Nome: Aulus Hirtius
Nascita: Ferentino, 90 a.c. circa
Morte: vicino a Modena, 21 aprile 43 a.c.
Nascita: Ferentino, 90 a.c. circa
Morte: vicino a Modena, 21 aprile 43 a.c.
Padre: Aulo
Console: nel 43 a.c.
Professione: storico, militare e politico romano
Console: nel 43 a.c.
Professione: storico, militare e politico romano
Non sappiamo nulla della sua famiglia se non che fosse plebea e originaria di Ferentino. Sappiamo che fece battere monete con due titoli:
Come imperator presso Treviri dopo il 58:
527- O - A∙HIRTIVS elefante girato a destra che calpesta il dragone.
527- O - A∙HIRTIVS elefante girato a destra che calpesta il dragone.
R- Attributi pontificali, berretto di flamine, ascia, aspersorio e simpulum. Piccolo bronzo
Altre come pretore urbano.
528- O - C∙CAESAR∙COS∙TER∙ testa velata della Pietà.
528- O - C∙CAESAR∙COS∙TER∙ testa velata della Pietà.
R- Oenochoe tra il lituus e l’ascia A∙HIRTIVS∙PR∙ (praetor). Aureus
Irzio fu legato (legatus) - cioè comandante di una legione in sostituzione del console - durante la conquista della Gallia presso Giulio Cesare dal 54 a.c. e poi servì sotto Pompeo nel 50 a.c.. Però durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo (49 a.c.) si schierò a favore del primo, combattendo prima in Spagna, forse come tribuno militare, e poi in Asia Minore.
Finito il conflitto civile, nel 46 a.c. divenne pretore, ottenne la propretura nel 45 a.c. in Gallia Narbonense e in Gallia Comata, e divenne proconsole della Gallia Transalpina (Gallia celtica transalpina ad esclusione della Gallia Narbonensis.). L'anno dopo, essendo stato designato da Cesare stesso, divenne console nel 43 a.c..
MONETA DI AULUS HIRTIUS |
LEGATO DI CESARE
Aulo Irzio è stato un militare, storico e politico romano, che ricoprì la carica di console dopo l'assassinio di Gaio Giulio Cesare, per il quale era stato legato. I legati furono posti al comando delle legioni in sostituzione dei consoli da Giulio Cesare e dovevano appartenere alla classe senatoria.
Sappiamo che fu pretore urbano, che fu un sacerdote flamen dialis, cioè sacerdote del Dio Giove, che fu legato di Giulio Cesare a partire dal 58 a.c. e che servì come inviato a Pompeo nel 50. Il contatto con Cesare era tanto stretto che Hirtius cenò con Cesare, Sallustio, Oppio, Balbo e Sulpicio Rufo la notte dopo la famosa traversata di Cesare sul fiume Rubicone in Italia il 10 gennaio 49 a.c..
La battaglia di Forum Gallorum si svolse il 14 aprile 43 a.c. nel corso della cosiddetta guerra di Modena, tra le truppe fedeli al Senato dei consoli Gaio Vibio Pansa e Aulo Irzio, appoggiate dalle legioni di Cesare Ottaviano, e le legioni cesariane di Marco Antonio. Intanto il giovanissimo Cesare Ottaviano custodiva il campo del Senato. La battaglia avvenne sulla Via Emilia, presso l'attuale Castelfranco Emilia.
E' evidente che Cesare cenò, in un momento così drammatico, solo con quelli di cui aveva certezza non solo della fedeltà, ma pure del coraggio. Egli stava per sfidare il più grande stato esistente al mondo in quell'epoca, e cioè la Repubblica Romana. Quella fu una notte di pericoli ma anche di progetti esaltanti. Aulus pertanto sostenne Cesare fino alla fine e quando seppe della sua morte seguì l'amico più fidato di Cesare.
Dunque nel 44 a.c. Cesare fu ucciso ed Irzio sostenne Marco Antonio, il quanto non solo era uno dei generali più leali di Cesare ma pure perchè intendeva vendicarne la morte uccidendo Decimo Giunio Bruto, il nuovo governatore della Gallia Cisalpina, che Antonio aveva a suo tempo richiesto per sè.
Il 15 marzo del 44 a.c. Cesare venne assassinato e Irzio sostenne Marco Antonio, il quale intendeva vendicarne la morte uccidendo Decimo Giunio Bruto Albino, divenuto nell'aprile dello stesso anno governatore della Gallia Cisalpina, che Antonio chiedeva per sè.
Cicerone però, amico personale di Irzio, lo convinse a mettersi dalla parte del senato. Dovette dunque partire per Modena, dove Antonio si stava dirigendo per combattere Bruto, assieme all'altro console, Gaio Vibio Pansa, e ad Ottaviano.
