe era collegata a Ravenna anche da una strada, la Via Caesaris, edificata nel I sec. a.c., che iniziava a Ravenna da Porta Cesarea, traversava Classe e terminava nella via Popilia. Ma poichè il Padenna non era più adatto alla navigazione, Augusto fece costruire un ampio canale artificiale parallelo al fiume (e alla via Popilia).
Fu poi realizzato il collegamento verso il ramo meridionale del Po. La Fossa Augusta, attraverso canali artificiali posti all'interno delle lagune, portava fino alla laguna veneta e poi al porto di Aquileia. Inoltre nel 27 a.c. Augusto fece realizzare, 5 km a sud di Ravenna, un porto militare dove stanziò la Classis Ravennatis, la flotta militare che pattugliava l'Adriatico e il Mediterraneo orientale e che procurò intensi rapporti commerciali tra Ravenna e l'Oriente.
ARCO DI TRIONFO DI CLAUDIO
In epoca imperiale Ravenna si espanse raggiungendo un'estensione circa quattro volte superiore all'età repubblicana. Ad Est, oltre il Padenna, è realizzato un grande sobborgo tra la città e il mare, denominato "Cæsarum". Il fiume Padenna, che un tempo si trova ai confini della città, ora scorreva all'interno dell'abitato.
DISEGNO DEL PALLADIO DELLA PORTA AUREA |
Al tempo dell'imperatore Claudio viene costruita nel 43 d.c. una porta monumentale a doppio arco nel punto in cui la via Popilia entra in città, che dopo il 425 si chiamerà Porta Aurea a causa delle decorazioni in bronzo dorato. La costruzione non nasce come porta, piuttosto come Arco di Trionfo per accogliere l'imperatore Claudio al ritorno dalla vittoriosa campagna di Britannia.
Viene edificata nella zona detta oggi Prati di S. Vitale, alcune decine di m oltre le mura repubblicane. L'Arco di Claudio era costituito da due grandi fornici, per permettere il passaggio contemporaneamente nei due sensi. Rimarrà l'ingresso principale di Ravenna per tutto il periodo romano.
TRAIANO
- Al tempo dell'imperatore Traiano viene costruito un grande acquedotto che attingeva le acque dal fiume Bidente-Ronco recandole in città dopo un percorso di circa 50 km.
Fuori dalla città, l'area oltre le mura in direzione del mare continuò ad essere utilizzata come necropoli. I cimiteri furono attivi fino al IV sec.
COLONNE BIXANTINE, CHIESA S. AGNESE |
MASSIMINO TRACE
- Nel 238, quando Massimino Trace, marciando contro l'Italia, giunse in vista di Aquileia, deposito dei viveri e dell'equipaggiamento necessari ai soldati, la città chiuse le porte all'imperatore, guidata da due senatori incaricati dal Senato, Rutilio Pudente Crispino e Tullio Menofilo. Massimino, invece di scendere rapidamente sulla capitale con un contingente, assediò Aquileia, permettendo ai suoi avversari di organizzarsi e poi di farlo uccidere.
- Dal 258 al 260, Quadi, Marcomanni, Iazigi e Roxolani varcarono il limes pannonico devastando le terre e uccidendo la popolazione, cosa che provocò lo spopolamento delle campagne dell'intera provincia. Inoltre, come narra Eutropio,una nuova incursione germanica raggiunse Ravenna mentre l'imperatore Valeriano era impegnato sul fronte orientale contro i Sasanidi di Sapore I.
COSTANTINO
- Alla fine del IV sec. la corte imperiale cominciò a sentirsi poco sicura a Mediolanum, e volle trasferirsi a Roma, con Ravenna come sede temporanea. A causa della subsidenza, cioè lo sprofondamento del fondo del bacino in cui sorgeva il porto di Classe, nel 330 l'imperatore Costantino I trasferì la base della flotta nella nuova capitale dell'impero, Costantinopoli. Per Ravenna si aprì una breve fase di decadenza.
