CRETA E CIRENE (Province romane)

IL PALAZZO DI CNOSSO


.:: CRETA ::.

La cultura cretese sorse all'età del bronzo, dal 2000 al 1450 a.c. (quando la cultura micenea greca divenne dominante) e venne detta civiltà minoica dal mitico re cretese Minosse, civiltà riscoperta tra il 1901 e il 1905, grazie all'archeologo britannico Arthur Evans (1851 – 1941).

L'ottima posizione geografica dell'isola montuosa che disponeva di vari porti naturali, favorì il sorgere della prima civiltà mediterranea e di un fiorente impero marittimo che dal Mare Egeo controllava una rete commerciale che raggiungeva l'Egitto, la Fenicia (Libano), le regioni a nord del Mar Nero e l'Occidente.

LA PROVINCIA


MINOSSE

« Minosse infatti fu il più antico di quanti conosciamo per tradizione ad avere una flotta e dominare per la maggior estensione il mare ora greco, a signoreggiare sulle isole Cicladi e colonizzarne le terre dopo aver scacciato da esse i Cari ed avervi stabilito i suoi figli come signori. Eliminò per quanto poté la pirateria del mare, come è naturale, perché meglio gli giungessero i tributi. »

(Tucidide, Guerra del Peloponneso I, 4)

Nella mitologia greca Minosse venne associato al celebre labirinto, che A. Evans identificò con il sito di Cnosso, ma si pensa che con il termine di Minosse gli antichi cretesi indicassero tutti i sovrani dell'isola. Nell'Odissea, composta secoli dopo la distruzione della civiltà minoica, Omero chiama i nativi di Creta eteocretesi ("veri cretesi"), che si pensa fossero i discendenti dei minoici.

I grandiosi palazzi minoici (anaktora), ampiamente scavati sull'isola, erano edifici monumentali adibiti alla residenza del sovrano, ai magazzini dei viveri e all'amministrazione dell'isola, come evidenziato dai vasti archivi portati alla luce dagli scavi. Erano costruiti con basi in pietra ed elevato in mattoni di fango essiccati al sole, poi le pareti venivano intonacate e talvolta dipinte. 

Ogni palazzo era a più piani, con scalinate interne ed esterne, pozzi, colonne massicce, magazzini e cortili. Ci sono peraltro chiari segni di danni dovuti al terremoto in molti siti minoici e chiari segni sia di sollevamento di terra che della sommersione di siti costieri.

Il periodo minoico viene diviso in tre fasi principali:
- Minoico Antico o protominoico o fase prepalaziale (MA),
- Minoico Medio o fase protopalaziale (MM),
- Minoico Tardo o fase neopalaziale.


MINOICO ANTICO 

I primi insediamenti sull'isola risalgono all'epoca Neolitica, nel 7000 a.c. All'inizio dell'età del bronzo a Creta, intorno al 2600 a.c., inizia la trasformazione in importante centro di civiltà con un periodo iniziale Neolitico Aceramico ed uno finale Neolitico Ceramico. 

I centri più importanti del Neolitico di Creta sono: Cnosso e Festòs, dove sono state ritrovate case con mura in pietra e battute pavimentali. entrambi siti palaziali. Durante il Neolitico avviene l'introduzione della viticoltura e dell'olivicoltura, evoluzione che porterà all'istituzione palaziale.

 SCAVI DI AKROTIRI

MINOICO MEDIO 

Vi è un notevole incremento demografico, con estensione delle aree abitate, e compare la scrittura ideografica e la scrittura sillabica (Lineare A), Vengono edificati i primi palazzi a Cnosso ed a Festo e inizia la ceramica policroma. Verso la fine di questo periodo, all'incirca nel 1700-1600 a.c., Creta fu soggetta a una catastrofe, o un un maremoto causato dal terremoto sull'Isola di Santorini. o un'invasione dall'Anatolia per cui i palazzi a Cnosso, Festo, Malia e Kato Zakros vennero totalmente distrutti.

La datazione con il radiocarbonio ha indicato una data del tardo secolo XVII a.c.; queste date del radiocarbonio, comunque, sono in conflitto con le stime fatte dagli archeologi i quali sincronizzano l'eruzione con la cronologia egiziana convenzionale ottenendo una data di circa 1525-1500 a.c.. L'eruzione viene spesso identificata come un evento naturale catastrofico per la cultura, che portò al suo rapido collasso, e fu forse fonte di ispirazione per la narrazione di Atlantide fatta da Platone.



MINOICO TARDO

Con il nuovo periodo neopalaziale, la popolazione incrementò di nuovo, i palazzi vennero ricostruiti ancor più monumentali con nuovi insediamenti su tutta l'isola. Tra il XVII e il XVI secolo a.c., si ebbe il culmine della civiltà minoica. 
 
