LE MURA |
Nella colonia sorgeva un famoso tempio di Afrodite, citato anche da Catullo nel carme 36 e frequentato da molti pellegrini che venivano anche da lontano per il miracoloso santuario della Dea.
Nel 433 a.c. la popolazione si ribellò e instaurò la democrazia ad Epidamno, ma poi gli aristocratici oligarchi della città massacrarono i dissidenti, che chiesero aiuto prima a Corcira e poi a Corinto.
I corciresi, su richiesta degli aristocratici, risposero e cinsero d'assedio la città e perciò i corinzi inviarono una flotta, guidata da Senoclide, che dovette affrontare la flotta congiunta di Epidamno e Atene, guidate rispettivamente da Miciade ed Euribaco e da Lacedemonio.
Questa battaglia viene ritenuta la causa della guerra del Peloponneso, che inizierà nel 431 a.c..
Nel 312 a.c. la città fu conquistata dai Glaukias, il re degli Illiri, e nel 229 a.c. fu conquistata dai Romani, che ne fecero un loro protettorato.
Finita la I guerra illirica, nel 229 a.c., e sconfitta nello stesso anno la regina Teuta, Epidamno divenne così stato cliente di Roma, cioè ancora indipendente, ma nella "sfera di influenza" dell'Impero romano, governato da Demetrio di Faro.
Questi però iniziò proditoriamente ad avventurarsi con atti di pirateria nel mare Adriatico, saccheggiando e distruggendo le città illiriche soggette ai Romani, violando la clausola del trattato.
I Romani sconfissero Demetrio che si rifugiò presso Filippo V di Macedonia (238 a.c. – 179 a.c.) di cui divenne fidato consigliere. I Romani inviarono una ambasciata al re, per chiederne la consegna, ma inutilmente.
Nel 217 a.c. Filippo seppe della vittoria cartaginese nella battaglia del lago Trasimeno e Demetrio, per riconquistare il regno perduto, gli consigliò di fare pace con gli Etoli e di attaccare l'Italia e l'Illiria.
Filippo il Macedone si fece convincere dai consigli di Demetrio, tanto che fu conclusa in breve tempo la pace con la Lega etolica e, dopo aver armato una nuova flotta, i macedoni iniziarono delle operazioni nel Mare Adriatico. Demetrio morì durante l'assalto a Messene nel 214 a.c.
Nel 219 a.c., dopo la II guerra illirica, Dyrrhachium passò nelle mani dei Romani, che la difenderanno dall'attacco dell'ultimo re illirico, Genzio. La città, sotto il dominio romano, verrà rinominata Dyrrachium. Due anni dopo la fine della IV guerra macedonica tutta la regione balcanica meridionale venne inclusa nella nuova provincia romana di Macedonia.
GENZIO
All'inizio della III Guerra Macedonica, nel 171 a.c., 54 navi illiriche della flotta di Genzio vennero requisite dal pretore romano Caio Lucrezio, perchè servivano all'esercito romano.
Fino ad allora Genzio non aveva preso una posizione, nè con i romani nè con gli illiri. Le ambasciate romane andarono a vuoto, anzi uno degli ambasciatori, Lucio Decimio, fu accusato di essersi fatto corrompere da Genzio.
LA VIA EGNAZIA
Intanto i Romani, compresa l'importanza della città e del suo porto, iniziarono immediatamente i lavori della Via Egnatia (nel 146 d.c.), per ordine del proconsole romano Marco Egnazio, che, partendo da Dyrrhachium, giungeva sino a Bisanzio passando per Tessalonica, ponendo in comunicazione il basso Adriatico con l'Egeo settentrionale.
LA BELLA DI DURAZZO - MOSAICO GRECO IV SEC. A.C. |
Nel 217 a.c. Filippo seppe della vittoria cartaginese nella battaglia del lago Trasimeno e Demetrio, per riconquistare il regno perduto, gli consigliò di fare pace con gli Etoli e di attaccare l'Italia e l'Illiria.
Filippo il Macedone si fece convincere dai consigli di Demetrio, tanto che fu conclusa in breve tempo la pace con la Lega etolica e, dopo aver armato una nuova flotta, i macedoni iniziarono delle operazioni nel Mare Adriatico. Demetrio morì durante l'assalto a Messene nel 214 a.c.
Nel 219 a.c., dopo la II guerra illirica, Dyrrhachium passò nelle mani dei Romani, che la difenderanno dall'attacco dell'ultimo re illirico, Genzio. La città, sotto il dominio romano, verrà rinominata Dyrrachium. Due anni dopo la fine della IV guerra macedonica tutta la regione balcanica meridionale venne inclusa nella nuova provincia romana di Macedonia.
