TERME TAURINE O DI TRAIANO (Civitavecchia)

LE TERME
Il sito archeologico delle Terme Taurine sorge, molto isolato, sopra una collina immersa nel verde, a circa 5 km dal centro di Civitavecchia, in direzione di Tolfa. Una collina verdeggiante di pini da cui si gode una splendida vista sul Tirreno.

Sono conosciute anche con il nome di Terme di Traiano, dal nome dell’imperatore romano fondatore della città di Centumcellae, oggi Civitavecchia, e sono uno dei più importanti complessi termali di età romana di tutta l’Etruria meridionale. La loro gestione è in mano all’associazione pro loco che fornisce informazioni e visite guidate all’area. Oltre alle terme, si possono ammirare gli “Horti Traianei” in cui crescono svariate specie di piante, fiori e alberi.
(INGRANDIBILE)

Un tempo venne identificato con la Villa di Traiano, ma si tratta invece di una vasta struttura termale costruita in epoca repubblicana e notevolmente ampliata in età adrianea.

Ubicato a nord di Civitavecchia e fatto oggetto di scavi intorno alla metà del 1700, l'imponente complesso termale fu edificato in due tempi diversi.

All'epoca repubblicana è riferibile un settore che, probabilmente realizzato a integrazione della vicina fonte termale della Ficoncella, si avvale di: un peristilio di ingresso, un taepidarium, un laconicum, un calidarium e altri piccoli vani di servizio. 

Di età traianea è invece un grandioso ampliamento caratterizzato da ambienti la cui monumentalità sottolinea la particolare importanza del complesso, sicuramente frequentato fino alla fine del V secolo d.c.

IL CALIDARIUM
Le terme vennero descritte nello struggente diario di viaggio del poeta Rutilio Claudio Namaziano (praefectus Urbi di Roma nel 414 e ultimo autore del mondo letterario latino e pagano) nel 416 d.c., mentre tornava in Gallia alle sue terre devastate dai barbari, scorgendo ad ogni tappa l'orrore e il dolore delle bellissime città romane ridotte a cumuli di macerie per la caduta del glorioso Impero Romano.

Sulle Terme Taurine, Rutilio narra che il nome scaturisse da una leggenda secondo cui un toro, probabilmente divino o incarnato da una divinità, avrebbe raspato la terra prima di iniziare una lotta, e così sarebbe scaturita la sorgente di acqua calda sulfurea dalle proprietà benefiche.


Sembrerebbe invece che il termine Taurine deriverebbe dal nome dell’antico lago dal quale scaturiva la sorgente, ovvero Aquae Tauri, ma viene da pensare che il laghetto e la sorgente provenissero nella leggenda dallo stesso mito.

Alle pendici dei monti della Tolfa, infatti, in vicinanza dell'antico laghetto di Aquae Tauri, sgorgava la sorgente che ancora oggi passa per le Terme Taurine, che però per varie ragioni di conservazione del sito, sono state deviate.

TERME TAURINE

RUTILIO CLAUDIO NAMAZIANO

Rutilio Namaziano fu præfectus urbi di Roma nel 414, ma poco dopo fu costretto a lasciare Roma per far ritorno nei suoi possedimenti in Gallia devastata dall'invasione dei Vandali. Il viaggio, condotto per mare e con numerose soste, perché le strade consolari erano impraticabili e insicure dopo l'invasione dei Goti, venne da lui descritto nel "De reditu suo", l'unica opera certamente sua rimastaci seppur incompleta.

Il viaggio è una compilazione tristissima della devastazione barbarica (già c'era stata quella cristiana su tutti i santuari, statue e templi pagani) sul suolo italico già stupendo e ricco di monumenti e di opere d'arte.

Non si trattò di un saccheggio perchè questo fa danni ma non comporta necessariamente la distruzione, cosa che avvenne invece sull'impero romano: un desiderio malvagio di cancellazione di tutto ciò che di più bello e più civile vi fu al mondo.

IL TIEPIDARIUM
Rutilio descrive con amarezza la decadenza morale e civile del popolo, ma soprattutto della politica imperiale e senatoria. Da un lato l'imperatore viveva nella sua corte dorata a parte dalla vita pubblica, dall'altra i senatori erano dediti a gozzoviglie e arricchimento. Nessuno più si preoccupava del benessere delle classi plebee.

Per giunta il popolo romano era stremato dagli influssi migratori del nord Europa, per le loro razzie, distruzioni, eccidi anche di donne e bambini, specie i Goti, sempre più minacciosi dopo l'invasione di Alarico.

Caduti gli ideali della patria e dell'onore per cui gli stessi imperatori scendevano in guerra a capo dei loro eserciti per difendere l'impero, c'era una depressione totale per la vigente religione che parlava solo di catastrofi, di sacrifici e di terribili punizioni nella vita ultraterrena, tanto che era gradito l'immolarsi per il nuovo credo facendosi deliberatamente perseguitare.


