Le naumachie erano dei grandi bacini attrezzati per rappresentare le battaglie navali dove si rievocavano le grandi vittorie del passato, il che non solo divertiva gli spettatori ma li inorgogliva per essere romani provocando un attaccamento sempre maggiore alla patria.
I naumacharii, cioè gli attori combattenti, erano nemici caduti schiavi, o gente assoldata al momento in cerca di notorietà e fortuna (nella naumachia si era molto visibili), o marinai pagati, o criminali condannati a morte cui veniva risparmiata la vita se dimostravano abilità e coraggio.
Questi dovevano guerreggiare indossando le armature del paese rappresentato, incitati alla lotta dai pretoriani e dalla folla sugli spalti. Questi spettacoli erano chiamati navalia proelia, battaglie navali, mentre il termine greco naumachia, più comune, indicava sia lo spettacolo sia il sito che le ospitava.
Questi spettacoli, ideati e rappresentati a Roma, solo raramente furono eseguiti altrove, in quanto costosissimi, poiché le navi erano autentiche, e manovravano come vere navi in battaglia, rovinandosi tra loro o addirittura affondando.
In origine i giochi erano gestiti dai sacerdoti per questioni di culto e duravano, come le famose corse dei cavalli, solo un giorno. Dai 77 giorni di ludi proclamati ufficiali tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero si arrivò nel quarto secolo a ben 177 giorni all’anno dedicati agli spettacoli.
Le naumachie spesso riproducevano famose battaglie storiche, come quella dei Greci che vinsero i Persiani a Salamina, ma passarono presto a rappresentare le vittorie di Roma, ormai padrona del Mediterraneo.
I naumachiarii (combattenti nella naumachia), e non come spesso si crede i gladiatori, salutavano prima della battaglia l'imperatore con una frase famosa: "Ave Caesar, morituri te salutant." Almeno così salutarono l'imperatore Claudio che non desiderando il massacro di tutti fece un cenno di negazione che fu però interpretato come una grazia dal combattimento. Claudio si infuriò, gli uomini combatterono, parecchi morirono, la folla andò in visibilio e tutti i sopravvissuti vennero graziati. Poiché era andata bene la frase venne ripetuta.
LA I NAUMACHIA
La prima naumachia si tenne a Roma in un bacino temporaneo scavato nel Campo Marzio, e fu finanziata da Cesare nel 46 a.c. per celebrare il suo trionfo. Ebbe tanto successo che Augusto organizzò le naumachie nei Septa, un ampio complesso con uno spazio aperto di 300 x 120 metri, circondato da portici e arricchito da opere d'arte prese dai paesi conquistati.
Questi dovevano guerreggiare indossando le armature del paese rappresentato, incitati alla lotta dai pretoriani e dalla folla sugli spalti. Questi spettacoli erano chiamati navalia proelia, battaglie navali, mentre il termine greco naumachia, più comune, indicava sia lo spettacolo sia il sito che le ospitava.
Questi spettacoli, ideati e rappresentati a Roma, solo raramente furono eseguiti altrove, in quanto costosissimi, poiché le navi erano autentiche, e manovravano come vere navi in battaglia, rovinandosi tra loro o addirittura affondando.
In origine i giochi erano gestiti dai sacerdoti per questioni di culto e duravano, come le famose corse dei cavalli, solo un giorno. Dai 77 giorni di ludi proclamati ufficiali tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’Impero si arrivò nel quarto secolo a ben 177 giorni all’anno dedicati agli spettacoli.
Le naumachie spesso riproducevano famose battaglie storiche, come quella dei Greci che vinsero i Persiani a Salamina, ma passarono presto a rappresentare le vittorie di Roma, ormai padrona del Mediterraneo.
I naumachiarii (combattenti nella naumachia), e non come spesso si crede i gladiatori, salutavano prima della battaglia l'imperatore con una frase famosa: "Ave Caesar, morituri te salutant." Almeno così salutarono l'imperatore Claudio che non desiderando il massacro di tutti fece un cenno di negazione che fu però interpretato come una grazia dal combattimento. Claudio si infuriò, gli uomini combatterono, parecchi morirono, la folla andò in visibilio e tutti i sopravvissuti vennero graziati. Poiché era andata bene la frase venne ripetuta.
NAUMACHIA DEL COLOSSEO |
LA I NAUMACHIA
La prima naumachia si tenne a Roma in un bacino temporaneo scavato nel Campo Marzio, e fu finanziata da Cesare nel 46 a.c. per celebrare il suo trionfo. Ebbe tanto successo che Augusto organizzò le naumachie nei Septa, un ampio complesso con uno spazio aperto di 300 x 120 metri, circondato da portici e arricchito da opere d'arte prese dai paesi conquistati.
Augusto voleva celebrare la potenza della flotta romana, soprattutto la sua vittoria navale di Azio, dove Agrippa, suo genero, era stato l'ammiraglio della flotta. Per la prima volta dai tempi di Caio Duilio, vincitore contro Cartagine, un ammiraglio era stato più celebrato di un generale delle armate di terra. L’orgoglio dei romani per la loro marina militare si rifletteva negli spettacoli delle battaglie navali.