MOSAICO DI DURAZZO |
GENZIO
LE COLONNE CHE SEGNANO L'INIZIO DELLA VIA IGNAZIA |
Anche le ambasciate di Perseo rimasero infruttuose: Genzio richiedeva ingenti somme di denaro per rivoltarsi contro i romani, ma Perseo era riluttante.
Giunti al IV al anno di guerra, il 168 a.c., piuttosto allarmato dai successi dei romani, Perseo si alleò con gli illiri, dopo il pagamento di 300 talenti.
Giunti al IV al anno di guerra, il 168 a.c., piuttosto allarmato dai successi dei romani, Perseo si alleò con gli illiri, dopo il pagamento di 300 talenti.
Fu firmato un trattato, confermato da giuramenti e dallo scambio di ostaggi dopodichè Genzio iniziò la guerra contro Roma, ma senza aver ricevuto la cifra pattuita.
Compì atti che per Roma erano una dichiarazione di guerra: fece arrestare due legati romani e cercò di occupare le città di Apollonia (vicino a Fier, Albania), e di Dyrrhachium (Durazzo).
Visto che ormai Genzio era compromesso con la Macedonia, Perseo decise di ritirare i messaggeri e quindi di non pagare la somma concordata.
Compì atti che per Roma erano una dichiarazione di guerra: fece arrestare due legati romani e cercò di occupare le città di Apollonia (vicino a Fier, Albania), e di Dyrrhachium (Durazzo).
Visto che ormai Genzio era compromesso con la Macedonia, Perseo decise di ritirare i messaggeri e quindi di non pagare la somma concordata.
LA VIA EGNAZIA
Intanto i Romani, compresa l'importanza della città e del suo porto, iniziarono immediatamente i lavori della Via Egnatia (nel 146 d.c.), per ordine del proconsole romano Marco Egnazio, che, partendo da Dyrrhachium, giungeva sino a Bisanzio passando per Tessalonica, ponendo in comunicazione il basso Adriatico con l'Egeo settentrionale.
La Via Egnatia attraversava Salonicco a Bisanzio, ed è stata la strada più importante, considerata il proseguimento ideale della Via Appia, lunga circa 1.103 chilometri seguiva via del commercio che attraversa i Balcani, che ovviamente non è rimasta senza alcuna influenza sulla città.
Dyrrhachium in questo periodo stava sviluppando molto rapidamente, per l'approvvigionamento idrico e reti fognarie, nonché per l'anfiteatro che era in costruzione.
IL FORO ROMANO |
LA III GUERRA ILLIRICA
Lucio Anicio, accampato presso Apollonia, sapendo che gli illiri stavano razziando le coste tra Apollonia e Dyrrhachium, condusse la flotta romana contro le navi degli illiri, catturandone alcune e facendo fuggire le altre.
Quindi accorse in aiuto di Appio Claudio e dei Bessaniti, assediati da Genzio. All'arrivo delle truppe romane il re però tolse l'assedio e corse a rifugiarsi nella sua roccaforte di Scodra, mentre il resto del suo esercito si arrendeva ai Romani.
Quindi accorse in aiuto di Appio Claudio e dei Bessaniti, assediati da Genzio. All'arrivo delle truppe romane il re però tolse l'assedio e corse a rifugiarsi nella sua roccaforte di Scodra, mentre il resto del suo esercito si arrendeva ai Romani.
ILLIRIA - DYRRACHIUM - STATERE ARGENTO DI TIPO CORINZIO (350-229 A.C.) |
Sotto le mura della città Genzio provò a combattere ma venne immediatamente sconfitto, per cui chiese, e ottenne, una tregua di tre giorni. Genzio sperava che il fratello Caravanzio giungesse con dei rinforzi, ma poichè nulla accadeva uscì dalla città e andò al campo romano dove si arrese senza condizioni.
Lucio Anicio Gallo entrò in Scodra e liberò i legati fatti prigionieri dagli Illiri ed inviò Perperna, uno dei legati, a Roma per informare il Senato della completa vittoria su Genzio. L'intera campagna era durata meno di trenta giorni.
Il Senato stabilì tre giorni di festeggiamenti e, al suo ritorno a Roma, Lucio Anicio Gallo celebrò il proprio trionfo su Genzio che fu condotto prigioniero, e che, assieme alla moglie e ai figli, fece parte del trionfo di Anicio nel 167 a.c.. Quindi fu inviato al confino a Spoleto, dove probabilmente finì i suoi giorni. La città, sotto il dominio romano, venne rinominata Dyrrachium.
BATTAGLIA DI DYRRACHIUM
STELE ATTICA IV SEC. A.C. |
Due anni dopo la fine della IV Guerra Macedonica, che costò la distruzione di Corinto, tutta la regione balcanica meridionale divenne provincia romana di Macedonia.
I Romani per l'occasione iniziarono subito i lavori della Via Egnatia che, partendo da Dyrrhachium, giungeva a Tessalonica e poi a Bisanzio.
