TEMPLUM LUNAE IN AVENTINO (31 Marzo)



FESTA DELLA LUNA
«TEMPLVM (Solis et) LVNAE. Il medesimo, I, 36, riproduce un capitello fantastico di colonna scanalata, con quattro putti agli angoli, e figura della Luna nel mezzo, trovato "alla Bocca di la verità"»

(RODOLFO LANCIANI)


Il "Templum Lunae in Aventino" si festeggiava il 31 marzo in onore della Dea Luna, culto introdotto al tempo del Re Titus Tatius. Il tempio sul colle Aventino di Diana Luna venne consacrato sotto Servio Tullio e venne bruciato sotto Nerone. La Dea Luna era la regolatrice delle stagioni ed a lei furono preposti i mesi fin dall'inizio, tanto è vero che i mesi dell'anno erano 13 e solo in seguito vennero portati a 12.

Il culto della Luna era di origine italica e veniva già celebrato presso gli Etruschi (Catha o Cavtha), e presso i Sabini come Luna. Col nome di Cinzia (Cintya) però veniva venerata presso gli spartani, e come Selene presso i greci. 

SELENE
Proprio il re sabino Tito Tazio avrebbe importato a Roma il culto di Luna, mentre il tempio a lei dedicato sull’Aventino (templum o aedes Lunae) sarebbe stato edificato per volere di Servio Tullio, vicino al tempio di Diana, anch'essa Dea lunare.

Sul Palatino invece sorgeva un antichissimo tempio intitolato a Luna Noctiluca (colei che rischiara la notte), ricordato solo dall’erudito Varrone che studiava attentamente ogni ritualità del passato.

La prima menzione che troviamo con riferimento al tempio sull’Aventino riguarda un prodigio avvenuto nel 182 a.c., quando un turbine ne scardinò le porte facendole atterrare nel retro del tempio di Cerere. Inoltre, dopo la distruzione di Corinto nel 146 a.c., Lucio Mummio dedicò in questo tempio alcune delle opere depredate dalla città greca.

DEA LUNA - MUSEI CAPITOLINI
Nel 123 a.c., nel tempio di Luna cercarono inutilmente scampo Gaio Sempronio Gracco e i suoi sostenitori che trovarono la morte nel tempio stesso, mentre al tempo della morte di Cinna (84 a.c.) l’Aedes Lunae venne colpito da un fulmine.
Secondo Tacito, il tempio fu distrutto dal grande incendio del 64 d.c., quello terribile verificatosi al tempo di Nerone di cui venne accusato lo stesso imperatore e mai più venne riedificato.

Nelle rappresentazioni di Luna, la Dea viene raffigurata con una falce lunare sul capo, i cui corni sono rivolti verso l’alto e, a volte, su un carro trainato da buoi. I buoi erano spesso suoi simboli in quanto le corna simboleggiavano quelle del corno lunare nei suoi quarti, con un crescente e un decrescente, di cui occorreva tener conto nei riti ad essa dedicati.

ALTARE DI LUNA - II SEC. D.C. - LOUVRE - PARIGI 
Infatti il crescente lunare era dedicato più al mondo esterno ed era il periodo in cui si potevano intraprendere lavori o imprese all'esterno, mentre il decrescente lunare era più dedicato a cose riguardanti la salute, gli stati mentali, la semina della terra e le operazioni magiche. La Dea infatti era anche maga, e nella su qualità notturna era connessa al mondo degli inferi, con diversi attributi passati poi alla Dea Diana.

IL TEMPIO DELLA DEA LUNA SULL'AVENTINO
Pertanto era Dea dei defunti e della morte, ma anche del contatto con i defunti soprattutto per la divinazione e i presagi. Anche il toro le era sacro sempre per il simbolismo delle sue corna, per quanto l'immagine di Luna è presente, insieme al Sole, anche in molte rappresentazioni della tauroctonia, l’uccisione rituale del toro bianco presente nei mitrei.

L'immagine del sole sulla destra della rappresentazione e della luna alla sua sinistra venne copiata e divenne poi comune sulle tele trecentesche come accompagnamento della figura del Cristo in croce.
Se il Sole rappresentava il mondo visibile, la Luna rappresentava il mondo invisibile degli Dei, dei Sacri Misteri e di tutti gli spiriti  che animavano la Natura ma soprattutto della antica magia sacerdotale e non.

Il culto della Dea Luna venne poi sostituito in gran parte dal culto di Diana, altra Dea italica, che venne illustrata come Dea della caccia e sorella di Apollo, nonchè figlia di Latona. Della sua facoltà di donare vita e morte aveva conservato i due simboli: della luna piena, la cornucopia traboccante di frutti, e della luna nera o nuova, la cornucopia vuota.

MITRA CHE UCCIDE IL TORO CON SOL E LUNA

LA FESTA

Durante la festa di culto pubblico veniva organizzata una processione diurna (pompa) e una notturna con le fiaccole nel bosco dove venivano anche appese altalene lunari in cui si dice che le sacerdotesse si cullassero per ottenere uno stato di trance attraverso cui predire il futuro.

Nel culto diurno della Dea le veniva sacrificato un bue ornato di nastri e rametti di cipresso, albero a lei dedicato, e nelle ville romane a volte si organizzavano banchetti notturni a base di cacciagione. Col tempo il rito della processione notturna scomparve, forse anche a causa dei possibili disordini che ne seguivano.


BIBLIO

- Samuel Ball Platner - Aedes Lunae, in A Topographical Dictionary of Ancient Rome - Londra - Oxford University Press - 1929 -
- Robert Turcan - The Gods of Ancient Rome - Routledge - 1998, 2001 -
- George Dumezil - La religione romana arcaica - a cura di Furio Jesi - Rizzoli Editore - Milano - 1977 -


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