La fase III del medio-tardo minoico, che va dal 1650 a.c. al 1530 a.c., vide non solo la ricostruzione dei palazzi delle grandi città cretesi ma pure il massimo splendore dell'architettura e dell'arte minoica. Nella Grecia continentale si sviluppa la cultura elladica. Poi alcuni palazzi vennero nuovamente distrutti, con la sola eccezione di quello di Cnosso.

Tra il 1450 a.c. ed il 1400 a.c., avvenne un'invasione di popoli greci, i siti palaziali vennero così occupati dai micenei, i quali adattarono la Lineare A minoica alla lingua micenea, una prima lingua greca, scritta in Lineare B, e vi è un'involuzione dello stile ceramico. Solo a Cnosso, il cui palazzo fu distrutto nel XIV secolo a.c., è attestata la continua occupazione almeno fino alla fine dell'XI secolo a.c.
La maggior parte delle città cretesi e palazzi declinarono nel XIII secolo a.c. ma Knossos rimase un centro amministrativo fino al 1200 a.c.; si è pensato che il nord di Creta si pensava fosse stato governato da Cnosso, il sud da Festo, la parte centro-orientale da Malia, mentre la punta orientale da Kato Zakros e l'ovest da Canea. Palazzi più piccoli sono stati trovati in altri luoghi.

 I più grandi siti archeologici minoici:

Cnosso - il più noto sito archeologico dell'età del bronzo a Creta; riemerso con gli scavi da Evans il 16 marzo del 1900
Festo - la seconda costruzione palaziale più grande sull'isola, scavata dalla scuola italiana quasi subito dopo Cnosso
Malia - conseguito da scavi francesi, un centro palaziale molto interessante che permette di capire lo sviluppo dei palazzi nel periodo protopalaziale
Kato Zakros - un sito palaziale scavato da archeologi greci all'estremità orientale dell'isola, noto anche come "Zakro" nella letteratura archeologica
Galatas - un sito palaziale confermato negli anni novanta del XX secolo.

TEATRO ROMANO DI GORTINA


LA DOMINAZIONE ROMANA

Nel 74 a.c. Marco Antonio Cretico guidò la flotta del Mediterraneo per occupare Creta, sia per i danni che i pirati cretesi causavano alle flotte romane, che per l’alleanza tra Creta e Mitridate VI, re del Ponto e nemico di Roma. 

Ma i romani vennero sconfitti, molte navi romane furono affondate, e molte catturate con i loro equipaggi. Molti prigionieri romani vennero impiccati ai pennoni delle loro navi, e i Cretesi imposero a Marco Antonio una pace così umiliante che il Senato si rifiutò di ratificarla. 

Nel 68 a.c., Roma intimò ai Cretesi la restituzione dei prigionieri romani, la consegna dei vincitori di Marco Antonio oltre a 300 ostaggi e 400 talenti d’argento. Davanti al rifiuto, il generale Quinto Cecilio Metello iniziò una lunga e feroce guerra di assedio, avanzando da ovest a est, sottomettendo all’autorità romana tutti i centri di resistenza e radendo al suolo le città che gli resistevano. Nel 63 a.c. Metello fu concesso il trionfo per la definitiva conquista di Creta.

Cirene e Creta (Cyrene et Creta) divennero provincie di Roma, con i territori comprendenti sia l'isola di Creta che la Cirenaica almeno per due secoli, da Augusto a Settimio Severo. Nel 67 a.c. venne costituita la provincia di Creta che, dopo la battaglia di Filippi, fece parte dei domini del triumviro Marco Antonio, il quale nel 43 a.c. concesse la libertà alle città cretesi, revocata da Ottaviano dopo la sconfitta di Marco Antonio ad Azio.


Infatti Augusto, nella sua riforma dell'amministrazione provinciale del 27 a.c. riunì Creta e Cirene, facendone una provincia senatoria, governata da un proconsole con capitale Gortina, a Creta. L'isola venne restaurata e abbellita con nuove costruzioni monumentali.

Un solo complesso di palazzi cretesi sembra essere stato distrutto dai romani, che effettuarono invece numerose costruzioni, oltre a strade ed acquedotti. Gortina sembra sia stata ricompensata per il suo atteggiamento pro-romano con la designazione a capitale della provincia e con la costruzione di una pretura, di un foro, di un teatro, un odeon, un ninfeo, etc

Diventa così la città principale di Creta, e secondo Strabone ha un diametro di 50 stadi (circa 10 km). Cnosso, prima di allora capitale provinciale, è relegata in secondo piano, abitata da militari romani e trasformata in colonia con il nome di Colonia Julia Nobilis. 

TEATRO ROMANO

Altre città come Litto e Ierapitna si sviluppano e, come Gortina, sono arricchite di fori e templi. Sulla costa meridionale si sviluppano piccoli porti che servono da scalo alle galere che percorrono le rotte verso l’Asia minore e l’Egitto.

Con la riforma di Diocleziano la provincia venne nuovamente separata: la Cirenaica, suddivisa in Lybia superior (orientale) e Lybia inferior (occidentale), entrò a far parte della diocesi di Oriente, nella Prefettura del pretorio d'Oriente, mentre la nuova provincia di Creta fu inserita nella diocesi di Mesia, della Prefettura del pretorio dell'Illirico. 