IL COLOSSEO
IL VATICANO
Un'altra Naumachia famosa era costruita nella valle del Vaticano. Fu edificata da Domiziano all'interno degli Horti di Agrippinae, all'inizio per uso privato e poi per uso pubblico, a ovest del Mausoleo di Adriano. Era rettangolare con due lati lunghi e uno breve curvo. Pirro Ligorio ne riportò un disegno nel suo libro "Antiquae Urbis Image" del 1561. Poi fu usato per piantarvi una vigna e alla fine scomparve.
NAUMACHIA DI AUGUSTO (by Jean Claude Golvin) |
LA NAUMACHIA DI AUGUSTO
La naumachia d'Augusto (naumachia Augusti) è conosciuta dalle Res Gestæ. Il bacino fu edificato nel 42 a.c., per celebrare la dedicazione del tempio di Marte Ultore, dove si rappresentò la battaglia di Salamina. Augusto medesimo indica che il bacino misurava 1800 piedi romani su 1200 (circa 533 x 355 m) e Plinio aggiunge che al centro del bacino, probabilmente ovale, si trovava un'isola collegata all'argine con un ponte.
Il bacino era rifornito dall'acquedotto dell'Aqua Alsietina, acquedotto sotterraneo costruito nel 2 a.c. che assicurava l’alimentazione di acqua, passando sotto le costruzioni, appositamente costruito da Augusto per la sua alimentazione, con una capacità di 180 litri di acqua al secondo, per un ammontare di circa 200.000 m³ utili per riempire in 15 giorni la naumachia. Il bacino doveva avere una profondità di circa 1,5 m, quella minima per permettere alle navi di galleggiare, e pertanto una capacità giustappunto di circa 200.000 m³.
Era un acquedotto lungo 22.000 passi, creato appositamente per portare l'acqua alla Naumachia di Augusto dal lago di Martignano (vicino al lago di Bracciano) con un percorso di 33 km.
Un canale navigabile permetteva l'accesso alle navi provenienti dal Tevere, oltrepassato da un ponte mobile (pons naumachiarius).
I romani erano impazziti per la naumachia di Cesare, pertanto Augusto, che copiava il padre adottivo in tutto e per tutto, organizzò altre naumachie nei Septa, un complesso monumentale con uno spazio aperto di 300 x 120 m, circondato da portici e arricchito da opere d'arte provenienti dai paesi conquistati.
LOCAZIONE DEL BACINO |
Come riportò nelle Res Gestæ, fece scavare sulla riva destra del Tevere, nel luogo denominato "bosco dei cesari" (nemus Caesarum), un bacino dove s'affrontarono 3000 uomini, senza contare i rematori, su 30 navi, e altre unità più piccole.
Considerando le dimensioni del bacino e quelle d'una trireme (35 x 4,90 m circa), la trentina di vascelli utilizzati non dovevano avere molto margine di manovra.
In più l'equipaggio d'una trireme romana era di circa 170 rematori e tra i 50 o 60 soldati imbarcati, per cui occorrevano molti più combattenti d'una vera flotta. Lo spettacolo non consentiva evoluzioni ai vascelli, ma era basato sulla presenza scenica degli stessi nei grandi bacini e sui combattimenti corpo a corpo.
La sua naumachia riprodusse fedelmente quella di Cesare, cioè la battaglia di Salamina.
In questa immensa conca le navi di guerra romane si affrontavano in battaglie sanguinose. Tutto attorno accoglievano le folle numerose gradinate, di cui si è creduto riconoscere qualche avanzo nei pressi della chiesa di S. Cosimato. Nel centro c'era il lungo molo per gli ormeggi. Il tutto con un imponente servizio di guardia per evitare che i ladri approfittassero dell’assenza dei romani per compiere saccheggi nelle loro case.
DOPO AUGUSTO
Risulta che il ponte mobile Naumachiarius venne restaurato da Tiberius dopo un incendio e vi si tennero spettacoli sotto gli imperatori Nerone e Tito. Più tardi, anche Domiziano costruì una naumachia, ma il luogo preciso è ancora oggetto di dibattito.
La naumachia Augusti è menzionata ancora nel 95 d.c. (Stat. Silv. IV.4.5), poi cadde in disuso, si che al tempo di Alessandro Severo ne restavano solo alcune parti. (Cass. Dio LV.10). Secondo alcune fonti questa naumachia sarebbe sparita all’inizio del II secolo.
BIBLIO
- L. Quilici, S. Quilici Gigli - Architettura e pianificazione urbana nell'Italia antica - L'Erma di Bretschneider - 1997 -
- A. M. Liberati - Naumachia Augusti - ed. E. Steinby - Lexicon topographicum urbis Romae - 1996 -
- Anna Maria Liberati - Naumachia Caesaris - a cura di Eva Margareta Steinby - Lexicon Topographicum Urbis Romae - Roma - 1993 -
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