PROBABILE STATUA DI VESTALE |
"Lattanzio (Institutiones, I, 20, 36) ce ne dà una notizia breve e quasi certamente errata. Servio (Ad Aen., VIII, 190) precisa che aveva un sacello in cui le si faceva sacrificio con fuoco perenne, come a Vesta (secondo una versione) o per mezzo delle vergini sacerdotesse di Vesta (secondo un'altra versione)".
Tra i moderni prevale l'opinione che Caca fosse un'antichissima divinità del fuoco, più tardi oscurata e sostituita da Vesta; e che facesse coppia con Caco, da interpretare anch'egli come divinità del fuoco.
"Anche i dati di Servio sulla Dea sono pochi e insicuri, e piuttosto illatori. Più numerosi i dati intorno a Caco; ma di incerta interpretazione. C'è un racconto di Diodoro (IV, 21, 2) e un altro nell'annalista Gneo Gellio (fr. 7 Peter), oscurissimi e perciò spiegati in maniere diverse. I due racconti hanno in comune di presentare Caco come personaggio storico, e di metterlo con Ercole in relazioni umane."
Indra, il cui nome Indra vuol dire "Signore": è la divinità vedica che detiene il potere temporale ed è una divinità guerriera. Indra è amante delle donne, è nobilmente iracondo ed è solito ubriacarsi prima delle battaglie. Dopo le sue bevute spesso diventa violento e distrugge qualsiasi cosa; nonostante ciò è considerato una divinità saggia e detentrice di connotati positivi: valore, forza e coraggio.
Quando Eracle giunse sulle rive dell'Albula, in seguito chiamato Tevere, fu accolto da re Evandro, un esule dall'Arcadia, che regnava a Palanteo, la futura Roma (allora semplice villaggio di pastori sul Palatino). Alla sera attraversò il fiume a nuoto, spingendosi dinanzi a sé la mandria, e si sdraiò sulla riva erbosa per riposare.
"Anche i dati di Servio sulla Dea sono pochi e insicuri, e piuttosto illatori. Più numerosi i dati intorno a Caco; ma di incerta interpretazione. C'è un racconto di Diodoro (IV, 21, 2) e un altro nell'annalista Gneo Gellio (fr. 7 Peter), oscurissimi e perciò spiegati in maniere diverse. I due racconti hanno in comune di presentare Caco come personaggio storico, e di metterlo con Ercole in relazioni umane."
Virgilio (Eneide, VIII, 190 seg.), Ovidio (Fasti, I, 543 segg.) e Properzio (V, 9 segg.) invece presentano Caco, un figlio mostruoso di Vulcano e di Medusa, abitante in una grotta dell'Aventino donde muove a far strage con le fiamme che vomita dalla bocca o da tre bocche. Caco era in effetti un'antica divinità del fuoco originaria del Lazio, che, visti i molti vulcani della zona, emetteva fuoco dalle fauci.
Il suo aspetto era scimmiesco, dato che il suo corpo era coperto di un manto peloso e, secondo la descrizione tramandataci da Properzio, il demone possedeva tre teste, il che ci rimanda alla Dea Madre triforme, ad Ecate col suo Cerbero. Insomma Caco è figlio del lato mortifero della Dea del Fuoco.
"Costui avrebbe rapito a Ercole i bovi di Gerione, e, dopo lotta furibonda, ne sarebbe stato ucciso; onde l'origine del culto erculeo sull'Ara maxima nel Foro Boario.
Il suo aspetto era scimmiesco, dato che il suo corpo era coperto di un manto peloso e, secondo la descrizione tramandataci da Properzio, il demone possedeva tre teste, il che ci rimanda alla Dea Madre triforme, ad Ecate col suo Cerbero. Insomma Caco è figlio del lato mortifero della Dea del Fuoco.
"Costui avrebbe rapito a Ercole i bovi di Gerione, e, dopo lotta furibonda, ne sarebbe stato ucciso; onde l'origine del culto erculeo sull'Ara maxima nel Foro Boario.
