TOMBA DI FADILLA




La tomba di Fadilla, di età imperiale, è un ipogeo romano posto lungo la Via Flaminia a Roma, a Grottarossa, poco distante dalla tomba dei Nasoni, e prende il nome dal fatto che ospitava le spoglie di Fadilla, cioè Annia Aurelia Fadilla, una nobildonna appartenente alla famiglia degli Antonini.

Fadilla (159 – 192 post), fu una dei tredici figli dell'imperatore Marco Aurelio (121- 180) e di sua moglie Faustina Minore (130-176).

Nacque e visse a Roma, e, durante il regno del padre, Fadilla sposò il senatore Marco Peduceo Plauzio Quintillo, nipote dell'imperatore Lucio Vero (130-169), da cui ebbe due figli: (Plauzio) Quintillo e Plauzia Servilla.

Durante il regno del fratello Commodo, la famiglia di Fadilla abitò sul Campidoglio che fu più tardi concesso all'imperatore Elagabalo come una delle residenze preferite dalla madre. 

Suo marito Plauzio Quintillo fu uno dei maggiori consiglieri di Commodo ma venne condannato a morte nel 205 dall'imperatore Settimio Severo e si suicidò.

Non si sa se a quella data sua moglie Fadilla fosse ancora viva.

Secondo Erodiano, Fadilla avvertì Commodo del pericolo costituito da Marco Aurelio Cleandro, un prefetto del pretorio, divenuto troppo potente e anzi, nel 189, insieme ad una delle sue sorelle, Fadilla scoprì e rivelò una cospirazione di palazzo tesa alla rimozione dal trono di Commodo.

La tomba è piccola ma incredibilmente ben conservata, e risale a un'epoca che va tra la fine del II e l'inizio del III secolo.



Su tre pareti ospita tombe ad arcosolio, con nicchie scavate e sormontate da un arco, in cui venivano deposti i sarcofagi, mentre il pavimento è mosaicato a tessere bianche e nere con disegni raffinati. 

Alle pareti pitture dai toni delicati ornano i muri e la volta con motivi floreali, pavoni, geni alati, volti di fanciulli e personificazioni delle stagioni. 
La tomba venne ritrovata nel 1924 nei pressi della fattoria appartenente ai Casali Molinaro.

L'anno successivo gli archeologi effettuati alcuni scavi, compresero da alcuni reperti che che nel luogo poteva sorgere una villa; ma non si è capito se la tomba fosse in qualche modo collegata alla residenza.

Dopo un restauro di circa quindici anni, dal costo di circa quarantamila euro, l'ipogeo è stato riaperto il 22 settembre 2018 in occasione delle giornate europee del patrimonio.

La tomba, che originariamente aveva una facciata, andata perduta, è scavata nel tufo e si presenta in un unico ambiente con soffitto a volta.

Il pavimento è a mosaico con tessere in bianco e nero disposte a forme geometriche, ottagoni e quadrati, con al centro la raffigurazione di un uccello che poggia su un ramo.

Lungo tre pareti si apre si apre un arcosolio, ognuno contenente una coppia di sepolture poste sotto il piano della pavimentazione: nell'arcosolio centrale, sono affrescati due pavoni che con il becco reggono una benda a cui è legata una corona.

Tra le altre pitture si riscontrano geni alati, personificazioni delle stagioni e volti di fanciulli.

L'atmosfera è gioiosa e tranquilla, bel lontana dalla tristezza e dall'austerità dei successivi sepolcri cristiani. Una iscrizione nel muro riporta il nome di Fadilla, posta da parte del marito, forse in vita di entrambi.

La tomba fu oggetto di spolio in particolare da parte della chiesa. Al nipote di Papa Clemente X fu consentito di strappare tre frammenti di affreschi, che trovarono poi sistemazione nella sua villa all’Esquilino. 

Altri sei affreschi sono stati acquistati nel 1883 dal British Museum di Londra. 

Della possente collina di tufo dove in origine era stata scavata la Tomba, inoltre, oggi rimane solo una piccola parte, a testimonianza della distruzione del paesaggio naturale e archeologico a causa prima della attività di estrazione del tufo, e poi dell’urbanizzazione selvaggia in barba ai piani regolatori e alla tutela del patrimonio.

Infatti la tomba di Fadilla attualmente si trova all'interno di un condominio dei primi del '900, ma fin dal '700, la Tomba godette di grande popolarità.

In un primo momento infatti si pensava fosse collegata a Ovidio o almeno alla sua famiglia, ma fu anche la complessità degli affreschi, con molti elementi mitologici, ad attirare l'attenzione dei molti visitatori di questa tomba. E a causarne purtroppo la spoliazione nel corso dei secoli.

"A Roma non c'è solo il Colosseo, ma un patrimonio sterminato che dobbiamo tutelare e valorizzare", dice il soprintendente di Roma, Francesco Prosperetti, parlando di "sciagurata iniziativa del precedente esecutivo"
in riferimento all'istituzione del Parco del Colosseo, che ha sottratto alla soprintendenza speciale di Roma l'anfiteatro, i Fori e il Palatino, principali fonti di reddito dell'istituzione.

"La riforma di Franceschini - spiega Prosperetti - è ben fatta per molti aspetti, come le autonomie dei musei e l'unificazione delle soprintendenze, ma lasciandoci solo il 30% degli introiti da destinare non solo alla manutenzione dell'area archeologica, ma anche dei beni architettonici e artistici, rende la gestione del patrimonio di Roma difficilissima se non impossibile. 
Spero che il nuovo ministro rimedi a questo errore", conclude.



RIAPRONO LE TOMBE DEI NASONI E DI FADILLA

"Un vero e proprio evento l'apertura straordinaria delle Tombe di Fadilla e dei Nasonii lungo l'Antica via Flaminia. Dopo oltre dieci anni, la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma riapre i luoghi di sepoltura al termine di un accurato intervento di restauro degli affreschi delle camere sepolcrali. 

Le due tombe, scavate nel massiccio tufaceo dei Saxa Rubra, rappresentano monumenti di grande importanza non solo per la struttura e la tipologia decorativa ma anche per la loro ubicazione in un’area caratterizzata dalla straordinaria concentrazione di edifici funerari di carattere monumentale, come attestano le altre tombe rupestri e quelle della vicina area archeologica di Grottarossa, contribuendo a qualificare questo settore suburbano di particolare importanza nell'età antica. 

Riapre così sulla via Flaminia un patrimonio culturale dimenticato di grande interesse e rilevanza, tombe rupestri imperiali, che permettono di ricostruire il paesaggio archeologico della importante via Consolare. Le aperture straordinarie delle Giornate Europee del Patrimonio daranno inizio a una serie di aperture al pubblico
."


BIBLIO

- Francesca Grego - Dopo 15 anni riaprono i Mausolei di Saxa Rubra -
L. Pareti - Storia di Roma e del mondo romano - vol. II - Torino - 1952 -
- Filippo Coarelli - Guida archeologica di Roma - Arnoldo Mondadori Editore - Verona - 1984 -



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