UTHINA - OUDNA (Tunisia)



L'ANFITEATRO

Uthina, o Oudna, fu un'antica città Romana-Berbera, cioè edificata dai romani su territorio e centro abitato preesistente berbero, locata a 25 km da Tunisi, nell'odierna Tunisia, allora una provincia dell'Africa proconsolare.

Uthina venne elevata a colonia in età augustea, il che la portò a una rapida colonizzazione e conobbe il periodo più florido della sua storia sotto il regno degli Antonini e dei Severi. Il suo declino fu rapido malgrado un piccolo periodo di rinascita nel IV secolo.

Fu abbandonata nel V secolo e da allora non si seppe più nulla di Uthina. Notevoli campagne di scavo e di ricerca hanno già riportato alla luce importanti monumenti come il teatro, l'anfiteatro, l'acquedotto, le ville, le terme, oltre a monumenti con splendidi mosaici che testimoniano l'importanza agricola e commerciale di una città costruita nel bel mezzo di una campagna riccamente dedita alla coltivazione del grano, di cui tanto l'Urbe di Roma aveva bisogno.

UTHINA IN EPOCA ROMANA (by Jean Claude Golvin)

L'ANFITEATRO

Il monumento segna l'ingresso al sito archeologico, come annuncia un cartello con la mappa del sito posto in loco. Per grandezza è il terzo anfiteatro in Tunisia, dopo quelli di El Jem e Cartagine, e  può contenere circe 15.000 persone.

Ha una forma ellittica e l'arena centrale misura 58 m per 35 m. Secondo l'uso greco è stato parzialmente scavato nella collina: con meno materiali da spostare e una migliore solidità alla struttura. Una rampa posta nella parte alta del monumento consente di raggiungere il centro dell'anfiteatro scendendo verso l'arena. 
 
I lavori di restauro sono stati intrapresi circa venti anni fa e diverse sale a volta sono stati resi, grazie a questi, accessibili sotto l'arena. Uno squarcio ricoperto da una solida rete permette di vedere attraverso diversi punti dell'intero pavimento dell'arena, offrendo una finestra sul livello inferiore dell'anfiteatro prima di scendere le scale.

In un atto di suprema arroganza coloniale, una volta sorgeva qui una fattoria francese che è stata demolita quando Uthina è diventata un sito archeologico ufficiale nel 2008.
Da non perdere il larario, una nicchia dipinta dove i cacciatori di bestie davano offerte alle loro diverse divinità per chiedere protezione.

L'ANFITEATRO


IL FORO

L'ex foro, a sud-est del Capitole, è occupato da fatiscenti annessi coloniali oggi utilizzati dal personale di scavo e manutenzione.

IL TEMPIO DEL CAMPIDOGLIO


IL CAMPIDOGLIO

Situato sulla collina, è considerato uno dei più grandi templi dell'Africa. Le colonne Capitoline sono state parzialmente ricostruite con attenzione all'evidenza di ciò che è antico da ciò che è moderno, restituendo l'immagine delle dimensioni e della forma dell'edificio.

Nel Campidoglio sono stati rinvenuti i suoi preziosi sotterranei, dove evidentemente si conservavano gli strumenti per la pulizia e la liturgia del tempio, compreso il carro da cerimonia per le processioni e le varie statue degli Dei, la cui sala principale è mantenuta da enormi archi.

LA SALA PRINCIPALE DEI SOTTERRANEI CAPITOLINI

LE CISTERNE

Più a sud-est del foro, alla fine di un acquedotto che riforniva di acqua sorgiva dalla vicina Djebel Ressas, ci sono i resti di un serbatoio. La maggior parte dell'acqua è stata inviata a una rete di enormi cisterne ad arco, 200 ma sud del bacino. Alcuni sono crollati, anche se altri rimangono in condizioni notevolmente buone.

Sul lato del Campidoglio, c'è una casa ancora occupata a tutt'oggi. Questa casa, che per qualche strano motivo non è stata ancora espropriata dallo stato, è sostenuta da vecchie cisterne romane che rifornivano all'epoca il Campidoglio e le Terme.

Continuando verso est, si incontra un acquedotto romano che si riforniva d'acqua dalle 3 fonti poste sulle colline circostanti. Pertanto, Oudhna, nonostante la vicina presenza dell'acquedotto Zaghouan / Cartagine, era indipendente per l'approvvigionamento idrico.
 
LE TERME

LE TERME

Ai piedi del Campidoglio, a meno di 200 metri di distanza, c'è un'enorme massa di blocchi e pietre che sono i resti dei i bagni pubblici romani, costituiti da portici, archi e frammenti di pietre scolpite. Il posto è anche pericoloso, con alcuni buchi mal protetti ma l'effetto è imponente.

E' il sito dei grandi bagni pubblici, che furono danneggiati dalle esplosioni mentre venivano usati come deposito di armi durante la seconda guerra mondiale. 

Il livello sotterraneo, ancora in buone condizioni, è il luogo in cui è possibile assistere alle tipiche conquiste ingegneristiche dei romani, compresi i modi intelligenti per smaltire l'acqua sporca del bagno.

Tornati a nord sulla strada per l'anfiteatro si trovano le Terme dei Laberii, che prendono il nome da un'iscrizione rinvenuta su un mosaico di Orfeo che incanta gli animali, oggi al Museo del Bardo di Tunisi. 

I vicini Bagni degli Amorini Pescatori ha ancora un bel mosaico murale semicircolare in situ, raffigurante Amorini (dett anche Eroti, da Eros), dei genietti allegri della religione romana, che gettano pali e reti in un ruscello carico di pesci. 

Quando Uthina andò in declino durante l'era bizantina, la parte nord-est del complesso fu convertita in un laboratorio di ceramica e qui furono scoperti molti manufatti cristiani.

Le terme si trovano accanto ai resti della sontuosa villa di 30 stanze chiamata Casa dei Laberii, che ha un paio di mosaici surrogati, che illustrano la leggenda dell'invenzione del vino, nonché scene di caccia in cui due cani di nome Ederatus e Mustela inseguono lepri e volpi, e sono seguiti dai loro proprietari a cavallo.


LE VILLE ROMANE

VISTA SATELLITARE DELL'AREA ARCHEOLOGICA
(INGRANDIBILE)
Diverse ville furono riportate alla luce durante i vari scavi, come la Villa dei Laberii, una immensa villa con una superficie di circa 2.300 mq o come la Villa Industrius con una superficie di 700 mq. le ville erano ornate da pavimentazioni musive di grande effetto ora esposti al Museo Nazionale del Bardo. Tuttavia delle copie dei mosaici sono state poste nei siti originali delle ville.


IL TEATRO

Il teatro, posto all'esterno e ai piedi della città è stato scavato solo in parte, ovvero quasi per nulla, per cui attualmente è più facilmente identificabile dall'immagine satellitare.


BIBLIO

- Ammar Mahjoubi - Villes et structures de la province romaine d'Afrique - éd. Centre de publication universitaire - Tunis - 2000 -
- Hédi Slim et Nicolas Fauqué - La Tunisie antique - De Hannibal à saint Augustin - éd. Mengès - Paris - 2001 -  
- Hitchner, R., DARMC, R. Talbert, R. Warner, J. Becker, S. Gillies, T. Elliott - Places: 315247 (Uthina) - Pleiades . Retrieved  2014 -
- Mary Taliaferro Boatwright - Hadrian and the Cities of the Roman Empire - Princeton University Press - 2002 -



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