ERCOLE E CACO |
Si presuppone che Caco fosse in origine un'antica divinità italica del fuoco della regione che circondava Roma. Veniva raffigurato come un uomo un po' scimmiesco, che però emetteva fuoco dalle fauci. Properzio ci tramanda che avesse tre teste e un corpo peloso.
La divinità non doveva essere negativa, visto che a lui si dedicarono a Roma alcuni monumenti, di cui sono sopravvissuti le "Scalae Caci" e l' "Atrium Caci".
Le suddette scale:
La divinità non doveva essere negativa, visto che a lui si dedicarono a Roma alcuni monumenti, di cui sono sopravvissuti le "Scalae Caci" e l' "Atrium Caci".
Le suddette scale:
"Mettevano in comunicazione la vallata del Circus maximus col Palatinus, e propriamente la parte meridionale detta Cermalus, nel cui fianco eran tagliate. Formavano uno dei tre accessi all'antica città del Palatino, e finivano con una porta, di cui non ci è dato il nome. Cosi le chiama Solino (collect, rer. mem. 1, 18), che fa cominciare le mura della Roma quadrata in "area Apollinis", e finire ad "scalarum Caci, ubi tugurium fuit Faustuli". E furono senza dubbio le stesse che ricorda Plutarco (Rom. 20), quando accenna al luogo della "casa Romuli", le scolae stesse e ivi pone la casa di Cacus. Avanzi se ne vedono tuttora."
(Dizionario Epigrafico di Antichità Romane - Ettore De Ruggiero - 1886)
In seguito si pensò a Caco come un mostro dall'aspetto scimmiesco, dato che il suo corpo era coperto di un manto peloso e, secondo la descrizione tramandataci da Properzio, possedeva tre teste. La trinità era appannaggio delle grandi Madri che governavano nel cielo, sulla terra o negli inferi. Insomma rimanda ad Ecate e pure a Cerbero, forma demonizzata dell'antica Dea.
Caco appare nella decima delle Fatiche di Ercole e Virgilio (Eneide VIII, 193-306), ma pure Tito Livio (I, 7) ed Orazio (Satire) ne parlano come di un mostro sputafuoco, che tuttavia fa il pastore.
(Dizionario Epigrafico di Antichità Romane - Ettore De Ruggiero - 1886)
In seguito si pensò a Caco come un mostro dall'aspetto scimmiesco, dato che il suo corpo era coperto di un manto peloso e, secondo la descrizione tramandataci da Properzio, possedeva tre teste. La trinità era appannaggio delle grandi Madri che governavano nel cielo, sulla terra o negli inferi. Insomma rimanda ad Ecate e pure a Cerbero, forma demonizzata dell'antica Dea.
Caco appare nella decima delle Fatiche di Ercole e Virgilio (Eneide VIII, 193-306), ma pure Tito Livio (I, 7) ed Orazio (Satire) ne parlano come di un mostro sputafuoco, che tuttavia fa il pastore.
I BUOI DI GERIONE
Il mito narra che Caco viveva in un anfratto dell'Aventino ed era un ladro di bestiame, tanto è vero che rubò parte della mandria dei buoi che Ercole aveva rubato al mostro Gerione, ma siccome secondo Ercole l'unico autorizzato a rubare era lui si adirò molto e si mise alla ricerca dei buoi.
Non fu facile perché Caco aveva portato le bestie nella sua grotta trascinandole per la coda, in modo che le orme rovesciate indicassero la direzione opposta. Sembra che nè Caco nè Ercole brillassero per acume, ma una mucca rispose al richiamo di Ercole, permettendogli di scoprire la grotta.
Il mostro cercò di difendersi vomitando dalle fauci un'immensa fiammata e fumata che avvolse la grotta in una buia caligine; ma Ercole balzò attraverso il fuoco (forse come figlio di Giove era ignifugo), afferrò Caco e lo strinse tanto da fargli uscire gli occhi dalle orbite, uccidendolo.
Insomma vinse Ercole e Caco morì, il che fa pensare alla solita invasione Argea che cambiò culti e usanze.
Insomma vinse Ercole e Caco morì, il che fa pensare alla solita invasione Argea che cambiò culti e usanze.
SCALAE CACI
Stranamente però le famose scale erano intitolate a Caco e non ad Ercole, il che rimanda a una riabilitazione degli antichi Dei una volta cacciati gli Arghei.
ATRIUM CACI ERCOLE E CERBERO |
Segnalato dalle cataloghi Regionari e davanti al portico Margaritaria (Curiosi) e il villaggio Iugarius e Unguentarius, e il portico Margaritaria (Nottia). L'atrium, o vestibulum, probabilmente portava a un tempio, che avrebbe potuto essere il tempio di Caca e Caco, così che il nome Caci doveva essere riferito ad entrambi gli Dei.
