RICOSTRUZIONE DELL'ASSEDIO DI CESARE A UXELLODUNUM |
Uxellodunum è il famoso Oppidum (fortezza), dove le truppe galliche, superstiti della battaglia di Alesia, combatterono nel 51 a.c. un'ultima lotta per l'indipendenza della Gallia. Le legioni di Giulio Cesare assediarono il sito per due mesi come riportato nell'ottavo libro delle guerre galliche. I combattimenti principali ebbero luogo intorno alla fontana Loulie, che si trova sul lato ovest dell'oppidum, dove la resa dei Galli pose fine alla conquista della Gallia.
La Puy a Issolud, a cavallo tra i comuni della Vayrac Lot e Saint Denis Martel, è stata ufficializzata 26 aprile 2001 dal Ministero della Cultura, come la posizione dell'oppidum di Uxellodunum. Gli scavi archeologici in tal senso sono stati effettuati in tempi diversi per 150 anni, prima sotto Napoleone III, poi nella prima metà del XX secolo, e, infine, tra il 1993-2006 sotto la guida di Jean-Pierre Girault. Così, tra gli elementi di pregio scoperti, delle gallerie scavate nel travertino dai romani per arrivare a deviare la fonte della fontana di Loulie, una fonte d'acqua che serviva appunto l'oppidum.
GIULIO CESARE |
Ultimo anno del conflitto:
Dovette sconfiggere ancora diverse tribù:
- i Biturigi (presso Avarico Bourges).
- i Carnuti (regione Autricum, Chartres),
- i Bellovaci (regione di Beauvais),
- i Pictoni e assediò Lemonum ( Poitiers).
I capi Galli si denominarono:
- Comnios l'Atrebate (la gente stanziata intorno a Nemetacon, Arras),
- Correos capeggiò i Bellovaci,
- Drappes i Senoni (presso Agendicum, Sens),
- Lutterio i Cadurcani (Divona Cadurcorum, Cahors) ...
- Il territorio del vecchio nemico di Cesare, Eburone Ambiorix (Liegi, Belgio), venne sottoposto ad un trattamento speciale, "Cesare intervenne personalmente e mise a ferro e fuoco il territorio di Ambiorix; perché, non avendo più speranza di ridurre in suo potere questo nemico colpito dal terrore e fuggitivo, si sentiva obbligato a suo onore di non lasciare negli stati di quel principe né gli uomini né case, né bestiame, perchè se per caso poche persone sfuggissero al massacro, così grandi disastri avrebbero provocato tale odio contro Ambiorix, che il ritorno al suo paese diveniva impossibile per lui. (Libro VIII, 24.) "
Testo di Aulus Hirtius, Libro VIII
Sconfitti e cacciati, i capi Drappes e Lutterio si erano rifugiati nel territorio dei Cadurci nell'oppidum di Uxellodunum. Il legato Caio Caninio continuò ad inseguirli fin là.
Però l'oppidum era fortemente fortificato sia per la sua posizione naturale (un fiume circondava quasi interamente la collina su cui era costruito) sia per le sue imponenti fortificazioni costruite dalla tribù Carduci. Inoltre, un lato del forte era protetto da una montagna che impediva qualsiasi avvicinamento da quella direzione. :
« Era difeso su tutti i lati da rocce scoscese, che se non avesse avuto mura sarebbe stato difficile da scalare con un esercito. »
Per queste ragioni, era impossibile assediarla nello stesso modo in cui i romani avevano usato nella battaglia di Alesia un anno prima. Senon Drappes e Cadurque Luctérios, per evitare appunto una nuova Alesia, uscirono a cercare cibo con i loro soldati. Non torneranno.
- i Biturigi (presso Avarico Bourges).
- i Carnuti (regione Autricum, Chartres),
- i Bellovaci (regione di Beauvais),
- i Pictoni e assediò Lemonum ( Poitiers).
I capi Galli si denominarono:
- Comnios l'Atrebate (la gente stanziata intorno a Nemetacon, Arras),
- Correos capeggiò i Bellovaci,
- Drappes i Senoni (presso Agendicum, Sens),
- Lutterio i Cadurcani (Divona Cadurcorum, Cahors) ...