Dunque nel 44 a.c. Cesare fu ucciso ed Irzio sostenne Marco Antonio, il quanto non solo era uno dei generali più leali di Cesare ma pure perchè intendeva vendicarne la morte uccidendo Decimo Giunio Bruto, il nuovo governatore della Gallia Cisalpina, che Antonio aveva a suo tempo richiesto per sè.
Il 15 marzo del 44 a.c. Cesare venne assassinato e Irzio sostenne Marco Antonio, il quale intendeva vendicarne la morte uccidendo Decimo Giunio Bruto Albino, divenuto nell'aprile dello stesso anno governatore della Gallia Cisalpina, che Antonio chiedeva per sè.
Cicerone però, amico personale di Irzio, lo convinse a mettersi dalla parte del senato. Dovette dunque partire per Modena, dove Antonio si stava dirigendo per combattere Bruto, assieme all'altro console, Gaio Vibio Pansa, e ad Ottaviano.
LA BATTAGLIA DI FORUM GALLORUMLa battaglia di Forum Gallorum si svolse il 14 aprile 43 a.c. nel corso della cosiddetta guerra di Modena, tra le truppe fedeli al Senato dei consoli Gaio Vibio Pansa e Aulo Irzio, appoggiate dalle legioni di Cesare Ottaviano, e le legioni cesariane di Marco Antonio. Intanto il giovanissimo Cesare Ottaviano custodiva il campo del Senato. La battaglia avvenne sulla Via Emilia, presso l'attuale Castelfranco Emilia.
Hirtius e Ottaviano arrivarono vicino a Mutina con cinque legioni di temibili veterani, dove aspettavano Pansa, che marciava a nord di Roma con altre quattro legioni. Antonio aveva quattro legioni veterane oltre alle truppe che stavano assediando Mutina, così tese un'imboscata alle reclute di Pansa però già raggiunto da una delle legioni veterane di Hirtius e da quella di Ottaviano delle coorti pretoriane.
Le legioni di Antonio sconfissero le truppe di Pansa facendole ritirare verso sud. Lo stesso Pansa venne gravemente ferito. Antonio marciò allora su Mutina. Hirtius arrivò con una sola legione di veterani, ma le truppe di Antonio erano esauste e Antonio perse la battaglia.
Marco Tullio Cicerone, avverso alla fazione antoniana, pronunciò in Senato la XIV Filippica, esaltando il successo e lodando i due consoli e il giovane Cesare Ottaviano. ma ciò in seguito gli costerà la vita. Ora la parola spettava all'altro console Aulo Irzio e al giovane Cesare Ottaviano.
"Chiamate Senato quello che in realtà non è che l’accampamento di Pompeo.… Avete attirato i soldati, miei e veterani, facendogli credere che si andava a punire gli uccisori di Cesare, e invece… li fate marciare contro di me….
E allora vi chiedo di valutare: è più utile per la nostra parte politica vendicare la morte di Trebonio o quella di Cesare? E’ più utile che noi ci combattiamo a vicenda… o che ci mettiamo d’accordo per non fare il gioco degli avversari?…
Un tale spettacolo finora la fortuna ha voluto risparmiarcelo: due schiere dello stesso esercito che si combattono tra loro… Io sono disposto a dimenticare le offese fattemi da chi appartiene alla mia stessa parte politica a patto che essi… siano sul serio pronti a vendicare, insieme a noi, la morte di Cesare."
(Lettera di Antonio del 15/20 marzo 43 a.c. a Irzio e Ottaviano)
LA BATTAGLIA DI MUTINA
GUERRA DI MODENA |
La battaglia di Forum Gallorum si era conclusa con pesanti perdite da entrambe le parti e il ferimento mortale del console Vibius Pansa.
La battaglia di Mutina (Modena) si svolse il 21 aprile 43 a.c. durante la cosiddetta guerra di Modena, tra le truppe fedeli al Senato dei consoli Gaio Vibio Pansa e Aulo Irzio, appoggiate dalle legioni di Cesare Ottaviano, e le legioni cesariane di Marco Antonio che stavano assediando dall'inverno le truppe del cesaricida Decimo Bruto bloccate dentro la città.
Quest'ultimo, uno degli assassini di Cesare, teneva la città di Mutina (l'attuale Modena) nella Gallia Cisalpina
Sei giorni dopo Forum Gallorum, l'altro console Aulo Irzio e il giovane Ottaviano attaccarono gli accampamenti di Marco Antonio per rompere l'assedio di Mutina.
Mentre la battaglia continuava all'esterno degli accampamenti, il console Aulo Irzio, dall'uomo coraggioso che era, prese l'audace decisione di fare irruzione direttamente all'interno del campo di Antonio con una parte dei suoi legionari e cioè con la IIII Legione che guidò personalmente e che riuscì a penetrare negli accampamenti con accaniti corpo a corpo, avanzando verso la tenda di Marco Antonio.
