CIRIADE |
Nome: Cyriades, Mariades, Mareades
Nascita: ?
Morte: ?
Regno: 259-260
Ciriade (di cui altre fonti riportano il nome Mareades o Mariades o Mariadnes ) viene citato come un romano ribelle che avrebbe tradito Roma contattando Shapur I, (Sapore I) invitandolo alla guerra coi romani. Egli deve la sua triste fama in quanto enumerato come uno dei Trenta Tiranni (tutti pretendenti al trono della dell'Impero romano durante il regno di Gallieno) che avrebbe cercato presumibilmente di rovesciare appunto il potere imperiale.
Ciriade o Mariade che fosse (in latino: Cyriades, Mariades, Mareades; fl.259/260; non se ne conosce la data nè della nascita nè della morte) viene ricordato come un usurpatore che si ribellò contro l'imperatore Valeriano (200 - 260), attestato dalla lista dei Trenta Tiranni, contenuta nella Historia Augusta.
«I Persiani, carichi di bottino, tornarono senza perdite nel proprio paese dopo aver bruciato Mariade, che empiamente aveva guidato i Persiani alla distruzione dei suoi stessi concittadini. Questo evento accadde al tempo dell'Imperatore Gallieno.»
(Ammiano Marcellino, Storie, XXIII, 5.3.)
A tutt'oggi però non esistono prove che Ciriade (o Mareade) si fosse mai proclamato imperatore. Inoltre la Historia Augusta data l'evento dell'imperatore Valeriano in viaggio contro i Persiani al 259. Edward Gibbon invece data l'usurpazione dopo la sconfitta e la cattura di Valeriano nel 260.
L'anonimo Continuator di Cassius Dio riferisce di un Mariadnes, ma con gli abitanti di Antiochia consapevoli dell'invasione imminente, che volevano passare dai Romani ai Persiani. L'evento è del 250 ma la data e la caduta di Antiochia si verificarono, secondo i moderni studiosi, durante il regno di Treboniano Gallo.
Infine, secondo John Malalas, durante il regno di Valeriano, Mariades, uno dei funzionari di Antiochia venne espulso dal consiglio comunale perchè, responsabile delle corse dei carri, non aveva comprato i cavalli per una delle fazioni, e aveva rubato il denaro destinato all'Ippodromo. Così fuggì in Persia, e vendette Antiochia ai Persiani. Saccheggiata e rasa al suolo Antiochia, Shapur l'aveva decapitato come traditore del suo popolo.
- William Smith - Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology - Ancient Library - Bookshelf.
- E. Jeffreys, M. Jeffreys, R. Scott et al. - La Cronaca di Giovanni Malalas: una traduzione
Regno: 259-260
Ciriade (di cui altre fonti riportano il nome Mareades o Mariades o Mariadnes ) viene citato come un romano ribelle che avrebbe tradito Roma contattando Shapur I, (Sapore I) invitandolo alla guerra coi romani. Egli deve la sua triste fama in quanto enumerato come uno dei Trenta Tiranni (tutti pretendenti al trono della dell'Impero romano durante il regno di Gallieno) che avrebbe cercato presumibilmente di rovesciare appunto il potere imperiale.
Ciriade o Mariade che fosse (in latino: Cyriades, Mariades, Mareades; fl.259/260; non se ne conosce la data nè della nascita nè della morte) viene ricordato come un usurpatore che si ribellò contro l'imperatore Valeriano (200 - 260), attestato dalla lista dei Trenta Tiranni, contenuta nella Historia Augusta.
VALERIANO
Publio Licinio Valeriano (Publius Licinius Valerianus) è il primo esponente della dinastia valeriana.
Asceso al trono associò suo figlio Gallieno al potere, prima come Cesare e poi come Augusto, nominando a sua volta il secondogenito, Valeriano il giovane, come Cesare. Il suo regno fu turbato da continue invasioni delle frontiere danubiane e renane. Fece una morte infelicissima in quanto preso prigioniero militari durante la battaglia di Edessa, in Mesopotamia, nel 260 da Shapour I (Sapore I) re dei Sasanidi, forse per i maltrattamenti, morì qualche tempo dopo.