Terminate le persecuzioni cristiane erano iniziate poi quelle pagane con la conversione coatta pena la morte e la confisca dei beni. Ogni luogo sacro venne distrutto, ogni cosa allegra venne mortificata.

L'abbandono e la demolizione dei templi, l'incuria dei nobili e dell'imperatore, narra Rutilio, fanno apparire tutti i temi di una catastrofe in parte avvenuta ma soprattutto imminente, mentre le strade e gli edifici pubblici non sono più sicuri.

Alla descrizione della decadenza, si oppongono ricordi appassionati, nostalgici e lontani della bellezza e della grandezza dell'Urbe, quando tutto era vita, cultura e bellezza. Un tesoro d'arte che gli stranieri guardavano strabiliati per l'incredibile monumentalità e bellezza, a tutt'oggi ineguagliata.



DESCRIZIONE

Leggenda a parte, la storia ci racconta, invece, che il termine Taurine deriverebbe dal nome dell’antico lago dal quale scaturiva la sorgente, ovvero le Aquae Tauri. Insomma sempre di un toro si tratta. D'altronde nelle religioni arcaiche del mediterraneo il toro era sovente il figlio della Grande Dea Mediterranea, le cui corna simboleggiavano il crescente lunare e la cui possanza il potere istintuale della natura che muore e risorge ogni anno come figlio - vegetazione annuale.

L’impianto termale era costituito da una serie di sale adibite alle più svariate attività, oltre a quelle tipiche delle terme. Nella visita al monumento si possono infatti notare delle vasche, sale massaggi, spogliatoi, camere da letto ma anche una palestra e una biblioteca, il tutto decorato con fregi, mosaici e marmi. 

Per i bagni terapeutici e rilassanti, che i romani amavano sopra ogni cosa, erano presenti il “Caldarium”, contenenti acqua notevolmente calda, le vasche di acqua fredda dette “Frigidarium” e, in ultimo, il bagno turco o “Tepidarium” con acque moderatamente calde. I romani amavano passare dal calidarium al tiepidarium e poi al frigidarium per risvegliare la circolazione del sangue e tonificare il corpo.


Le Terme Taurine, come spesso si riscontrava in queste edifici, non era solo un luogo per massaggi e bagni, ma un posto dove la gente si riuniva, dove nascevano dibattiti culturali e molto altro. Un luogo frequentato sia da ricchi patrizi che da gente comune fino agli schiavi. 

Chiunque poteva accedere alle terme, anche perchè il suo prezzo era nullo o bassissimo. Ciò che si pagava invece alle terme erano i massaggi, gli oli profumati, le parrucchiere, le truccatrici, i barbieri e così via.

Il complesso balneare è diviso in due aree:
- le Terme Repubblicane, risalenti al I secolo a.c., edificate in opus reticolatum
- le Terme Imperiali che risultano edificate tra il 123 ed il 136 d.c. ed edificate in laterizio.
L'area delle terme, di proprietà dello Stato Italiano, oltre che sito archeologico, è teatro anche di eventi museali, musicali ed artistici. Nel 2016 ha fatto registrare 3010 visitatori.


Diversi studiosi hanno ipotizzano che l’area del complesso avesse pertinenza con la villa dell’imperatore Traiano ed è noto d'altronde che le sorgenti termali fossero ben conosciute ed apprezzate per le loro virtù terapeutiche fin dall’antichità.

Alle pendici dei monti della Tolfa, posti nell'Antiappennino Laziale (un complesso piuttosto irregolare di rilievi montuosi, che s'incontrano vicino alle coste, ai bordi esterni della zona subappenninica), nei pressi dell'antico laghetto di Aquae Tauri, sgorgava la sorgente che fino a pochi anni fa passava per le Terme Taurine.

L’area, denominata Casale dei Bagni, e meglio conosciuta come Terme Taurine, sorge a Nord di Civitavecchia, a circa 4 Km dal centro urbano, in direzione Tolfa. I primi a valorizzare le suddette acque termali furono gli Etruschi che costruirono delle terme piuttosto semplici, che a loro volta vennero sviluppate e abbellite successivamente in epoca romana.


In età Sillana (90-70 a.c.) venne eretto il nuovo edificio che prese il nome di Terme Taurine ed ebbe massimo sviluppo in età Traianea, seguito da un ulteriore ampliamento verso la fine dell'impero di Adriano.

