RICOSTRUZIONE GRAFICA (By https://www.villadeimosaicidispello.it) |
La Villa dei Mosaici di Spello si trovava lungo un ramo secondario della Via Flaminia, che da Roma arrivava a Rimini attraversando l’Umbria. La Villa dei Mosaici fu scoperta nel luglio 2005, appena fuori le mura di Spello, in località Sant’Anna, durante i lavori per la realizzazione di un parcheggio pubblico.
Successivamente i romani, grazie al processo di romanizzazione ben accettato dalla popolazione di Hispellum, la eressero a municipio sempre nel I sec. a.c., ma ottenuto il diritto di colonia col secondo triumvirato, le fu dato il nome di Colonia Julia Hispellum in onore della Gens Iulia.
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Nella fase iniziale, è stato costruito l’edificio di 1500 m² che avrebbe ospitato il museo e protetto i resti della villa. Successivamente è stato effettuato l’allestimento dell’edificio e le zone esterne sono state abbellite dal punto di vista paesaggistico; l’apertura del museo, quindi, ha avuto luogo nel marzo del 2018.
Notevolissimo l’ampio triclinio, la sala dei banchetti, con al centro del pavimento la scena di mescita del vino. Al centro dell'ambiente emerge infatti una scena di mescita con due figure maschili, nude, di profilo.
Il personaggio a sinistra sorregge sulle spalle un’anfora dalla quale versa il vino in una coppa sorretta dal personaggio di destra; il vino ricadente dal bicchiere è raccolto in un cratere poggiato a terra.
Un terzo ambiente presenta una pavimentazione geometrica con tessere più grandi. Si tratta con molta probabilità del peristilio di cui si conosce l'intera lunghezza di m 24,50x5.
L'edificio di età imperiale conserva ancora oggi raffinati pavimenti a mosaico e tracce di affreschi e stucchi alle pareti. I venti ambienti riportati alla luce sono pertinenti al settore centrale della villa, per una superficie totale di circa 500 metri quadrati. L’ingresso della villa, distrutta e sepolta sotto 4 metri di detriti nel V secolo, non è stato invece mai rinvenuto.
Di questi ambienti, dieci conservano pavimenti a mosaici policromi di grande bellezza, con motivi geometrici e figurati. Gli ambienti privi di mosaici erano probabilmente le stanze di servizio per gli schiavi e i magazzini.
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I mosaici pavimentali conservati sono di grande valore e bellezza e rappresentano elementi a volute e geometrici, figure umane, animali selvatici e fantastici. La resa dei colori e la bellezza del disegno testimoniano l’alta qualità del lavoro, probabilmente di maestranze romane.
La villa presenta due diverse fasi costruttive: la prima di età augustea (27 a.c.) con i resti della pavimentazione in cementizio, la seconda in età imperiale tra il II e il III secolo d.c. Si è supposto, dallo studio del mosaico al centro della stanza principale dove è riprodotta la vendemmia, che il proprietario fosse un viticoltore.
Ma la supposizione è del tutto fantastica, perchè potrebbe procedere magari soltanto dal carattere edonista del proprietario o da uno specifico culto per Dioniso-Bacco, oppure dai sacri Misteri che a questo Dio vennero collegati anche in suolo italico.
PLANIMETRIA DELLA VILLA |
Intorno al peristilio, il cortile porticato a colonne che circondava il giardino interno, si aprono come di consuetudine una serie stanze, denominate dalle figure e dai motivi decorativi dei mosaici:
- la stanza degli uccelli,
- la stanza delle anfore,
- il triclinio,
- la stanza del sole radiante,
- la stanza del mosaico geometrico,
- il peristilio (dove è raffigurato appunto un peristilio),
- la stanza degli scudi
- l’ambiente riscaldato.
Il personaggio a sinistra sorregge sulle spalle un’anfora dalla quale versa il vino in una coppa sorretta dal personaggio di destra; il vino ricadente dal bicchiere è raccolto in un cratere poggiato a terra.
Vi sono poi le raffigurazioni di altri personaggi, realizzati sempre con tessere nere, disposti simmetricamente con in mano elementi vegetali o attributi legati all'agricoltura, sembra raffiguranti le quattro stagioni, con Satiri del corteo dionisiaco, come allusione al benessere, alla prosperità e all'allegria.
IL MUSEO
Per trasformare questo tesoro archeologico in un museo, si sono dovute superare diverse sfide. In primo luogo, è stato necessario ottenere i finanziamenti per gli scavi, poi si è proceduto al lungo e meticoloso restauro dei mosaici e degli intonaci.
Infine si è operato per costruire un edificio museale intorno ai preziosi reperti in modo che non solo potesse proteggere al meglio i mosaici e le pitture, e non solo che potesse essere funzionale e interessante per ogni fascia d’età, ma che potesse ben inserirsi nel paesaggio circostante.
Non è stato facile infatti inserire un edificio moderno tra gli antichi reperti archeologici e l’ambiente circostante. Per raggiungere infatti l'effetto antichizzato e cromatico, le pareti sono state ricoperte di rame e calcestruzzo pigmentato, in modo da riprodurre le tonalità dei muri storici in pietra di Spello.
Non è stato facile infatti inserire un edificio moderno tra gli antichi reperti archeologici e l’ambiente circostante. Per raggiungere infatti l'effetto antichizzato e cromatico, le pareti sono state ricoperte di rame e calcestruzzo pigmentato, in modo da riprodurre le tonalità dei muri storici in pietra di Spello.
Inoltre, il tetto in legno lamellare è stato rivestito di erba per garantire, a livello visivo, la sua fusione con la campagna umbra, senza dimenticare un sistema di recupero dell'acqua piovana in accordo con l'antico.
La sostenibilità è stata assicurata poi anche grazie alla qualità traspirante delle pareti, all'installazione di pannelli solari, all'illuminazione a LED, nonchè a mezzo di un riscaldamento di minimo impatto a pompa di calore.
Inoltre, la struttura ad un solo piano agevola l’accesso per le persone con disabilità ed è concepita per rendere possibile un futuro ampliamento che ci si augura a seguito di un'adeguata informazione pubblicitaria anche a livello scolastico.
LA TECNICA INFORMATICA
In tale modernismo non poteva mancare il lato informatico per far calare i visitatori nell'atmosfera di duemila anni fa. Attualmente appositi percorsi supportati da un punto informativo guidano infatti i visitatori tra le stanze della villa. Schermi sospesi mostrano ricostruzioni video tridimensionali degli ambienti originali e sensori di prossimità collegati a un’app consentono loro di immergersi nella vita di Hispellum, ai tempi dell’Impero romano.
È possibile intensificare ancor più l’immersione grazie a una ricostruzione virtuale della villa nella sala multimediale, attrezzata con visualizzatori e tablet 3D che forniscono informazioni approfondite sul periodo in questione.
BIBLIO
- Gabriella S. - La villa dei mosaici di Spello dallo scavo alla valorizzazione - edito da Segretariato Regionale Ministero Beni e Attività Culturali - 2019 -
- Simonetta Stopponi - La media valle del Tevere fra Etruschi ed Umbri - in Filippo Coarelli - Helen Patterson (a cura di) - Mercator placidissimus - The Tiber valley in antiquity, New research in the upper and middle river valley - Roma - Ed. Quasar - 2009 -
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