TEMPIO GENS FLAVIA AL CENTRO |
DOMIZIANO
DOMIZIANO |
(Svetonio, Domiziano, 13)
Insomma Domiziano, al contrario di suo padre e suo fratello, due grandi imperatori, grandi generali e grandi personaggi, non valeva un granché e i romani lo capirono ben presto, e i senatori ancora prima, e altrettanto l'esercito. Insomma non piaceva a nessuno, e e era consapevole.
PROBABILE POSIZIONE DEL TEMPIO RISPETTO ALLE SUCCESSIVE TERME DI DIOCLEZIANO |
CASERMA DEI CORAZZIERI - IPOTESI DI TEMPIO GENTE FLAVIA |
Si tratta di un breve settore in cappellaccio delle mura serviane, all'interno delle quali si osserva un tratto di un grande podio in opera cementizia.
All'esterno delle mura il terreno digradava a terrazze: i primi due ripiani erano occupati da un grande ambiente, liberato solo in parte, evidentemente un ninfeo (come mostra un canale di adduzione dell'acqua), una parete del quale era decorata da un grandioso mosaico figurato, con decorazione di quarto stile iniziale (età di Vespasiano).
La scoperta, avvenuta nelle immediate vicinanze, sull'altro lato di via XX Settembre, di una fistula acquaria con il nome di Tito Flavio Sabino, rende probabile l'identificazione dell'edificio con la casa del fratello di Vespasiano, che sappiamo esser stata sul Quirinale.
In tal caso, il grande podio potrebbe essere il tempio della Gens Flavia, eretto accanto alla casa da Domiziano.
"La sua nutrice Phyllis gli rese gli ultimi onori nella sua villa sulla strada Latina; poi portò di nascosto i suoi resti nel tempio dei Flavi e li mescolò con le ceneri di Julie, figlia di Tito, che aveva anche allevato".
(Svetonio - Vita dei 12 Cesari)
TESTA COLOSSALE DI TITO |
(Eugenio La Rocca, Il Templum Gentis Flaviae, in Coarelli 2009, pp. 224-233..
L'ipotesi è stata formulata in seguito alla scoperta dei resti: Daniela Candilio, Roma. Indagini archeologiche nell'aula ottagona delle Terme di Diocleziano).
In effetti i resti permettono di ipotizzare un esteso recinto porticato sui quattro lati, con esedre alternativamente circolari e rettangolari sporgenti dal muro di fondo.
Al centro un amplio podio che doveva sorreggere un edificio di forma oggi sconosciuta.
Dalla decorazione del complesso provengono una testa colossale di Tito oggi al Museo archeologico nazionale di Napoli, rinvenuta nelle vicinanze, e i frammenti di rilievi del cosiddetto "dono Hartwig", rinvenuti durante la costruzione dei portici dell'attuale piazza della Repubblica (che ripetono la pianta della grande esedra delle terme di Diocleziano).
PARTE DEL "DONO HARTWIG'' |
(AdnKronos) -
Soltanto recentemente e' stato scoperto che i reperti da oggi in mostra - nel primo piano di Palazzo Massimo- facevano parte di un medesimo complesso, identificabile con il Templum Gentis Flaviae, noto attraverso le citazioni degli autori antichi e costruito dall'Imperatore Domiziano come tempio e mausoleo di famiglia.
Il Templum Gentis Flaviae si trovava presso l'attuale Chiesa di Santa Susanna. Tutto questo in una sola aula museale."
PARTE DEL "DONO HARTWIG'' |
- Museo della Fondazione, nelle Terme di Diocleziano (è invece già stabilmente aperto l'attiguo Ex Planetario, piccolo 'museo dei capolavori');
- Palazzo Massimo;
- Palazzo Altemps (Largo Zanardelli-Piazza Navona) destinatario della Collezione Ludovisi, per decenni conservata, imballata, nella vecchia sede delle Terme.
(Pal/Zn/Adnkronos)
TEMPIO DELLA GENSA FLAVIA DI Andrea Carandini
"Percorrendo l’alta Semita (ora via xx Settembre) verso nord-est, nei pressi del “melograno” o malum Punicum sono state trovate, in tre tempi, le parti di un unico podio rettangolare, facili da ricomporre e integrare, il quale va identificato con quello del templum Gentis Flaviae, edificio che includeva nel seminterrato un mausoleo. Non a caso vicino al monumento è stata rinvenuta una testa colossale di Tito che apparteneva alle statue di culto del templum.