Da ultimo, gli storici Livio (I, 7, 3 segg.) e Dionisio (I, 39) raccontano anch'essi il furto e la morte, ma fanno di Caco un ladrone o, ancor meglio, un selvaggio primitivo, una specie di Polifemo, pastore e predatore a un tempo. Altri, valendosi un po' superficialmente dell'etimologia (Cacus da κακός "cattivo"), ne fanno uno schiavo di Evandro (cioè "l'uomo buono")."
"Servio (Ad Aen., VIII, 203) ha proposto una congettura, piuttosto accreditata, secondo cui la lotta si rifarebbe a un mito antichissimo, affine al mito indiano di Vrtra e d'Indra, e si sarebbe svolta fra Caco e Recarano; solo più tardi Ercole avrebbe preso il posto di quest'ultimo, e il significato naturalistico del duello tra luce e tenebre sarebbe stato dimenticato."
INDRA E VRTRA
Vrtra è il serpente che esiste prima del tempo, e avvolgeva in una unica massa indistinta il cielo e la terra; la luce, il sole e l'aurora non esistevano: solo tenebre e caos. Le acque, elemento primigenio, non scorrevano ma rimanevano imprigionate nella massa indistinta di spazio e cielo rappresentata dalle montagne che si muovevano per ogni dove. A guardia del caos e dell'indistinto si poneva il serpente Vṛtra, adagiato sulle montagne che imprigionavano le acque.
Giunse quindi il signore della guerra Indra che con il fulmine (vajra) colpì a morte Vṛtra, liberando le acque e dando via alla Creazione. Le due divinità simboleggiano la lotta tra bene e male, dove il bene è il frazionamento e l'ordine e il male è l'unione caotica e indistinta.
In realtà il caos è l'energia primitiva che viene giudicata caos in quanto incomprensibile, e Vrtra in qualità di serpente rappresentava la Grande Madre Terra il cui culto venne scalzato dalle invasioni indoeuropee.
CACO
Giunse quindi il signore della guerra Indra che con il fulmine (vajra) colpì a morte Vṛtra, liberando le acque e dando via alla Creazione. Le due divinità simboleggiano la lotta tra bene e male, dove il bene è il frazionamento e l'ordine e il male è l'unione caotica e indistinta.
In realtà il caos è l'energia primitiva che viene giudicata caos in quanto incomprensibile, e Vrtra in qualità di serpente rappresentava la Grande Madre Terra il cui culto venne scalzato dalle invasioni indoeuropee.
ERCOLE E CACO |
CACO
Enorme e orribile pastore con tre teste, figlio di Efesto Vulcano e di Medusa. Era il terrore della foresta dell'Aventino e sputava fiamme da ciascuna delle sue tre bocche. Crani e membra umane erano inchiodati alle travi di sostegno della grotta, e il suolo biancheggiava delle ossa delle sue vittime.
Mentre Eracle dormiva, Caco rubò due dei più bei tori della mandria e quattro manzi, che trascinò nella sua grotta tirandoli per la coda, costringendoli così a camminare all'indietro per non lasciare tracce.
Alle prime luci dell'alba, Eracle si destò e subito s'accorse che alcuni capi di bestiame erano spariti. Dopo averli cercati invano, fu costretto a riprendere il cammino col resto della mandria, ma ecco che uno dei manzi rubati muggì lamentosamente.
Eracle, seguendo quel muggito, giunse alla grotta di Caco, ma la trovò sbarrata da un masso che dieci coppie di buoi avrebbero a mala pena smosso. Eracle lo spostò come se si trattasse di un ciottolo e, senza arretrare dinanzi al fumo e alle fiamme che Caco stava ora vomitando, lo agguantò e gli maciullò il viso.
Con l'aiuto di re Evandro, Eracle poi innalzò un altare a Giove Inventore, cui sacrificò uno dei tori ricuperati, e in seguito organizzò anche il proprio culto. Il re Evandro lo ringraziò per aver liberato il paese da un devastare come Caco e gli promise che il Cielo l'avrebbe ricompensato accordandogli onori divini.
