I romani erano un popolo di guerrieri tanto è vero che la maggior parte delle loro feste erano dedicate a Marte Dio della guerra e all'arte bellica. Ben quindici festività nell'Urbe erano dedicate alla guerra, ma sarebbe da aggiungerne altre, come la Fortuna Reduce, Ercole Vincitore e così via, non a caso i romani si ritenevano i figli di Marte. Ed ecco le feste:
- 27 Febbraio - Le Equirria (anche dette Ecurria, dal latino equicurria, cioè corse dei cavalli) erano una festività romana in onore di Marte che aveva luogo il 27 febbraio e il 14 marzo di ogni anno.
Gli studiosi non sanno perché ci fossero due equirrie annuali a poco più di due settimane l'una dall'altra, ma una teoria è che queste erano le occasioni per iniziare pubblicamente ad addestrare cavalli e uomini per le escursioni militari che i soldati romani iniziavano in primavera.
- 9 Marzo - Saliorum Processio. Queste feste si ripetevano il 9 marzo, nel Saliorum Processio, la festa dei Salii, un collegio sacerdotale consacrato al culto di Marte, che facevano processioni, canti, danze e suoni guerreschi per aprire ufficialmente il periodo della guerra, che sarebbe stato chiuso con analoghe cerimonie in ottobre (October equus, Armilustrium e Ancilia condere).
- 14 Marzo - Equirria, si ripeteva la festa delle Equirria, sempre dedicata a Marte con la corsa dei cavalli, la gara più amata dall'esercito e dai romani.
- 15 Marzo - Mamuralia. Seguivano poi, il 14 o il 15 marzo, le Mamuralia quando, secondo la leggenda, Mamurio fu incaricato da Numa Pompilio di fabbricare undici scudi identici all'Ancile, lo scudo caduto dal cielo, inviato da Marte per sancire il suo destino di Roma come caput mundi. L'Ancile era uno dei sette Pignora imperii, e le repliche servivano a prevenire il furto dello scudo originale.
AURIGA E CAVALLO |
- 19 Marzo - Armilustrium, festeggiato pure il 19 ottobre in onore del Dio Mars, con la consacrazione e la purificazione delle armi. In primavera si preparava la guerra e in autunno si riponevano le armi.
- 18 Aprile - Ludi Martiales Circenses corse dei cavalli nel Circo Massimo in onore di Marte.
- 12 Maggio - Ludi Martiales Circenses corse dei cavalli nel Circo Massimo in onore di Marte.
- 23 Maggio - Tubilustrium, la festa era dedicata a Vulcano, forgiatore delle tubae da guerra, come dei fulmini di Giove, e come ispiratore dei fabbri che forgiavano le armi dei romani.
- 3 giugno -Templum Bellonae ad Circum Flaminium - in onore di Bellona, Dea della guerra. Dedicatio del tempio fatto costruire nel 296 a.c. presso il Circus Flaminius, in Campus Martius, da Appius Claudius Caecus.
- 13 14 e 15 Giugno - Quinquatrus Minores - in onore di Minerva Dea della guerra.
- 1 Agosto, Templum Martis Ultoris in Foro Augusti - Dedicatio del tempio di Mars Ultor, Marte Vendicatore, nel Forum Augusti, costruito da Augusto dopo la battaglia di Philippi.
- 15 Ottobre - October Equus, quando si svolgeva il sacrificio equino in onore di Marte, che si celebrava in coincidenza con la fine della stagione agricola e delle attività militari.
Si festeggiava pertanto il giorno dell'uscita dell'esercito romano, l'inizio della stagione delle campagne militari annuali. Lo stato romano sentiva che era importante celebrare il dio della guerra per sostenere l'esercito anche moralmente.
LA LUSTRATIO
EQUIRRIA |
LA LUSTRATIO
Nelle Equirria del 27 febbraio i sacerdoti tenevano i riti di purificazione dell'esercito, detti lustratio.