SERENA COL MARITO STILICONE ED IL FIGLIO EUCHERIO - DITTICO DI STILICONE |
ONORIO
- Il Dittico di Stilicone è un dittico consolare del 400 circa, realizzato per Stilicone, magister militum dell'imperatore Onorio. Serena era la cugina di Galla, figlia del fratello di Teodosio I. Galla visse e fu educata dalla cugina e fu fidanzata al figlio Eucherio, ma dopo la caduta di Stilicone, firmò il decreto del Senato romano che mise a morte Serena.
- Nel 402, l'imperatore Onorio, figlio di Teodosio I, si trasferì con la corte a Ravenna, che divenne nuova capitale e sede della prefettura del pretorio d'Italia e che divenne una città imperiale con grandiose costruzioni civili e religiose che imitavano lo stile bizantino di Costantinopoli. Fece costruire il palazzo imperiale sul praetorium del praefectus classis che si affacciava sulla Fossa Augusta.
MAUSOLEO DI TEODORICO IN ORIGINE |
Fece inoltre restaurare la cinta muraria, aggiungendovi la nuova area a nord del
fiumicello Padenna e a sud l'area dei prati, con una lunghezza complessiva di 5 km. Si
ritiene che le mura fossero alte tra i 4 e i 5 metri.
MAUSOLEO DI TEODORICO OGGI |
I Visigoti di Alarico lasciando Roma, presero come ostaggio Galla Placidia, la sorella dell'Imperatore Onorio, che per diversi anni restò prigioniera a soli diciotto anni. Ad Alarico succedette Ataulfo, che condusse i Visigoti e Galla Placidia in Puglia, Sannio, Piceno e poi in Gallia, dove, nel 412, fu prima alleato e poi nemico dell'usurpatore Giovino, che catturò e consegnò ai Romani: Ataulfo sperava nel riconoscimento della corte ravennate, ma Onorio gli richiese Galla Placidia.
In seguito all'insediamento della corte imperiale in città, il vescovo Orso trasferì la sede episcopale da Classe a Ravenna, dove fece costruire la cattedrale, dedicandola alla Hagìa Anástasis, ovvero alla Santa Resurrezione. Appartiene allo stesso periodo la basilica di San Lorenzo in Cesarea. Localizzata a meridione della città, all'esterno dell'area urbana, l'edificio religioso sostituì presumibilmente un santuario legato all'area cimiteriale. Questo edificio fu voluto dall'imperatore Onorio, così come l'Apostoleion, ovvero una chiesa dedicata ai Dodici apostoli.
Nello stesso periodo fu restaurata la cinta muraria. Fu poi aggiunto un nuovo tratto: essa incluse, per la prima volta, la nuova area a nord del fiumicello Padenna; inoltre, a sud racchiuse l'area dei prati, che fino ad allora si era trovata per la maggior parte fuori del perimetro difensivo. La lunghezza complessiva della cinta raggiunse i 5 km. Si ritiene che le mura fossero alte tra i 4 e i 5 metri.
Vicino alla chiesa di Santa Croce fu edificato un sacello oggi chiamato «mausoleo di Galla Placidia». La sovrana fece costruire il mausoleo per sé, per il marito Costanzo e per il fratello Onorio, ma non vi trovò sepoltura. Morì infatti a Roma nel450 e qui fu sepolta.
MOSAIO GALLA PLACIDIA |
Il successore di Ataulfo, Sigerico, fu ucciso sette giorni dopo essere salito al trono: gli successe Vallia, che negoziò con i Romani e nel 416, incontrò i messaggeri di Costanzo, e in cambio di un grosso quantitativo di grano, accettò di combattere per i Romani i Vandali e gli Svevi, popolazioni barbare stanziatesi in Spagna, e di restituire Galla Placidia.
Onorio premiò Costanzo per la liberazione di Galla da una prigionia di sei anni con il consolato per il 417; portò con sé la sorella a Roma per celebrare il trionfo sui nemici dello stato e poi tornò con lei a Ravenna.
I FAVORITI DELL'IMPERATORE ONOFRIO |
Alla morte di Onorio la sorella Galla Placidia, vedova dell'imperatore Costanzo III, riuscì ad ottenere la reggenza dell'Impero in nome del figlio Valentiniano III, di soli 6 anni. Giunta a Ravenna nel 424 e continuò la monumentalizzazione della città fino al 450. fece costruire la Basilica di San Giovanni Evangelista (chiesa palatina fondata da Galla Placidia presso il porto), e, ad ovest del Padenna, fece costruire la chiesa di Santa Croce, una Domus (oggi chiamata "Domus di Galla Placidia") e un palazzo dedicato al figlio Valentiniano.
