PAESTUM |
DIVISIONE DELLA PENISOLA ITALICA IN EPOCA AUGUSTEA
STRABONE
Geografia VI.1.1-15
"Dopo le foci del Sele si giunge in Lucania, e al tempio di Hera Argiva, fondato da Giasone, e nelle vicinanze, a meno di cinquanta stadi, a Posidonia. Quindi, navigando oltre il golfo seguente, si giunge a Leucosia, un'isola, molto prossima alla costa. L' isola prende il nome da una Sirena, che venne abbandonata qui sulla spiaggia quando le sirene, così racconta il mito, si immersero nelle profondità del mare. Di fronte all'isola si trova quel promontorio che opposto a Sirenussae e con esso forma il golfo di Posidonia".
I CONFINI
La Regio III Lucania et Bruttium, confinava ad est ed a nord con la Regio II Apulia et Calabria, a nord-ovest con la Regio I Latium et Campania, e a sud era racchiusa tra Mar Ionio e Tirreno fino al Fretuum Siculum (stretto di Messina). Lo stretto era già noto nell’antichità come stretto di Scilla e Cariddi dal nome dei due mostri omonimi che funestavano la navigazione tra Calabria e Sicilia; in seguito divenne il fretuum siculum.
Geograficamente, confinava a oriente con il fiume Bradanus (Bradano) che scorreva poco ad ovest di Mateola (Matera), e a nord e a occidente con il corso inferiore del fiume Silarus (Sele).
IL SUOLO
La Regio III, posta nel suolo italico meridionale e voluta dall'imperatore Augusto, comprendeva:
- l'attuale Calabria abitata dai Bruttii (o Bruzi) e dai Greci.
- l'odierna Basilicata con l'esclusione del Melfese, zona della Basilicata del nord, che era sannita e della Valle del Bradano, nella parte orientale della Basilicata, che apparteneva all'Apulia (Puglia).
- il Cilento, area montuosa della Campania in provincia di Salerno, ed il Vallo di Diano nel sud della Campania e al confine con la Basilicata, nella provincia di Salerno meridionale, ambedue abitate dai Lucani.
Sulla costa tirrenica il confine tra le due popolazioni era segnato dal fiume Laus (Lao) e dallo spartiacque del Pollino. Sul versante ionico si trovava tra le colonie greche di Metaponto a nord, e di Sibari a sud, entrambe Osche di ceppo sannitico.
LA STORIA
Ormai libere, le tribù dei Bruzi si coalizzarono in una lega, ed eressero a capitale la città, forse anche preesistente, di Consentia, per l'ottenuto "consenso" delle varie tribù, oggi Cosenza.
- Blanda Iulia -
Di Blanda Iulia ne parla Plinio ne la sua Naturalis historia, nel III libro:
« Sul litorale Bruzio, la città di Blanda, il fiume Baletum, il porto Partenio Focenio e il golfo Vibonese » Plinio colloca la città nel Bruzio, tra le terre degli Osci, ignorandone l'esatta collocazione.
Tolomeo, nella sua Geografia, pone la città di Blanda nell’interno della Lucania, nelle vicinanze di Potentia.
- Tito Livio, parlando della guerra contro i Cartaginesi, elenca delle città espugnate dal console Quinto Fabio, tra cui Blanda:« oppida vi capta Conpulteria, Telesia, Compsa inde, Fugifulae et Orbitanum ex Lucanis; Blanda et Apulorum Aecae oppugnatea »
- Casignana -
- con villa romana a splendidi mosaici.
Il popolo dei Bruzi, antichi abitatori della Calabria, simile ai confinanti Lucani, si dichiarò indipendente nel IV sec. a.c., costituendosi in stato confederato. La capitale dei federati era Consentia, (Cosenza) che fiorisce al massimo del suo splendore sotto Augusto. La città si sviluppò rapidamente e giunse ad esercitare il proprio controllo anche sulla Lucania e su quasi tutte le città della Magna Grecia calabra, che caddero una dopo l'altra sotto i continui attacchi dei Bruzi. Una volta sottomesso dai romani, Cosentia divenne un'importante statio lungo la Via Capua-Rhegium. Sotto l'impero di Augusto assunse le caratteristiche di città commerciale che mantenne sino all'età tardo-imperiale.
- Copia -
nel 194 a.c. divenne colonia a diritto latino ad opera dei romani.
- Locri Epizefiri -
Nei pressi dell'attuale Locri, fondata sul mar Ionio, nel VII secolo a.c., da greci provenienti dalla Locride. I coloni greci, giunti all'inizio del VII secolo a.c., si stabilirono presso lo Zephyrion Acra (Capo Zefirio), oggi Capo Bruzzano, e più tardi si insediarono pochi km a nord della città.
"Locri Epizefiri, che fu colonizzata da quei Locresi che stanno sul golfo di Crisa, condotti qui da Evante, poco dopo la fondazione di Crotone e Siracusa. Eforo, perciò, non è nel giusto quando afferma che si tratta di una colonia dei Locresi Opunzi. Questi coloni, dunque, abitarono per tre o quattro anni presso lo Zefirio e c'è là una fonte, chiamata Locria, dove i Locresi posero il loro accampamento. Poi trasferirono la loro città, con l'aiuto dei Siracusani. Da Rhegion a Locri vi sono 600 stadi; la città sorge sul pendio di un colle detto Epopis.»
(Strabone, Geografia, VI, 1, 7C259)
Locri Epizefiri fu famosa nell'antichità per il riconoscimento della discendenza matrilineare e per essere stata la prima città nel 660 a.c. a dotarsi di un codice di leggi scritte, attribuito al mitico legislatore Zaleuco per superare le ingiustizie della discrezionalità nelle sentenze dei giudici, spesso fonte di discordie sociali.
- Medma (Rosarno)
Antica colonia greca di Medma, fondata dai locresi alla fine del VI secolo a.c. La città scomparve nel II secolo a.c., sin dalla II guerra Punica, ed il suo posto fu preso da Nicotera, città di probabile fondazione medmea.
Metaponto stabilì un'alleanza con Crotone e Sibari collaborando alla distruzione di Siris nel VI secolo a.c. Nel 413 a.c. aiutò Atene nella sua spedizione in Sicilia.
Durante la Battaglia di Eraclea del 280 a.c. si alleò contro Roma con Pirro e Taranto, ma la vittoria romana punì severamente Metaponto, alcuni esuli metapontini trovarono rifugio a Pisticci, unica città fedele a Metaponto durante la guerra.