Mentre Iirzio guidava i legionari dalla prima linea la V legione di Marco Antonio contrattaccò la IIII legione e dopo un'aspra e sanguinosa mischia riuscì a fermarla, proteggendo la tenda del comandante; durante il confuso combattimento cadde ucciso Aulo Irzio e sembrò che la sua legione fosse costretta a ripiegare abbandonando le posizioni conquistate.
Mentre Iirzio guidava i legionari dalla prima linea la V legione di Marco Antonio contrattaccò la IIII legione e dopo un'aspra e sanguinosa mischia riuscì a fermarla, proteggendo la tenda del comandante; durante il confuso combattimento cadde ucciso Aulo Irzio e sembrò che la sua legione fosse costretta a ripiegare abbandonando le posizioni conquistate.
Giunsero intanto in soccorso altre coorti guidate da Cesare Ottaviano che tentò valorosamente di recuperare il corpo del console Irzio. Ottaviano riuscì alla fine a salvare le spoglie del console ma non poté mantenere il possesso degli accampamenti e lasciò il campo di Antonio.
Alcuni pensano che il ruolo di Ottaviano e la sua coraggiosa azione per recuperare il corpo del console Irzio derivi solo da un'operazione di propaganda tanto cara ad Augusto. Secondo Svetonio e Tacito ci sarebbe invece la possibilità la possibilità che Irzio sia addirittura stato ucciso durante la mischia proprio da Ottaviano desideroso di liberarsi di uno scomodo rivale politico, e che fosse responsabile pure della morte di Ponzio Aquila, un cesaricida accanito avversario della fazione cesariana.
Mentre Ottaviano amò molto farsi propaganda, non amò mai però passare per crudele e ingiusto. Fu molto amato proprio perchè seppe mantenersi in un sano equilibrio e non avrebbe mai fatto cose che gli avrebbero alienato il favore del senato, dell'esercito e del popolo.
Nella battaglia di Modena, entrambi i consoli morirono: Irzio per primo il 21 aprile, Pansa per le ferite riportate il 23 aprile. Fu onorato con un funerale pubblico, insieme a Pansa che morì appunto pochi giorni dopo. Marco Antonio fu sconfitto lo stesso giorno della morte di Irzio, la cui tomba fu ritrovata a Roma nel 1938, sotto l'attuale Palazzo della Cancelleria, nell'area del Campo Marzio.
LA TOMBA DI HIRTIUS
LA TOMBA DI HIRTIUS IMMERSA NELL'ACQUA DI FALDA |
Con la costruzione dei muraglioni sul Tevere alla fine dell’Ottocento, furono ostruiti gli sbocchi al fiume dell’Euripus e di altri canali di scarico della zona, provocando così l’innalzamento e il ristagno delle acque.
Il sepolcro, tagliato in parte dalle fondazioni del Palazzo della Cancelleria, è costituito da un recinto con basamento in tufo, da un muro elevato in laterizi e da una copertura a doppio spiovente in travertino.
Alcuni cippi che delimitavano l’area funeraria, riportano appunto il nome del console Aulo Irzio, luogotenente di Cesare morto insieme al collega Vibio Pansa nella battaglia di Modena nel 43 a.c..
Dopo l’eroica morte dei due consoli, il Senato romano decretò infatti che fossero costruiti per loro due sepolcri nel Campo Marzio a spese pubbliche.
Aulo Irzio è importante soprattutto per aver scritto:
- l'VIII libro del De bello Gallico, l'opera più famosa di Cesare.
Secondo gli antichi Irzio avrebbe scritto altre tre opere:
- il De bello Alexandrino, o Bellum Alexandrinum.
il De bello Africo
il De bello Hispaniensi.
Oggi si crede che, di questi ultimi due libri Aulo Irzio, fu solo l'editore. La corrispondenza di Hirtius con Cicerone fu pubblicata in nove libri, ma non è sopravvissuta.
- l'VIII libro del De bello Gallico, l'opera più famosa di Cesare.
Secondo gli antichi Irzio avrebbe scritto altre tre opere:
- il De bello Alexandrino, o Bellum Alexandrinum.
il De bello Africo
il De bello Hispaniensi.
Oggi si crede che, di questi ultimi due libri Aulo Irzio, fu solo l'editore. La corrispondenza di Hirtius con Cicerone fu pubblicata in nove libri, ma non è sopravvissuta.
BELLUM ALEXANDRINUM
Si tratta del resoconto della guerra civile alessandrina e della campagna pontica di Giulio Cesare.Dopo la campagna in Africa contro i pompeiani e la sua vittoria, Cesare va ad Alessandria d'Egitto per rimediare ai conflitti di potere tra Tolomeo XIII e Cleopatra VII. Cesare instaura un rapporto amoroso con Cleopatra, e governa con lei in Egitto.