" Tutti gli eserciti romani prima di scendere in campo furono lustrati" ( Dion Cass. XLVII .38 ; Appian, Hisp. C19, Civil. IV .89), e poiché questa solennità era connessa con la revisione delle truppe, la parola lustratio è anche usata nel senso moderno della revisione (Cic. ad Att. V .20 §2). I riti abituali in tali occasioni non sono menzionati, ma probabilmente somigliavano a quelli con cui una flotta fu lustrata prima di salpare e che sono descritti da Appian ( Civil. V .96).
"Gli altari furono eretti sulla riva e le navi con le loro truppe si radunarono in ordine vicino alla costa. Ogni corpo manteneva un profondo silenzio, e i sacerdoti in piedi vicino all'acqua uccidevano le vittime e portavano i sacrifici purificatori in piccole imbarcazioni tre volte attorno alla flotta. In questi giri erano accompagnati dai generali, ciò che pregava gli Dei per preservare l'armamento da tutti i pericoli. Allora i sacerdoti divisero i sacrifici in due parti, una delle quali fu gettata in mare, e l'altra bruciata sugli altari, mentre la moltitudine attorno pregava gli Dei" (Liv. XXXVI .42 e XXIX .27).
LA CORSA DEI CAVALLI
CORSA DELLE BIGHE |
LA CORSA DEI CAVALLI
Seguivano poi le tanto attese corse dei cavalli dove fiorivano le scommesse: i romani adoravano scommettere e la mania del gioco fino alla rovina era una malattia esistente anche all'epoca, Augusto ne fu una notevole testimonianza. Le corse si tenevano probabilmente nel Trigarium, terreno di allenamento delle gare equestri posto a sud dell'ansa del Tevere, vicino all'attuale Via Giulia. Naturalmente era posto fuori dal Pomerium, i confini sacri di Roma dove appunto l'esercito in armi non poteva entrare.
Secondo altri questi ludi si tenevano nel Tarentum, luogo dove originariamente si tenevano i Ludi Tarentini, che più tardi diventeranno i Ludi Saeculares, oppure vicini all'Altare di Marte. Comunque in seguito gli Equirria vennero trasferiti nel Campo Marzio, sul Celio, al riparo dalle inondazioni del Tevere. La corsa dei cavalli avveniva con gli auriga sulle bighe (a due cavalli), con le trighe (a tre cavalli) e con le quadrighe (a quattro cavalli). Queste ultime erano piuttosto rare perchè quattro cavalli erano molto difficili da guidare, le più frequenti erano comunque le bighe.
La gente urlava e si dimenava sui sedili e sui palchi dell'anfiteatro, senatori e plebe allo stesso modo, e pure le caste vestali a cui veniva concesso il posto in prima fila. Degli schiavi giravano tra le file vendendo cuscini, vino, lupini, focacce, datteri e dolciumi.
La leggenda vuole che gli Equirria furono indetti per la prima volta da Romolo, il primo re di Roma, in onore del proprio padre, il Dio Marte, fatto testimoniato dal ritrovamento di antichi calendari romani, incisi nella pietra, dove entrambi erano raffigurati. Ma per l'Equirria tutta la città era in festa, perchè i romani amavano le corse dei cavalli e amavano i militari, soprattutto quando vincevano, ma i legionari vincevano sempre, o quasi sempre.
Roma apriva tutte le sue tabernae e si riempiva di bancarelle con cibo e souvenir, perchè all'Equirria venivano da ogni parte del suolo italico o dell'Impero, era la corsa di cavalli più spettacolare che il mondo di allora potesse offrire. Inoltre era un'occasione per ammirare la favolosa Urbe, così bella e imponente come non ne furono costruite, nè prima di Lei, nè durante la sua lunga vita, nè dopo la sua distruzione.
BIBLIO
- John Humphrey - Roman Circuses: Arenas for Chariot Racing - (I circhi romani: arene per la corsa dei carri) - Berkeley - University of California Press - 1986 -
- Carlo Fea - Descrizione Dei Circhi, Particolarmente Di Quello Di Caracalla E Dei Giuochi In Essi Celebrati: opera postuma del consigliere Gio. Lodovico Bianconi ordinata e pubblicata con note e Versione Francese dall'Avvocato Carlo Fea - 1789 -
- Adriano La Regina - Circhi e ippodromi. Le corse dei cavalli nel mondo antico - Roma - Cosmopoli - 2007 -
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