Non avendo Onorio lasciato eredi la corte di Ravenna e il Senato romano scelsero come successore Giovanni Primicerio, un alto funzionario imperiale, ma la corte di Costantinopoli non riconobbe l'elezione, che rompeva la continuità dinastica dei sovrani d'Occidente. I Visigoti invece riconobbero legittimi successori di Onorio la loro regina Galla Placidia e Valentiniano III.
La corte d'Oriente invece non riconobbe Galla e Valentiniano, ma dovette riconoscere che la figlia di Teodosio I aveva molti sostenitori in Occidente e che era comunque meglio di un imperatore non dinastico; inoltre Teodosio II aveva avuto solo due figlie, mentre il figlio di Galla garantiva la continuità della casata di Teodosio. L'imperatore d'Oriente decise allora di porre il cugino sul trono d'Occidente e organizzò una spedizione per rovesciare Giovanni.
GALLA PLACIDIA CON I FIGLI VALENTINIANO III E GIUSTA GRATA ONORIA |
Galla e Valentiniano videro riconosciuti i loro titoli, mentre nel 424 Valentiniano fu nominato cesare d'Occidente. L'esercito romano d'Oriente si divise in tre gruppi, con Galla e Valentiniano a seguito del contingente terrestre comandato dal generale Aspare, il quale che occupò Aquileia, dove si insediarono il Cesare d'Occidente con la sua augusta madre.
Aspare, invece, andò a Ravenna, catturò Giovanni e lo inviò ad Aquileia da Galla, la quale ordinò che gli fosse tagliata la mano destra, che fosse legato ad un asino ed esposto per le strade di Ravenna al pubblico ludibrio e che fosse infine decapitato nel circo nel 425.
Al tempo del re goto Teoderico (493-526) la Fossa Augusta, interratasi per l'apporto continuo di materiale dal Po, fu definitivamente seppellita. La Porta Aurea rimase in piedi fino al XVI secolo, e le sue colonne vennero sparpagliate come trofei tra le varie chiese di Ravenna; una parte giunse addirittura a Venezia. Sculture di epoca romana decorano ancora la chiesa di San Giovanni in Fonte.
BONIFACIO
Mentre il generale Ezio contrastava con successo i Visigoti e i Franchi in Gallia, aumentava a corte l'influenza di Felice, nominato console da Galla nel 428 e patricius nel 429. Galla Placidia sottrasse a Ezio il titolo di magister utriusque militiae per darlo a Bonifacio, che elevò anche al rango di patricius per metterlo al di sopra di Ezio, che sarebbe stato console per il 432.
Ebbe così inizio una guerra civile tra Bonifacio ed Ezio, vinta da Bonifacio che sconfisse Ezio nella battaglia di Ravenna del 432, facendolo rifugiare tra gli Unni; Bonifacio morì per le ferite e gli successe come magister utriusque militiae, il genero Sebastiano, non riuscì ad opporsi a Ezio e ai suoi alleati unni.
Galla si trovò costretta a restituire ad Ezio la carica di magister utriusque militiae e a conferirgli il patriziato. Ezio concluse la pace con i Vandali nel 435, finchè nel 437 Valentiniano compì diciotto anni e terminò la reggenza di Galla.
Con la scomparsa di Valentiniano III nel 455, cinque anni dopo la morte della madre Galla Placidia, si chiuse la dinastia teodosiana e Ravenna si avviò al declino.
Nel 474, durante il regno di Zenone a Costantinopoli, il patrizio Giulio Nepote reclamò il trono d'Occidente, depose l'Imperatore Glicerio e lo costrinse a farsi vescovo, mentre egli si fece incoronare imperatore a Roma. Però dopo pochi mesi, fu costretto da una rivolta dell'esercito capitanata dal patrizio Oreste ad abbandonare il trono e a fuggire in Dalmazia, dove nel 480 venne ucciso dai suoi stessi uomini.