I romani vi edificarono un castrum, con una guarnigione romana, ma nel 207 a.c. la città ospitò Annibale e i romani la punirono nuovamente, distruggendola. Divenne poi città federata intorno al I secolo a.c. Nel 72 - 73 a.c. fu invasa dall'esercito di schiavi di Spartaco che la saccheggiarono.
Qui iniziò la decadenza e il progressivo abbandono della città, lentamente ricoperta dai sedimenti alluvionali dei fiumi.
- Metauros - (Gioia Tauro)
Nei cui cantieri navali si approntano le navi che serviranno nelle guerre puniche ai Romani. Questi, nel 201 a.c., si insediano sul territorio e, oltre a mutare il nome in Metauria, provvedono nel 130 a.c. a far passare da qui la via Popilia (pressoché l'attuale tracciato dell'autostrada A3) ed a realizzare nuovi impianti urbani con sistema ortogonale.
Col passare dei secoli, però, la città diviene una semplice stazione navale identificata col nome del vicino fiume Metauros (Petrace) e così viene ricordata durante il regno di Tiberio (14-37 d.c.).
- Pestum - (Pesto)
Posta sul versante tirrenico, nella regione Campania, nella Piana del Sele, nel golfo di Salerno, fu antica città della Magna Grecia chiamata dai fondatori Poseidonia in onore di Poseidone, ma devotissima ad Atena ed Era. Dopo la sua conquista da parte dei Lucani venne chiamata Paistom, per poi assumere, sotto i romani, il nome di Paestum. L'estensione del suo abitato è giunto fino a noi, racchiuso dalle mura greche, con le sue edificazioni di epoca lucana e poi romana.
Nel VII secolo a.c., la città di Sibari iniziò a fondare una serie di colonie lungo la costa tirrenica, con funzioni commerciali che posero in contatto i mondi greco, etrusco e latino, dando luogo a fiorenti commerci e a nuovi abitati come Poseidonia, ricca di templi giganteschi e stupendi.
- Pandosia
La qual parola, posciaché pervenne alle orecchie del re, lo fece ricordare del suo destino, e dubbio, se si doveva passare.
Allora, Sotimo, un ministro dei paggi del re, l'ammonì che i lucani cercavano d'ingannarlo; i quali poiché il re vide da lungi venire alla sua volta, in uno stuolo trasse fuori la spada ed urtando il cavallo, si mise arditamente per mezzo del fiume per passare; è già era giunto nel guado sicuro, quando uno sbadito lucano lo passò dell'un canto all'altro con un dardo.
Onde essendo caduto, fu poi trasportato il corpo esamine dalle onde, con la medesima asta insino alle poste dei nemici, ove ei fu crudelmente lacerato, perché tagliato pel mezzo, ne andarono una parte a Cosenza, e l'altra serbarono per straziarla; la quale mentre era percossa da sassi e dardi per scherno, una donna mescolandosi con la turba, che fuori di ogni modo della umana rabbia incrudeliva, pregò che alquanto si fermassero, e piangendo disse:
- Policoro -
In provincia di Matera, assoggetata ai Romani.
Reggio raggiunse un notevole sviluppo artistico-culturale grazie alle scuole filosofica pitagorica, di scultura e di poesia con Pitagora e Ibico. Fu alleata di Atene nella guerra del Peloponneso e successivamente fu espugnata dai siracusani di Dionigi I nel 387 a.c. Divenne poi importante alleata e socia navalis di Roma, e quindi sede del Corrector (governatore) della Regio III Lucania et Bruttii, nonchè capolinea della Via Capua-Rhegium che la collegava a Capua in Campania traversando tutto il versante tirrenico meridionale della penisola.
- Ricadi -
Frazione di Torre Santa Maria, in Provincia di Vibo Valentia (Magna Grecia). Fu greca e romana e conserva i resti di un insediamento greco del territorio di Hipponion. Negli anni '70-'80 si sono scavate delle abitazioni di quel periodo e anche una villa romana con deposito di anfore.
- Rossano di Vaglio -
In provincia di Potenza, area sacra che costituiva il santuario federale dei Lucani nel IV sec, ac., sorto in un'area coperta di fitti boschi e in prossimità di una sorgente, alla congiunzione di diversi tratturi.
Il santuario era dedicato a Mefite, Dea osca alla quale veniva attribuito un potere taumaturgico legato alle acque. Al culto della Dea era affiancato anche quello del Dio Mamerte, testimoniato dalle iscrizioni.
- Scolacium -
- Venne rifondata come onore dall'imperatore Nerva (96-98 d.c.) assumendo il titolo di Colonia Minervia Nervia Augusta Scolacium.
- Serra di Vaglio -
In provincia di Potenza - in mano ai Lucani.
- Sibari -
Affacciata sullo Ionio, fu una delle più importanti città della Magna Grecia sul mar Ionio, affacciata sul golfo di Taranto. fondata alla fine dell'VIII secolo a.c. da un gruppo di Achei provenienti dal Peloponneso. La città governò su quattro tribù e 25 città. Nel 510 a.c., dopo una guerra durata 70 giorni, i Crotoniati che con 100mila uomini riempirono un circuito di 50 stadi (circa 9 km), guidati dal campione olimpico Milone, conquistarono la città, deviarono il fiume e la sommersero.
- Siris -
Siris nacque sulla riva sinistra del fiume Sinni nei pressi della foce, al confine tra il comune di Policoro e quello di Rotondella (Matera), nella Magna Grecia. La prima colonizzazione greca in Basilicata avvenne con la costruzione di Siris, presso il fiume omonimo oggi detto Sinni, fine VIII sec. a.c., ad opera di profughi da Colofone, fuggiti in Occidente per scampare alla dominazione lidia.
Nel VI secolo a.c. si svolse la battaglia della Sagra, in cui Kaulon, alleata con Kroton, fu sconfitta da Locri Epizefiri e Rhegion, dove accadde il miracoloso intervento dei Dioscuri.
Kaulon venne poi sconfitta dalle forze dei Lucani e di Dionisio I di Siracusa, per cui nel 389 a.c. i suoi abitanti vennero deportati a Siracusa. Ricostruita da Dionisio il Giovane, la città fu in seguito saccheggiata da Annibale durante la II guerra punica, finendo nel dominio di Roma per opera di Quinto Fabio Massimo nel 205 a.c.
