La villa romana di Tejada si trova nel vicino villaggio di Quintanilla de la Cueza (Palencia). Il sito deriva il suo nome della terra in cui è stato scoperto nel 1970. Al momento, i resti archeologici sono protetti da un edificio che, oltre a preservarli, rende possibile la loro visita in modo confortevole e accessibile.
La città risale al II secolo d.c., ha vissuto il suo periodo di splendore a metà del III e IV secolo e ha raggiunto il suo declino e l'abbandono nel V secolo. Il complesso non è stato ancora scavato nella sua interezza. Dal 1995 è bene di interesse culturale.
L'insediamento romano corrisponderebbe a una fattoria agricola a carattere nobiliare che fu scoperta nel 1970. Attualmente è stata eretta una costruzione che lascia in vista la struttura di tutte le stanze e i pavimenti. Fu costruita in epoca tardo-romana e custodisce mosaici particolarmente interessanti con motivi geometrici e figurativi.
LEDA COL CIGNO |
A La Tejada è possibile visitare una vasta gamma di sale decorate con pavimenti a mosaico e dotate di un sistema di riscaldamento a pavimento (hipocaustum), che riflette il lusso e il comfort esistenti in questa parte dell'Impero durante un periodo di occupazione che va dal I al V secolo d.c.
Tuttavia sebbene questo sito sia menzionato come villa romana o sfruttamento agricolo del tardo impero romano, le strutture che lo compongono e la sua grande estensione, fanno pensare a molti, almeno per i resti visibili attualmente, che potrebbe trattarsi di un complesso termale relativo a una "mansion".
Sarebbe cioè una locanda o un albergo, insomma un alloggio dei viaggiatori in transito attraverso la vicina strada romana che collegava Burdigala (Bordeaux) con l' Asturia (Astorga).
L'alloggio non sarebbe però di umile condizione, visto che usufruisce di ottime terme con grandi e costosi mosaici.
L'area scavata mostra solo una parte minima dell'estensione totale. L'area dei resti di epoca romana come la strada romana Aquitana ancora conservati in Calzadilla.
Attualmente, è possibile visitare i resti di tre diverse aree di costruzione:
- Tredici stanze disposte su un asse nord-sud con muri in calcare in muratura alternati a
file di mattoni.
- Un ampio corridoio coperto orientato da est a ovest, nella cui area settentrionale ci sono
altre sei stanze pavimentate con mosaici e un'altra serie di stanze forse utilizzate per lo
stoccaggio.
Tuttavia sebbene questo sito sia menzionato come villa romana o sfruttamento agricolo del tardo impero romano, le strutture che lo compongono e la sua grande estensione, fanno pensare a molti, almeno per i resti visibili attualmente, che potrebbe trattarsi di un complesso termale relativo a una "mansion".
Sarebbe cioè una locanda o un albergo, insomma un alloggio dei viaggiatori in transito attraverso la vicina strada romana che collegava Burdigala (Bordeaux) con l' Asturia (Astorga).
L'area scavata mostra solo una parte minima dell'estensione totale. L'area dei resti di epoca romana come la strada romana Aquitana ancora conservati in Calzadilla.
Attualmente, è possibile visitare i resti di tre diverse aree di costruzione:
- Tredici stanze disposte su un asse nord-sud con muri in calcare in muratura alternati a
file di mattoni.
- Un ampio corridoio coperto orientato da est a ovest, nella cui area settentrionale ci sono
altre sei stanze pavimentate con mosaici e un'altra serie di stanze forse utilizzate per lo
stoccaggio.
- il tema di Leda e del cigno;
- il Dio Oceano circondato da delfini e altri pesci;
- le quattro stagioni;
- Nettuno e Anfitrite
- il Mosaico dei Pesci in cui le diverse specie sono rappresentate all'interno di un complicato schema geometrico.
La città fu saccheggiata molto nel Medioevo, muri, fondamenta, pietre, mattoni, in un
modo molto curioso, perchè i vari mosaici non vennero mai toccati, così come uno dei più antichi sistemi di riscaldamento sotterranei in Spagna, ovvero l'ipocausto.
Le stanze principali sono decorate con dipinti murali di temi geometrici, piante o imitazioni di marmi in vari colori. Per quanto riguarda i mosaici, quelli con temi geometrici presentano eleganti motivi
decorativi di nodi di Salomone, disegni a scacchi, svastiche, nastri intrecciati, ecc.
Anche se ben poco è rimasto dell'edificio, vi si possono però ammirare ben 20 mosaici, di notevoli dimensioni e tutti ben conservati. Resta un mistero la ragione per cui nessuno abbia pensato a sottrarli.
Viene da pensare che da un lato non esistessero più le maestranze in grado di ricollocarli, e dall'altro lato che forse erano rimasti totalmente ricoperti di terra o quasi. Accanto ai mosaici a colori si sono reperiti anche grandi e bei mosaici a tessere bianche e nere.
BIBLIO
- G. Bejor, M.T. Grassi, S. Maggi, F. Slavazzi - Arte e archeologia delle Province romane - Milano 2011 -
- Procopius - De Aedificiis - 5.3.8-11 -
- Filippo Coarelli - (curatore) Dictionnaire méthodique de l'architecture grecque et romaine (1985).
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