Intanto l'esercito d'Italia nominò imperatore il giovane Romolo Augusto, figlio del patrizio Oreste, ma Odoacre nel 476 si rivoltò, reclamando per sé e per le sue truppe un terzo dell'Italia, e fece uccidere Oreste e suo fratello. Entrato a Ravenna, depose Romolo Augusto dal trono, ma avendo pietà di lui, vista la sua giovane età, lo risparmiò, permettendogli di vivere in esilio in Campania con i suoi parenti garantendogli addirittura una rendita di sei mila solidi d'oro.
L'imperatore d'oriente Zenone accettò Odoacre come patrizio, ma a patto che quest'ultimo accettasse come suo imperatore d'Occidente Giulio Nepote, in esilio in Dalmazia, che però fu assassinato a Salona dai suoi stessi uomini. L'Impero romano d'Occidente era caduto, anche se per una rivolta interna, l'usurpazione di Odoacre che tuttavia, seppur di origini barbariche, faceva parte dell'esercito romano.
Il restauro in diretta dei mosaici ritrovati durante gli scavi da Hera
Aspare, invece, andò a Ravenna, catturò Giovanni e lo inviò ad Aquileia da Galla, la quale ordinò che gli fosse tagliata la mano destra, che fosse legato ad un asino ed esposto per le strade di Ravenna al pubblico ludibrio e che fosse infine decapitato nel circo nel 425.
Al tempo del re goto Teoderico (493-526) la Fossa Augusta, interratasi per l'apporto continuo di materiale dal Po, fu definitivamente seppellita. La Porta Aurea rimase in piedi fino al XVI secolo, e le sue colonne vennero sparpagliate come trofei tra le varie chiese di Ravenna; una parte giunse addirittura a Venezia. Sculture di epoca romana decorano ancora la chiesa di San Giovanni in Fonte.
TEODORICO |
BONIFACIO
Mentre il generale Ezio contrastava con successo i Visigoti e i Franchi in Gallia, aumentava a corte l'influenza di Felice, nominato console da Galla nel 428 e patricius nel 429. Galla Placidia sottrasse a Ezio il titolo di magister utriusque militiae per darlo a Bonifacio, che elevò anche al rango di patricius per metterlo al di sopra di Ezio, che sarebbe stato console per il 432.
Ebbe così inizio una guerra civile tra Bonifacio ed Ezio, vinta da Bonifacio che sconfisse Ezio nella battaglia di Ravenna del 432, facendolo rifugiare tra gli Unni; Bonifacio morì per le ferite e gli successe come magister utriusque militiae, il genero Sebastiano, non riuscì ad opporsi a Ezio e ai suoi alleati unni.
Galla si trovò costretta a restituire ad Ezio la carica di magister utriusque militiae e a conferirgli il patriziato. Ezio concluse la pace con i Vandali nel 435, finchè nel 437 Valentiniano compì diciotto anni e terminò la reggenza di Galla.
MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA |
Nel 474, durante il regno di Zenone a Costantinopoli, il patrizio Giulio Nepote reclamò il trono d'Occidente, depose l'Imperatore Glicerio e lo costrinse a farsi vescovo, mentre egli si fece incoronare imperatore a Roma. Però dopo pochi mesi, fu costretto da una rivolta dell'esercito capitanata dal patrizio Oreste ad abbandonare il trono e a fuggire in Dalmazia, dove nel 480 venne ucciso dai suoi stessi uomini.
Intanto l'esercito d'Italia nominò imperatore il giovane Romolo Augusto, figlio del patrizio Oreste, ma Odoacre nel 476 si rivoltò, reclamando per sé e per le sue truppe un terzo dell'Italia, e fece uccidere Oreste e suo fratello. Entrato a Ravenna, depose Romolo Augusto dal trono, ma avendo pietà di lui, vista la sua giovane età, lo risparmiò, permettendogli di vivere in esilio in Campania con i suoi parenti garantendogli addirittura una rendita di sei mila solidi d'oro.
L'imperatore d'oriente Zenone accettò Odoacre come patrizio, ma a patto che quest'ultimo accettasse come suo imperatore d'Occidente Giulio Nepote, in esilio in Dalmazia, che però fu assassinato a Salona dai suoi stessi uomini. L'Impero romano d'Occidente era caduto, anche se per una rivolta interna, l'usurpazione di Odoacre che tuttavia, seppur di origini barbariche, faceva parte dell'esercito romano.