Nel V secolo la città venne colpita da un violento terremoto che causò molti danni, tuttavia l'imperatore bizantino Anastasio I, nato a Dyrrachium nel 430, ordinò la costruzione di un ippodromo e di una possente cinta muraria, quella che possiamo ammirare anche oggi, alta 12 metri, a protezione della cittadella. Infatti la città rientrava nei territori dell'Impero Bizantino, ed era sede del "Thema" di Dyrrachion, che si trovava nell'Epiro ed aveva come capitale Durazzo.
Alla fine del II secolo, sotto l'imperatore Traiano (53-117), venne realizzato l'imponente anfiteatro romano, che poteva contenere dai 20000 ai 25.000 posti, ed era il più grande di tutti i Balcani. Esso era posto al centro della città e venne utilizzato fino al disastroso terremoto che colpì la città di Durazzo nella seconda metà del IV secolo.
Il monumento venne usato soprattutto per le corse dei cavalli e per i giochi gladiatori fino ad un disastroso terremoto che colpì Durazzo nella seconda metà del IV secolo. Ma non venne ricostruito anche a causa del bando imperiale dei giochi gladiatori.
Nel VI secolo venne costruita, all'interno di una stanza dell'anfiteatro, una cappella cristiana, decorata, con mosaici visibili ancora oggi. Ma non bastava e un'altra cappella venne ancora inserita nel sito nel XIII secolo, sempre con decorazioni a mosaico che però non si sono conservati.
L'anfiteatro è citato da Marino Barlezio (1450 –1513) nella sua "Historia de vita et gestis Scanderbegi Epirutarvm Principis", opera scritta nel 1508. Nel XVI secolo l'anfiteatro fu ricoperto dal terreno dopo l'invasione ottomana, e vi furono costruite sopra diverse case che ancora oggi impediscono la conservazione del sito.
Negli anni '60 del '900 iniziarono i primi scavi per riportare alla luce l'anfiteatro, tuttavia questo causò un forte deterioramento della struttura, dato che non furono presi provvedimenti per la sua conservazione, per cui tutti poterono prelevare ciò che volevano.
Attualmente è un'attrazione turistica, nonostante una buona parte della struttura non sia ancora stata ancora dissotterrata e giaccia per giunta sotto le case moderne della zona. Non si comprende cosa aspetti il comune ad espropriare le case risarcendo i proprietari.
In seguito, sotto il regno di Augusto, Dyrrhachium divenne una colonia per l'insediamento dei veterani della battaglia di Azio e venne proclamata "civitas libera".
Da allora la città e il suo porto prosperarono con gli scambi commerciali. Verso la fine del II secolo, sotto l'imperatore Traiano (53-117), venne edificato l'imponente anfiteatro romano, che, con i suoi 20.000 posti, era il più grande di tutti i Balcani.
Da allora la città e il suo porto prosperarono con gli scambi commerciali. Verso la fine del II secolo, sotto l'imperatore Traiano (53-117), venne edificato l'imponente anfiteatro romano, che, con i suoi 20.000 posti, era il più grande di tutti i Balcani.
Con la riforma tetrarchica di Diocleziano (244-313), alla fine del III secolo, la provincia venne divisa in Epirus Novus ("Nuovo Epiro") e Epirus Vetus ("Epiro vecchio"). Dyrrhachium divenne capitale della nuova provincia dell'Epirus Novus, comprendente la zona meridionale dell'Albania e la zona nord-occidentale dell'attuale Grecia.
Dyrrachium risentì ovviamente della caduta dell'Impero Romano d'Occidente nel 476, per l'enorme flessione dei commerci, inoltre, durante le invasioni barbariche del V secolo, come buona parte dei Balcani, la città fu saccheggiata più volte, e nel 481 venne stata assediata da Teodorico, re degli Ostrogoti, inoltre è stata ripetutamente attaccata dai Bulgari, che però non riuscirono a conquistarla.
RESTI ROMANI |
Dopo la suddivisione dell'Impero Romano, Durazzo rimase parte dell'Impero Romano d'Oriente, (Bizantino).
L'ANFITEATRO
Il monumento venne usato soprattutto per le corse dei cavalli e per i giochi gladiatori fino ad un disastroso terremoto che colpì Durazzo nella seconda metà del IV secolo. Ma non venne ricostruito anche a causa del bando imperiale dei giochi gladiatori.
Nel VI secolo venne costruita, all'interno di una stanza dell'anfiteatro, una cappella cristiana, decorata, con mosaici visibili ancora oggi. Ma non bastava e un'altra cappella venne ancora inserita nel sito nel XIII secolo, sempre con decorazioni a mosaico che però non si sono conservati.
