CASTRA POTAISSA (Limes Pannonicus)




L'antica fortezza Castra Potaissa venne costruita dopo la conquista della Dacia ad opera di Traiano nel 106 d.c., eretta nell'area della moderna Turda, situata nel distretto di Cluj in Romania, alle spalle del settore strategico del Limes Porolissensis, ovvero il Limes germanico-retico, che è stato incluso dal 1987 nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO, insieme al Vallo di Adriano e il Vallo Antonino nel Regno Unito.

La fortezza restò in attività, soprattutto difensiva, come forte ausiliario dal 107 al 168 circa e come fortezza legionaria dal 168 circa al 256. Le dimensioni del castrum erano di metri 573 x 408, per una superficie pari a 23, 37 ha.


Il Limen Porolissensis aveva torri di avvistamento e fortificazioni di mura di cinta continue, che integravano i vari castra, contro le popolazioni dei: 

- Buri, antica popolazione germanica, di origine suebica.

- Vandali, popolazione germanica orientale migrata in Polonia sotto la spinta di altre tribù germaniche; si spostarono a sud e sottomisero la popolazione celtica dei Boi. Si stanziarono in Slesia e Boemia, creando una federazione di Burgundi, Rugi e Silingi, detta dei Lugi (compagni).

- Dei Daci liberi a ovest, popolazione indoeuropea stanziata a nord del basso corso del Danubio, corrispondente a Romania e Moldavia.

- Dei Bastarni a nord est, insieme di popolazioni di stirpe germanica e sarmata, una tra le più temibili armate mercenarie della storia, capaci di caricare con grande potenza e motivazione, soprattutto dai fianchi e da dietro, per scoraggiare, infondere paura e devastare.

- Dei Carpi, o liberi daci, già stanziati sui pendii orientali dei monti Carpazi, ma con molte influenze sarmate e romane. Dalla fine del II secolo si allearono con i Goti contro l'Impero Romano.

- Dei Costoboci, germani e daci, collocati sui pendii nord-orientali dei monti Carpazi, in Galizia. Sotto Marco Aurelio invasero le province occidentali della Dacia, Mesia e Tracia.

PLANIMETRIA DEL CASTRA

LE ORIGINI

Le origini di Potaissa risalgono ai Daci che una città chiamata Patreuissa da Tolomeo nella sua geografia, probabilmente fu una corruzione di Patavissa o Potaissa, quest'ultima essendo il nome più comune.

POTAISSA (INGRANDIBILE)
Quando venne conquistata dai romani, tra il 101 e il 106 d.c., durante il dominio di Traiano, insieme a parti della Dacia di Decebalo, i conquistatori mantennero alla città il nome di Potaissa. La sua identificazione topografica con l'attuale Turda si deve al Mommsen.

La località geto-dacica, anteriore alla conquista romana, ha lasciato scarse tracce archeologiche, dovute a scoperte casuali: resti ceramici (specialmente la tipica "tazza dacica") e monete d'imitazione da monete greche e specialmente macedoni, scoperte sulle alture Dealul Zînelor, Suia, Pordei, ci danno approssimativamente l'estensione di P. in epoca geto-dacica, quand'essa non era che un grosso centro rurale.

Occupata dai Romani nel 106, Potaissa è menzionata nel 107-108 come centro importante sulla strada che traversava la Dacia dal Danubio a Porolissum. Fu allora che venne costruito il tratto tra Turda e Cluj (a Potaissa Napocae, C.I.L., iii, 1627).

SARCOFAGO ROMANO

MILLIARUM DI AITON

Il nome Potaissa è stato registrato per la prima volta su un milliarium romano scoperto nel 1758 nel vicino comune di Aiton. Il Milliarium di Aiton è un'antica pietra miliare romana risalente al 108 d.c., poco dopo la conquista romana della Dacia, che mostra la costruzione della strada da Potaissa a Napoca, su richiesta dell'Imperatore Traiano.

Il milliarum indica inoltre la distanza tra Potaissa a Napoca che è di 3000 piedi  (P.M.X.) da Potaissa. Questo è il primo attestato epigrafico degli insediamenti di Potaissa e Napoca nella Dacia romana.