L’area sacra insisteva sulla casa natale di Domiziano ad malum Punicum (Svetonio, Vita di Domiziano, 1), come era accaduto al sacrarium e poi templum del divo Augusto. Era probabilmente già la casa di T. Flavio Sabino, il fratello di Vespasiano (Tacito, Storie). Nell’area sacra sono stati rinvenuti i rilievi Hartwig. Sono probabilmente attribuibili a un arco di accesso al santuario, uno dei quali mostra un flamine che sacrifica all’altare di questo tempio e che mostra sullo sfondo il retro dell’aedes Quirini.
Ciò sta a indicare la stretta relazione tra questi luoghi di culto. Che alla fine del principato Domiziano sperasse di essere divinizzato, come Romolo assimilato a Quirino? Le fondazioni del tempio sono notevolmente conservate per metà, per cui sono raddoppiabili, data la perfetta simmetria dei templi. Si tratta di una sostruzione rettangolare che doveva sorreggere il tempio vero e proprio, da noi ricostruito sul modello del templum divi Hadriani.
Il podio del tempio prevedeva una camera sotterranea, accessibile dal pronao, che aveva una forma a “T”, attestata anche per la aedes Apollinis. In questa camera funeraria sono state deposte le ceneri di Vespasiano, di Tito, di sua figlia Giulia e di Domiziano, queste ultime collocate di nascosto dalla schiava Fillide nell’urna della nipote Giulia (Svetonio, Vita di Domiziano, 17.3; si veda l’Angolo 18). Il soffitto del tempio era voltato, come quello del templum Veneris et Romae, ed era ornato da raffigurazioni del cielo e degli astri connessi a Domiziano.
In Stazio (Le selve, 5.1.239-241) leggiamo: “Ecco, lo riconosco! È il ‘ministro’ di colui che poco fa ha fondato un tempio della sua famiglia immortale (gentis Flaviae) e ha posto i suoi astri in un alto cielo (la volta a botte del tempio)” (si vedano anche Stazio, Le selve, 4.3.16-19 e Marziale, 9.1.8-10; 9.3.11; 9.20.1-6; 9.34.12, 7-8).
Settimio Severo ornerà i soffitti degli ambienti della domus Augustiana in cui amministrava la giustizia con cieli e astri (Dione Cassio 77.11.1). Si trattava in questo caso sicuramente di ambienti rettangolari, come ad esempio la basilica al fianco della “aula regia”, mancando in quella domus ogni sala circolare. D’altra parte la fondazione del tempio è evidentemente rettangolare (m 52 x 74 ca.).
L’ipotesi di una tholos, o edificio rotondo, in astratto possibile (Dione Cassio 53.27), è qui da respingere allo stato attuale delle conoscenze (lo conferma anche una prospezione geomagnetica britannica inedita, che ho avuto modo di consultare).
È possibile che fosse un templum non solo l’edificio per la statua di culto, ma anche l’intera area circondata da una triplice porticus, dotata di nicchie rettangolari al centro e semicircolari ai lati. Quando Diocleziano costruirà le sue terme, sarà costretto ad abbattere la porticus, lasciando sopravvivere solamente l’aedes e l’ara, attestati ancora nel IV secolo dai Cataloghi Regionari".
BIBLIO
- Eugenio La Rocca - Il Templum Gentis Flaviae - in Coarelli - 2009 -
- Aurea Roma: dalla città pagana alla città cristiana - L'Erma di Bretschneider - 2000 -
ReplyDeleteI due Flavi aveva cercato rifugio sul Campidoglio, nel tempio di Giove Ottimo Massimo; i soldati di Vespasiano [errore di battitura, i soldati erano di Vitellio] appiccarono un incendio e il tempio venne distrutto, e Sabino perse la vita. Domiziano invece, diciottenne (era nato il 24 ottobre del 51), trovò riparo in casa di un custode e scampò travestito da sacerdote di Iside: