Il ponte è di indubbia origine romana, sicuramente edificato a seguito della conquista romana dell'allora borgo ligure-celtico e soggetto a molti restauri e rifacimenti nelle epoche successive. L'insediamento romano di Castrum Bobium doveva avere un collegamento sicuro e veloce con le attività sulla sponda destra della Trebbia, vale a dire con le saline termali, cioè le terme di epoca romana, la fornace del rio Gambado e la strada di collegamento con il Genovese e la Lunigiana (dove il monastero bobbiese aveva numerosi possedimenti).
LE PIENE DEL FIUME
La denominazione Ponte Gobbo nacque da una leggenda per cui il diavolo costruì il ponte gobbo per dispetto nella speranza di allontanare, per mezzo del ponte, così ingobbito, gli abitanti dal monastero e dalla religione. Non si capisce perchè i fedeli si schifassero tanto delle gobbe del ponte, non risulta che nel medioevo avessero questo spiccato senso estetico, a meno che non pensassero che il suddetto, in quanto gobbo, avesse poca stabilità.
In realtà nel medioevo, la costruzione di un ponte era un'opera di grande ingegno, considerata cosa prodigiosa, in quanto la chiusura delle scuole e soprattutto il disfacimento dell'esercito romano che vantava strepitosi genieri e ingegneri, avevano procurato una paurosa decadenza delle arti e delle tecniche.
A causa del carattere torrentizio, la Trebbia ha piene improvvise e devastanti con frequente spostamento del letto in ghiaia, cosa che rende problematico il guado soprattutto nei mesi invernali. La parte alta della costruzione venne rifatta nel VII secolo ad opera dei monaci dell'abbazia di San Colombano. Inoltre negli Archivi storici bobiensi si trova un documento datato 6 aprile 1196 che testimonia la manutenzione del ponte.
Fino al XVI secolo il ponte era composto solo di un grande arco alla sponda destra della Trebbia con tre archi più piccoli. Con i disastri delle piene si dovette nel 1590 ricostruire e allungare verso la sponda sinistra, su disegno del maestro Magnano da Parma, nel corso del XVII secolo il ponte arrivò ad avere undici arcate.
A causa delle piene si ebbero parecchie riedificazioni e restauri:
- 1452 - crollano diverse arcate;
- 1472 - il fiume Trebbia, nonostante le benedizioni, distrugge gli argini a monte, travolgendo l'ospedale S. Lazzaro e danneggiando il ponte;
- 1533 - ricostruzione di alcune delle arcate cadute;
1611: cade la grande arcata della Spessa;
1655: crolla di nuovo la grande arcata, ricostruita solo nel 1672 e i due piccoli archi diventano un arco unico;
1719: il fiume distrugge la VI, VII e VIII arcata, la ricostruzione si protrae fino al 1759
1763 -1764 iniziano i lavori di difesa e consolidamento del ponte
1789: nonostante ciò crolla la VI arcata che viene ricostruita provvisoriamente in legno
1814: cade l'VIII arcata e dopo quattro anni inizia la ricostruzione
1971: il 28 gennaio alle ore 18,15 crolla di nuovo l'arco maggiore della Spessa, oggi il ponte è stato ricostruito com'era.
Fino al XVI secolo il ponte era composto solo di un grande arco alla sponda destra della Trebbia con tre archi più piccoli. Con i disastri delle piene si dovette nel 1590 ricostruire e allungare verso la sponda sinistra, su disegno del maestro Magnano da Parma, nel corso del XVII secolo il ponte arrivò ad avere undici arcate.