PARTICOLARE DI UNO DEI PAVIMENTI MUSIVI DI EPOCA IMPERIALE ROMANA DURANTE GLI SCAVI HERA IN PIAZZA ANITA GARIBALDI A RAVENNA |
Il restauro in diretta dei mosaici ritrovati durante gli scavi da Hera
Dopo quasi due millenni, i mosaici ritornano a vivere, sotto le mani esperte dei restauratori.
Si tratta dell’ultimo ritrovamento di epoca imperiale romana avvenuto a
Ravenna, in piazza Anita Garibaldi, durante la realizzazione dell’isola
ecologica interrata di Hera.
.
Il ritrovamento dei mosaici, risalenti al II secolo d.C. circa, avvenne casualmente, nel corso dei lavori di scavo effettuati nel 2011 dal Gruppo Hera. Venne in luce il settore di una residenza di epoca imperiale romana, con pavimenti a mosaico bianco e nero che si aprivano intorno a un’area cortiliva.
Il Gruppo Hera ha quindi sostenuto integralmente le spese dello scavo archeologico, del distacco dei mosaici, delle murature e del loro trasporto ai laboratori di restauro, seguendo le indicazioni della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, e sosterrà l’investimento per le spese di restauro e di allocazione dei reperti.
.
Il ritrovamento dei mosaici, risalenti al II secolo d.C. circa, avvenne casualmente, nel corso dei lavori di scavo effettuati nel 2011 dal Gruppo Hera. Venne in luce il settore di una residenza di epoca imperiale romana, con pavimenti a mosaico bianco e nero che si aprivano intorno a un’area cortiliva.
Il Gruppo Hera ha quindi sostenuto integralmente le spese dello scavo archeologico, del distacco dei mosaici, delle murature e del loro trasporto ai laboratori di restauro, seguendo le indicazioni della Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, e sosterrà l’investimento per le spese di restauro e di allocazione dei reperti.
I mosaici ritrovati in piazza Anita Garibaldi presentano diverse
tipologie decorative e fanno riferimento a schemi diffusi nell’Italia
settentrionale. Questi schemi trovano confronti con pavimentazioni
scoperte in passato a Ravenna e nella vicina villa romana di Russi.
I dati emersi dalle indagini archeologiche permettono, quindi, di aggiungere nuove informazioni alle conoscenze storiche sulla città e di avere una nuova percezione dell’aspetto urbano antico di Ravenna.
BIBLIO
- Eutropio - Breviarium historiae romanae -
- Floro - Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC -
- Michael Reddé - Jean Claude Golvin - I Romani e il Mediterraneo - Roma - 2008 -
- Chronica minora - Procopio - De Bello Vandalico - I -
- Lidia Storoni Mazzolani - Vita di Galla Placidia - Milano - Rizzoli - 1975 -
- Santo Mazzarino - Stilicone. La crisi imperiale dopo Teodosio, Collana Studi pubblicati dal R. Istituto Italiano per la Storia Antica - Fascicolo III - Roma - Angelo Signorelli - 1942
- Penny McGeorge - Late Roman Warlords - Oxford-New York - Oxford University Press - 200 -
I dati emersi dalle indagini archeologiche permettono, quindi, di aggiungere nuove informazioni alle conoscenze storiche sulla città e di avere una nuova percezione dell’aspetto urbano antico di Ravenna.
BIBLIO
- Eutropio - Breviarium historiae romanae -
- Floro - Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC -
- Michael Reddé - Jean Claude Golvin - I Romani e il Mediterraneo - Roma - 2008 -
- Chronica minora - Procopio - De Bello Vandalico - I -
- Lidia Storoni Mazzolani - Vita di Galla Placidia - Milano - Rizzoli - 1975 -
- Santo Mazzarino - Stilicone. La crisi imperiale dopo Teodosio, Collana Studi pubblicati dal R. Istituto Italiano per la Storia Antica - Fascicolo III - Roma - Angelo Signorelli - 1942
- Penny McGeorge - Late Roman Warlords - Oxford-New York - Oxford University Press - 200 -
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