TERME DI BATH (Inghilterra)


Le terme romane di Bath furono costruite ai tempi dell'imperatore Vespasiano, nel 75 d.c., nella città allora chiamata Aquae Sulis. Pare infatti che in questa zona, fin dal 10000 a.c., dal sottosuolo fuoriuscisse acqua termale, ancor oggi visibile.

Erano conosciute in tutto l'Impero Romano e frequentate da gente di ogni classe sociale. Il complesso comprendeva anche un tempio dedicato all'antica dea celtica dell'acqua e alla Dea romana Minerva.

Nel 410, con l'abbandono della Britannia da parte delle legioni romane, le terme vennero abbandonate e l'Inghilterra fu invasa dai Sassoni, che conquistarono la città nel 577. La struttura cadde in sfacelo e si allagò. Per arginare l'acqua si mise del pietrisco negli ambienti, che con l'acqua si trasformò in fango nerastro che sommerse le terme.


L'acqua che alimenta le terme di Bath cade dapprima sotto forma di pioggia sulle vicine Mendip Hills, poi grazie ad una serie di cunicoli sotterranei, l'acqua percola (cioè attraversa un materiale poroso) fino a una profondità compresa tra i 2,700 e i 4,300 m, dove viene raggiunta una temperatura fra i 69 e i 96 ° a causa dell'energia geotermale.

RICOSTRUZIONE DI AQUAE SULIS CON LE RINOMINATE
TERME DI BATH AL CENTRO (INGRANDIBILE)
Le terme di Bath, quindi, captano 1,17 milioni di litri di acqua calda ogni giorno, che sgorga dal suolo ad una temperatura di 46 °. Delle vere terme naturali.

I primi ad usufruire delle terme furono i Celti, che sul sito costruirono un santuario dedicato alla Dea Sulis, adorata dai Romani sotto il nome di Minerva. La leggenda racconta che il fondatore di Bath fu un re Celta chiamato Bladud, che aveva contratto la lebbra e che guarì bagnandosi nelle acque fangose delle sorgenti (che allora sgorgavano in una palude).

Bladud avrebbe creato il primo nucleo della città in quel luogo dopo la sua guarigione miracolosa, attorno al IX secolo a.c.. Diversi ritrovamenti archeologici fanno ritenere che la zona delle fonti fosse già abitata circa 10.000 anni fa. La storia ci dice che effettivamente i Celti conoscevano già le proprietà curative di quelle acque e che ritenendole d'origine soprannaturale le avevano consacrate alla loro Dea chiamata Sul, o Sulis.


In epoca imperiale, quando la Britannia era sotto dominio romano, il nome di Sulis continuò ad essere utilizzato anche dopo il tramonto della civiltà celtica, tanto che i Romani, che rispettavano tutte le divinità straniere, decisero di battezzare la città come Aquae Sulis («le acque di Sulis»). I Romani, infatti, conobbero le sorgenti termali nel 44 d.c.; la costruzione delle terme ebbe luogo nel 60-70, anche se i vari rimaneggiamenti si conclusero solo nei trecento anni successivi.

Durante l'occupazione romana della Britannia, e possibilmente su suggerimento dell'imperatore Claudio, vennero costruite delle strutture lignee sotterranee per evitare che l'edificio sprofondasse nel fango. La fonte venne inoltre fatta cingere da un muro alto 2 metri rivestito da lamine di piombo.

Nel III sec., le terme vennero rinchiuse in un'enorme sala voltata, che comprendeva un modesto "calidarium" disposto a ovest, un "tepidarium" e un "frigidarium" collocato a sud. Il rifacimento del tetto, inoltre, rese necessario anche il rafforzamento delle mura con contrafforti di laterizio, insomma tutto fu ripristinato al meglio dai romani. L'intero complesso rimase in uso fino al declino del dominio romano, dopo il quale venne insabbiato ed eventualmente allagato; la Cronaca anglosassone ne data l'abbandono nel VI secolo.

Presso il sito sono state rinvenute 130 tessere plumbee con esecrazioni: le cosiddette defixiones. Le maledizioni, scritte in romano britannico, ( lingua neolatina che si sviluppò nella Britannia romana nel V e VI secolo d.c., dopo il ritiro delle legioni romane dalle isole britannicheerano principalmente rivolte ai ladri di indumenti, che venivano lasciati sul ciglio della vasca mentre il proprietario si immergeva nelle acque termali.



LA RINASCITA

Mentre la città di Bath prosperava grazie al commercio della lana, le Terme caddero nell'oblio fino al 1755, quando il dandy Beau Nash ne fece l'elegante ritrovo dell'aristocrazia londinese. La fonte è oggi ospitata in un edificio ottocentesco in stile neoclassico, frutto della matita di John Wood il Vecchio e del figlio John Wood il Giovane.

Vari sono gli interventi che hanno restituito le Terme così come le possiamo vedere oggi: fra questi, degni di nota sono la Grand Pump Room di Thomas Baldwin (1789-99) e il colonnato settentrionale, sempre del Baldwin.




IL MUSEO

Il museo conserva una superba raccolta di manufatti romani, rinvenuti prevalentemente nelle Sorgenti Sacre, dato che sta ad indicare la natura votiva dei reperti. Nella collezione spiccano la testa di bronzo dorato di una statua di Minerva, restituita dalle indagini archeologiche del 1727, e una collezione di 12,000 monete romane.