A causa delle piene si ebbero parecchie riedificazioni e restauri:
- 1452 - crollano diverse arcate;
- 1472 - il fiume Trebbia, nonostante le benedizioni, distrugge gli argini a monte, travolgendo l'ospedale S. Lazzaro e danneggiando il ponte;
- 1533 - ricostruzione di alcune delle arcate cadute;
1611: cade la grande arcata della Spessa;
1655: crolla di nuovo la grande arcata, ricostruita solo nel 1672 e i due piccoli archi diventano un arco unico;
1719: il fiume distrugge la VI, VII e VIII arcata, la ricostruzione si protrae fino al 1759
1763 -1764 iniziano i lavori di difesa e consolidamento del ponte
1789: nonostante ciò crolla la VI arcata che viene ricostruita provvisoriamente in legno
1814: cade l'VIII arcata e dopo quattro anni inizia la ricostruzione
1971: il 28 gennaio alle ore 18,15 crolla di nuovo l'arco maggiore della Spessa, oggi il ponte è stato ricostruito com'era.
Il fatto è che i Romani capivano le piene e sapevano come arginarle a monte e come farle defluire attraverso canali e chiuse per salvaguardare i ponti e i territori, ma nel medioevo tutto questo sapere, anche grazie alla distruzione del 90% dei libri, andò perduto.
La denominazione Ponte Gobbo nacque da una leggenda per cui il diavolo costruì il ponte gobbo per dispetto nella speranza di allontanare, per mezzo del ponte, così ingobbito, gli abitanti dal monastero e dalla religione. Non si capisce perchè i fedeli si schifassero tanto delle gobbe del ponte, non risulta che nel medioevo avessero questo spiccato senso estetico, a meno che non pensassero che il suddetto, in quanto gobbo, avesse poca stabilità.
In realtà nel medioevo, la costruzione di un ponte era un'opera di grande ingegno, considerata cosa prodigiosa, in quanto la chiusura delle scuole e soprattutto il disfacimento dell'esercito romano che vantava strepitosi genieri e ingegneri, avevano procurato una paurosa decadenza delle arti e delle tecniche.
Comunque, a causa della sacralizzazione del ponte, seppur nato per opera del diavolo, per secoli il ponte fu meta di pellegrini e processioni religiose con benedizioni e processioni, nonchè con la costruzione vicino agli argini di croci ed immagini votive (di cui alcune ancora oggi sono visibili).
Allora il diavolo imprecò, ma prima di sparire maledisse il ponte e batté il suo bastone dicendo che ogni qual volta la religiosità sarebbe diminuita, avrebbe mandato delle piene della Trebbia a distruggere il ponte, che fu da allora denominato Gobbo o del Diavolo. Viene da chiedersi da che parte stesse questo diavolo, perchè se la religiosità diminuiva lui, avverso a Dio, avrebbe dovuto essere contento.
BIBLIO
- Michele Tosi - Bobbio Guida storica artistica e ambientale della città e dintorni - Archivi Storici Bobiensi - 1983
Negli ultimi anni l'amministrazione comunale con le autorità preposte ha dato vita ad un ulteriore consolidamento, costruendo opere che frenino l'impetuosità del fiume con vari piccoli argini a monte. Ora il ponte è transitabile solo a piedi o in bicicletta, essendo la sua carreggiata abbastanza stretta.
Sul ponte compaiono a tutt'oggi tre coppie di edicole o crocini, sopra le campate maggiori. Nelle due sopra l'arco maggiore (detto della Spessa) sono presenti due statue, che raffigurano san Colombano e la Madonna dell'Aiuto.
SAN COLOMBIANO
Fu un missionario Irlandese che vagò per l'Europa fino a Roma per il riconoscimento del Papa. Arrivato a Bobbio volle costruire una chiesa alla Madonna ma una fitta boscaglia ostacolava il trasporto dei materiali, allora san Colombano sollevò i tronchi come fuscelli, facendo il lavoro di trenta o quaranta uomini. La leggenda riferisce anche dell'episodio dell'orso che uscito dalla foresta avrebbe ucciso uno dei due buoi aggiogato all'aratro di un contadino, ma san Colombano avrebbe convinto l'orso a lasciarsi aggiogare all'aratro per terminare il lavoro al posto del bue.