- Il territorio del vecchio nemico di Cesare, Eburone Ambiorix (Liegi, Belgio), venne sottoposto ad un trattamento speciale, "Cesare intervenne personalmente e mise a ferro e fuoco il territorio di Ambiorix; perché, non avendo più speranza di ridurre in suo potere questo nemico colpito dal terrore e fuggitivo, si sentiva obbligato a suo onore di non lasciare negli stati di quel principe né gli uomini né case, né bestiame, perchè se per caso poche persone sfuggissero al massacro, così grandi disastri avrebbero provocato tale odio contro Ambiorix, che il ritorno al suo paese diveniva impossibile per lui. (Libro VIII, 24.) "
L'ottavo libro dei "Commentari sulla guerra gallica" contiene il tragico episodio della presa di Uxellodunum. Non è stato scritto da Giulio Cesare, ma da Aulus Hirtius, luogotenente di quest'ultimo e considerato un testimone dei fatti.
Champollion-Figeac, in particolare, insiste sul fatto che solo un "testimone oculare" può fornire dettagli tanto precisi quanto quelli forniti nel libro VIII, dettagli che richiedono "una conoscenza completa" del terreno. Nella sua "Nuova ricerca sulla città gallica di Uxellodunum", ci dice, pagina 22:
« ... Nello scrivere il breve prologo che ha posto prima dell'ultimo libro dei Commentari, Hirtius ci dichiara che scrivendo sulla guerra dei Galli, sulla guerra d'Egitto e su quella dell'Africa, è di dopo quello che Cesare stesso ha imparato da lui o da ciò che ha visto. Come ha appena detto che non ha visto le guerre dell'Egitto o dell'Africa, può essere solo la guerra gallica di cui parlerà come testimone oculare. La sua precisione per quanto riguarda la topografia di Uxellodunum può essere utilizzata per dimostrarlo ... »
Nel 51 a.c., dopo la capitolazione di Vercingetorige ad Alesia, tutta la Gallia si trovò soggetta a Roma con l'eccezione di una città fortificata situata ai confini del Quercy. Lì, più di trentamila tra i migliori soldati di tutti i tempi, con Caninio e Giulio Cesare in persona, assediano questo luogo difeso da 2000 galli irriducibili arroccati nelle sue mura e privati dei loro capi (altre fonti ne riportano 5000).
LA FONTE |
Però l'oppidum era fortemente fortificato sia per la sua posizione naturale (un fiume circondava quasi interamente la collina su cui era costruito) sia per le sue imponenti fortificazioni costruite dalla tribù Carduci. Inoltre, un lato del forte era protetto da una montagna che impediva qualsiasi avvicinamento da quella direzione. :
« Era difeso su tutti i lati da rocce scoscese, che se non avesse avuto mura sarebbe stato difficile da scalare con un esercito. »
Per queste ragioni, era impossibile assediarla nello stesso modo in cui i romani avevano usato nella battaglia di Alesia un anno prima. Senon Drappes e Cadurque Luctérios, per evitare appunto una nuova Alesia, uscirono a cercare cibo con i loro soldati. Non torneranno.
Perchè Cesare giunto immediatamente ai piedi del Uxellodunum studiò anzitutto di bloccare tutti gli accessi alla fortezza, di modo che nessuno potesse entrare e uscire. Poi, studiata la situazione, fece tagliare la fornitura di acqua per la popolazione ribelle. Come mai i Galli non avevano pensato a una soluzione simile? Strano perchè Alesia prima che per fame venne presa per sete. Scrisse Cesare che guai a quei soldati il cui generale basa le sue battaglie più sulla forza che sull'intelligenza. In effetti Cesare vinse le sue battaglie perchè aveva un'intelligenza superiore ai generali avversari.
"Drappes, che avevamo detto essere stato preso da Caninio, per indignazione o dolore causato dai suoi ferri, o per paura di una tortura più crudele, si lasciò morire per astenersi dal cibo per pochissimi giorni.