Strabone riferisce che già ai suoi tempi la città era stata abbandonata a causa di conflitti con gli abitanti della regione: «Dopo il fiume Sagra c'è Caulonia, fondata dagli Achei e chiamata dapprima Aulonia, per la valle che si trova di fronte ad essa. Ora la città è abbandonata: i suoi abitanti, infatti, furono cacciati dai barbari in Sicilia, dove fondarono un'altra città di Caulonia»
(Strabone, Geografia, V, 1, 10)
La Regio III, posta nel suolo italico meridionale e voluta dall'imperatore Augusto, comprendeva:
- l'attuale Calabria abitata dai Bruttii (o Bruzi) e dai Greci.
- l'odierna Basilicata con l'esclusione del Melfese, zona della Basilicata del nord, che era sannita e della Valle del Bradano, nella parte orientale della Basilicata, che apparteneva all'Apulia (Puglia).
- il Cilento, area montuosa della Campania in provincia di Salerno, ed il Vallo di Diano nel sud della Campania e al confine con la Basilicata, nella provincia di Salerno meridionale, ambedue abitate dai Lucani.
Sulla costa tirrenica il confine tra le due popolazioni era segnato dal fiume Laus (Lao) e dallo spartiacque del Pollino. Sul versante ionico si trovava tra le colonie greche di Metaponto a nord, e di Sibari a sud, entrambe Osche di ceppo sannitico.
PONTE LUCANO |
LA STORIA
Sbarcati i Greci sulle coste calabresi, strapparono le terre ai Lucani (costretti a rifugiarsi nell'entroterra e nella parte settentrionale della Calabria), e si mescolarono con i popoli autoctoni, dando vita ad una cultura greco-italica, estremamente florida nei secoli successivi. I Greci fondarono fiorenti colonie, la Magna Grecia (Grande Grecia), così importanti da superare la madrepatria.
Tra l'VIII ed il IV sec. a.c. infatti fiorivano su tutta la costa numerose ed importanti città. I Lucani furono una popolazione appartenente al ceppo italico e di lingua osca, che giunse, nel V secolo a.c., nella terra che da essi prese il nome di Lucania. Prima dei Lucani le regioni erano occupate dai Coni e dagli Enotri. Ma in seguito i Sanniti accrebbero la loro potenza e scacciarono i Coni e gli Enotri, e questa regione venne occupata delle tribù Lucane. Ma anche i greci aumentarono la loro presenza su entrambe le coste fino allo stretto, i Greci e i barbari si fecero la guerra per molto tempo.
Tra l'VIII ed il IV sec. a.c. infatti fiorivano su tutta la costa numerose ed importanti città. I Lucani furono una popolazione appartenente al ceppo italico e di lingua osca, che giunse, nel V secolo a.c., nella terra che da essi prese il nome di Lucania. Prima dei Lucani le regioni erano occupate dai Coni e dagli Enotri. Ma in seguito i Sanniti accrebbero la loro potenza e scacciarono i Coni e gli Enotri, e questa regione venne occupata delle tribù Lucane. Ma anche i greci aumentarono la loro presenza su entrambe le coste fino allo stretto, i Greci e i barbari si fecero la guerra per molto tempo.
L'entroterra della Calabria ( "Bruttium"), fu abitato principalmente dai Bruzi, di temperamento bellicoso, chiamati Brutti o Bruzzii, o Bretti (che significa ribelli) strettamente imparentati coi Lucani, oltre che da genti di origine iberica. I Bruttii inizialmente divennero pastori e servi dei Lucani, prevalentemente nomadi, soprattutto nella Regio III augustea. Lo scrittore romano Pompeo Trogo narra che discendessero dai Lucani e che gli si ribellassero intorno al 356 a.c., durante la lotta tra Dione di Siracusa (tiranno di Siracusa 357-354 a.c.) e Dionisio II (tiranno di Siracusa 367-357 a.c. e 347- 344 a.c. e tiranno di Locri 357-347 a.c.).
REGIO III (INGRANDIBILE) |
I Romani ebbero i primi contatti con i Lucani intorno al 330 a.c, quando formarono un'alleanza a contro i Sanniti che attaccavano a nord. Ma i Romani trovarono la loro occasione nel 285 a.c. e poi nel 282 a.c., quando la città magno-greca di Thurii, assediata dal principe lucano Stenio Stallio
chiese aiuto ai Romani.
I Lucani, dapprima alleati ma successivamente ribellatisi, vennero sconfitti dalle truppe del console Gaio Fabricio Luscino, che stanziò nella città una guarnigione, come riportano i Fasti triumphales. Fabricio, console nel 282 a.c., rifiutò per due volte, nel 282 a.c. dai Sanniti, e nel 280 da Pirro, cospicui doni rivolti a corromperlo.
chiese aiuto ai Romani.
I Lucani, dapprima alleati ma successivamente ribellatisi, vennero sconfitti dalle truppe del console Gaio Fabricio Luscino, che stanziò nella città una guarnigione, come riportano i Fasti triumphales. Fabricio, console nel 282 a.c., rifiutò per due volte, nel 282 a.c. dai Sanniti, e nel 280 da Pirro, cospicui doni rivolti a corromperlo.
Successivamente una squadra marittima romana, perlustrando il mar Ionio, entrò in conflitto con i Tarentini che, irritati, distrussero quattro navi catturandone una. In difesa della città ionica sbarcò a Taranto Pirro, re dell'Epiro che, appoggiato dai Lucani, Bruzzi e Sanniti ottenne una vittoria di misura nella battaglia fra Pandosia ed Heraclea nel 280 a.c.
Dopo appena quattro anni, nel 275 a.c. Pirro venne sconfitto a Maleventum e tornò in Epiro.
Taranto si arrese ai Romani nel 272 a.c., così il dominio della repubblica romana si estese su tutte le colonie greche dell'Italia meridionale. In conseguenza di ciò, nella regione lucana si ebbe un declino economico, provocato dalla politica di sfruttamento dei territori conquistati, acquisiti come suoli di proprietà dei vincitori.
Dopo un tentativo di riscatto mediante l'aiuto fornito ad Annibale nel III sec. a.c., l'ennesima sconfitta provocò un inasprimento della sottomissione da parte dei romani e nel territorio lucano vennero dedotte le colonie di Potentia e di Grumentum, dove furono reclusi i ribelli lucani e brutii sottomessi dai romani.
Nel II sec. a.c. i Romani operarono il prolungamento della via Appia fino a Brindisi e un tratto di acquedotto, con lo sviluppo dei centri romani sul percorso della via, tra i quali Venosa, patria di Orazio.
