L'ANFITEATRO |
I monumenti più antichi della città furono eretti durante l'Alto Impero romano, durante il quale la città divenne capitale politica della provincia della Gallia Aquitania.
L'ARCO DI GERMANICO - RICOSTRUZIONE (by G.C.Golvin ) |
L'ARCO DI GERMANICO
L'arco fu eretto nell'anno 18 o 19 in onore dell'imperatore Tiberio, di suo figlio Druso minore e di suo nipote e figlio adottivo Germanico Giulio Cesare (15 a.c. - 19 d.c.). La costruzione fu finanziata da un privato cittadino, Caio Giulio Rufo.
In età romana si trovava all'ingresso del ponte, ma nel corso del Medioevo si trovò al centro di esso in seguito all'allungamento del ponte. L'iscrizione di dedica sull'attico, danneggiata dove menziona Tiberio e Druso e meglio conservata dove menziona Germanico, spiega il nome con cui l'arco è normalmente conosciuto.
Era collocato all'ingresso in città della via romana che conduceva a Saintes da Lione (Lugdunum, via Agrippa), sul ponte romano sul fiume Charente, ma venne smontato e ricostruito a partire dal 1843 a circa 15 m di distanza dalla riva, per permettere i lavori sugli argini del fiume che comportarono la distruzione del ponte e fu restaurato nel 1851.
In età romana si trovava all'ingresso del ponte, ma nel corso del Medioevo si trovò al centro di esso in seguito all'allungamento del ponte. L'iscrizione di dedica sull'attico, danneggiata dove menziona Tiberio e Druso e meglio conservata dove menziona Germanico, spiega il nome con cui l'arco è normalmente conosciuto.
Era collocato all'ingresso in città della via romana che conduceva a Saintes da Lione (Lugdunum, via Agrippa), sul ponte romano sul fiume Charente, ma venne smontato e ricostruito a partire dal 1843 a circa 15 m di distanza dalla riva, per permettere i lavori sugli argini del fiume che comportarono la distruzione del ponte e fu restaurato nel 1851.
L'arco era alto quasi 15 m e largo 15,90 m, a due fornici (alti 10 m), dove si circolava nei due sensi. I tre piloni sono decorati agli angoli da lesene su alti piedistalli, con fusti scanalati e capitelli corinzi. Le lesene sorreggono una trabeazione che gira sui quattro lati del pilone e svolge la funzione di imposta degli archi dei fornici.
Sopra questa, agli spigoli dell'arco, delle colonne inserite nella muratura, sempre con fusti scanalati, ma con capitelli compositi, sorreggono la trabeazione principale. Al di sopra è un basso attico con un coronamento.
L'iscrizione dell'arco riporta sull'attico la dedica "A Germanico Cesare, figlio di Tiberio Augusto, nipote del divo Augusto, pronipote del divo Giulio, augure, flamine augustale, console per la seconda volta, acclamato imperatore per la seconda volta", "A Tiberio Cesare Augusto, figlio del divo Augusto, nipote del divo Giulio, Pontefice massimo, console per la terza volta, acclamato imperatore per l'ottava volta, rivestito della potestà tribunizia per la ventunesima volta"
"A Druso Cesare, figlio di Tiberio Augusto, nipote del divo Augusto, pronipote del divo Giulio, pontefice augure"
MEDIOLANUM SANTONUM (by G.C.Golvin ) |
Sul fregio della trabeazione principale il dedicante si presenta come:
"Caio Giulio Rufo, figlio di Caio Giulio Catuaneunio, nipote di Caio Giulio Agedomopate, pronipote di Epotsorovide, della tribù Voltinia, sacerdote di Roma e di Augusto presso l'altare che è ad Confluentem, praefectus fabrum"
(L'altare di Roma e Augusto ad Confluentem si trovava a Lione).
L'arco di Germanico fu eretto verso gli anni 18 o 19, sotto il principato di Tiberio, da un notabile di nome Caio Giulio Rufo. Questo arco votivo deve il suo nome alla dedica scritta sul fregio della trabeazione, che onora la famiglia imperiale: Tiberio, il figlio Druso ed il figlio adottivo Germanico.
"Caio Giulio Rufo, figlio di Caio Giulio Catuaneunio, nipote di Caio Giulio Agedomopate, pronipote di Epotsorovide, della tribù Voltinia, sacerdote di Roma e di Augusto presso l'altare che è ad Confluentem, praefectus fabrum"
(L'altare di Roma e Augusto ad Confluentem si trovava a Lione).