Asceso al trono associò suo figlio Gallieno al potere, prima come Cesare e poi come Augusto, nominando a sua volta il secondogenito, Valeriano il giovane, come Cesare. Il suo regno fu turbato da continue invasioni delle frontiere danubiane e renane. Fece una morte infelicissima in quanto preso prigioniero militari durante la battaglia di Edessa, in Mesopotamia, nel 260 da Shapour I (Sapore I) re dei Sasanidi, forse per i maltrattamenti, morì qualche tempo dopo.
GALLIENO
Publio Licinio Egnazio Gallieno (Publius Licinius Egnatius Gallienus; 218 – 268) è stato un imperatore romano, dal 253 al 268, famoso per la sua riforma dell'esercito, nonché valente condottiero. Quando il padre Valeriano fu catturato dai Sasanidi rimase l'unico imperatore per altri otto anni, fino alla morte quando era cinquantenne. Durante il suo regno ci furono due secessioni di territori dell'impero (l'Impero delle Gallie a occidente e il Regno di Palmira a oriente) e molti aspiranti imperatori.
Gallieno fu il primo a regnare per quindici anni (sette con il padre e otto da solo), cosa assai rara se si considera il primo periodo dell'anarchia militare (dal 235 al 253). Fu ottimo generale e ottimo riformatore dell'esercito. Fu ucciso a tradimento dal comandante della cavalleria dalmata Ceronio o Cecropio, in un agguato, a soli 50 anni.
Gallieno fu il primo a regnare per quindici anni (sette con il padre e otto da solo), cosa assai rara se si considera il primo periodo dell'anarchia militare (dal 235 al 253). Fu ottimo generale e ottimo riformatore dell'esercito. Fu ucciso a tradimento dal comandante della cavalleria dalmata Ceronio o Cecropio, in un agguato, a soli 50 anni.
CIRIADE
Nell'opera si narra come Ciriade avesse derubato il proprio padre, che infelicissimo si era visto dissipare dal figlio tutto il suo patrimonio, e infine come il riprovevole figlio, carico di debiti, per sfuggire agli irati creditori, si fosse rifugiato presso i Persiani dove ebbe tuttavia una discreta fortuna riuscendo ad essere ricevuto a corte del re.
Sembra dunque che Ciriade abbia saputo farsi apprezzare dal "Re dei Re" divenendo anche suo consigliere e convincendolo pian piano a invadere le province romane, ma a che scopo? I fatti dovrebbero essere accaduti durante la campagna di Valeriano in oriente, nel 258 o 259.
Ciriade figliuolo d'un padre dello stesso nome che deve essere caduto in disgrazia presso suo padre per la cattiva condotta e per l'insensato lusso, così lo derubò, gli tolse una grande quantità di oro e di argento e si salvò sulle terre de Persiani.
Sembra dunque che Ciriade abbia saputo farsi apprezzare dal "Re dei Re" divenendo anche suo consigliere e convincendolo pian piano a invadere le province romane, ma a che scopo? I fatti dovrebbero essere accaduti durante la campagna di Valeriano in oriente, nel 258 o 259.
Ciriade figliuolo d'un padre dello stesso nome che deve essere caduto in disgrazia presso suo padre per la cattiva condotta e per l'insensato lusso, così lo derubò, gli tolse una grande quantità di oro e di argento e si salvò sulle terre de Persiani.
Venne alla corte di Sapore I e lo esortò ad assalire Roma rappresentandogli certamente quanto l'occasione fosse favorevole e opportuna per mettere in campo le sue antiche pretensioni contro un Impero attualmente governato da un Principe debole e devastato per ogni parte da Barbari.
Per l'ambizione Sapore entrò in campagna approfittandosi delle intelligenze che Ciriade aveva conservate ne paesi soggetti a Romani. Entrò in Mesopotamia dove prese Nisibe e Carres, penetrò nella Siria e sorprese Antiochia. Gli abitanti di questa grande città si aspettavano tutt'altro che una tale disgrazia.
Dominati dall'inclinazione che avevano a piaceri e agli spettacoli erano attualmente al teatro e s intrattenevano a vedere un Pantomimo e sua moglie i quali rappresentavano una commedia per divertirsi. Tutto in un tempo questa femmina rivolgendosi gridò: "O che io sogno o che qui sono i Persiani". Infatti arrivarono e s'impadronirono senza difficoltà di una città che non pensava a difendersi.