Allo stesso tempo, Lucter, che era sfuggito al combattimento, era caduto nelle mani dell'Arverne Epasnact: costretto a cambiare spesso il suo rifugio, doveva anche impegnarsi nella fede di molte persone, non essere in grado di stare a lungo in sicurezza nello stesso posto, e sapendo bene che nemico aveva in Cesare. Epànda, molto devoto ai Romani, si affrettò, senza esitazione, ad arrendersi a Catherone legato a Cesare."
"Tutti desideravano proibire l'accesso agli assediati di questa fonte, ma solo Cesare vide i mezzi: si impegnò ad affrontare la sorgente, spingendo massi lungo il pendio e costruendo un terrazzamento con duro lavoro e continue schermaglie. Gli assediati, infatti, scendendo a un passo di corsa dalla loro posizione che dominava la nostra, combattevano da lontano senza avere nulla da temere e ferirono un gran numero di nostri uomini che persistono nell'avanzare; tuttavia ciò non impedì ai nostri soldati di avanzare nei massi e, a forza di fatica e di lavoro, di superare le difficoltà del campo.
Allo stesso tempo, scavano segretamente condotte sotterranee in direzione dei corsi d'acqua e della fonte in cui vengono incuneate; questo tipo di lavoro poteva essere fatto senza alcun pericolo e senza il sospetto del nemico. È stato costruito un terrapieno di sessanta metri di altezza, è stata installata una torre di dieci piani, che probabilmente non ha raggiunto l'altezza delle mura (non occorreva raggiungere questo risultato), ma almeno, dominava il luogo in cui era nata la sorgente.
Da questa torre, l'artiglieria lanciava proiettili e gli assediati non potevano venire a prendere l'acqua senza rischiare la propria vita in modo che non solo i bovini e animali, ma ancora la numerosa popolazione della città soffriva di sete."
RICOSTRUZIONE DELL'ASSEDIO DA UNA STAMPA DEL 1575 |
La città si arrese dopo solo un paio di scaramucce, ma la sua punizione fu terribile. L'assedio di Uxellodunum, se finalmente mette fine alla conquista della Gallia, non è molto glorioso per gli invasori.
In effetti, era necessario il più grande capo militare di tutti i tempi alla testa di trentamila guerrieri di uno degli eserciti più potenti mai conosciuti, per sconfiggere duemila sfortunati Galli e la loro fortezza?
" Su Caesare è stata fondata la reputazione di clemenza, e non temeva di essere giudicato più crudele di quanto richiedessero le circostanze. Considerando inoltre che avrebbe potuto non giungere mai alla realizzazione dei suoi progetti, ruppe parecchie rivolte nello stesso modo e in luoghi diversi questa fama di clemenza, ritenendo le sue azioni idonee a intimidire altre nazioni con l'esempio di grandi supplizi: il tagliare le mani a coloro che avevano portato le armi, e lasciarli in vita, divennero la testimonianza evidente delle punizioni riservate ai malvagi. "
Così finì la resistenza dei Galli per l'invasione romana. Su Uxellodunum molto è stato scritto. Molti storici concordano nell'individuare il Puy di Issolud un imponente sperone roccioso non lontano dalla città di Vayrac (Lot). Ma altre città reclamano il privilegio di aver fornito il quadro per l'ultima battaglia delle guerre galliche: Capdenac, Luzech, Cantayrac.
Nel 1860, Napoleone III si identifica con Cesare. Stranamente anche Napoleone I si identificò con Cesare prendendone le vesti e i simboli e facendosi ritrarre con quelli.
Dopo aver riconosciuto il sito di Luzech come l'Uxellodunum autentico, l'imperatore riconsidera la sua decisione e rende ufficiale Puy d'Issolud. In effetti, per Napoleone III, è meglio non prendere in considerazione i risultati del "documento Morin" (ricerca archeologica su Uxellodunum che egli stesso aveva ordinato e che designava Capdenac), e far credere alla gente che il Grande Cesare avesse vinto una fortezza di 80 ettari, piuttosto che un piccolo oppidum come Capdenac.
