SATICULA (Città scomparse)



SANT'AGATA DEI GOTI

Saticula (o Saticola) è un'antica città sannita, facente dunque parte della Confederazione delle città sannite. Il luogo preciso della sua ubicazione è pressoché sconosciuto, perché, come risulta da alcune fonti della storia romana e dalla tradizione popolare locale, essa fu completamente distrutta dai Romani per vendetta contro i Sanniti che avevano umiliato i soldati romani alle Forche Caudine (321 a.c.).

POSIZIONE DI SATICULA (INGRANDIBILE)
La terribile umiliazione inflitta ai romani portò un terribile pericolo per i Sanniti, tanto che il vecchio Erennio, padre del comandante sannita spiegò: se i soldati romani fossero stati lasciati andare, si sarebbe potuto contare sulla gratitudine di Roma; oppure se l'esercito romano fosse stato distrutto uccidendo uno per uno tutti i legionari, Roma non avrebbe potuto riarmarsi in breve tempo e i Sanniti avrebbero potuto vincerla definitivamente. 

Non esisteva una terza soluzione. Dice Livio: "tertium nullum consilium esse", ma i Sanniti non compresero, umiliarono i romani alle Forche Caudine per poi lasciarli andare, firmando così non solo la propria condanna ma quella di tutti i Sanniti.

In ogni caso il sito di Saticula doveva trovarsi tra l'antica Capua a nord, Caudium a est e il territorio campano a ovest, sulla sponda sinistra del fiume Volturno, alle pendici del monte Taburno, in località Faggiano, dove infatti sono rinvenuti importanti resti archeologici importanti. 

La sua storia è molto antica, perchè già all'epoca della fondazione di Roma, gli abitanti di Saticula venivano distinti tra gli altri popoli dell'Appennino meridionale, e Virgilio nel libro VII dell'Eneide menziona gli abitanti di Saticola: i Saticoli.


In base ai ritrovamenti archeologici nell'area di Saticula si desume che la città, per la sua posizione di confine con la Campania, fosse più un centro di commerci di oggetti di uso e artistici che una cittadella di importanza militare, come poteva essere ad esempio Caudium. 

Difatti, il vasellame di squisita fattura artistica rinvenuto a Sant'Agata de' Goti, più o meno l'area della città di Saticula, proveniva da Paestum, mentre i gioielli reperiti soprattutto nelle tombe provenivano probabilmente dalla Magna Grecia e dall'Etruria.

Già dal XVIII secolo l'area presunta di Saticola sta restituendo un'imponente quantità di reperti archeologici, come vasellame, monili, monete, oltre a tombe e necropoli. etrusche e non. Grosso modo la sua area corrisponderebbe a quella dell'odierna Sant'Agata de' Goti (BN), la città risorta sulle sue rovine molti secoli dopo la sua distruzione.

Il suo nome viene fatto risalire generalmente al periodo etrusco, anche se poi latinizzato in seguito all'espansione della civiltà romana. L'etimo di Saticula sarebbe dunque osco "sati-ko"; e in tal caso la fondazione di Saticula, o Saticola, si dovrebbe riportare al periodo osco, cioè alle migrazioni degli Osci nel Meridione d'Italia (VI-V secolo a.c.).

Pertanto il nome di Saticula non deriva dal latino, dove significa "molto coltivata" o "molto colta" nel senso dell'arte, anche se i vasi saticulani (da ricordare il cratere col mito di Alcmena, conservato nel British Museum di Londra), sono di raffinata fattura. Infatti i latini tradussero non il senso della parola ma solo il suo suono ricavandone il termine più prossimo alla città.


BIBLIO

- Antonio Buonomo - Da Saticula a Sant'Agata de' Goti. Profilo storico di due città non definite - Ed. Samnium Medica - 2004 -
- T. Livio, Ab Urbe Condita, l.VII -
- Balassone G., Boni M., Di Maio G., Fariello M. & Villa I. M. - Metallic objects from necropolis of Saticula (Sant' Agata dei Goti, Benevento, Italy) - Volume per il Completamento del metanodotto algerino - Electa Napoli - 1998 -
- Balassone G., Boni M., Di Maio G., Fariello M. & Villa I. M. - Analysis of the rings found in the samnitic necropolis of Saticula (Sant' Agata dei Goti, Benevento, Italy) - Archaeometry 98: BAR, Proceedings of 31st Symposium - Budapest 1998 -


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