GENS POPILLIA

GAIUS POPILIUS LENA E ANTIOCO IV

La gens Popillia, talvolta scritto Popilia, furono un'antica gens plebea, romana ma di origine etrusca, vissuta durante la repubblica romana. I Popilii erano famosi per la loro natura crudele e arrogante. I principali praenomina dei Popillii furono Marco, Gaio, Publio, e Tito, tutti nomi molto comuni in Roma antica.

Nei manoscritti il nome di questa gens viene talvolta scritto con una L, e talvolta con due; ma poichè appare sempre con una doppia L nei  Fasti Capitolini, questa è la forma da preferire. Non ci sono monete a riguardo. L'unica famiglia dei Popillii citata sotto la repubblica, è quella di Laenas.

Il primo dei Popillii che ottenne il consolato fu Marco Polio Lenate (Marcus Popillius Laenas) nel 359 a.c., solo otto anni dopo la lex Licinia Sextia che aprì la magistratura anche ai plebei. Verso la fine del suo consolato, in cui fu collega a  Gnaeus Manlius Capitolinus Imperiosus, i Tarquini invasero dei territori romani ai confini dell'Etruria, egli guidato l'esercito col suo collega non solo vinse ma ottenne un trionfo. 

L'unica familia Popillii menzionata durante la repubblica ebbe il cognomen Laenas, da laena, il manto sacerdotale di Marcus Popillius Laenas (console nel 359 a.c.) quando si presentò nel Foro per sedare una rivolta popolare. Cicerone descrive l'incidente che si ritiene abbia dato origine al cognomen: Marcus Popillius, il Flamen Carmentalis, stava compiendo un sacrificio pubblico nel suo mantello sacerdotale, o laena, quando apprese di una sommossa causata da lotte tra i plebei e la nobiltà patrizia. Si precipitò dal sacrificio, indossando ancora il suo mantello, sperando di calmare i plebei. 

I suoi discendenti sembrano non aver condiviso la sua disposizione; come diceva lo storico William Ihne, "la famiglia dei Laenati si distinse sfavorevolmente anche tra i Romani per la loro severità, crudeltà e superbia di carattere" Il nome è occasionalmente trovato come Lenas in alcuni manoscritti di Livio. Un certo numero di Popillii è menzionato senza cognome, ma alcuni di essi potrebbero appartenere alla stessa famiglia.


GAIUS POPILIUS LENATE

PRAENOMINA

I Praenomina comunemente usati da questa gens nei tempi più antichi furono: Gaius, Marcus, Publius, Lucius, Marcus, Quintus, Titus, Sextus, Aulus, Decimus, Gnaeus, Spurius, Manius, Appius, Servius, Numerius, and Vibius, in tempi più recenti si usarono gli stessi senza Gaius, Marcus, and Publius.