Alla morte di Teodosio I, nel 395, con la suddivisione dell'Impero romano, entrambe fecero parte dell'Impero romano d'Oriente: Creta nella nuova diocesi di Macedonia, e sempre nella prefettura del pretorio dell'Illirico, o Illyricum.

CIRENE


.:: CYRENE ::.

Cirene è stata prima una colonia greca e poi una colonia romana affacciata sul Mediterraneo, vicino all'odierna cittadina di Shahat, nel distretto di al-Jabal al-Akhdar, nella Libia orientale. Venne fondata intorno al 630 a.c. dai dori di Thera, (Santorini), che si dicevano discendenti di Euristeo, per obbedire al responso dell'oracolo di Delfi che imponeva loro di fondare una colonia in Libia.

Il primo a governare la città fu Aristotele Batto il fondatore, e poi i suoi discendenti per ben otto generazioni, fino al 440 a.c..  Città di molti filosofi e influente centro culturale per tutta la Cirenaica. Il primo a governare la città fu Aristotele Batto il fondatore, e poi i suoi discendenti per ben otto generazioni, fino al 440 a.c. È un importante sito archeologico per lo studio della cultura greco-romana e della sua diffusione in Nordafrica.

Si alleò con la Persia nel VI secolo a.c., e prosperò sotto Batto IV di Cirene (regno 514-470 a.c.). L'ultimo discendente di Batto fu Arcesilao IV che divenne re nel 470 a.c. e trionfò nella corsa delle bighe nei giochi pitici di Delfi del 462 a.c., celebrato da Pindaro, ma che perì esiliato e poi ucciso dalla rivolta dei suoi sudditi.

ODEON DI CIRENE

Cirene adottò la democrazia fino all'Età ellenistica quando subì l'influenza del Regno tolemaico d'Egitto, con qualche periodo di indipendenza. Partecipò alla Pentapoli cirenaica, con Apollonia, Arsinoe, Berenice e Barce e Tolemaide.

Nel IV secolo a.c. vi fiorirono i cosiddetti filosofi cirenaici, per cui la città fu soprannominata "Atene d'Africa". Nello stesso periodo diede i natali al poeta Callimaco (310 a.c.) e al geografo e astronomo Eratostene (276 a.c.). Dopo un periodo di protettorato romano nel corso del II secolo a.c. restò ai Tolomei fino a che uno di costoro, Tolomeo Apione, re di Cirene per vent'anni, decise di lasciare in eredità a Roma sia la città che il resto della Pentapoli cirenaica nel 96 a.c..

Nel 74 a.c. Cirene e la Cirenaica furono elevate, insieme a Creta, al rango di provincia romana ed ebbe il suo massimo splendore, per il traffico di merci fra Europa e Africa. Con la fine delle guerre civili beneficiò della pax romana di Augusto che vi fece costruire un tempio dedicato a Zeus con una replica delle statua di Fidia.


Nel 115, un cirenaico di origine ebrea affermò di essere il Messia e scatenò un rivolta che costò alla città una devastazione. Roma ripristinò il controllo sulla regione e l'imperatore Adriano la fece ricostruire e rifiorire.

Nel 365 subì ingenti danni a causa di un terribile terremoto che si abbatté su tutta la Cirenaica e che fece sprofondare in mare buona parte della città di Apollonia, porto di Cirene, e Tolemaide, meno danneggiata delle altre città divenne capitale della Libya Superior.

Nel 410 la città fu definitivamente abbandonata ai nomadi laguatani e non fu più riconquistata dall'impero romano, neppure durante la cosiddetta Ananeosis, cioè la rinascita della Cirenaica, voluta dall'imperatore Giustiniano.

I principali resti di epoca greco-romana sono l'acropoli, il foro romano, il santuario di Apollo e il tempio di Zeus (il tempio greco più grande del Nordafrica), ma pure una grande necropoli, con numerosi sepolcri dal VI secolo a.c. al IV secolo d.c., i tempietti di Ecate e dei Dioscuri e l'impianto idrico romano, che include condotti sia sotterranei che sopraelevati e acquedotti.


BIBLIO

- Giuseppe Ignazio Luzzatto - Roma e le province. I. Organizzazione, economia, società - Storia di Roma - XVII - Bologna - 1985 -
- Cyrenaica in Antiquity - Society for Libyan Studies Occasional Papers - Graeme Barker, John Lloyd, Joyce Reynolds -
Sandro Lorenzatti - Note archeologiche e topografiche sull’itinerario da Derna a Cirene seguito da Claude Le Maire (1706) - in "L'Africa romana XX" - Roma - 2015 -
- S. Rinaldi Tufi - Archeologia delle province romane - Roma - 2007 -
- Cassio Dione Cocceiano - Storia romana -
- Historia Augusta - Probo -
- Notitia Dignitatum - Oriente, I e XXXI -

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