A questa si affiancò la Via Popilia, che attraversava l'Appennino lucano, attraversando Sirinos e Nerulum, e una sua diramazione, che da Paestum congiungeva le colonie tirreniche Velia, Buxentum, Cesernia, Blanda Julia e Laos a Cosenza.
Dopo appena quattro anni, nel 275 a.c. Pirro venne sconfitto a Maleventum e tornò in Epiro.
Taranto si arrese ai Romani nel 272 a.c., così il dominio della repubblica romana si estese su tutte le colonie greche dell'Italia meridionale. In conseguenza di ciò, nella regione lucana si ebbe un declino economico, provocato dalla politica di sfruttamento dei territori conquistati, acquisiti come suoli di proprietà dei vincitori.
Nel II sec. a.c. i Romani operarono il prolungamento della via Appia fino a Brindisi e un tratto di acquedotto, con lo sviluppo dei centri romani sul percorso della via, tra i quali Venosa, patria di Orazio.
A questa si affiancò la Via Popilia, che attraversava l'Appennino lucano, attraversando Sirinos e Nerulum, e una sua diramazione, che da Paestum congiungeva le colonie tirreniche Velia, Buxentum, Cesernia, Blanda Julia e Laos a Cosenza.
LE CITTA' PRINCIPALI
Un tempo floride colonie della Magna Grecia le città di Lucania et Bruttii poco rifulgevano in età augustea, non avendo più il monopolio dei commerci del sud italico col mediterraneo orientale.
Un tempo floride colonie della Magna Grecia le città di Lucania et Bruttii poco rifulgevano in età augustea, non avendo più il monopolio dei commerci del sud italico col mediterraneo orientale.
- Acheruntia -
Posta all'interno della regione, su un altipiano dai fianchi ripidi, tra il fiume Bradano e il suo affluente Fiumarella, è stata molto importante dal punto di vista strategico per la difesa del territorio. Le prime notizie di insediamenti abitati risalgono al VI secolo a.c. e sul luogo dell'attuale abitato nacque l'antica Acheruntia, citata dagli scrittori romani Tito Livio e Orazio.
- Anxia - (Anzi)
Fino al IV secolo a.c. abitato dall’antico popolo degli Enotri, poi dai Lucani, dai Greci e dai Romani. Anzi sorge alle falde del monte Siri.BLANDA IULIA |
« Sul litorale Bruzio, la città di Blanda, il fiume Baletum, il porto Partenio Focenio e il golfo Vibonese » Plinio colloca la città nel Bruzio, tra le terre degli Osci, ignorandone l'esatta collocazione.
Tolomeo, nella sua Geografia, pone la città di Blanda nell’interno della Lucania, nelle vicinanze di Potentia.
- Casignana -
- con villa romana a splendidi mosaici.
MOSAICO DI COSENZA |
- Consentia - (Cosenza)
Cosentia, all'interno del territorio calabro, sorse nell'VIII secolo a.c., sul villaggio italico di Kos ("Kossa" nell'elenco delle città situate in Calabria compilato nel V secolo a.c. dallo storico greco Ecateo di Mileto, ), Nel IV secolo a.c. venne conquistata dal popolo bruzio, insieme ai Siculi della Locride, che fece la propria capitale di Cossa (o Cosa) nella Valle del Crati. I Romani, dopo la sconfitta patita per mano degli alleati bruzi di Annibale (ca. il 201 a.c.) cambiano il nome in Co[n]sentia per rilevare il "consenso" dei due fiumi (Livio: ubi consentiunt flumina), cioè il loro congiungersi.Il popolo dei Bruzi, antichi abitatori della Calabria, simile ai confinanti Lucani, si dichiarò indipendente nel IV sec. a.c., costituendosi in stato confederato. La capitale dei federati era Consentia, (Cosenza) che fiorisce al massimo del suo splendore sotto Augusto. La città si sviluppò rapidamente e giunse ad esercitare il proprio controllo anche sulla Lucania e su quasi tutte le città della Magna Grecia calabra, che caddero una dopo l'altra sotto i continui attacchi dei Bruzi. Una volta sottomesso dai romani, Cosentia divenne un'importante statio lungo la Via Capua-Rhegium. Sotto l'impero di Augusto assunse le caratteristiche di città commerciale che mantenne sino all'età tardo-imperiale.
- Copia -
nel 194 a.c. divenne colonia a diritto latino ad opera dei romani.
- Falcomatà -
- resti delle mura greche sulla collina degli angeli
- scavi archeologici dell'Agorà e del Foro romano con stratificazioni fino al XIX sec. in piazza Italia
- scavi archeologici dell'Agorà e del Foro romano con stratificazioni fino al XIX sec. in piazza Italia
- scavi archeologici di necropoli ellenistica nel quartiere di San Giorgio Extra
- rudere dell'Odéon di Reggio (o forse un Ekklesiasterion) in via del Torrione
- tomba ellenistica in via Demetrio Tripepi
- terme romane sul lungomare Falcomatà
- rudere dell'Odéon di Reggio (o forse un Ekklesiasterion) in via del Torrione
- tomba ellenistica in via Demetrio Tripepi
- terme romane sul lungomare Falcomatà
- resti di un Athenaion in un bar del lungomare Falcomatà.
In provincia di Potenza.Abitata fin dal VI secolo a.c., ma fondata nel III secolo a.c. ad opera dei Romani, come avamposto fortificato durante le guerre sannitiche. Da Grumentum passava la via Herculea, tra Venusia e Heraclea, e un'altra strada conduceva alla via Popilia sul versante tirrenico, rendendo la città un importante nodo di comunicazione. Tito Livio narra dello scontro tra il cartaginese Annone e l'esercito romano condotto da Tiberio Sempronio Longo, e di come Annibale si fosse accampato a ridosso delle mura della città e fosse quindi stato sconfitto e costretto alla fuga dai Romani, provenienti da Venosa e guidati da Gaio Claudio Nerone. Durante la guerra sociale la città si schierò con i Romani e venne distrutta e saccheggiata dagli Italici, con un periodo di crisi e di calo demografico. Ma nella seconda metà del I secolo a.c. la città venne ricostruita con edifici monumentali, divenendo poi colonia romana.
- Hipponion
Attuale Vibo Valentia, era la città dei Bruttii, chiamat prima Veiponion poi Eiponion, dai greci che ne fecero una loro colonia, chiamata poi Vibo Valentia dai romani; Nella seconda metà del VII secolo a.c. i greci di Locri Epizefiri fondarono la sub-colonia con il nome di Hipponion. Alla fine del VI secolo a.c., la città sconfisse in battaglia Crotone con l'aiuto di Locri e Medma; la notizia è riportata su uno scudo con incisa una dedica ritrovato a Olimpia.
