LEGIO VII GEMINA




La Legio VII Gemina, ovvero la VII Legione Gemella, venne fondata nel 69 dall'imperatore Galba (governatore dell’Hispania Citerior Tarraconensis, Lucius Livius Ocella Sulpicius Galba 3 a.c. - 69 d.c.) a Clunia (Burgos - Spagna) quando venne proclamato imperatore dal suo esercito in opposizione a Nerone nell'anno 68.

Essa nacque infatti come Legio VII Galbiana, che servì per completare gli effettivi della Legio VI Victrix al servizio dell'imperatore. Facevano parte della VII legio il centurione primipilo Minicius Iustus, che divenne praefectus castrorum della nuova legione e il tribuno augusticlavio Raecius Gallus.

Svetonio:
"Galba reclutò legioni e truppe ausiliarie tra la gente della sua provincia per rafforzare il suo esercito, che consisteva di una sola legione, due ali di cavalleria e tre coorti. Fondò una sorta di Senato composto da anziani di grande esperienza per deliberare con loro, a volte, su importanti affari; nell'ordine dei cavalieri nominò giovani uomini che, senza perdere il diritto di utilizzare l'anello d'oro, dovevano servire nelle loro località con il nome evocati."

TOMBA DI MARCUS ANNIUS DELLA VII GEMINA

LA LEGIO VII GALBIANA HISPANA

Nel luglio del 68 la VII Galbiana parte alla volta dell’Italia con Galba, e giunge a Roma il 20 ottobre; Galba ottiene l'imperio e la Legio VII Galbiana Hispana viene spedita a novembre nella base di Carnuntum (Pannonia Superiore), forse accompagnata dalla Legio XIV Gemina. Dopo appena sette mesi di governo, il 15 gennaio del 69, Galba fu deposto e assassinato dai pretoriani che elevarono Otone alla porpora imperiale e la VII Gemina si schierò con lui. 

EMBLEMA DELLA VII GEMINA
Otho (Otone) ordina il rientro in Italia della legione, che si mette in marcia a fine febbraio-inizio marzo del 69, preceduta da una vexillatio di 2000 legionari per combattere il 14 aprile nella battaglia di Bedriacum, dove le legioni di Otone sono sconfitte a Bedriacum da quelle del nuovo candidato imperatore Aulus Vitellius, sostenuto dalle legioni germaniche.

A causa della severità del Praefectus castrorum Minicius Iustus, la Legio VII Galbiana Hispana, poco prima della battaglia di Bedriacum, rasenta l’ammutinamento nei pressi di Patavium; Minicius viene spostato presso l’esercito di Vespasiano, comandante le legioni impegnate nella guerra in Giudea, e nuovo candidato al trono imperiale.

Salito al trono, Vitellio stanziò la VII in Italia, dove, come molte altre unità che avevano sostenuto Ottone, cambiò parere e si dichiarò sostenitrice di Vespasiano, nominato imperatore da parte delle legioni orientali e dalle legioni danubiane comandate dal suo legato Marcus Antonius Primus.

Nella II battaglia di Bedriacum la Legio VII forma l’ala sinistra dell’esercito di Vespasiano, subisce molte perdite e perde diverse insegne, salvando l’aquila a costo della vita del centurione primipilo Lucius Atilius Verus. Tuttavia è vincitrice.

Altro particolare: il legionario della XXI Rapax al servizio di Vitellio, Iulius Mansuetus, viene ucciso in battaglia dall'ignaro figlio che non lo vedeva da quando era bambino, ora recluta della  VII Galbiana Hispana.

MURO ALTO IMPERIALE DEL CASTRUM DELLA VII GEMINA

LA LEGIO VII GEMINA

Nel 70 viene ordinato da Vespasiano alla VII di tornare nel suo accampamento di Carnuntum in Pannonia. Da lì la legione viene inviata nella Germania Inferiore per sedare la rivolta dei Batavi comandati da Iulius Civilis. 

Anche qui subisce molte perdite per cui la legione viene fusa con i resti della Legio I Germanica, fondata da Giulio Cesare, una delle legioni che portarono il loro aiuto alle truppe assediate a Castra Vetera (Germania Inferiore), finendo loro stesse intrappolate, prendendo finalmente il nome di LEGIO VII GEMINA.