La zona termale fu notevolmente frequentata durante tutta l'età imperiale fino alla decadenza dell'impero. Visitando le terme si possono notare delle vasche,  tra cui erano presenti il “Caldarium”, vasche per anziani e bambini (ma non solo), le vasche di acqua fredda dette “Frigidarium” e, in ultimo, il bagno turco o “Tepidarium” che poteva raggiungere temperature considerevoli, ma pure sale massaggi, spogliatoi, camere da riposo e pure una palestra e una biblioteca, il tutto decorato con fregi, mosaici e marmi, vasche, sale massaggi, bassorilievi,  decorazioni e mosaici con motivi ornamentali.

Nella parte più antica c’è una nicchia con una stele e una scritta in greco: l’autore è Alcibiade, un liberto, ossia uno schiavo liberato. Sembra che abbia chiesto una grazia per essere guarito da alcune infermità e qui lasciato una sorta di ex voto rappresentata dalla statua di una ninfa, che però, tanto per cambiare, vista l'incuria del luogo, è stata rubata.



Le Terme Taurine, come spesso si riscontrava in queste edifici, non era solo un luogo per massaggi e bagni, ma un posto dove la gente si riuniva, dove nascevano dibattiti culturali e molto altro. Un luogo frequentato sia da figure illustri che da gente comune.

La zona termale fu notevolmente frequentata durante tutta l'età imperiale fino alla decadenza dell'impero. Durante la guerra tra Goti e Bizantini il complesso venne abbandonato del tutto. Tuttavia il monumento fu già noto nella metà del 1700, ma l’area divenne oggetto di numerose campagne di scavo solo tra il 1800 e gli inizi del 1900. 

L'area delle terme di proprietà dello Stato Italiano, oltre che sito archeologico è teatro anche di eventi museali, musicali ed artistici. Nel 2016 ha fatto registrare 3010 visitatori.

L'impianto che si estende su due ettari accoglie un orto botanico caratterizzato dalla piantumazione di essenze antiche. Oggi nel parco archeologico non c’è più acqua, però il vicino complesso termale della Ficoncella è tuttora attivo e meta di turismo grazie alle sue proprietà terapeutiche.

CALIDARIUM

I RESTAURI

A partire dagli anni ’50 del novecento sino ad oggi si sono privilegiati interventi di restauro e consolidamento di alcune delle strutture monumentali, quali le grandi volte del calidarium, l’eliocaminus, il criptoportico ed il laconicum.

Attualmente il complesso, la cui lettura ed interpretazione dei singoli ambienti in cui si snodano i diversi settori e ambienti termali è alquanto evidente, ma non risulta completamente esplorato, soprattutto nel settore periferico a Nord/Nord Est.

Nel 1998, con gli interventi di riqualificazione del porto, il Comune ha sottoscritto con il Ministero una convenzione per la gestione dei servizi di guardia, manutenzione ordinaria, accompagnamento ed informazione turistico-culturale dell’aerea archeologica delle Terme Taurine.

IL GIARDINO BOTANICO
Ciò ha consentito di rendere fruibile il sito ai visitatori che, spesso, in attesa dell’imbarco, sono stati agevolati da un bus-navetta a raggiungere le Terme Taurine e sono stati supportati da accompagnatori qualificati nel loro giro turistico.

Inoltre, la realizzazione nel 2000, all’interno del complesso antico, di un giardino botanico, che maggiormente ha riportato il monumento al suo remoto passato romano, ha determinato un’ulteriore motivazione ad aprire il sito ai visitatori, tutti i giorni, con un orario prolungato. I romani infatti abbellivano ove potevano le loro terme con passeggiate in lussuosi giardini, colmi di piante, alberi, terrazzi, statue, viali, balaustre e fontane.

Infine, gli interventi di scavo e restauro, avviati nel 2003 dalla Soprintendenza sui corpi centrali del complesso monumentale, renderanno la zona ancor più qualificata e consentiranno una migliore lettura e visione delle strutture antiche.

Oggi nel parco archeologico delle Terme Taurine l’acqua non sgorga più, e saremmo curiosi di capire se le sorgenti si siano disseccate o siano state convogliate da qualche altra parte, cosa di cui manca totalmente l'informazione.


BIBLIO

- Carlo Fea - Ragionamento sopra le Terme Tauriane, il Tempio di Venere e Roma il Foro di Domiziano e d'Augusto ec. con una tavola in rame - 1811 -
- Gaetano Torraca - Delle antiche Terme Taurine esistenti nel territorio di Civitavecchia - 1761 -(Riproduz. anast. 1991) -
- Terme Taurine - Soprintendenza Beni Archeologici Etruria Meridionale -archeologialazio.beniculturali.it. -
- The port of Rome - Guida di Civitavecchia -
- Giuseppe Rocco Volpi - Vetus Latium Profanum - Roma - 1745 -



1 comment:

  1. <>

    Ci sono racconti che negli anni '60 ed inizio '70 alcuni civitavecchiesi facevano il bagno nel Calidarium. Poi l'ingresso dell'acqua termale nella vasca fu 'sigillata'.

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