Hipponion, Reggio, Kaulon, Kroton, Thurii, Velia e altri centri minori, si allearono contro Siracusa, creando la cosiddetta Lega Italiota, tuttavia nel 388 a.c. dopo la sconfitta degli Italioti a Kaulon nella battaglia dell'Elleporo, Dionisio conquisterà Hipponion e deporterà parte degli abitanti a Siracusa, consegnandone il territorio ai Locresi. Seppur conquistati dai romani durante la II Guerra Punica, vennero riconquistati dai Bruttii passati dalla parte di Annibale.
Nel 192 a.c., finita la II Guerra punica, i Romani vi deducono una colonia a diritto latino (Liv., XXXV, 40, 5-6) chiamata Valentia, con diritto di zecca e varie autonomie. Il nome Valentia (attestato sulle monete della colonia e dall'epigrafe di Polla che ricorda la costruzione della via Popilia), un massiccio invio di coloni , ben 4.000 soldati, di sicuro con donne e figli. Dall'89 a.c. divenne municipio romano.
Il porto di Vibo Valentia fu anche militare: nel 218 a.c. venne utilizzato dai Romani in lotta contro Annibale; nel 200 a.c. fu la base per la flotta romana in partenza per la guerra Macedonica; nel 46 a.c. fu base per la flotta di Cesare nel 36 a.c. e fu il quartier generale di Augusto nella guerra contro Sesto Pompeo. Il "portus Vibonensis" è stato localizzato in località Trainiti, di esso rimangono i resti del molo che si protende per 600 metri nel mare, ma buona parte si è interrato in seguito all'avanzamento della linea di costa.
- Hyele - (Elea)
Hyele, dai focesi che la fondarono, e da altri Ele, dal nome di una sorgente, ma adesso è chiamata Elea. Alcuni ritengono che prese nome dal fiume Elees [Salso]. Questa è la citta natale di Parmenide e Zenone, i filosofi pitagorici, e si trova a circa 200 stadi da Posidonia. Per il suo valore questo popolo riusci a controllare i Lucani e i Posidoniati, seppure fossero inferiori a loro sia per estensione del territorio che come popolazione.
A causa della povertà dei loro terreni, trassero il sostentamento dal mare, anche impiantando stabilimenti per la salagione del pesce. Secondo Antioco, dopo la presa di Focea ad opera di Harpagus, il generale di Ciro, i Focei si imbarcarono con le loro famiglie sulle navi e, sotto la guida di Creontiade, navigarono prima verso Cyrno [Corsica] e Massalia [Marsiglia], ma quando vennero scacciati da questi luoghi fondarono Elea.
- Incoronata -
In provincia Matera. L'Area Archeologica dell'Incoronata, detta anche Incoronata - San Teodoro, è un sito archeologico situato in territorio di Pisticci, in località San Teodoro, abitata a lungo dagli Enotri.
È un'area collinare sulla riva destra del Basento interessata da scavi archeologici che hanno portato alla luce i resti di un villaggio enotro risalente al IX sec. ac.
- Heraclea - (Eraclea)
Posta sul versante Ionico, in provincia di Matera, fondata dai coloni Tarantini e Thurioti nel 434 a.c., un tempo nemici, su un'altura tra i fiumi Agri e Sinni sui resti della città di Siris. Nel 374 a.c. divenne capitale della Lega Italiota al posto di Thurii caduta in mano ai Lucani.
Nel 280 a.c. la città fu teatro della battaglia di Eraclea tra Taranto e Roma, e divenne città confederata di Roma. Alla fine della guerra tra Romani e Tarantini, Eraclea, come Lucania e Puglia, cadde sotto il dominio romano. Nel 212 a.c. venne conquistata da Annibale e riconquistata dai romani. Nell'89 a.c. ottenne la cittadinanza romana. Durante l'età imperiale iniziò la sua decadenza.
HERACLEA |
- Hipponion
Attuale Vibo Valentia, era la città dei Bruttii, chiamat prima Veiponion poi Eiponion, dai greci che ne fecero una loro colonia, chiamata poi Vibo Valentia dai romani; Nella seconda metà del VII secolo a.c. i greci di Locri Epizefiri fondarono la sub-colonia con il nome di Hipponion. Alla fine del VI secolo a.c., la città sconfisse in battaglia Crotone con l'aiuto di Locri e Medma; la notizia è riportata su uno scudo con incisa una dedica ritrovato a Olimpia.
Hipponion, Reggio, Kaulon, Kroton, Thurii, Velia e altri centri minori, si allearono contro Siracusa, creando la cosiddetta Lega Italiota, tuttavia nel 388 a.c. dopo la sconfitta degli Italioti a Kaulon nella battaglia dell'Elleporo, Dionisio conquisterà Hipponion e deporterà parte degli abitanti a Siracusa, consegnandone il territorio ai Locresi. Seppur conquistati dai romani durante la II Guerra Punica, vennero riconquistati dai Bruttii passati dalla parte di Annibale.
Nel 192 a.c., finita la II Guerra punica, i Romani vi deducono una colonia a diritto latino (Liv., XXXV, 40, 5-6) chiamata Valentia, con diritto di zecca e varie autonomie. Il nome Valentia (attestato sulle monete della colonia e dall'epigrafe di Polla che ricorda la costruzione della via Popilia), un massiccio invio di coloni , ben 4.000 soldati, di sicuro con donne e figli. Dall'89 a.c. divenne municipio romano.
Il porto di Vibo Valentia fu anche militare: nel 218 a.c. venne utilizzato dai Romani in lotta contro Annibale; nel 200 a.c. fu la base per la flotta romana in partenza per la guerra Macedonica; nel 46 a.c. fu base per la flotta di Cesare nel 36 a.c. e fu il quartier generale di Augusto nella guerra contro Sesto Pompeo. Il "portus Vibonensis" è stato localizzato in località Trainiti, di esso rimangono i resti del molo che si protende per 600 metri nel mare, ma buona parte si è interrato in seguito all'avanzamento della linea di costa.
- Hyele - (Elea)
Hyele, dai focesi che la fondarono, e da altri Ele, dal nome di una sorgente, ma adesso è chiamata Elea. Alcuni ritengono che prese nome dal fiume Elees [Salso]. Questa è la citta natale di Parmenide e Zenone, i filosofi pitagorici, e si trova a circa 200 stadi da Posidonia. Per il suo valore questo popolo riusci a controllare i Lucani e i Posidoniati, seppure fossero inferiori a loro sia per estensione del territorio che come popolazione.
