LIMES ARABICUS

RESAFA
Il Limes Arabicus, uno dei Limes romani, era una frontiera dell'impero romano posta nel deserto, ovvero un deserto di frontiera dell'Impero romano, nella provincia di Arabia Petraea, lungo circa 1500 km, che andava dalla Siria settentrionale alla Palestina meridionale, fino a raggiungere la penisola araba settentrionale, che a nord confinava col deserto siriano.

L'Arabia Petraea, detta anche Arabia deserta, oppure Arabia Felix, abitata da tribù nomadi e razziatrici, sempre in guerra tra loro e con gli stranieri, che rubavano e uccidevano tutto e tutti. Pertanto i Limes difensivi, con castelli, mura e torri, servivano a proteggere la provincia d'Arabia dalle pericolose tribù barbare del deserto.

L'Arabia Petraea fu creata nel 106 da Traiano e affidata ad un legatus Augusti pro praetore di rango pretorio. Diocleziano, ampliò ulteriormente questa provincia, con l'inclusione dell'odierna Israele.Per tutta la lunghezza del Limes vennero dislocate numerose fortezze e torri d'avvistamento. Si pensa che i romani avessero profittato della morte del re nabateo, per assumere il controllo del territorio, comunque estesero il regno nabateo e lo chiamarono Provincia Arabia, governata da un legato senatoriale nominato dall'imperatore, e la sua capitale era Bostra (o Bosra) nel sud della Siria.



I NABATEI


LIMES ARABICUS (INGRANDIBILE)
I Nabatei furono un popolo di commercianti dell'Arabia antica, insediati nelle oasi di Nabatene del Nord Ovest, un'area di confine fra la Siria e l'Arabia, dall'Eufrate al mar Rosso.

La rete mercantile da essi instaurata e controllata poneva in comunicazione il sud e il nord della Penisola araba consentendo il commercio con l'area mediterranea di prodotti provenienti dalla lontana India, come incenso, spezie e seta.

Essi possedettero una certa cultura, con la saggezza di curare il possedimento delle acque attraverso ampie cisterne e perfino dighe, un patrimonio che andò distrutto con l'avvento delle incursioni islamiche.



I ROMANI

Le prime invasioni dei romani avvennero sotto Augusto ed ebbero un discreto successo che si trasformò in un insuccesso a causa delle epidemie, per cui l'esercito si ritirò da quasi tutti i territori.

La conquista della Nabatea avvenne invece ad opera di Traiano,senza alcun pretesto per l'annessione (Rabbel II aveva un erede di nome Obodas) ma la resistenza all'invasione fu piuttosto blanda, infatti di lì a poco i Nabatei servirono come truppe ausiliarie nell'esercito. E infatti Traiano non assunse il titolo onorifico di "Arabico", come avveniva nelle vere battaglie. Non fu pubblicizzata ma lo fu la Via Traiana Nova, strada che si snodava da Bostra ad Aqaba, toccando però anche altri centri, come Petra. Sebbene l'imperatore elevò Bostra al rango di capitale, diede a Petra lo status di metropoli.

Per agevolare il limes Arabicus l'imperatore Traiano fece infatti compiere un'impresa epica che resterà nella storia: la Via Nova Traiana, che correva da Bostra ad Aila costeggiando il mar Rosso, di ben 267 miglia, cioè 430 km. Edificare in pieno deserto era difficilissimo, per i venti sabbiosi che coprivano tutto, per la scarsità di materiali che offriva il luogo e per le continue scorribande delle tribù. E' difficilissimo ancora oggi coi mezzi moderni e infatti pochissimo in merito è stato fatto da allora.

La Via Nova Traiana fu costruita dal 111 al 114, per provvedere ai trasporti e ai movimenti di truppe nonchè per spostare rapidamente gli ufficiali. Serviva inoltre per proteggere le carovane che commerciavano le merci col resto della penisola araba, o per portare ai porti le merci. Venne completata sotto Adriano.

Per bloccare i gruppi barbari solitamente i romani ricorrevano alle truppe ausiliarie che costavano molto meno. Solo raramente ricorrevano ai legionari romani, molto più preparati ed efficienti, ma anche più pagati.