ANFITEATRO |
Negli anni '60 del '900 iniziarono i primi scavi per riportare alla luce l'anfiteatro, tuttavia questo causò un forte deterioramento della struttura, dato che non furono presi provvedimenti per la sua conservazione, per cui tutti poterono prelevare ciò che volevano.
Attualmente è un'attrazione turistica, nonostante una buona parte della struttura non sia ancora stata ancora dissotterrata e giaccia per giunta sotto le case moderne della zona. Non si comprende cosa aspetti il comune ad espropriare le case risarcendo i proprietari.
Spesso i siti vengono abbandonati per mancanza di fondi, senza però aver stanziato, nella cifra iniziale, le spese di manutenzione del sito, in mancanza delle quali è meglio che il suddetto sito resti sepolto.
LA VALORIZZAZIONE DEL CENTRO ARCHEOLOGICO
Il centro storico di Durazzo è ancora tutto da scavare, il che darebbe un grande aiuto all'economia della città apportando notevole turismo con conseguenti apposite strutture.
Dal 2004 fa parte di un progetto di valorizzazione del centro storico della città attraverso la creazione del Parco Archeologico Urbano di Durazzo, e il Ministero della Cultura della Repubblicana di Albania ha richiesto il supporto dell’Università di Parma per la nuova funzionalizzazione del grandioso anfiteatro romano, costruito nel II secolo d.c. e riscoperto nel 1966 dagli archeologi albanesi, ma solo parzialmente scavato e in una situazione di forte degrado.
Dal 2004 fa parte di un progetto di valorizzazione del centro storico della città attraverso la creazione del Parco Archeologico Urbano di Durazzo, in cui sono coinvolti l'università di Parma, il Ministero degli Affari Esteri, la municipalità di Durazzo e il Ministero della Cultura albanese.
Il Ministero degli Affari Esteri italiano ha accolto questa proposta come Progetto Pilota cofinanziando nel 2004, 2005 e 2006 la missione archeologica italiana a Durazzo.
Dal 2004 fa parte di un progetto di valorizzazione del centro storico della città attraverso la creazione del Parco Archeologico Urbano di Durazzo, e il Ministero della Cultura della Repubblicana di Albania ha richiesto il supporto dell’Università di Parma per la nuova funzionalizzazione del grandioso anfiteatro romano, costruito nel II secolo d.c. e riscoperto nel 1966 dagli archeologi albanesi, ma solo parzialmente scavato e in una situazione di forte degrado.
Dal 2004 fa parte di un progetto di valorizzazione del centro storico della città attraverso la creazione del Parco Archeologico Urbano di Durazzo, in cui sono coinvolti l'università di Parma, il Ministero degli Affari Esteri, la municipalità di Durazzo e il Ministero della Cultura albanese.
Il Ministero degli Affari Esteri italiano ha accolto questa proposta come Progetto Pilota cofinanziando nel 2004, 2005 e 2006 la missione archeologica italiana a Durazzo.
(Progetto Pilota UNIPR-MAE D.G.P.C.C. uff.V “Progettazione e realizzazione del Parco Archeologico Urbano di Durrës”).
LE MURA DEL V SECOLO |
Fin dall’inizio delle attività è stato determinante:
- il sostegno dell’Ambasciata d’Italia a Tirana, ed in particolare:
- del prof. Adriano Ciani, Addetto alla Cooperazione Universitaria, Scientifica e Tecnologica,
- del Magnifico Rettore dell’Università di Parma, prof. Gino Ferretti,
- e dell’on. prof. Neritan Cˇeka, membro dell’Accademia delle Scienze albanese, ai quali va la nostra particolare gratitudine.
- Ringraziamo inoltre il prof. M. Korkuti, Direttore dell’Istituto Nazionale di Archeologia, per il sostegno e i preziosi consigli,
- i colleghi del Dipartimento di Storia dell’Università di Parma
- e il prof. P. Bobbio per l’appoggio scientifico e morale e il Direttore della Scuola Archeologica Italiana ad Atene, per avere generosamente accettato di ospitare questo primo rapporto di ricerca nella rivista della Scuola.
- Il nostro grazie va, infine, al Direttore dell’Istituto dei Monumenti di Cultura,
- a quello dell’Atelier dei Monumenti di Durazzo
- e a tutto il personale dell’Atelier e del Dipartimento di Archeologia per la concreta collaborazione. .
BIBLIO
- Tucidide - Guerra del Peloponneso - III -
- Il Progetto Durres e la missione archeologica Italiana a Durazzo -BIBLIO
- Tucidide - Guerra del Peloponneso - III -
- André Piganiol - Le conquiste dei Romani - Milano -1989 -
- Throdor Mommsen - Storia di Roma antica - vol. II, tomo II -- Giovanni Brizzi - Studi militari romani - Bologna - CLUEB - 1983 -
0 comment:
Post a Comment