CULTO DELLA DEA ANNONA

ANNONA

Secondo alcuni la chiesa di Santa Maria in Cosmedin sarebbe stata edificata sopra la Statio Annonae (ove trovavano luogo gli uffici e i magazzini dell'Annona) e per questo ne conserva vari resti tra cui delle antiche colonne. Secondo altri invece la Statio sorgeva più a sud, e conteneva probabilmente delle reliquie di Ercole o era comunque utilizzata per il suo culto.

Anche se la Statio Annonae stava oltre, come sembra, pare accertato che le colonne di Santa Maria in Cosmedin provengano dalla Statio Annonae, come i pavimenti in marmo, i mosaici, diverse delle sue pietre e dei suoi fregi.

Annona era un'antica divinità italica dell'abbondanza e degli approvvigionamenti, da non confondere con la Dea Abbondanza, in quanto Annona (o Cura Annona) presiedeva al raccolto di un unico anno, insomma era una Dea annuale, per cui andava propiziata nella semina e nella germogliazione e dopo, se era il caso, si rendeva grazie per il buon raccolto. La Dea era peraltro addetta alla protezione dei mezzi di trasporto del cereale, alla sua manutenzione e alla sua equa distribuzione.

I romani non pensavano, come i cristiani, di dover ringraziare gli Dei anche se il raccolto era scarso, in quanto pensavano che la divinità avrebbe potuto fare di più, per cui semmai la venerava prima, ma, a cose fatte, ringraziava solo se la divinità si era comportata come di dovere.

COLONNE DELLA STATIO ANNONAE IN SANTA MARIA IN COSMEDIN
Annona, in qualità di personificazione dei raccolti, veniva spesso rappresentata con Cerere, Dea delle messi sempiterne e raffigurata, come talvolta l'altra, con delle spighe in mano. In realtà Annona, che come pianta annuale doveva discendere dalla Dea Madre, da Dea delle campagne era divenuta per Roma una Dea esclusiva dell'Urbe e dei suoi abitanti. Genericamente veniva adorata insieme a Libera e Liberalitas, e a Copia e Abundantia, tutte Dee delle messi. Rappresentava e garantiva il raccolto annuo delle messi con riti propiziatori e di ringraziamento, equivalenti alla festa del raccolto. Il suo nome deriva da Annualis, derivativo di annus, che si verifica dunque ogni anno.

I romani avevano il servizio statale "l'Annona," che misurava e valutava il raccolto per la giusta esazione delle imposte ma anche per garantire le scorte in caso di carestia. La Dea infatti era anche preposta alla partizione del raccolto per la semina successiva e come granaio di riserva per le carestie. La sacralità della partizione obbligava i contadini, prima ancora che divenisse legge, a provvedere a tali bisogni.

Secondo alcuni storici moderni fu l'imperatore Settimio Severo ad istituire l'annona militaris per sopperire alle esigenze alimentari dell'esercito, una "tassa" corrisposta in natura. L'approvvigionamento alle truppe, stanziate lungo i confini imperiali, fu garantito da un sistema di raccolta di derrate alimentari, anche attraverso requisizioni forzose (dietro rimborso), detto annona militaris. In sostanza alla paga del legionario o dell'ausiliario venivano, poi, dedotti tutti i costi legati al suo mantenimento.

L'ANTICO PAVIMENTO DELLA STATIO CON RELATIVO TEMPIO E
PAVIMENTO IN PORFIDO E SERPENTINO
Lo stipendium risultava, pertanto, composto da una paga in moneta ed una "in natura". All'inizio fu una misura eccezionale, poi divenne fissa, fino a che divenne un'imposta fondiaria in natura, che durante l'impero di Diocleziano fu sostituita da un tributo in denaro.


Il problema della fornitura di grano per la città di Roma fu un tema scottante sia per la repubblica che per l'Impero romano. Roma giunse ad importare fino a 3,5 milioni di quintali di frumento, sia per sfamare i romani della capitale che le legioni di stanza ai confini (annona militaris). Il grano veniva dalla Sicilia, dalla Sardegna, dalle province asiatiche e africane, ma soprattutto dall'Egitto, che da solo forniva la metà del fabbisogno.

Per questo Augusto vietò ai senatori il governo della provincia, riservata a un suo legato di rango equestre, il prefetto d'Egitto. A suo tempo Costantino, per piegare il patriarca di Alessandria, Atanasio, il paladino del credo di Nicea, lo accusò, falsamente, di avere sollevato il popolo alessandrino per impedire il carico delle navi frumentarie attese a Costantinopoli, ormai capitale dell'Impero romano, in attesa che il cibo giungesse, gratuitamente, dal mare.