La coppia non piace nè ai pompeiani nè agli alessandrini filo-tolemaici che attaccano Cesare e Cleopatra nel palazzo del faraone ma Cesare fa incendiare le navi sul porto di Alessandria, per impedire sbarchi nemici e rifornimenti, da cui l'episodio piuttosto dubbio del danneggiamento della preziosa Biblioteca. Vinta la battaglia di Alessandria, Cesare accusa Tolomeo di congiura contro Cleopatra e lo fa uccidere.
Intanto il figlio di Mitridate VI del Ponto, Farnace II del Ponto, si organizza coi pompeiani per attaccare Cesare, ma i due eserciti alleati vengono sconfitti a Zela.
BELLUM AFRICUM
Cesare attende le navi di rinforzo disperse nella tempesta siciliana ma nel primo assalto rischia l'accerchiamento dalle truppe di Labieno, che però evita. Nel 22 Sallustio giunge con due legioni di 800 cavalieri, così Cesare va a difendere la postazione di Leptis Magna, assediata dai pompeiani.
Il 27 gennaio Cesare giunge a Uzitta e circonda le mura, per scontrarsi con Scipione in campo aperto, ma lui rifiuta. Cesare allora punta verso Aggar, dove Scipione ha le vettovaglie. Fa cadere la città di Zeta e punta verso Sarusa, la postazione principale dei rifornimenti nemici, Labieno attacca la retroguardia, lasciata apposta più indietro da Cesare, per un attacco a sorpresa, i soldati di Labieno vengono distrutti e devono arrendersi.
BELLUM HISPANIENSIS
Muore in battaglia Tito Labieno che era stato braccio destro di Cesare in Gallia e aveva poi disertato all'inizio della guerra civile. Poco dopo Munda, viene ucciso Gneo Pompeo. Ambedue vengono onorati da Cesare, che però ora può tornare a Roma.
VIII LIBRO DE BELLO GALLICO
Il volume venne realizzato da Aulo Irzio su appunti di Cesare, e riguarda gli ultimi passaggi della conquista della Gallia. Infatti, benché sconfitti Arverni e Biturgi, nella Gallia restano ancora nemici potenti, ossia i Carnuti, popolo celtico della Gallia, stanziato tra la Senna e la Loira, ed i Bellovaci, una delle più potenti e numerose tribù della Gallia Belgica nord-orientale. Cesare, per a porre fine a queste ribellioni, incarica il proconsole Gaio Fabio e il fedele Labieno con le loro truppe.
Nel 51 a.c. le due ribellioni vengono soffocate, ma l'anno successivo si rivoltano altre due popolazioni: i Carduci ed i Pictoni. Per questi ultimi il capo Dumnaco tenta varie volte di porre assedio al campo fortificato romano, senza però riuscirci, compiendo razzie fino all'imboscata dei romani, capitanati da Gaio Fabio.
Per la campagna contro i Carduci (popolo celtico della regione di Cahors) invece, i generali Lutterio e Drappete occupano la città di Uxelloduno, cercando di fortificarla al meglio contro Roma, rifornendola soprattutto di grano.
I Romani però rallentano con attacchi lampo i lavori di fortificazione, costringendo i nemici al combattimento in campo, sorpresi dal sopraggiungere improvviso delle truppe di Gaio Fabio, con la resa di Drappete catturato. Nel 49 a.c., dopo la resa dell'ultimo capo ribelle Commio, sconfitto dalle truppe di Cesare nel territorio belgico, la guerra gallica può dirsi conclusa.
- Appiano di Alessandria - Guerre civili -
- Luciano Canfora - La prima marcia su Roma -
- Luciano Canfora - La prima marcia su Roma -
- Appiano di Alessandria - Historia Romana - Guerre civili - libro III -
- Cassio Dione Cocceiano - Historia Romana - libro XXXXVI -
- Marco Tullio Cicerone - Philippicae - XIV -
- Gaio Svetonio Tranquillo - De vita caesarum - Augustus -
- Publio Cornelio Tacito - Annales - libro I -
- Guglielmo Ferrero - Grandezza e decadenza di Roma - Volume III: da Cesare a Augusto - Cernusco sul Naviglio - Garzanti - 1946 -
- Cassio Dione Cocceiano - Historia Romana - libro XXXXVI -
- Marco Tullio Cicerone - Philippicae - XIV -
- Gaio Svetonio Tranquillo - De vita caesarum - Augustus -
- Publio Cornelio Tacito - Annales - libro I -
- Guglielmo Ferrero - Grandezza e decadenza di Roma - Volume III: da Cesare a Augusto - Cernusco sul Naviglio - Garzanti - 1946 -
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