I POPILII LENATI

- Marco Popillio Lenate, console nel 359 a.c., venne nominato da Cicerone come Flamen Carmentalis, il quale sostenne che il suo cognomen derivò dal manto del Flamen Carmentalis: la Laenas. Egli respinse un attacco dei Tiburtines (Tivoli - Lazio), e nel suo II consolato nel 356, andò a scovarli nei rifugi delle loro città. Fu il primo plebeo a ricevere un trionfo, quando sconfisse i Galli nel suo III consolato, nel 350 a.c., ottenendo un IV consolato nel 348 a.c..
- Marco Popillio Lenate, console nel 316 a.c..
Publio Popillio Lenate, venne nominato come uno dei tre triunviri che stabilirono una colonia presso Pisa in Etruria nel 180 a.c., insieme a suo fratello Marco, il console del 173.
Marco Popillio Lenate, console nel 173 a.c., sconfisse con forza i Liguri, distruggendo le loro città, e vendette i superstiti come schiavi, tra la costernazione del senato, che gli ordinò invano di liberarli. Attraverso l'influenza della sua famiglia, Laena scampò la punizione, e ottenne il consolato nel 159.
Gaio Popillio Lenate, console nel 172 a.c., la prima volta in cui ambedue i consoli furono plebei. Fu di conseguenza ambasciatore in Grecia, ed intervenne nella guerra tra Antioco IV e Tolemaico VI. Fu eletto console per la II volta nel 158. Dato che Antioco aveva occupato l'Egitto, il Senato e il Popolo di Roma avevano mandato come ambasciatore Caio Popilio Lenate con soltanto dodici littori che indossavano le tuniche rosse con inserite le scuri nei fasci di verghe, e due scrivani. Caio Popilio Lenate gettò l’ancora nel porto di Alessandria proprio mentre re Antioco IV risaliva il ramo canopico del Nilo, in direzione della grande città dove si erano rifugiati gli Egiziani.
Caio Popilio Lenate uscì da Alessandria per la Porta del Sole poggiandosi a un bastone, fino a raggiungere l'ippodromo dove l'attendeva re Antioco IV di Siria col suo esercito.
Popilio gli intimò di tornare in Siria perchè aveva occupato un suolo non suo, il re gli fece notare che non aveva esercito, ma Popilio rispose che non gli occorreva, e con la punta del bastone tracciò un cerchio intorno al re Antioco IV, « Quando uscirai da questo cerchio volgiti verso oriente e tornatene in Siria.» Il re tornò in Siria col suo esercito. Quindi Popilio fece vela per Cipro, occupata dai siriani e anche lì li fece tornare a casa.
Marco Popillio Lenate, console nel 139, e di conseguenza proconsole in Spagna, dove fu sconfitto dai Numantini (Celtiberi).
Gaio Popillio Lenate, console nel 132 a.c, proseguì la politica di Tiberio Gracco (169-133 a.c.), che era stato assassinato l'anno precedente. Gaio Gracco (154–121 a.c.) poi portò avanti una legge per punire coloro che avevano condannato un cittadino romano senza processo, e Popilio scelse di andare in esilio piuttosto che affrontare lui stesso la causa. Tornò dopo la morte di Gracco.
- Gaio Popillio Lenate, la cui eloquenza è menzionata da Cicerone, sembrerebbe lo stesso Gaio Popillio condannato per peculato (appropriazione indebita).
Gaio Popillio (Lenate?), legato in Asia, fu uno dei comandanti della flotta romana durante la I Guerra Mitridaica.
Publio Popillio Lenate, partigiano di Mario, come tribuno della plebe condannò nell' 85 a.c, il suo predecessore, Sesto Lucilio, facendolo precipitare dalla Rupe Tarpea, ed esiliando gli altri membri del suo collegio
Popillio Lenate, un senatore il cui colloquio con Cesare alle idi di marzo del 44 a.c., fece sì che Bruto e gli altri assassini temessero che la loro cospirazione fosse stata rivelata; come appare nel dramma di Shakespeare Julius Caesar.


ESECUZIONE DI CICERONE AD OPERA DI POPILIO LENATE
Gaio Popillio Lenate, tribuno militare, eseguì Cicerone per ordine dei triumviri e ricevette un premio di un milione di sesterzi oltre all'importo concordato da Marco Antonio.
- Gneo Popilio Lenate, uno dei cesaricidi.

Poppilia o Poppillia era il nome dato alle donne di questa famiglia:

Poppilia, moglie di Lucio Giulio Cesare II. I loro figli furono Lucio Giulio Cesare III (console del 90 a.c. e in seguito senatore) e un Gaio Giulio Cesare Strabone Vopisco (un umile oratore). Strabone Vopisco potrebbe aver avuto un fratello gemello. Era la nonna paterna del console Lucio Giulio Cesare IV e di Giulia Antonia (madre del Romano Triumviro Marco Antonio). Poppilia morì nel dicembre del 110 a.c.
Poppilia, moglie del console e statista romano Quinto Lutazio Catulo (120 a.c. - 61 a.c.), console nel 78 a.c, divenne un alleato del generale romano Pompeo contro Giulio Cesare. Questa Poppilia morì dopo il marito nell'87 a.c. Secondo Cicerone (De Orat, II, 11), fu la prima donna romana a ricevere un elogio funebre sulla sua tomba. L'elogio fu dato da suo figlio e questo fu, all'epoca, il più alto onore conferito a una donna a Roma.


BIBLIO

- Giovanni Annio da Viterbo, frate domenicano (pseudonimo di Giovanni Nanni erudito quattrocentesco -1432 - 1502) - M. P. Cato, De origine gentium et urbium Italicarum -
- D. Bowder - Dizionario dei personaggi dell'antica Roma - Newton Compton editori - 2001 -
- Teodoro Amayden - Storia delle famiglie romane - Collegio Araldico di Roma - Vol. I -
- Andrea Frediani, Sara Prossomariti - Le Grandi Famiglie di Roma Antica - Roma - Newton Compton Editori - 2014 -

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