PRESUNTO RITROVAMENTO DI UXELLODUNUM - DUE MANI MOZZATE |
Nel 1860, Napoleone III si identifica con Cesare. Stranamente anche Napoleone I si identificò con Cesare prendendone le vesti e i simboli e facendosi ritrarre con quelli.
Dopo aver riconosciuto il sito di Luzech come l'Uxellodunum autentico, l'imperatore riconsidera la sua decisione e rende ufficiale Puy d'Issolud. In effetti, per Napoleone III, è meglio non prendere in considerazione i risultati del "documento Morin" (ricerca archeologica su Uxellodunum che egli stesso aveva ordinato e che designava Capdenac), e far credere alla gente che il Grande Cesare avesse vinto una fortezza di 80 ettari, piuttosto che un piccolo oppidum come Capdenac.
IL SITO
"Uxellodunum è una città quasi circondata da un'unica valle in cui un unico fiume scorre alla base della montagna che sostiene l'oppidum ripido su tutti i lati. Questo fiume è indistruttibile. Cesare ha stazionato arcieri, bastoni e macchine da guerra sull'altra riva, per impedire ai Galli di venire ad attingere acqua dai ripidi pendii. Un'abbondante fontana sorge ai piedi del muro della città sul lato che lascia libero su una larghezza di 100 m, il circuito del fiume. Cesare aveva un terrapieno di 18 m su cui era stata edificata una torre di 10 piani (26 m) di fronte alla fontana.
I Galli rotolarono barili di sego e accesero il fuoco verso i Romani e allo stesso tempo ingaggiarono un feroce combattimento. I Galli scesero lungo il pendio e combatterono da lontano, senza rischi. All'insaputa dei Galli, Cesare fece scavare gallerie nelle vene che rifornivano la fontana, per asciugarla. Credendo di essere abbandonati dai loro dei, i Galli si arresero dopo l'improvviso prosciugarsi della loro fonte".
Conquistato l'oppidum i Romani crearono una nuova fontana a circa trenta metri dalla fontana gallica.
Per approvvigionarla d'acqua, incanaleranno l'acqua delle vene tagliate in un acquedotto. Questa nuova fontana si chiamerà Fontana di Cesare.
DALLA PARTE DI CESARE
LA FONTANA ROMANA DI CESARE |
Nell'assedio i combattenti galli posero fuori delle porte le loro donne e i loro bambini, senza cibo nè acqua, sperando che Cesare (appunto di solito misericordioso) avrebbe dato loro almeno da bere evitandogli una fine orribile.
Morire di sete è effettivamente una fine molto più crudele che non il morire di fame.
Cesare non dette loro da bere, aveva nemici da ambe le parti dei due sbarramenti da lui stesso creati e non poteva uscire dall'accampamento, nè poteva privarsi delle provvigioni per le sue legioni.
Così lasciò morire di sete i figli e le mogli dei galli, ma questi non erano i loro figli o le loro mogli.
E la cosa più turpe fu, che dopo aver assistito alla fine dei loro cari (cari si fa per dire), i Galli di Vercingetorige si arresero con la speranza di aver salva la pelle.
Se si fossero arresi un po' prima avrebbero risparmiato figli e mogli, ma per loro questi non significavano nulla. Di fronte a ciò non si parli della crudeltà di Cesare.
BIBLIO
- A. Frediani - Le grandi battaglie di Roma antica - Roma - 2009 -
- Renato Agazzi - Giulio Cesare stratega in Gallia - Pavia - Iuculano - 2006 -
- Antonio La Penna - Gaio Giulio Cesare, Cesare in Gallia: diari di guerra, civiltà dei Galli, a cura di, Loescher, Torino 1969 -
- Theodore Ayrault Dodge - Caesar - New York - 1989-1997 -
- M. Jehne - Giulio Cesare - traduzione di Alessandro Cristofori - il Mulino - 1999 - ed. italiana a cura di A. Guida E. Horst - Rcs Libri - 2000 -
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