A causa della povertà dei loro terreni, trassero il sostentamento dal mare, anche impiantando stabilimenti per la salagione del pesce. Secondo Antioco, dopo la presa di Focea ad opera di Harpagus, il generale di Ciro, i Focei si imbarcarono con le loro famiglie sulle navi e, sotto la guida di Creontiade, navigarono prima verso Cyrno [Corsica] e Massalia [Marsiglia], ma quando vennero scacciati da questi luoghi fondarono Elea.
- Incoronata -
In provincia Matera. L'Area Archeologica dell'Incoronata, detta anche Incoronata - San Teodoro, è un sito archeologico situato in territorio di Pisticci, in località San Teodoro, abitata a lungo dagli Enotri.
È un'area collinare sulla riva destra del Basento interessata da scavi archeologici che hanno portato alla luce i resti di un villaggio enotro risalente al IX sec. ac.
- Locri Epizefiri -
Nei pressi dell'attuale Locri, fondata sul mar Ionio, nel VII secolo a.c., da greci provenienti dalla Locride. I coloni greci, giunti all'inizio del VII secolo a.c., si stabilirono presso lo Zephyrion Acra (Capo Zefirio), oggi Capo Bruzzano, e più tardi si insediarono pochi km a nord della città.
(Strabone, Geografia, VI, 1, 7C259)
Locri Epizefiri fu famosa nell'antichità per il riconoscimento della discendenza matrilineare e per essere stata la prima città nel 660 a.c. a dotarsi di un codice di leggi scritte, attribuito al mitico legislatore Zaleuco per superare le ingiustizie della discrezionalità nelle sentenze dei giudici, spesso fonte di discordie sociali.
- Medma (Rosarno)
Antica colonia greca di Medma, fondata dai locresi alla fine del VI secolo a.c. La città scomparve nel II secolo a.c., sin dalla II guerra Punica, ed il suo posto fu preso da Nicotera, città di probabile fondazione medmea.
METAPONTUM |
- Metapontum - (Metaponto)
fondata da coloni greci dell'Acaia II metà VII sec. ac., come colonia della madre patria, richiesta dai Sibari per proteggersi dall'espansione di Taranto. Divenne molto presto una delle città più importanti della Magna Grecia. A Metaponto visse e operò Pitagora che vi fondò una delle sue scuole.Metaponto stabilì un'alleanza con Crotone e Sibari collaborando alla distruzione di Siris nel VI secolo a.c. Nel 413 a.c. aiutò Atene nella sua spedizione in Sicilia.
Durante la Battaglia di Eraclea del 280 a.c. si alleò contro Roma con Pirro e Taranto, ma la vittoria romana punì severamente Metaponto, alcuni esuli metapontini trovarono rifugio a Pisticci, unica città fedele a Metaponto durante la guerra.
I romani vi edificarono un castrum, con una guarnigione romana, ma nel 207 a.c. la città ospitò Annibale e i romani la punirono nuovamente, distruggendola. Divenne poi città federata intorno al I secolo a.c. Nel 72 - 73 a.c. fu invasa dall'esercito di schiavi di Spartaco che la saccheggiarono.
Qui iniziò la decadenza e il progressivo abbandono della città, lentamente ricoperta dai sedimenti alluvionali dei fiumi.
- Metauros - (Gioia Tauro)
Col passare dei secoli, però, la città diviene una semplice stazione navale identificata col nome del vicino fiume Metauros (Petrace) e così viene ricordata durante il regno di Tiberio (14-37 d.c.).
- Pestum - (Pesto)
Posta sul versante tirrenico, nella regione Campania, nella Piana del Sele, nel golfo di Salerno, fu antica città della Magna Grecia chiamata dai fondatori Poseidonia in onore di Poseidone, ma devotissima ad Atena ed Era. Dopo la sua conquista da parte dei Lucani venne chiamata Paistom, per poi assumere, sotto i romani, il nome di Paestum. L'estensione del suo abitato è giunto fino a noi, racchiuso dalle mura greche, con le sue edificazioni di epoca lucana e poi romana.
Pandosia Bruzia, che Tito Livio afferma si trovasse nei pressi di Cosenza. e ne cita la spontanea sottomissione ai romani insieme a Cosentia nel 204-203 a.c. Confinante con Heraclea, è considerata la più antica città pagana della Siritide. La città fu molto ricca e importante grazie alla fertilità del terreno e alla posizione strategica, infatti, i due grossi fiumi lucani, l'Agri e il Sinni, a quel tempo navigabili e l'antica via Herculea che da Heraclea risaliva per più di 60 km la valle dell'Agri fino alla città romana di Grumentum, agevolarono le comunicazioni e quindi una rapida espansione della città.
La città scomparve senza tracce, alcuni riferimenti la collocano fra i comuni di Castrolibero, Marano Principato e Marano Marchesato, ma recenti scoperte archeologiche la situano presso Acri, Aufugum (Montalto Uffugo), Argentanum (San Marco Argentano), Bergae, Besidiae (Bisignano), Lymphaeum (Luzzi).
La città scomparve senza tracce, alcuni riferimenti la collocano fra i comuni di Castrolibero, Marano Principato e Marano Marchesato, ma recenti scoperte archeologiche la situano presso Acri, Aufugum (Montalto Uffugo), Argentanum (San Marco Argentano), Bergae, Besidiae (Bisignano), Lymphaeum (Luzzi).
Per Pandosia si narra che nel 330 a.c. il re epirota Alessandro il Molosso, venne sconfitto ed ucciso dai Lucani, sulle rive del fiume Acheronte (attuale Agri).
- Da: Tito Livio -
« Trovandosi il re non molto discosto dalla città di Pandosia, vicino ai confini dei Bruzi e dei Lucani, si pose su tre monticelli, per scorrere quindi in qual parte volesse delle terre dei nemici; aveva intorno a se per sua guardia un duecento lucani sbanditi, persone fedelissime, ma di quella sorte di uomini, che hanno la fede insieme con la fortuna mutabile.
Avendo le continue piogge, allagato tutto il piano, diviso l'esercito posto in tre parti, in guisa che l'una all'altra non poteva porgere aiuto, due di quelle bande poste sopra i colli, le quali erano senza la persona del re, furono rotte dalla venuta dei nemici, i quali avendo pattuito di essere restituiti alla patria, promisero di dar loro nelle mani il re vivo o morto.