Il tempio romano dedicato a Sulis-Minerva è contemporaneo alle adiacenti Terme. In origine, il complesso era caratterizzato da una struttura tetrastila di ordine corinzio e si ergeva su un podio elevato di due metri dall'area pavimentata a mosaico; a circondare il tutto, vi era un portico colonnato. Il tempio presentava numerose caratteristiche inusuali per l'architettura della Britannia: fra queste, di spicco era l'elaborato frontone con al centro una testa di Gorgone, sostenuta da due creature alate in un clipeo.

Varie sono le controversie sorte per determinare l'identità della Gorgone: infatti, nonostante abbia ali sopra gli orecchi e serpenti intrecciati nella barba, il volto raffigurato è maschile, mentre la tradizione vuole che le Gorgoni siano tre sorelle. Un'altra teoria suggerisce che la Gorgone sia stata assimilata a Oceano, oppure a una divinità celtica del Sole. Nel museo, vengono custodite anche le vestigia dell'ipocausto, utilizzato per riscaldare il calidarium delle terme.


Le statue novecentesche degli imperatori romani che adornano i corridoi aperti della struttura sono particolarmente suscettibili agli effetti della pioggia acida; per questo motivo, viene applicata con cadenza regolare una speciale patina protettiva. Analogamente, le mostre allestite all'interno della struttura sono compromesse dall'aria calda, che separa i sali corrosivi dalle murature romane; per limitare questo fenomeno, nel 2006 venne installato un nuovo sistema di ventilazione.

I bagni romani di Bath, sono una delle attrazioni storiche più belle del nord Europa e una delle più popolari del mondo. Un grande complesso derivato dai tempi romani e che è simbolo della potenza e dello stile di vita un tempo presente in questa parte del Regno Unito.

FONTE DELLE ACQUE TERMALI DI BATH
Il monumento non è solo di alto valore storico ed architettonico, ma anche ad un sistema ingegneristico unico e tra i meglio conservati in Europa; nonostante le acque che scorrono lungo gli antichi bagni non siano più adatte alla funzione tipica svolta dalle terme.
Il complesso si posiziona proprio al centro della città di Bath, Somerset, Inghilterra, e si divide in quattro parti principali:

- una parte è chiamata Sacred Spring (sorgenti sacre),
- quindi l'antico tempio romano (Roman Temple),
- l'edificio vero e proprio delle terme (Roman Bath House)
- e il museo, nel cui interno si possono apprezzare diversi reperti antichi di millenni.

I bagni termali di Bath furono rimaneggiati modificati in diverse occasioni nel tempo. Così accadde nel XI] secolo e nel XVI secolo infine nei due secoli più vicini a noi. La sorgente era ricca di acque minerali e attirava gran massa di visitatori. Il sistema idraulico e quello di drenaggio sono ancora in gran parte funzionanti, a testimonianza della ingegnosità dei Romani.

In Britannia un luogo come quello utilizzato a Bath, offriva al visitatore un bagno freddo (frigidarium), un bagno tiepido (tepidarium) e un bagno caldo (caldarium) e oltretutto molto ben organizzato e con ottimi servizi come una palestra, dove poter fare esercizi per il buon mantenimento del corpo.

TESTA DELLA DEA MINERVA SULIS RINVENUTA A BATH

MINERVA SULIS

Dai suoi oggetti votivi si è capito che era considerata la Grande Madre donatrice di vita, ma anche fonte di maledizioni. Nel museo infatti si conserva e credo si conservi a tutt'oggi la figura arcaica di una Dea che ha tre teste, anzi tre volti a forma perfettamente rotonda, come si trattasse di tre lune piene.

"Con la complicità di un amico potetti vedere il sotterraneo da cui sgorgava l'acqua: un ponticello ad arco pavimentato da sassi e pietre completamente coperti di giallo, il che faceva capire che si trattava di acque sulfuree, usate già in tempo antico per la cura di tante malattie."

Le tavolette votive erano spesso scritte in codice, grazie a lettere o parole scritte al contrario. L'ordine delle parole poteva essere invertito, e le righe scritte in direzione alternata. Anche se molti testi sono in latino, occasionalmente si possono trovare in lingua celtica.

Solitamente le tavolette facevano riferimento a furti di oggetti per Sulis, piccole quantità di denaro o abiti dai bagni delle terme. In linguaggio legale, le tavolette sembrano preghiere rivolte alla Dea di punire i noti o ignoti autori dei furti. 

A Sulis si chiedeva solitamente di nuocere alla salute mentale e fisica del colpevole, mediante la negazione del sonno o addirittura con la morte. Una delle tavolette riportava un messaggio che diceva: "Dodimedis ha perso due guanti. Egli chiede che la persona che li ha rubati possa perdere la memoria e la vista nel tempio in cui prega".

Il suffisso Spa (che non a caso si riferisce al latino Salus Per Aquam) caratterizza molte città europee dotate di fonti termali, abilmente scavate dai Romani nel loro cammino verso il nord, ma Bath Spa è stato elevato a patrimonio dell'umanità dall'Unesco.


BIBLIO

- Roger Tomlin - Tabellae Sulis: Roman inscribed tablets of tin and lead from the sacred spring at Bath, Oxford - 1988 -
- AA. VV. - Les thermes romains - C.E.F.R. (Cahiers dell’Ecole Française di Roma) - n.142 -
- Steven Morris - Bath cleansing brings Romans back to life - in Guardian - 10 settembre 2010 -
- Temple precinct work complete - su Bath and North East Somerset Council - 2007 -
- A. Malissard - Les Romains et l’eau. Fontaines, salles de bains, thermes, égouts, aqueducs - Les Belles Lettres - Paris -




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