I Romani tuttavia raccontano questa storia in modo da rivendicarne la gloria: secondo loro non fu Eracle che uccise Caco e offrì sacrifici a Zeus, ma un mandriano gigantesco chiamato Garano o Recarano, alleato di Eracle.
Fin qui il mito, ma Caco è rozzo e primitivo come la natura col suo aspetto selvaggio, egli è lo stravolgimento al femminile della Potnia Theron, la Signora delle Belve, l'antica Dea della Natura Naturata, cioè visibile. In alcune zone miti la natura primitiva proseguì eccezionalmente il suo culto, come il culto della Fortuna Primigenia a Palestrina, o nella polimammelluta Diana di Efeso.
RECARANO
Chiamato anche Carano o Garano, è un gigantesco mandriano alleato di Eracle.
Recarano, disperando di trovare i buoi, abbandonò le ricerche, ma Evandro che conosceva bene la natura ladresca del suo schiavo, lo obbligò a restituire gli animali rubati. Recarano, contento, ringraziò il re Evandro e innalzò ai piedi dell'Aventino un altare a Zeus, cui sacrificò uno dei tori ricuperati: sarebbe l'Ara Maxima, generalmente attribuita a Eracle.
CACA
In questo mito, anzi in questo coacervo di miti c'è molta confusione. Caco è figlio della Dea Serpente (Medusa) e del Dio del fuoco Efesto, cioè Vulcano. Ma in realtà Caco è il nome Caca trasformato, in quanto la divinità femminile venne trasformata in maschile e demonizzata. Tutte le Dee Serpente sono Dee della Terra, cioè della Natura.
Dunque Caca fu una Dea Natura creativa e distruttiva, perchè il fuoco è creatore e distruttore. Lei è il tutto cosmico, eterno e immortale ma il suo figlio-paredro Caco, che è il tempo, ne fissa le leggi attraverso il deperimento e la morte.
Il fuoco che non si deve estinguere è il fuoco della creazione, fuoco generatore e rigeneratore, ma la creazione si mantiene rinnovandosi attraverso i cicli di vita e morte, per cui il fuoco della creazione è vita e morte insieme. Caco è la morte, è colui che sottrae la vita e quindi deve essere abbattuto. Ma senza la morte non si ricrea la vita.
Pertanto Caca è la Dea del fuoco primordiale che tutto crea ma tutto distrugge e in definitiva è la Trasformatrice, da vita a morte e da morte a vita. Pertanto Caca è la Dea del passaggio.
FESTA DI CACA
Come a tutte le Antichissime Grandi Madri si offrivano nei festeggiamenti le primizie vegetali e il vino, in seguito anche gli animali. Si organizzavano processioni in suo onore, dove si portava in giro la statua ornata di ghirlande fiorite e appassite, a simboleggiare l'alternanza delle stagioni e quindi dei cicli vita-morte.
Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE
BIBLIO
- Quinto Fabio Pittore - Annales -
- R. Del Ponte - La religione dei romani - Rusconi - Milano - 1992 -
- D. Feeney - Letteratura e religione nell'antica Roma - Salerno - Roma - 1998 -
- Carlo Prandi - Mito in Dizionario delle religioni - a cura di Giovanni Filoramo - Torino - Einaudi - 1993 -
FESTA DI CACA
Come a tutte le Antichissime Grandi Madri si offrivano nei festeggiamenti le primizie vegetali e il vino, in seguito anche gli animali. Si organizzavano processioni in suo onore, dove si portava in giro la statua ornata di ghirlande fiorite e appassite, a simboleggiare l'alternanza delle stagioni e quindi dei cicli vita-morte.
Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE
BIBLIO
- Quinto Fabio Pittore - Annales -
- R. Del Ponte - La religione dei romani - Rusconi - Milano - 1992 -
- D. Feeney - Letteratura e religione nell'antica Roma - Salerno - Roma - 1998 -
- Carlo Prandi - Mito in Dizionario delle religioni - a cura di Giovanni Filoramo - Torino - Einaudi - 1993 -
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