La misero a sacco e depredarono i luoghi circonvicini. Dopo questa conquista i Persiani avrebbero potuto estendersi facilmente nell'Asia minore e soggiogarla. Ma la loro armata era carica d'un immenso bottino e stimarono bene di assicurarsene il possesso riportandolo nel loro paese.
Ciriade avendo coronati i suoi misfatti col parricidio, traditore della sua patria, volle finalmente raccogliere il frutto dei suoi delitti. Rimasto in Siria prese il titolo di Cesare e poi quello di Augusto.
Ciriade avendo coronati i suoi misfatti col parricidio, traditore della sua patria, volle finalmente raccogliere il frutto dei suoi delitti. Rimasto in Siria prese il titolo di Cesare e poi quello di Augusto.
Ma fu di breve durata. Dopo averne goduto per poco più di un anno Ciriade fu ammazzato da suoi.
IL FALSO USURPATORE
Marcellino assicura che Mareade cittadino di Antiochia che li aveva introdotti in questa città fu da essi punito col supplizio del fuoco. "Mareades, che aveva portato sconsideratamente i Persiani alla distruzione del suo popolo, fu bruciato vivo." Alcuni studiosi datano questo al 256. Ciriade più non viveva quando chiamato in Oriente dalla guerra de Persiani giunse ad Antiochia.
La figura di Ciriade potrebbe anche essere ispirata a Mariade, un nativo di Antiochia, il quale fu ritenuto colpevole di aver intascato fondi pubblici: Mariade portò l'esercito di Sapore in Siria, causando la cattura e il saccheggio di Antiochia. In seguito fu messo a morte da Sapore stesso.
«I Persiani, carichi di bottino, tornarono senza perdite nel proprio paese dopo aver bruciato Mariade, che empiamente aveva guidato i Persiani alla distruzione dei suoi stessi concittadini. Questo evento accadde al tempo dell'Imperatore Gallieno.»
(Ammiano Marcellino, Storie, XXIII, 5.3.)
MEDUSA DI ANTIOCHIA |
L'anonimo Continuator di Cassius Dio riferisce di un Mariadnes, ma con gli abitanti di Antiochia consapevoli dell'invasione imminente, che volevano passare dai Romani ai Persiani. L'evento è del 250 ma la data e la caduta di Antiochia si verificarono, secondo i moderni studiosi, durante il regno di Treboniano Gallo.
Infine, secondo John Malalas, durante il regno di Valeriano, Mariades, uno dei funzionari di Antiochia venne espulso dal consiglio comunale perchè, responsabile delle corse dei carri, non aveva comprato i cavalli per una delle fazioni, e aveva rubato il denaro destinato all'Ippodromo. Così fuggì in Persia, e vendette Antiochia ai Persiani. Saccheggiata e rasa al suolo Antiochia, Shapur l'aveva decapitato come traditore del suo popolo.
Dunque è ormai accettato che Ciriade e Mariades sono la stessa persona. Una possibilità è che il nome Ciriade sia una versione ellenizzata del nome aramaico Maryad'a. Non ci sono prove numismatica ed epigrafici che Ciriade (o Mariades) è stato mai proclamato Augusto. Le monete pubblicati da Groltzius e Mediobarbus vengono respinte dal Numismatica come spurie.
BIBLIO
- E. Jeffreys, M. Jeffreys, R. Scott et al. - La Cronaca di Giovanni Malalas: una traduzione
Byzantina Australiensia - Melbourne: Associazione australiana per Studi Bizantini - 1986 -
- L 263 - D.Megiae - Scriptores Historiae Augustae: Volume III. I due Valeriani. I due Gallieni. I trenta Pretendenti -- Malalas - Cronografia - XII -
- Ammiano Marcellino - Storie - XXIII -
- "Cyriades" - Historia Augusta - Tyranni Triginta -
- Banchich Thomas - "Mareades/Mariades/Mariadnes/Cyriades (252 or 253 or 256 or 259 A.D.)" - De Imperatoribus Romanis -
- "Cyriades" - Historia Augusta - Tyranni Triginta -
- Banchich Thomas - "Mareades/Mariades/Mariadnes/Cyriades (252 or 253 or 256 or 259 A.D.)" - De Imperatoribus Romanis -
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