L'iscrizione completa è:

BOLLO DELLA LEGIO V MACEDONICA
"IMP(eratore) /
CESARE NERVA /
TRAIANUS AUG(ustus) /
GERM(anicus) DACICUS /
PONTIF(ex) MAXIM(us) /
(sic) POT(estate) XII CO(n)S(ul) V/
IMP(eratore) VI P(ater) P(atriae) FECIT /
PER COH(ortem) I FL(aviam) VLP (iam) /
HISP(anam) MIL(liariam) C(ivium) R(omanorum) EQ(uitatam) /
A POTAISSA NAPO /
CAM/
M(ilia) P(assuum) X "

È stato registrato nel Corpus Inscriptionum Latinarum, vol. III, il 1627, Berlino, 1863.
Questo milliarium è un attestato della strada conosciuta per essere stata costruita dalla Cohors I Hispanorum miliaria. Il castrum stabilito fu chiamato anche Potaissa e divenne municipium, poi colonia.

MUSEO DI POTAISSA

GLI SCAVI

Occasionali ritrovamenti dovuti in generale a lavori agricoli e/o edilizi hanno messo in luce un ricco materiale ceramico, scultoreo ed epigrafico. Però solo nel 1958 l'Istituto di Storia antica di Cluj ha iniziato uno scavo sistematico, all'angolo sud-orientale del castro.



L'OCCUPAZIONE ROMANA

Nei primi anni dell'occupazione romana, Potaissa era una semplice statio, probabilmente con un castrum di unità ausiliari; si trasformò quindi in vicus, ma non ebbe molta importanza nella prima metà del sec. II. 

IL POZZO DEL CASTRUM
Fu con l'arrivo della legione V Macedonica intorno agli anni 166-167 d.c. che la città ebbe un rapido sviluppo, ottenendo sotto Settimio Severo dapprima il rango di municipium poi quello di colonia e divenendo, per estensione ed importanza, la terza città della Dacia romana dopo Apulum (Alba Iulia) e Sarmizegetusa Ulpia Traiana.
Potaissa fu il campo base della Legio V Macedonica dal 166 (secondo alcuni dal 168) al 274. sotto Marco Aurelio (121 - 180), durante il periodo delle guerre marcomanniche, che si protrassero fino al principato di Commodo (161 - 192). Vi sono anche delle iscrizioni della legio XIII Gemina che qui soggiornò sicuramente ma in un periodo imprecisato.

Dopo circa un intero ventennio di guerre, il limes venne pacificato fino al principio del III secolo, perchè sono state reperite alcune iscrizioni, attribuibili al 213, di un interprete dace, rinvenute a Brigetio (in Ungheria).

Le iscrizioni accennano a spedizioni punitive contro i Daci liberi del Banato (regione storico-geografica dell'Europa Centrale, oggi divisa tra Serbia, Romania e Ungheria), compresi tra la Pannonia inferiore ad occidente e la Dacia ad oriente.

LE TERME

Sempre nel 213 vi furono poi altre due incursioni in Dacia e in Pannonia inferiore, lungo il tratto danubiano attorno ad Aquincum, ad opera di Carpi e Vandali.
Nel 256 Le continue invasioni da parte delle genti barbare, durate oltre un quarantennio, costrinsero l'imperatore Gallieno (218 - 268) ad abbandonare l'intera area settentrionale della provincia delle Tre Dacie facendogli arretrare l'intero settore del limes porolissensis.

«La provincia di Dacia, che Traiano aveva formato oltre il Danubio, è stata abbandonata, dopo che l'Illirico e la Mesia sono state spopolate, perché era impossibile mantenerla. I romani, spostati dalle città e terre di Dacia, si sono sistemati dall'interno della Mesia, che adesso chiamano Dacia, sulla sponda destra del Danubio fino al mare, rispetto a cui la Dacia si trovava prima sulla sinistra

(Eutropio - Breviarium)



BIBLIO

- National Archaeological Record of Romania (RAN) - ran.cimec.ro. 2012-09-27 - Archived from the original on 4 March 2016 -
- Cristian M. Vlădescu - Fortificațiile romane din Dacia Inferior - Ed. Scrisul Românesc - 1986 -
A. Thomas - Gardner Robert - The Via Traiana, in «Papers of the British School at Rome», n. 8 - 1916 -
Eutropio - Breviarium - libro IX -
- Traiano - Storia e Archeologia - L'Erma di Bretschneider - 2010 



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