Essa servì in Pannonia e nella Germania Superior, dove ricevette il titolo di Felix, per i suoi meriti. Dopo 4 o 5 anni, l'unità venne trasferita nella Hispania Tarraconensis, nella città di Leon (Spagna) che crebbe intorno al luogo dove si stabilì la Legione VI Victrix fino al 69, sostituita poi dalla Legione VII Gemina nel 74 dalla Pannonia. 

Il nome León è un'evoluzione del termine romano Legio. Le sue rovine sono sotto la moderna Leone, che ne conserva le mura, la Porta Principalis Sinistra e i resti dell'anfiteatro dei suoi cannabae.

Tra i suoi comandanti Publio Cornelio Anullino (175-203), console nel 199 e amico dell'imperatore Settimio Severo e Quinto Edio Lolliano Plauzio Avito (202-205), che comandò la VII dal 202 al 205 e nel 209 ottenne il consolato, e che, nel 224, fu governatore d'Asia.

Al tempo della Notitia dignitatum alcuni suoi distaccamenti (vexillationes) erano posti sotto il comando del "Magister militum per Orientem"



LA LEGIO IN HISPANIA 74–192

Vespasiano 
- Nell'anno 74, l'imperatore Vespasiano decise di trasferire la Legio VII Gemina Felix alla provincia Hispania Tarraconensis, stanziandola nell'antico accampamento della Legio VI Victrix di Legio, oggi León, che rimase fin tanto che perdurò il dominio romano in Spagna. 

La VII in realtà creò un nuovo campo, con orientamento leggermente diverso da quello del predecessore, che divenne la sua base permanente fino alla sua scomparsa nel 409. 

TEGOLA CON ISCRIZIONE LVII G GORD P F,
LEGIO VII GEMINA GORDIANA PIA FELIX
Domiziano
- Nell'anno 89, sotto Domiziano, quando l'unità fu guidata dal futuro imperatore Traiano, si trasferì nella Bassa Germania per reprimere la rivolta di Lucio Antonio Saturnino, anche se, pur compiendo una marcia forzata di un solo mese, arrivò in ritardo e non poté partecipare alla battaglia, così che non ottenne, con grande dispiacere, il titolo di Pia Fidelis Domitiana, assegnato alle legioni e alle unità ausiliarie che parteciparono all'operazione.
Poco dopo, per ordine di Domiziano, inviò una vexillatio agli Agri Decumates, recentemente incorporati nell'Impero, collaborando alla costruzione del sistema difensivo dei nuovi limes e delle vie di comunicazione locali.

Traiano
- Sotto Traiano, la Legione fu in grado di inviare un distaccamento sul Danubio per partecipare alle guerre daciche.

Infatti la VII Gemina, diretta dal futuro imperatore Traiano, si recò nella Bassa Germania per reprimere la rivolta di Lucio Antonio Saturnino, collaborò alle guerre daciane di Traiano.

Il ponte di Traiano in Aqua Flaviae conserva un'iscrizione che indica come la sua costruzione venne pagata da 10 comunità della zona e costruita con l'aiuto dei legionari della VII Gemina.

Partecipò anche alla costruzione del ponte sul fiume Tamega nell'Aqua Flaviae (Chaves, Portogallo) e con l'Ala II Flavia Hispanorum civium romanorum per la costruzione del suo campo di Petavonium (Rosinos de Vidriales, Zamora).

Adriano
- Sotto Adriano, mandò una vexillatio in Britannia, collaborando alla costruzione del Muro di Adriano.

- Sotto Antonino Pio, una vexillatio dell'unità fu trasferita in Africa Proconsolare, nel campo della Legio III Augusta in Lambaesis per combattere contro i Mauri, che minacciavano la stabilità delle province romane del Maghreb.

Marco Aurelio
- Partecipò alle campagne contro i Mauri quando invasero la Baetica sotto Marco Aurelio, nel 171, stabilendo il suo regno in Italica, e ancora nel 174-175, anche se la sua partecipazione a questa campagna, diretta alla Mauritania tingitana, non è certa.

Clodio Albino
- Nel corso del III secolo, l'unità giurò fedeltà a Clodio Albino (145-197).

Settimio Severo
- giurò poi a favore di Settimio Severo (146 - 211) dopo la battaglia di Lugdunum, che gli diede l'epiteto di Pia nel 196, diventando Legio VII Gemina Felix Felix Pia.

