TEMPIO DI MINERVA AVENTINA



IL TEMPIO DI MINERVA AVENTINA EVIDENZIATO DALLA FRECCIA
"Iam sex et totidem luces de mense supersunt, huic unum numero tu tamen adde diem sol abit a Geminis, et Cancri signa rubescunt: coepit Aventina Pallas in arce coli". 
(Mancano ormai solo sei giorni del mese ma addiziona a questo numero solo un altro giorno il sole si allontana dai Gemelli e rosseggia la costellazione del Cancro sul colle Aventino iniziano le celebrazioni di Minerva)
(Ovidio, I Fasti lib. VI)


MINERVA
L'Aventino,( Aventinus Mons) (RegioXIII) uno dei sette colli di Roma, era solo una piccola altura. Costituito in realtà di due cime separate da una piccola valle. Il re Servio Tullio vi fece costruire un tempio di Diana che diventò il santuario federale dei Latini, e accanto a questo tempio, alla destra del tempio di Diana ma con orientamento diverso, venne edificato, sempre in era arcaica, il Tempio di Minerva, che però oggi è completamente scomparso. 

Ne abbiamo un'unica traccia sulla Forma Urbis Severiana che ci descrive il suo aspetto in pianta. Era un tempio con sei colonne sulla fronte, probabilmente in stile dorico come i templi molto arcaIci, ma con un orientamento diverso da quello di Diana.

Dai rilevamenti archeologici risulta all'interno di via Balestra, dove sorge oggi il Giardino degli Aranci, dove è situata un'antica vasca romana con due medaglioni a rilievo. Non è da escludere che la Chiesa di Santa Sabina sia stata edificata sopra al tempio di Minerva, visto che ospita grandi colonne romane antiche al suo interno, retaggio di un tempio più antico. 

Presso il tempio si riuniva il centro delle corporazioni di mestiere, in particolare, dalla fine del III secolo a.c., e cioè durante la seconda guerra punica, quella degli scrittori e degli attori. Nel 207 una gilda di poeti e attori, tra cui Livio Andronico, grande poeta, drammaturgo e attore, si incaricò delle offerte votive alla Minerva dell'Aventino.

Il tempio rimase un importante centro culturale per gli artisti per la maggior parte della Repubblica Romana. Nel 123 a.c. cercarono rifugio in questo tempio Gaio Sempronio Gracco e i suoi sostenitori, durante la fuga da Roma, ma vennero assassinati pur commettendo sacrilegio i suoi assalitori.


Riguardo all'immagine, nell’arte etrusco-italica Minerva appare come una rielaborazione del tipo greco di Atena, con qualche modifica di elementi secondari del costume (diadema, calzari ecc.) e lo sviluppo di qualche aspetto particolare: come la Minerva (Menrva) alata degli specchi etruschi, la Minerva Kurotròphos talvolta unita a Ercole e la Minerva Tritonia di Lavinio. 

Anche la Minerva romana si riallaccia ai modelli greci di Atena, e come protettrice delle arti, della tessitura e della filatura appare nel fregio scolpito che orna il recinto del tempio a lei consacrato nel Foro Transitorio in Roma. Era inoltre Dea della guerra ma in relazione alle tattiche che richiedevano appunto intelligenza, per cui era la Dea dei generali dell'esercito romano. Comunque Minerva era considerata soprattutto la Dea della sapienza, simbolo dell’ingegno e dell’intelligenza.

IL TEMPIO NELLA FORMA URBIS
Venne considerata la divinità vergine della sapienza, della tessitura, della poesia, del commercio e delle arti, nonché inventrice della musica e protettrice degli artigiani. Ecco come la descrive Graves: "Atena inventò il flauto, la tromba, il vaso di terracotta, l'aratro, il rastrello, il giogo per i buoi, la briglia per i cavalli, il cocchio, la nave. Fu la prima ad insegnare la scienza dei numeri e di tutte le arti femminili, come il cucinare, il filare e il tessere.

Benché dea della guerra, essa non gode delle sanguinose battaglie, come invece accade ad Ares e a Eris, ma preferisce appianare le dispute e far rispettare la legge con mezzi pacifici.
Non porta armi in tempo di pace e qualora ne abbia bisogno le chiede in prestito a Zeus.
La sua misericordia è grande. Se nei processi che si svolgono all'Aeropago i voti dei giudici sono pari, essa di solito aggiunge il proprio per ottenere l'assoluzione dell'accusato.

Ma se si trova in tempo di guerra non perde mai una battaglia, sia pure contro lo stesso Ares, perché più esperta di lui nell'arte strategica; i capitani accorti si rivolgono sempre a lei per avere consiglio.
"

In seguito alla riforma religiosa della monarchia etrusca venne assunta a formare con Giove e Giunone una triade divina rappresentativa del nuovo Stato, sostituendo la più arcaica triade Giove-Marte-Quirino. Per questo fu allocata nella cella a destra di Giove sul famoso tempio di Giove capitolino, o Giove Optimus Maximus. Faceva parte della triade Capitolina, la Sacra trinità.

MINERVA
Il 19 di Giugno,  il quinto giorno dopo le idi di marzo, si celebrava la dedica del tempio di Minerva sull'Aventino. Una processione partiva dal tempio e giungeva fino al Tevere, con suoni e canti, e poi si davano spettacoli nel circo, fra cui lotte tra gladiatori. Era la festa dei Quinquatries, ben cinque giorni di festa della Dea – numero amato da Minerva – ed era festa per gli alunni che offrivano agli insegnanti il loro Minervale munus, ma era pure la festa degli insegnanti che ricevevano le loro onorificenze economiche. 

Un altro giorno di festa si aggiunse col nome di "Quinquatrus minusculae" il 13 giugno, nel quale i tibicines, i flautisti addetti al culto pubblico, celebravano con un banchetto nel tempio di Giove Capitolino la festa della loro associazione, con una mascherata per le vie della città, e con una riunione nel tempio di Minerva sull'Aventino.


BIBLIO

- Filli Rossi - Il santuario di Minerva, un luogo di culto a Breno tra protostoria ed età romana, Carpenedolo -Edizioni ET - 2010 -
- Famiano Nardini - Roma antica - Roma - 1771 -
- Filippo Coarelli - Guida archeologica di Roma - Verona - Arnoldo Mondadori Editore - 1984 -
- Ranuccio Bianchi Bandinelli - L'Arte Etrusca - Editori Riuniti - 2005 -



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