PETRA CAPITALE NABATEA
 Le basi militari si dividevano in:
- Castra, cioè le fortezze legionarie. Al termine del regno di Traiano (98-117), c'erano trenta legioni in ventotto basi, tutte sulle linee di confine, a una certa distanza ognuna dall'altra.
- Castella: cioè le fortezze delle truppe ausiliarie, costituite in genere da fanteria, talvolta da cavalleria, e talvolta con un misto di entrambe. Di solito stavano a venti km l'una dall'altra. Lungo la strada c'era una torre di avvistamento tra due castella, per tutto il percorso.

In Arabia vi erano castra Castra ogni 100 km (62 miglia) con compiti di prevenzione e di controllo. Verso l'inizio del VI sec. le truppe legionarie vennero tolte dal Limes Arabicus  e rimpiazzate con i nativi Arabi foederati, i Ghassanidi, che erano arabi delle tribù AZD, emigrati agli inizi del III sec. dalla penisola arabica meridionale alla regione orientale.

Essi divennero uno stato cliente dell'Impero Romano d'Oriente (Bizantino) e combatterono al suo fianco contro i persiani Sassanidi e i Lakhmidi arabi. Le terre del Ghassanidi fecero da cuscinetto tra le terre annesse dai Romani e le incursioni delle tribù beduine. Dopo la conquista araba il Limes Arabicus sparì.

Non avvennero grandi battaglie nel Limes Arabicus, si trattava più che altro di scaramucce. Le grandi campagne militari avvennero a nord in Siria e Anatolia. Le fortezze sulle Limes erano per lo più utilizzate per controllare i banditi e mantenere la legge e l'ordine tra la gente del posto.


QASR AL - AZRAQ

Qasr al-Azraq (la Fortezza Blu) era una grande fortezza collocata nella zona dell'attuale Giordania orientale. Situata alla periferia dell'odierna Azraq, a 100 km (62 ml) ad est di Amman, era stata edificata in basalto nero locale con struttura quadrata dal perimetro di 80 metri intorno a un cortile centrale.

Ad ogni angolo aveva una torre oblunga. L'ingresso principale aveva come porta un'unica lastra massiccia di granito incorniciata di ferro, che portava ad un vestibolo dove si possono ancora vedere, scavata nella pavimentazione, i resti di un gioco da tavolo romano.

L'importanza strategica del castello è che si trovava nell'unica fonte perenne di acqua fresca in circa 12.000 Kmq (4.600 sq mi) di deserto. La zona fu abitata dal popolo dei Nabatei, e nel 200 cadde sotto il controllo dei romani che vi costruirono una struttura in pietra che divenne la base per le costruzioni successive, utilizzata poi dagli imperi bizantino e arabo.

L'impero romano, a causa delle invasioni dei Balcani e dell'Anatolia, svuotò le truppe per aiutare i settori più minacciati. Pertanto pagarono i foederati arabi e cristiani come i Ghassanidi per pattugliare le frontiere meridionali. Con le invasioni di arabi musulmani nel 630 i romani abbandonarono tutte le loro fortificazioni di confine, per ritirarsi definitamente a nord verso la Siria.

Con la sua oasi Azraq fu il crocevia delle rotte commerciali e delle migrazioni degli uccelli.
«Per oltre cinque secoli il limes arabicus protesse la frontiera sud-orientale dell'impero romano»

FORTE MOBINE

TRAIANO

L'imperatore Traiano costruì un'importante strada, la Via Traiana Nova, da Bostra ad Aila sul Mar Rosso, per una lunghezza di 430 chilometri. Costruita tra il 111 ed il 114, il suo principale scopo era quello di fornire un mezzo efficiente per il trasporto di truppe ed ufficiali governativi. Fu completata da Adriano.

Durante la dinastia dei Severi (193-235), i Romani rafforzarono le difese sulla frontiera araba. Furono costruite numerose fortezze al confine nord-occidentale del Wadi Sirhan, e riparate e migliorate le strade. Una di queste fu l'importante Qasr Azraq.



