P. CORNELIO SCIPIO NASICA SERAPIO

TOMBA DEGLI SCIPIONI

Nome: Publius Cornelius Scipio Nasica Serapio
Nascita: 183 a.c.
Morte: 132 a.c. Pergamum
Figli: Publio Cornelio Scipione Nasica Serapione
Gens: Cornelia
Consolato: 138 a.c.


- (183 – 132 a.c. Pergamum, Asia Minore), Figlio di Publius Cornelius Scipio Nasica Corculum e sua moglie Cornelia Africana Maggiore. Fu il III membro della sua famiglia ad assumere il soprannome Nasica (grande naso) e fu un apprezzato oratore. Succedette a suo padre come Pontifex Maximus nel 141 a.c., data la grande reputazione della sua familia, una delle majores e più gloriose. Fu nipote materno di Publius Cornelius Scipio Africanus.

Fu console nel 138 a.c. insieme a Decimo Giunio Bruto Callaico. Importanti figure di questa familia furono Scipio Africanus, il I conquistatore di Cartagine e molti oppositori di Tiberius Gracchus. Ma Gracco stesso era cugino di primo grado di Scipio Nasica.

Probabilmente il suo ramo della gens Scipione venne allontanato dalla maggior parte della famiglia, a causa di visioni politiche opposte sulla III Guerra Punica. Corculum si oppose all'invasione di Cartagine, mentre Scipione Emiliano era per il suo assedio. Lo storico Appiano riferisce di un misterioso "Cornelius" che sarebbe stato sconfitto dai Pannoni, riferendosi a Publio Cornelio Scipione Nasica Serapio, che nel 141 ac fu il pretore di Macedonia. I "Pannoni" dovevano essere della regione dell'Illiria, appena a sud della Pannonia.

C'è su di lui un aneddoto che scrive Masuro Sabino:
- Quando i censori Publio Scipione Nasica e Marco Popilio stavano conducendo il censimento dell'ordine equestre, videro un cavallo troppo magro e mal curato, ma il suo cavaliere era molto benestante e ben vestito. Hanno chiesto: "Perché sei più curato del tuo cavallo?" Rispose: "Perché tengo a me stesso, ma Stazio, uno schiavo indegno, si prende cura del mio cavallo". Questa sembrò essere una risposta irriverente a loro, e così fu retrocesso a cittadino di classe inferiore [aerarius], come era consuetudine. -

Nello stesso anno Scipio Nasica ebbe il titolo di Pontifex Maximus, inerente alla morte del padre nello stesso anno, a causa del nome illustre della sua potente familia ma pure a causa della ottima reputazione di suo padre. Scipio Nasica Serapio fu il III membro della familia a ottenere l'agnomen Nasica (nasone).

Nel 138 ac, Nasica ebbe il consolato per rimediare alle recenti sconfitte all'estero.  Scipione Nasica per vendicare la sua sconfitta come pretore, volle aumentare le tasse, sollevando un'opposizione accanita dal tribuno Curiatius che arrestò Nasica a cui venne dato il soprannome di "Serapio" (come dire "nasone")

LA MADRE DEI GRACCHI

Scipione Nasica si fece coinvolgere nell'omicidio di Tiberio Gracco, sembra che se ne fosse vantato, nonostante fosse suo cugino, quando l'agricoltura perse di valore. Tiberio Gracco come tribuno fece leggi per sollevare la plebe dalla povertà, ma anche se la sua legislazione è stata approvata, la maggior parte del Senato essendo patrizi si allinearono con Scipione Nasica e suo cugino Scipione Emiliano, che avrebbero sobillato l'opposizione fino ad assassinare Gracco durante le elezioni in 133 a.c.

Scipione Nasica aveva riunito i senatori per porre a morte cruenta Gracco, sostenendo che il tribuno desiderava diventare re di Roma. Per commettere l'assassinio Scipione Nasica coprì la testa con il cappuccio della sua veste pontifex maximus, come ad indicare l'uccisione come un sacrificio rituale per il bene di Roma. Dopo il suo assassinio, Scipione avrebbe eliminato tutti i membri gracchiani sopravvissuti.

I popolari ritennero Scipione responsabile di omicidio, anche se gli studiosi moderni ritengono che la maggior parte del Senato sostenne entrambi gli uomini Scipio nella controversia. Finalmente il senato mandò Nasica in missione a Pergamon (Pergamo). Era un illecito, perchè un Pontifex Maximus non poteva essere mandato via da Roma. ma egli stesso volle andarsene temendo per la sua vita dai sosteniori di Gracco.

Morì poco dopo a Pergamo, forse avvelenato da agenti del partito graccano. Il figlio che ebbe nel 170 a.c. da Cecilia Metella, figlia di Quinto Cecilio Metello Macedonico e che si chiamava come lui, Publio Cornelio Scipione Nasica Serapione, diverrà console nel 111 a.c.


BIBLIO

- Plutarco - Vita di Tiberio Gracco - 21 -
- Opere di Publio Cornelio Scipione Nasica Serapione- su PHI Latin Texts - Packard Humanities Institute -
- Howard Hayes Scullard - Scipio and the second Punic war - 1930 -
- Santo Mazzarino - Scipio Africanus: soldier and politician - 1970 -

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