La villa romana di Cottanello è una delle numerose villae rusticae del territorio della Sabina (il Lazio reatino). Si trova in località Collesecco, una zona agricola a circa un chilometro dal centro storico di Cottanello, in provincia di Rieti. Venne edificata negli ultimi decenni del I secolo d.c. forse su una precedente villa di età repubblicana.
Oggi è un sito archeologico affidato ad alcuni volontari della Pro Loco che agiscono in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici del Lazio.
Negli ultimi decenni del II° secolo d.c. si moltiplicano le ville romane in Sabina, importante provincia Romana soprattutto per l’allevamento del bestiame, che aveva per capoluogo “Forum Novum” attualmente Vescovio.
A Cottanello, facente parte di questo distretto, si è rinvenuta una villa romana in località Collesecco. Un frammento di orlo di dolio recante il bollo di M. Cottae fa supporre che appartenesse alla famiglia degli AURELII COTTAE, famiglia dalla quale prese il nome Cottanello stesso.
LA PIANTA |
GLI SCAVI IMPROVVISATI
La zona venne gravemente danneggiata durante la seconda guerra mondiale e nel giugno 1944 i tedeschi in ritirata fecero saltare un enorme deposito di proiettili facendo emergere diversi frammenti di reperti archeologici che, qualche anno più tardi, vennero indagati da alcuni volontari.
Gli "apprendisti archeologi" erano prevalentemente abitanti del posto che, animati da curiosità e voglia di valorizzare il proprio territorio, avevano avviato indagini partendo dai racconti degli anziani, dalle chiacchiere e dai ricordi di chi aveva vissuto e lavorato in zona.
Erano con ciò venuti a conoscenza dell'esistenza di avvallamenti, di piccole costruzioni interrate, di anfore e doli emersi a seguito di scavi agricoli, di derrate alimentari nascoste durante la guerra in stanze e cunicoli sotterranei. Tutte le testimonianze confermavano l'esistenza di ruderi antichi sparsi in una vasta area.
Gli appassionati cercarono a più riprese di interessare la Sovrintendenza ai beni archeologici del Lazio ma senza successo; cominciarono da soli a scavare in via ufficiosa nel settembre 1968.
Il crollo della volta di una parte del criptoportico, ne aveva scoperto un braccio di alcuni metri, fu il punto di partenza: con pochi colpi di piccone affiorarono muri in pietra calcarea e un metro quadrato circa di pavimento in mosaico a tessere piccolissime.
Fortunatamente uno dei volontari, il geometra Fabio Mastrodicasa Rinaldi, redasse una preziosa documentazione di questi primi scavi, e anche dei successivi, compilando un giornale di scavo corredato da puntuali rilievi grafici.
Soltanto dopo la costituzione dell'Associazione "Pro Loco" di Cottanello fu possibile ottenere il patrocinio della Soprintendenza e un piccolo finanziamento dall'Ente provinciale per il turismo di Rieti. Così nell'agosto del 1969 poterono iniziare ufficialmente gli scavi che si protrassero fino al 1973.
Portarono alla luce un'area rettangolare di circa m. 37 x 45 composta da una trentina di vani, fra i quali erano riconoscibili un atrio ed un peristilio. Nello stesso periodo, alle pendici del Monte del Parro, venne individuato un grosso acquedotto interrato che dalla sorgente, in località Cola Fonte, portava l'acqua alla villa.
Nel 1973 (e in seguito nel 1988) i pavimenti furono sezionati in pannelli, staccati, e poi riposizionati, integrati con cemento e malta; tale intervento compromise successivamente il riconoscimento di tracce utili alla comprensione della storia precedente l'edificazione; inoltre purtroppo sigillò l'antico sistema idrico e fognante.
Successivamente un sistema di tettoie metalliche venne approntato per proteggere le murature e i mosaici dagli agenti atmosferici.
Secondo le prime indagini sembrò che la villa fosse più di uso che di rappresentanza, le varie strutture avevano tutte paramenti diversi con muri molto spessi realizzati in pietra locale. Tuttavia la villa non mancava di agi, avvalendosi anche di un complesso termale arricchito di bei mosaici.