Ma egli con una compagnia di uomini scelti fece un'ardita impresa che si mise a passare, combattendo, fra mezzo dei nemici; ed ammazzò il capitano dei lucani, che d'appresso lo aveva assaltato; ed avendo raccolto i suoi dalla fuga, giunse al fiume, che la furia delle acque aveva menato via.
- Da: Tito Livio -
« Trovandosi il re non molto discosto dalla città di Pandosia, vicino ai confini dei Bruzi e dei Lucani, si pose su tre monticelli, per scorrere quindi in qual parte volesse delle terre dei nemici; aveva intorno a se per sua guardia un duecento lucani sbanditi, persone fedelissime, ma di quella sorte di uomini, che hanno la fede insieme con la fortuna mutabile.
Avendo le continue piogge, allagato tutto il piano, diviso l'esercito posto in tre parti, in guisa che l'una all'altra non poteva porgere aiuto, due di quelle bande poste sopra i colli, le quali erano senza la persona del re, furono rotte dalla venuta dei nemici, i quali avendo pattuito di essere restituiti alla patria, promisero di dar loro nelle mani il re vivo o morto.
Ma egli con una compagnia di uomini scelti fece un'ardita impresa che si mise a passare, combattendo, fra mezzo dei nemici; ed ammazzò il capitano dei lucani, che d'appresso lo aveva assaltato; ed avendo raccolto i suoi dalla fuga, giunse al fiume, che la furia delle acque aveva menato via.
Il qual fiume, passandolo la gente senza sapere il certo guado, un soldato stanco disse: Dirittamente sei chiamato Acheronte.
TOMBA SIRITIDE |
Allora, Sotimo, un ministro dei paggi del re, l'ammonì che i lucani cercavano d'ingannarlo; i quali poiché il re vide da lungi venire alla sua volta, in uno stuolo trasse fuori la spada ed urtando il cavallo, si mise arditamente per mezzo del fiume per passare; è già era giunto nel guado sicuro, quando uno sbadito lucano lo passò dell'un canto all'altro con un dardo.
Onde essendo caduto, fu poi trasportato il corpo esamine dalle onde, con la medesima asta insino alle poste dei nemici, ove ei fu crudelmente lacerato, perché tagliato pel mezzo, ne andarono una parte a Cosenza, e l'altra serbarono per straziarla; la quale mentre era percossa da sassi e dardi per scherno, una donna mescolandosi con la turba, che fuori di ogni modo della umana rabbia incrudeliva, pregò che alquanto si fermassero, e piangendo disse:
Che aveva il marito ed i figliuoli nelle mani dei nemici e che sperava con quel corpo del re, così straziato come gli era, poterli ricomprare. Questa fu la fine dello strazio; e quel tanto che vi avanzò dei membri fu seppellito in Cosenza, per cura di una sola donna, e le ossa furono rimandate a Metaponto ai nemici. Quindi poi riportate nell'Epiro a Cleopatra sua donna, e ad Olimpiade sua sorella; delle quali l'una fu madre e l'altra sorella di Alessandro Magno »
- Pisticci -
area collinare sulla riva destra del Basento che hanno portato alla luce resti di un villaggio enotrio risalente al IX secolo ac.- Policoro -
In provincia di Matera, assoggetata ai Romani.
I BRONZI DI RIACE DI RHEGIUM |
- Rhegium -
Fu la più antica colonia greca dell'Italia meridionale, fondata sul precedente abitato degli Ausoni, poco dopo la metà dell'VIII secolo a.c. da genti calcidesi e messeniche. Narra il mito che secondo l'oracolo di Delfi: «Laddove l'Apsias, il più sacro dei fiumi, si getta nel mare, laddove, mentre sbarchi, una femmina si unisce ad un maschio, là fonda una città; (il dio) ti concede la terra ausone» (Diod. VIII,23; Strab. VI, 1,6).Reggio raggiunse un notevole sviluppo artistico-culturale grazie alle scuole filosofica pitagorica, di scultura e di poesia con Pitagora e Ibico. Fu alleata di Atene nella guerra del Peloponneso e successivamente fu espugnata dai siracusani di Dionigi I nel 387 a.c. Divenne poi importante alleata e socia navalis di Roma, e quindi sede del Corrector (governatore) della Regio III Lucania et Bruttii, nonchè capolinea della Via Capua-Rhegium che la collegava a Capua in Campania traversando tutto il versante tirrenico meridionale della penisola.
- Ricadi -
Frazione di Torre Santa Maria, in Provincia di Vibo Valentia (Magna Grecia). Fu greca e romana e conserva i resti di un insediamento greco del territorio di Hipponion. Negli anni '70-'80 si sono scavate delle abitazioni di quel periodo e anche una villa romana con deposito di anfore.
- Rosarno -
antica colonia greca, fondata dai locresi alla fine del VI secolo a.c
In provincia di Potenza, area sacra che costituiva il santuario federale dei Lucani nel IV sec, ac., sorto in un'area coperta di fitti boschi e in prossimità di una sorgente, alla congiunzione di diversi tratturi.
Il santuario era dedicato a Mefite, Dea osca alla quale veniva attribuito un potere taumaturgico legato alle acque. Al culto della Dea era affiancato anche quello del Dio Mamerte, testimoniato dalle iscrizioni.
- Scolacium -
- Venne rifondata come onore dall'imperatore Nerva (96-98 d.c.) assumendo il titolo di Colonia Minervia Nervia Augusta Scolacium.
In provincia di Potenza - in mano ai Lucani.
- Sibari -
Affacciata sullo Ionio, fu una delle più importanti città della Magna Grecia sul mar Ionio, affacciata sul golfo di Taranto. fondata alla fine dell'VIII secolo a.c. da un gruppo di Achei provenienti dal Peloponneso. La città governò su quattro tribù e 25 città. Nel 510 a.c., dopo una guerra durata 70 giorni, i Crotoniati che con 100mila uomini riempirono un circuito di 50 stadi (circa 9 km), guidati dal campione olimpico Milone, conquistarono la città, deviarono il fiume e la sommersero.
Siris nacque sulla riva sinistra del fiume Sinni nei pressi della foce, al confine tra il comune di Policoro e quello di Rotondella (Matera), nella Magna Grecia. La prima colonizzazione greca in Basilicata avvenne con la costruzione di Siris, presso il fiume omonimo oggi detto Sinni, fine VIII sec. a.c., ad opera di profughi da Colofone, fuggiti in Occidente per scampare alla dominazione lidia.