HUMEIMA

Anticamente Hawara, era una città nabatea situata in Giordania, circa a metà strada tra Aqaba e Ma'an, sulla Via Traiana Nova, lungo la rotta commerciale a sud di Petra. Prosperò sotto Nabatei, i Romani, i Bizantini ma andò in declino verso il IV secolo per le lotte tra gli Arabi meridionali e quelli settentrionali. 

«Una grande fortezza è Humeima (l'antica Auara), costruita alla fine del II secolo e quindi una delle più antiche fortezze romane conosciute sulla frontiera araba. Si trovava sulla Via Nova tra Petra (44 km a nord) ed Aila (55 km a sud) nell'Hisma, il deserto della Giordania meridionale. La fortezza fu eretta sul lato nord di una grande comunità Nabatea, Romana e Bizantina. Fu probabilmente abbandonata nel IV secolo. Copre circa 3 ettari ed ha una forma rettangolare. Ha quattro porte, una al centro di ogni lato. Aveva torri agli angoli e lungo i lati. Poteva ospitare un'unità ausiliaria standard di 500 uomini»



DIOCLEZIANO

 All'inizio del IV secolo Diocleziano divise la provincia di Arabia trasferendo la regione meridionale alla provincia della Palestina. In seguito, la zona si staccò dalla Palestina e divenne la provincia di Palaestina Tertia. Ogni provincia era amministrata da un praeses con autorità civile ed un dux con autorità militare.

Diocleziano avviò un'espansione militare nella regione, costruendo numerose fortezze (castella) e torri d'avvistamento lungo la linea desertica, ad est della Via Nova fondando il "limes arabicus", che si estendeva da sud di Damasco a Wadi al-Hasa.

La regione che andava da Wadi Mujib a Wadi al-Hasa conteneva quattro castella ed un campo legionario. La zona di frontiera a sud di Wadi al-Hasa era chiamata "limes palaestina", e si estendeva fino al Mar Rosso. In questa regione sono stati identificati dieci castella ed un campo legionario.

Vi era un castrum romano ogni cento Km,  a sud c'era la fortezza legionaria di Udruh, situata poco ad est di Petra che ospitava la Legio VI Ferrata. Potrebbe essere esistito anche un campo legionario ad Aila (attuale Aqaba), scavata da Parker dal 1994. La città si trovava al confine settentrionale del Golfo d'Arabia, dove fungeva da centro di commercio sul mare.

Numerose rotte di terra si intersecavano qui. La Legio_X_Fretensis, già stanziata a Gerusalemme, fu trasferita qui al termine della Via Nova. In questo posto sono stati identificati un muro ed una torre, ma non è chiaro se facessero parte delle mura della città di Aila o della fortezza. Si pensa che la fortezza sia stata costruita a cavallo tra IV e V secolo. Negli scavi recenti, oltre al castrum, sono emerse alcune abitazioni e i resti delle terme romane.



L'ABBANDONO

Le truppe furono progressivamente ritirate dal limes arabicus nella prima metà del VI secolo, e sostituite dai foederati nativi arabi, e soprattutto dai Ghassanidi. L'obiettivo principale del limes arabicus è ancora in discussione; potrebbe essere stato usato sia per difendersi dai raid Saraceni che per proteggere le rotte commerciali dai predoni del deserto. Dopo la conquista araba, il limes arabicus fu lasciato in abbandono. Solo alcune fortificazioni furono riutilizzate nei secoli successivi.


BIBLIO

- Sergio Rinaldi Tufi - Archeologia delle province romane - Roma - 2007 -
- David Kennedy - L'Oriente - in Il mondo di Roma imperiale: la formazione - Bari - 1989 -- S. Parker - The Roman Frontier in Central Jordan Interim Report on the Limes Arabicus Project - 1980-1985 - BAR International Series - Oxford - 1987 -
- D. Graf -  The Via Militaris and the Limes Arabicus in "Roman Frontier Studies 1995" - XVIth International Congress of Roman Frontier Studies - ed. W. Groenman-van Waateringe, B. L. van Beek, W. J. H. Willems, e S. L. Wynia - Oxbow Monograph 91 - Oxford: Oxbow Books -

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