PORTA CATULARIA (Porte Serviane)

CORDONATA ARA COELI ALLA CUI BASE SORGEVA LA PORTA CATULARIA
Sono scarsissime le notizie sulla Porta Catularia, Porta oggi scomparsa, appartenente alle Mura Serviane, ovvero a un più tardo rifacimento delle Mura Serviane, sulla quale Porta ci sono solo pochi riferimenti letterari (Tacito - Historiae 3,71; Ovidio - Fasti - IV, 905-942).

Secondo alcuni autori la Porta Catularia era la Porta attraverso cui entravano nell'Urbe i trionfatori con il loro seguito di legionari, prigionieri e bottino della vittoria.


LUTAZIO CATULO

Edile nell'87 a.c. e console nel 78 a.c. diviene leader degli Optimates, si oppone alla Lex Gabinia e alla Lex Manilia, ma non riesce ad impedire il conferimento degli imperia extra ordinem a Pompeo.

Nel 63 a.c., pur essendo princeps senatus, viene sconfitto da Gaio Giulio Cesare alle elezioni per la carica di pontefice massimo, e tenta inutilmente di incriminare Cesare per la congiura di Catilina, perdendo gran parte della sua autorità.

Nell'87 Catulo avrebbe dunque fatto costruire una seconda cinta di mura in cappellaccio (tufo affiorante della roccia con notevoli infiltrazioni) relativa probabilmente alla sistemazione del colle capitolino. 

Pertanto la porta non sarebbe compresa nella originale cinta delle mura serviane (che in quel punto non scendevano così in basso), ma venne fatta edificare appunto da Lutazio Catulo.

Si suppone che la porta fosse posta alla base della cordonata michelangiolesca che sale alla piazza del Campidoglio, per il rifacimento successivo alla cinta serviana.



IL CAMPOMARZIO

Secondo altri autori il quartiere del Campomarzio aveva ormai assunto notevoli dimensioni, oltre ad aver accresciuto la sua importanza dal punto di vista politico e militare. Pertanto si dovette aprire un accesso più agevole dal Campomarzio al Campidoglio, e viene aperta allo scopo la Porta Catularia. Secondo alcuno è un clivius, cioè una salita, secondo altri una scalinata, che però avrebbe precluso il passaggio ai carri, quindi meno credibile.

INTERNI DELLA RUPE TARPEIA O TARPEA

LE MURA SERVIANE

Secondo altre fonti invece l'apertura della porta è molto più antica e risalirebbe al 378 a.c. cioè al tempo della costruzione delle mura Serviane, quando il muro difensivo del colle Campidoglio avrebbe perduto la sua funzione difensiva e vennero pertanto aperte delle porte.

- una sul lato verso il Foro Romano (porta Saturnia, presso il tempio di Saturno, o porta Capitolini (mons), o porta Tarpeia, o ancora porta Pandana, ovvero "sempre aperta" per i Sabini in seguito all'accordo tra Romolo e Tito Tazio), permetteva l'accesso dal clivus Capitolinus, la via seguita dai cortei dei trionfatori.
Le fonti letterarie riferiscono per due notevoli porte di accesso al Campidoglio, la « fortificazione più inespugnabile » di Roma:
- la porta Pandana, così chiamata dal vicino fanum Carmentae, situata sulle pendici meridionali del colle all’uscita del vicus Iugarius e rivolta dunque verso l’area sacra di S. Omobono,
- il portus Tiberinus
- ed il Tevere.
Si tratta, come è evidente, di ingressi/passaggi fondamentali nella topografia generale dell’Urbs, aperti in sostanza verso le due zone forse più importanti della città arcaica e repubblicana,, e che con l’ausilio di uomini di guardia avrebbero dovuto svolgere e garantire, secondo le normali prassi difensive, un’attenta funzione di controllo e di selezione in entrata ed in uscita.
- Una seconda porta (porta Catularia) si apriva sul lato opposto per un asse viario in salita (clivus) proveniente dal Campo Marzio.
"Un'ultima porta, la Catularia, si apriva probabilmente alla base della cordonata del Campidoglio, mentre pochi metri più avanti c'è un ultimo spezzone di mura, ai piedi della scalinata dell'Aracoeli, nell'area archeologica dove è stata individuata un'”insula”. Da qui è presumibile che il muro serviano si ricollegasse con quello più antico dell'Arx."

- Una terza porta (porta Carmentalis verso sud-ovest) permetteva l'ingresso della scalinata dei Centum gradus, il cui nome evoca i cento gradini che scendevano dal Fornix Calpurnius sul lato della Rupe Tarpea, verso il teatro di Marcello.



INSULA DELL'ARA COELI

IL NOME DELLA PORTA
 
L'origine del nome dovrebbe risalire al nome dello stesso Lutazio Catulo, ma Festo la farebbe invece risalire al sacrificio di un cane che veniva annualmente celebrato nelle vicinanze.

Anche Ovidio descrive il sacrificio di un cane, celebrato al V miglio della via Claudia durante la festa dei Robigalia (il 25 aprile) per scongiurare Robiga, Dea della ruggine del grano, a non bruciare le messi con il caldo eccessivo, la canicula, che viene dopo la levata eliaca di Sirio nella costellazione di Canis Maior.

"Ma da Festo ci vien notato che questo sacrifizio si faceva presso di una porta che appunto per questa funzione si chiamava Catularia:  'Catularia porta Romae dicta est quia non longe ab ea ad placandum caniculae sidus rufae canes immolabantur ut fruges flavescentes ad maturitatem perducerentur.' 

Da che ne viene per necessaria conseguenza che dalla porta Catularia vi fosse l'accesso alla via Nomentana ma siccome questa via principiava alla porta Collina e proseguiva a destra così parimente a destra e vicina alla Collina dovette rimanere la porta Catularia mentre al tempo di Ovidio e di Festo non v'era ancora la porta Nomentana che spetta alle mura Aureliane."

(Stefano Piale Romano - Delle porte del recinto di Servio Tullio - 1820)


BIBLIO

- Stefano Piale Romano - Delle porte del recinto di Servio Tullio - 1820 -
- Laura G.Cozzi - Le porte di Roma - F. Spinosi Ed. - Roma - 1968 -
- Filippo Coarelli - Guida archeologica di Roma - A. Mondadori Ed. - 1984 -
- Mauro Quercioli - Le porte di Roma - Newton & Compton - Roma - 1997 -


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