CACA E CACO
In realtà Caca faceva coppia con Caco, ambedue divinità del fuoco, e la Dea aveva un sacello con un fuoco perenne, come Vesta, o, secondo alcuni, per mezzo delle vergini sacerdotesse di Vesta. Caca fu più tardi oscurata e sostituita da Vesta, e Caco divenne un mostro.
Ambedue erano divinità del fuoco e dei vulcani, quindi protettivi in quanto davano il fuoco agli uomini e distruttivi in quanto facevano eruttare i vulcani, presso i quali però il suolo era molto fertile.
ERCOLE E GLI ARGEI
La realtà è che gli Argei, che in epoca antichissima conquistarono Roma, ovvero gli abitanti della futura Roma, furono cacciati dagli stessi Romani e i loro capi gettati nel Tevere, usanza riservata ai tiranni dell'Urbe, tanto è vero che i Romani in epoca monarchica, non potendo gettare a Tevere Tarquinio, ci gettarono dei covoni di grano dei suoi campi. I romani erano tosti, facili alla ribellione, facili ad aggregarsi e organizzarsi tra loro per cacciare qualsiasi tiranno.
Prova ne sia che gli Argei se ne andarono (Ercole se ne era già andato ma aveva lasciato dei compagni) e non tornarono più. Inoltre i Lemuri (in latino "lemures", cioè "spiriti della notte) erano gli spiriti dei morti diventati vampiri, ossia anime che non riescono a trovare riposo a causa della loro morte violenta.
Secondo il mito tornavano sulla terra a tormentare i vivi, perseguitando le persone fino a portarle alla pazzia. Il che dimostra che gli Argei, prima venerati, erano poi deceduti per morte violenta, in quanto i romani li avevano legati come salami e gettati nel Tevere. Da qui le Lemuria per impedire che potessero tornare dai vivi e vendicarsi.
LA RIABILITAZIONE
Si pensa dunque che cacciati gli Argei si fosse proceduto alla riabilitazione di Caca e Caco,
Come a Caca si offrivano nei festeggiamenti le primizie vegetali e il vino, e in seguito anche gli animali, così anche a Caco nelle campagne si festeggiava in coppia con la Dea. Si organizzavano processioni in loro onore, dove si portava in giro le statue ornate di ghirlande fiorite e appassite, a simboleggiare l'alternanza delle stagioni e quindi dei cicli vita-morte.
Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE
BIBLIO
- Luigi Piccardi, Lucia Alberti e Claudia Paterna - Eracle e le sue fatiche: L’età del Bronzo greca raccontata da uno dei suoi protagonisti, Roma (Italia) - CNR Edizioni - 2017 -
- F. Micha Lindemans - Caco - Encyclopedia Mythica -
Prova ne sia che gli Argei se ne andarono (Ercole se ne era già andato ma aveva lasciato dei compagni) e non tornarono più. Inoltre i Lemuri (in latino "lemures", cioè "spiriti della notte) erano gli spiriti dei morti diventati vampiri, ossia anime che non riescono a trovare riposo a causa della loro morte violenta.
Secondo il mito tornavano sulla terra a tormentare i vivi, perseguitando le persone fino a portarle alla pazzia. Il che dimostra che gli Argei, prima venerati, erano poi deceduti per morte violenta, in quanto i romani li avevano legati come salami e gettati nel Tevere. Da qui le Lemuria per impedire che potessero tornare dai vivi e vendicarsi.
LA RIABILITAZIONE
Si pensa dunque che cacciati gli Argei si fosse proceduto alla riabilitazione di Caca e Caco,
Come a Caca si offrivano nei festeggiamenti le primizie vegetali e il vino, e in seguito anche gli animali, così anche a Caco nelle campagne si festeggiava in coppia con la Dea. Si organizzavano processioni in loro onore, dove si portava in giro le statue ornate di ghirlande fiorite e appassite, a simboleggiare l'alternanza delle stagioni e quindi dei cicli vita-morte.
Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE
BIBLIO
- Luigi Piccardi, Lucia Alberti e Claudia Paterna - Eracle e le sue fatiche: L’età del Bronzo greca raccontata da uno dei suoi protagonisti, Roma (Italia) - CNR Edizioni - 2017 -
- F. Micha Lindemans - Caco - Encyclopedia Mythica -
- Velleio Patercolo - Historiae romanae ad M. Vinicium libri duo -
- G. De Sanctis - Storia dei Romani - I - Torino - 1907 -
- G. Geraci, A. Marconi - Storia Romana - Firenze - 2004 -
- G. De Sanctis - Storia dei Romani - I - Torino - 1907 -
- G. Geraci, A. Marconi - Storia Romana - Firenze - 2004 -
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