Caracalla
- In seguito la legione fu fedele a Caracalla (188-217) - Legio VII Gemina Felix Pia Antoninianae. 

Alessandro Severo
EMBLEMA DELLA VII SECONDO LA
NOTITIA DIGNITARUM DEL V SEC.
- ad Alessandro Severo (208-236) - Legio VII Gemina Felix Pia Severiana. 

Gordiano
- a Gordiano III (225-244) - Legio VII Gemina Felix Pia Gordianae.

Aureliano
- Qui si dedicò all'Impero gallico, per ritornare alla disciplina imperiale di Aureliano (214-275), quando parte dell'unità fu inviata in Oriente per le campagne contro il regno di Palmira, ma rimase in zona e non ritornò mai in Hispania. 

Galerio
- Giurò fedeltà ai diversi imperatori fino al tempo di Galerio (250 - 311). 

Costantino I
- Diventò invece, con Costantino I (274-337), la maggior parte dell'esercito di manovre d'Oriente come legio comitatensi.

Costantino III
Nel IV secolo, l'unità fu trasformata e ridotta con le riforme di Costantino I, senza partecipare ad alcuna operazione esterna e verso il 409, dopo le manovre di Costantino III e Gerontius, era così ridotta che l'invasione di vandali, Suevi e Alans quasi la distrussero.

- All'inizio del V secolo, negli anni turbolenti dell'usurpazione di Costantino III contro Onorio, la VII passò a Costantino. 

- Però nel nord della penisola due cugini di Onorio, Dídimus e Veriniano, mantennero la maggior parte delle truppe fedeli alla loro causa fino a quando non furono sconfitti dal figlio di Costantino, Cesare Costanzo, e dal generale Gerontius a capo delle truppe romane galliche e degli ausiliari barbareschi (honoriaci) nell'altopiano settentrionale vicino a Palencia. Da allora non si sono più avute notizie di Legio VII nè di altre guarnigioni ausiliarie del nord.

ISCRIZIONE IN ONORE DEL VETERANO DELLA VII GAIO VALERIO SOLDO

LA CITTA' DI LEON

Legio (León) fu una città romana sorta presso il convento Asturicense, nella provincia Tarraconense, fondata nel 29 a.c. come accampamento della Legio VI Victrix, ma dove fu poi istallata la Legio VII Gemina, dove rimase fino all'inizio del secolo V. 

Essa era l'unica guarnigione di tutta la penisola Iberica, situata nella provincia Tarraconensis, era formata da questa legione con i suoi ausiliarii. Secondo alcuni la VII Gémina doveva proteggere le miniere d'oro di Médulas (dove lavoravano 80.000 operai),nonchè per controllare il passaggio per le Asturie e i Cantabri.

Situata tra i fiumi Bernesga e Torío, durante l'epoca alto imperiale ebbe grande importanza per il fatto che l'unità militare era incaricata, tra l'altro, di controllare il nord-ovest della penisola, dove si trovavano importanti miniere d'oro come Las Médulas. Le sue rovine si trovano sotto la moderna Leon, di cui restano le mura, la Porta Principalis Sinistra e i resti dell'anfiteatro con le sue cannabae. 

Quando l'esercito romano conquistò la zona asturiana a sud della Cantabria, le autorità imperiali decisero di stabilire una delle loro basi su una terrazza fluviale, a 838 m sul livello del mare, alla confluenza dei fiumi Bernesga e Torío, al limite nord dell'Altopiano Settentrionale, pertanto sui principali passi orientali dal Paramo leonese attraverso la Cordigliera verso l'Asturia Transmontana ai primi contrafforti della Sierra e della costa Cantabrica.

Nella sua posizione strategica, León è stato un passaggio obbligato per raggiungere il Bierzo e la Galizia da un lato, e le Asturie dall'altro, attraverso i passi dei Monti di León e dei Monti Cantabrici.

Nell'Itinerario Antonino, una delle poche raccolte di antiche vie risalente al III secolo, sono citate alcune strade che traversavano la città, tra cui la Via I, che collegava Legio con l'Italia attraverso Caesaraugusta.

CANALIZZAZIONI DELL'ACQUA PER L'ACCAMPAMENTO DELLA VII LEGIO A LEON

GLI SCAVI

La trama reticolare di questo castra legionis VII Geminae determinò la successiva evoluzione di Legio e di León, la città che seguì. Inoltre, è stata rinvenuta un'area civile adiacente al campo. 