La villa romana venne edificata in tre fasi: la prima va dal III° al I° sec. a.c., la seconda dal I° sec. a.c. al II° d.c. e la terza fase che va dal II° d.c. fino all’abbandono. Essa era composta da un atrio tuscanico (19) ed è dotato di un impianto termale (25-26-27-30) che occupa il lato meridionale dell'edificio.
Attualmente si accede alla villa da due ingressi posti a sud est e a sud ovest della villa.
Lungo il lato nord si trovano il peristilio (10) ed il triclinio estivo (12) che comunica con un porticato collocato lungo il lato lungo (21), e con il tablinum (17) che presenta quattro cubicoli (13-16) disposti simmetricamente sui due lati lunghi dal quale si accede all'atrio fornito di impluvio e compluvio.
L’accesso alla villa si ha tramite due ingressi, di cui quello dove anche oggi si entra, è a sud-est, costeggia una depressione per il cedimento di un “criptoportico”, oggi situato sotto il piano di calpestio, che sembra percorrere buona parte della villa, coperto da una volta a botte. Vi si accedeva da un piccolo corridoio e fungeva da magazzino.
Passando dal piccolo corridoio si accedeva all’atrio, una grande sala con il pavimento a mosaico a crocette bianche su fondo nero. Probabilmente fu successivamente ristretto per l’inserimento delle terme. Dall’atrio quindi si passava alla zona termale, riscaldata in modo più economico dell'encausto, usando bracieri mobili.
Per quanto riguarda la copertura, probabilmente era ad unico spiovente con displuvio direttamente sul giardino.
Sempre dall'atrio seguono due stanze, un ambiente termale e alcuni vani abitativi e di rappresentanza. Ai lati di un’ampia sala, si dispongono quattro stanze; questo blocco è costeggiato da un altro corridoio che mette in comunicazione l’atrio con un grande ambiente di cui si ignora l'uso. Sul lato meridionale si trovano quattro camere, di cui tre integralmente conservate, e la più orientale conserva tre gradini che conducevano al piano superiore.
La villa era decorata con intonaci vivaci, ma soprattutto con una magnifica pavimentazione ottimamente conservata e sottolineata dalle soglie in marmo rosso di Cottanello.
Fu nella seconda fase che l’edificio venne ripavimentato con mosaici a tessere bianche e nere con alcuni intarsi di tessere policrome; i motivi sono geometrici, ma anche con elementi vegetali o la raffigurazione di una coppia di gallinacei che decorano una delle due soglie più belle.
Nel 1973 e nel 1988 vennero effettuati due restauri purtroppo poco documentati; i pavimenti furono sezionati in pannelli, staccati, collocati di nuovo in situ, integrati con cemento e malta ed infine protetti con tettoie metalliche.
Non avendo seguito criteri stratigrafici, gli scavi non produssero documentazione comprensibile, solo con le indagini del 2010-2012 dall'Università La Sapienza di Roma e nel 2013-2014 dall'Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico del CNR, hanno consentito di individuare stratigrafie ancora intatte.
Si è potuto così analizzare le strutture murarie, studiare i mosaici e i materiali rinvenuti; al di sotto della pavimentazione di uno degli ambienti di tipo termale sono stati rinvenuti accumuli di materiali di risulta compatibili con un impianto di ipocausto distrutto.
Non si conosce ancora la reale estensione della villa in quanto l'area è stata solo parzialmente indagata; attualmente (gennaio 2016), sono emersi circa 1660 metri quadrati; dalle ultime indagini effettuate si ritiene sia più o meno la metà della totale estensione; resta da espletare lo scavo della parte abitativa e di parte del criptoportico.
- Plinio il Vecchio - Naturalis Historia III -
- Michele Michaeli - Memorie storiche della città di Rieti e dei paesi circostanti dall'origine all'anno 1560 - Rieti - Tip. Trinchi - 1897 -
- Patrizio Pensabene e Eleonora Gasparini - La villa romana di Cottanello (Rieti): nuove indagini della Sapienza, Università di Roma a quarant'anni dalla scoperta, in Lazio e Sabina - Roma - 2012 -- Michele Michaeli - Memorie storiche della città di Rieti e dei paesi circostanti dall'origine all'anno 1560 - Rieti - Tip. Trinchi - 1897 -
- Marina De Franceschini - Ville dell'Agro romano - Roma - L'Erma di Bretschneider - 2005 -
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