L'arco di Germanico fu eretto verso gli anni 18 o 19, sotto il principato di Tiberio, da un notabile di nome Caio Giulio Rufo. Questo arco votivo deve il suo nome alla dedica scritta sul fregio della trabeazione, che onora la famiglia imperiale: Tiberio, il figlio Druso ed il figlio adottivo Germanico.
L'ANFITEATRO
Altro importante e superbo resto dell'epoca romana è l'anfiteatro, realizzato all'inizio del regno dell'imperatore Claudio. Era situato nella città di Mediolanum Santonum, capitale della civitas santonum (città dei Santoni, una suddivisione del territorio) e della provincia della Gallia Aquitania.
Altro importante e superbo resto dell'epoca romana è l'anfiteatro, realizzato all'inizio del regno dell'imperatore Claudio. Era situato nella città di Mediolanum Santonum, capitale della civitas santonum (città dei Santoni, una suddivisione del territorio) e della provincia della Gallia Aquitania.
I Santoni erano una popolazione della Gallia Aquitanica stanziata nella regione francese che dal loro nome fu detta Saintonge, presso l'Oceano Atlantico, a nord dell'estuario della Garonna. La loro capitale era Mediolanum Santonum, attraversata dalla Charente, oggi Saintes.
L'anfiteatro venne cominciato durante il regno dell'imperatore Tiberio e terminato sotto Claudio, verso l'anno 40 d.c..
Esso misura 126 metri per 102 ed è riconoscibile per la sua struttura particolare, con la cavea appoggiata su due versanti del Vallon des Arènes e su un terrapieno. Animali selvaggi e gladiatori accedevano all'arena attraverso due vomitorium, posti alle estremità est ed ovest. Poteva accogliere da 12000 ai 15000 spettatori.
La struttura è un po' alla greca e un po' alla romana, poiché parte della cavea, ove si alzano le gradinate, è per il lato est appoggiata su una collina, che venne scavata in modo da ottenere una forma corretta, mentre il lato ovest è sorretta da costruzioni.
L'arena dell'anfiteatro, dove avvenivano i combattimenti o le venationes, misurava 66,5 metri in lunghezza e 39 metri in larghezza, ed era divisa dagli spalti da un muro anch'esso ellittico alto 2 metri.
L'arena dell'anfiteatro, dove avvenivano i combattimenti o le venationes, misurava 66,5 metri in lunghezza e 39 metri in larghezza, ed era divisa dagli spalti da un muro anch'esso ellittico alto 2 metri.
Venne abbandonato dopo il IV secolo ed utilizzato come cava di materiale durante il Medioevo. I primi restauri dell'edificio si ebbero solo nel XX secolo, quando gran parte dell'anfiteatro era già stato distrutto. Restano attualmente alcuni resti delle sostruzioni e della cavea, oltre che lo spiazzo dell'arena.
LE TERME
Le Terme di Saint-Saloine sono posteriori ai due monumenti precedenti e pare che risalgano alla seconda metà del primo secolo. Dopo uno spoglio durato secoli, e dopo un'insediamento religioso sulle belle rovine, delle terme è rimasto solo il calidario, posto all'interno delle rovine di una chiesa paleocristiana che ha dato il suo nome al monumento. Esse erano alimentate dall'acquedotto romano, alcuni tronconi del quale sono ancora oggi visibili a nord della città e che sono oggetto di scavi archeologici dal 2003.
IL MUSEO
Il Museo archeologico di Saintes ospita la ricostruzione di un colonnato da un monumento pubblico del I secolo, i cui blocchi sono stati rinvenuti in reimpiego nelle mura del III secolo, insieme ad altri elementi e sculture di diversi monumenti, ugualmente rinvenuti dopo essere stati reimpiegati nelle mura cittadine.
Il Museo archeologico di Saintes ospita la ricostruzione di un colonnato da un monumento pubblico del I secolo, i cui blocchi sono stati rinvenuti in reimpiego nelle mura del III secolo, insieme ad altri elementi e sculture di diversi monumenti, ugualmente rinvenuti dopo essere stati reimpiegati nelle mura cittadine.
BIBLIO
- Prosper Mérimée - Notes d'un voyage archéologique dans le sud-ouest de la France. I. Saintes -Bibliothèque de l'École des Chartes, II,3 - 1846 -
- Gaio Giulio Cesare - De bello gallico -
- Ernest Desjardins - Géographie historique et administrative de la Gaule romaine - Paris - 1876 -
- Louis Marin - Inscriptions latines d'Aquitaine (ILA). Saintons - Bordeaux - 1994 -
- Ernest Desjardins - Géographie historique et administrative de la Gaule romaine - Paris - 1876 -
- Louis Marin - Inscriptions latines d'Aquitaine (ILA). Saintons - Bordeaux - 1994 -
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