Le mura di León ospitano i resti di uno dei più importanti emblemi che Roma aveva, la Legione VII, la legione che permise a Galba di diventare imperatore, che collaborò alla costruzione del sistema difensivo e delle vie di comunicazione in Germania, che partecipò alle guerre daciane, collaborò alla costruzione del muro di Adriano e in Africa combatté i mauri, gli abitanti dell'attuale Marocco.

Gli strati delle sue mura stanno rivelando caratteristiche sconosciute della fisionomia campamentale. Tra le strutture si trovano fregi, colonne, basi, pozzi, pozzi, conci o mattoni. Questi elementi sono stati utilizzati per rinforzare il muro alla fine del III e all'inizio del IV secolo e possono dare indizi su come alcuni degli edifici, sia del campo che delle popolazioni al di fuori delle mura.

L'impero si trovava in un momento di profonda crisi e non si sa fino a che punto il campo legionario non avesse convissuto con la popolazione che viveva fuori dalle mura. Fu proprio allora che iniziò il processo di rafforzamento del muro. 

In questo periodo l'Hispania fu posta sotto la Prefettura di Gallia (che comprendeva Hispania, Gallia, Gallia, Germania e Britannia), dove l'Hispania divenne uno dei granai di questo settore occidentale e León (capitale militare di Hispania) era il centro logistico, il porto dove venivano immagazzinati i prodotti di approvvigionamento delle truppe che custodivano i confini settentrionali. 

Roma utilizzava due itinerari: quello che collegava Merida con Astorga e quello partiva al confine della catena montuosa cantabrica fino ai Pirenei e, attraversando la Gallia, a Treviri, la capitale. Quest'ultima era conosciuta come la Via de Hispania in Aquitania ed è lungo di essa che avviene la grande concentrazione delle mura nord-occidentali che conosciamo oggi: Legio VII, Lucus Augusti, Bracara Augusta, Veleia o Gijon (come supporto marittimo).

PONTE DI TRAIANO COSTRUITO CON L'AIUTO DELLA VII LEGIO
Per rafforzare le difese, sono stati utilizzati materiali provenienti dalla maggior parte degli edifici rurali e, naturalmente, da quelli che, come i templi o l'anfiteatro, si trovavano fuori dalle mura. Anche gli elementi costruttivi dei Principia potrebbero essere stati utilizzati a questo scopo.

Tra le iscrizioni ci sono una ventina di lastre di marmo provenienti da cave locali. Molti dei pezzi rimossi dal muro provengono da affioramenti calcarei nei pressi della città di León. Il gruppo più grande è costituito da marmi bianchi con venature grigie che offrono origini diverse più difficili da definire. 

Gli scavi archeologici di León, il cui centro storico conserva le linee del castra legionario, hanno portato alla luce i resti delle mura, del suo fossato, della Porta Principalis Sinistra, del Praetorium e dei Principia, di alcune caserme e delle terme - sotto l'attuale cattedrale -, insieme a monete, armi, resti di armature e materiale da costruzione sigillato con la figura della Legione.

Il castrum aveva forma rettangolare di 570 per 350 metri, per 20 ettari di superficie, in grado di ospitare una intera legione. I resti principali degli edifici riguardano due caserme (centuriae), dove si possono distinguere gli spazi per ospitare i soldati, ma anche il Principia, il comando della Legio VII, che si trovava su un lotto di via San Pelayo.

Ma il suo compito principale fu di collaborare con l'amministrazione imperiale di Hispania, per la quale mantenne distaccamenti nelle zone di estrazione dell'oro di El Bierzo, Lugo, Salamanca e del Portogallo settentrionale, fornendo scorte e burocrati ai governatori provinciali e procuratori equestri e, in generale, di mantenere l'ordine nelle tre province ispaniche. Fornì anche personale al porto di Tritium Magallum (Tricio, La Rioja), a quello di Lucus Augusti (Lugo) e alla statio di Segisama (Sasamón, Burgos).


BIBLIO

- Joanne Berry, Nigel Pollard - The Complete Roman Legions - ed. Thames Hudson - 2012 -
- H. M. D. Parker - The Roman Legions - New York - 1993 -
- J. R. Gonzalez - Historia del las legiones romanas - Madrid - 2003 -
- D.B. Campbell - Roman legionary fortresses 27 BC - AD 378 - Oxford - 2006 -



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