MOSAICO TERME DI KAULON |
- Kaulon -
Colonia della Magna Grecia, i cui resti sorgono nei pressi di Punta Stilo, nel comune di Monasterace, in provincia di Reggio Calabria. Secondo una leggenda Caulon, figlio dell'amazzone Clete fondò la città, ma dopo la guerra di Troia, gli Achei guidati da Tifone di Aegium sbarcarono sulle coste della Calabria e, con l'aiuto dei Crotoniati, distrussero il regno di Clete. Solo suo figlio Claulon si sarebbe salvato e avrebbe ricostruito la città.Kaulon venne poi sconfitta dalle forze dei Lucani e di Dionisio I di Siracusa, per cui nel 389 a.c. i suoi abitanti vennero deportati a Siracusa. Ricostruita da Dionisio il Giovane, la città fu in seguito saccheggiata da Annibale durante la II guerra punica, finendo nel dominio di Roma per opera di Quinto Fabio Massimo nel 205 a.c.
Strabone riferisce che già ai suoi tempi la città era stata abbandonata a causa di conflitti con gli abitanti della regione: «Dopo il fiume Sagra c'è Caulonia, fondata dagli Achei e chiamata dapprima Aulonia, per la valle che si trova di fronte ad essa. Ora la città è abbandonata: i suoi abitanti, infatti, furono cacciati dai barbari in Sicilia, dove fondarono un'altra città di Caulonia»
(Strabone, Geografia, V, 1, 10)
- Kroton - (Crotone)
MONTENURRO |
Secondo una leggenda, l'oracolo di Apollo a Delfi ordinò a Miscello di Ripe di fondare una nuova città fra Capo Lacinio e Punta Alice. Myskellos pensò che sarebbe stato meglio fermarsi a Sybaris, già florida e accogliente anziché affrontare i pericoli e le difficoltà nella fondazione di una nuova città, ma il Dio adirato gli ordinò di rispettare il responso dell'oracolo. Nel 560 a.c. Kroton e Locri iniziarono una guerra vinta dai Locresi, sostenuti da Sparta.
Pitagora creò a Kroton presso l'amico Democède una scuola di sapere di scienza, matematica, musica, la scuola pitagorica, che gettò le basi per la nascita della Magna Grecia e lo sviluppo del razionalismo e del metodo scientifico. Pitagora con i suoi discepoli conquistò il potere politico della città: in pochi anni si consolidarono governi pitagorici in molte pòlis della Magna Grecia costituendo una sorta di confederazione fra città-stato con capitale Kroton, come risulta da numerose monete coniate fra il 480 e il 460 a.c.
- Sybaris -
Ovvero Cassano all'Ionio , provincia di Cosenza (Magna Grecia), fondata nel 720 a.c., abitata dai Bruttii, Parco archeologico di Sibari e Thurii.
Ovvero Cassano all'Ionio , provincia di Cosenza (Magna Grecia), fondata nel 720 a.c., abitata dai Bruttii, Parco archeologico di Sibari e Thurii.
- Terina - (Lamezia Terme)
una città della Magna Grecia fondata da coloni di Crotone, nel VI secolo a.c., per estendere il loro dominio sul mar Tirreno e garantirsi il controllo dell'istmo di Marcellinara (la striscia di terra che separa il mar Tirreno dal mar Ionio, ed è la più stretta della penisola italiana.).Fra il V - IV secolo a.c. cadde sotto il dominio dei Siracusani finché, nel III secolo a.c. venne conquistata dai Bruzi. Nel 272 a.c., con la fine della guerra contro Taranto, cadde sotto il dominio di Roma. Venne distrutta da Annibale nel 203 a.c. perché non aveva voluto schierarsi al fianco dei cartaginesi. Venne abbandonata sin dalla II guerra Punica e mai più riedificata.
- Thurii -
Provincia di Cosenza (Magna Grecia). Parco archeologico di Sibari e Thurii.
- Tricarico -
In provincia di Matera. All'interno dell'attuale perimetro della città sono presenti testimonianze archeologiche datate al VI-V secolo a.c. (ritrovamenti nel rione dei Cappuccini, presso il cinquecentesco monastero di Santa Maria delle Grazie). Fu assoggettata dai Romani.
- Tropea -
- (Prov. Vibo Valentia - Magna Grecia)
- Nella piazza antistante la cattedrale sono riemerse delle tombe di V-VI sec.d.c. molte con epigrafi.
- Al di sotto i resti di un muro forse di difesa del V-IV sec.a.c. relativo ad un insediamento del territorio di Hipponion.
BIBLIO
- A. Cristofori - L’elemento militare e la società civile nella regio III Lucania et Bruttii di età imperiale: il caso del pretoriano C. Coelius Anicetus -
- Giovanna De Sensi Sestito - La Calabria in età arcaica e classica: storia, economia, società - Roma - Gangemi Editore - 1984 -
- Alfonso De Franciscis - curatori Umberto Bosco, Giuseppe Isnardi - Calabria - Electa Editrice - Milano - 1962 -
- Alfonso De Franciscis - con Oronzo Parlangeli - Gli Italici del Bruzio nei documenti epigrafici, Napoli - L'Arte Tipografica - 1960 -
In provincia di Matera. All'interno dell'attuale perimetro della città sono presenti testimonianze archeologiche datate al VI-V secolo a.c. (ritrovamenti nel rione dei Cappuccini, presso il cinquecentesco monastero di Santa Maria delle Grazie). Fu assoggettata dai Romani.
- Tropea -
- (Prov. Vibo Valentia - Magna Grecia)
- Nella piazza antistante la cattedrale sono riemerse delle tombe di V-VI sec.d.c. molte con epigrafi.
- Al di sotto i resti di un muro forse di difesa del V-IV sec.a.c. relativo ad un insediamento del territorio di Hipponion.
BIBLIO
- A. Cristofori - L’elemento militare e la società civile nella regio III Lucania et Bruttii di età imperiale: il caso del pretoriano C. Coelius Anicetus -
- Giovanna De Sensi Sestito - La Calabria in età arcaica e classica: storia, economia, società - Roma - Gangemi Editore - 1984 -
- Alfonso De Franciscis - curatori Umberto Bosco, Giuseppe Isnardi - Calabria - Electa Editrice - Milano - 1962 -
- Alfonso De Franciscis - con Oronzo Parlangeli - Gli Italici del Bruzio nei documenti epigrafici, Napoli - L'Arte Tipografica - 1960 -
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Tutto molto interessante
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