LE LEGGENDE
Molti ponti romani hanno dato luogo a leggende soprattutto legate alle opere del diavolo che all'epoca era stimato grande ingegnere e soprattutto si vedeva un po' dappertutto, in qualsiasi opera o avvenimento.
- Secondo una di queste leggende, il diavolo contattò san Colombano, promettendogli di costruire il ponte in una notte, in cambio della prima anima mortale che lo avrebbe attraversato. Che i santi avessero la facoltà di mandare le anime all'inferno o in paradiso è inedito, comunque il santo accettò, forse perchè teneva al ponte.
LA VIABILITA' SUL PONTE |
LE LEGGENDE
Molti ponti romani hanno dato luogo a leggende soprattutto legate alle opere del diavolo che all'epoca era stimato grande ingegnere e soprattutto si vedeva un po' dappertutto, in qualsiasi opera o avvenimento.
- Secondo una di queste leggende, il diavolo contattò san Colombano, promettendogli di costruire il ponte in una notte, in cambio della prima anima mortale che lo avrebbe attraversato. Che i santi avessero la facoltà di mandare le anime all'inferno o in paradiso è inedito, comunque il santo accettò, forse perchè teneva al ponte.
Nella notte, il diavolo convocò vari diavoletti che lo aiutarono nell'edificazione del ponte, ma siccome erano di statura diversa fecero le varie arcate di altezze diverse. Al mattino, il diavolo si appostò sul ponte, ma San Colombano gli mandò un cagnetto. Il diavolo arrabbiato per tanto lavoro inutile, sferrò un calcio al ponte, che da allora è anche sghembo.
- In un'altra il Demonio costruisce il ponte senza gobbe e san Colombano fa attraversare il ponte da un asino; per cui il Diavolo, turlupinato, si gettò nella Trebbia sotto il ponte e la sua caduta in acqua deformò il ponte, non si sa perchè.
- Ancora in un'altra leggenda l'oste si confidò con un vecchio gobbo con il bastone, auspicando il collegamento della trattoria con la città con la deviazione della via commerciale verso Genova e Chiavari per aumentare le sue entrate. Il vecchio, che era il diavolo che passava da quelle parti, chiese se era disposto a vendere l'anima; l'altro annuì senza capire con chi aveva a che fare e gli strinse la mano.
La mattina seguente il ponte apparve magicamente, ma la moglie dell'oste notò che la gente che vi passava si esprimeva con turpiloqui e bestemmie nel superare faticosamente le gobbe del ponte, e addirittura andava ad ubriacarsi per la stanchezza (!), finchè un giorno non riconobbe il diavolo sul ponte. Così la donna andò a messa e raccontò tutto al vescovo, che capì perché la gente veniva sempre meno a messa e con la moglie stabilì un piano.
La sera, la donna invitò il vecchio a cena e lo fece abbuffare e ubriacare fino a quando si addormentò, mentre il Vescovo, con i parroci e alcuni parrocchiani rimastigli fedeli, iniziò a benedire il ponte e a costruire zone votive con croci e statue religiose (alcune ancora visibili). Il diavolo al suo risveglio vide il Vescovo che innalzava il suo pastorale al cielo.
Allora il diavolo imprecò, ma prima di sparire maledisse il ponte e batté il suo bastone dicendo che ogni qual volta la religiosità sarebbe diminuita, avrebbe mandato delle piene della Trebbia a distruggere il ponte, che fu da allora denominato Gobbo o del Diavolo. Viene da chiedersi da che parte stesse questo diavolo, perchè se la religiosità diminuiva lui, avverso a Dio, avrebbe dovuto essere contento.
BIBLIO
- Michele Tosi - Bobbio Guida storica artistica e ambientale della città e dintorni - Archivi Storici Bobiensi - 1983
- Tabula Peutingeriana - La Regina - 1966 -
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