C'era tuttavia anche il grano raccolto come imposta in natura da determinate province, da tenere in considerazione; parte di questo grano veniva distribuito ai funzionari ed ai soldati e parte di esso veniva venduta a prezzo di mercato anche se, per effetto delle leggi proposte da Gaio Sempronio Gracco (123 a.c.), una parte finì per essere venduta ad un prezzo agevolato ai cittadini.

Le campagne contro i pirati di Pompeo e di Cesare erano state imposte dalla necessità di mantenere libero il rifornimento di grano dal mediterraneo orientale. Il tema delle Frumentationes divenne quello centrale della politica. Nel 58 a.c., Clodio compì delle distribuzioni gratuite; l'imperatore Augusto pensò di abolire queste distribuzioni gratuite (frumentationes) che dissanguavano lo stato, ma poi si limitò a diminuire il numero dei beneficiari e riservarle a 250.000 cittadini.

MARCO AURELIO E SUL ROVESCIO LA DEA ANNONA

IL CULTO DELLA DEA

Se nelle campagne era affidato ai privati, a Roma faceva parte dei molti culti pubblici che venivano officiati una volta l'anno. Come Dea dei prodotti della terra doveva aver luogo il sacrificio di un maiale o di una scrofa, nonchè di alcune spighe di grano. 

Le si dedicavano inoltre delle focacce di grano e parte di farro secondo l'antica usanza a cui veniva aggiunto del sale e dei rametti di rosmarino. poichè questa pianta era in genere dedicata ai morti, si ritiene che la Dea avesse anche a che fare con l'oltretomba, se non altro per la morte e rinascita del seme annuale del cereale.

Non si conosce la data della festa a lei dedicata ma sicuramente riguardava l'estate quando si raccoglievano le messi e si riempivano i granai della Statio Annona per procedere alla distribuzione al popolo.

NERONE - L'ANNONA AUGUSTA E CERERE

LE DISTRUZIONI

Papa Adriano I, volendo ampliare la chiesa verso est, nel 782 fece demolire la parete fondale dell'aula porticata, così da poter sfruttare il basamento in blocchi di tufo della retrostante Ara Massima di Ercole all'interno del quale scavò una cripta.

Anticamente, però, l'Ara Massima di Ercole era un santuario molto venerato in quanto protettore dei commerci e quindi dei mercanti che pullulavano in quella zona per la navigabilità del Tevere che permetteva il trasporto delle merci dall'oltremare a Roma.

Con l'insediamento della Statio Annona il tempio si mantenne, tanto è vero che già nel I secolo a.c., Vitruvio cita un tempio a pianta rettangolare posto all'ingresso del Circo Massimo e dedicato ad Ercole Invitto o Pompeiano. Probabilmente il tempio citato è proprio quello adiacente all'Annona, di cui peraltro si è rinvenuta l'ara esterna posta nelle fondamenta della chiesa.

L'altare di granito rosso posto sul fondo dell'abside della Chiesa risalirebbe invece al 1123, ma stranamente ha l'esatta forma a vasca caratteristica delle fontane romane poste soprattutto nelle antiche terme, ma anche a decoro dei luoghi pubblici in genere. Tutto ne farebbe presupporre una provenienza di epoca imperiale.

Proprio per l'importanza del luogo, l'annona e gli edifici vicini divennero sede fin dal VI sec. di una diaconia cristiana, che cancellò così ogni traccia dei templi pagani e degli edifici pubblici romani, di tanta arte e bellezza che gli edifici successivi non riuscirono ad eguagliare.

LA MADONNA DELL'ABBONDANZA VESTITA D'ORO

I RESIDUI

In varie zone d'Italia si onora comunque una sua statua che la rievochi, come a Marzano di Nola nella festa patronale dedicata a Maria Santissima dell'Abbondanza si procede alla vestizione della Madre di Dio (anche se donna e non Dea) che si ammanta di una veste d'oro puro ottenuta dalle generose elargizioni dei fedeli nei tempi.

Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE


BIBLIO

- Anna Ferrari - Dizionario di Mitologia Classica - TEA - 1994 -
- Publio Ovidio Nasone - Fasti - I -
- Philippe Borgeaud - Avec Doralice Fabiano - Perception et construction du divin dans l'Antiquité - Genève - Droz - 2013 -
- Esiodo - Opere - Traduzione di Aristide Colonna - Torino - UTET - 1977 -

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