GENS NERATIA

RILIEVO FUNERARIO DEI PACCII RAMO DEI NERATII
Della gens Neratia possediamo notizie dal I al IV secolo d.c., e sembra fosse originaria del municipio romano di Saepinum, situato nella zona geografica del Sannio Pentro, peraltro molto attaccati al suolo natio in cui cercarono sempre di collocarsi o ricollocarsi, anche grazie ai possedimenti agricoli e agli edifici residenziali, che possedevano nell'area.

I Neratii, evidentemente grandi conoscitori dell'agricoltura e del commercio, fecero grande fortuna si da diventare particolarmente ricchi, anzi ricchissimi, il che permise loro di ottenere cariche di notevole rilievo (perfino il consolato), imparentandosi per giunta con altre importanti gentes si da poter contare su appoggi notevoli.

Infatti nel IV secolo la ramificata rete delle parentele dei Neratii arrivò a comprendere persino la famiglia imperiale, giungendo anche, per risalire i gradini della scala sociale, al farsi adottare (adoptio), come Marcus Hirrius Fronto Neratius Pansa, il cui nome denuncia l’adozione da parte di un Marcus Hirrius Fronto, di probabile estrazione senatoria, nonché un certo legame con Lucius Naevius Pansa, ricordato come patrocinatore della costruzione della basilica forense di Saepinum.

- M. Hirrius Fronto Neratius Pansa, console nel 73 d.c.;
- L. Neratius Priscus, console nell’87 d.c.;
- L. Neratius Priscus, suo omonimo, console nel 97 d.c.;
- di L. Neratius Marcellus, console nel 95 d.c. e, per la seconda volta, nel 129 d.c.;
- L. Neratius Proculus, console nel 144 d.c.;
- Neratius Cerealis, console nel 358 d.c. e di suo fratello Vulcacius Rufinus, console nel 347 d.c.:
- La neratia Galla fu moglie di Iulius Constantius, fratello dell’imperatore Costantino, e madre di Gallus Caesar, fratellastro dell’imperatore Giuliano. (PLRE I Galla 1: 382).
- Iustina, sorella di Constantianus e di Cerealis e quindi anch’ella imparentata con i Neratii, fu moglie dell’usurpatore Magnenzio e poi, in un secondo momento, dell’imperatore Valentiniano I, e madre dell’imperatore Valentiniano II e di Galla, a sua volta moglie dell’imperatore Teodosio e madre di Galla Placidia. (PLRE I Iustus 1: 490; PLRE I Iustina: 488; PLRE I Constantianus 1: 221; PLRE I Cerealis 1: 197; PLRE I Galla 2: 382; PLRE II Placidia: 888).

SAEPINUM

LE VILLE

La presenza di una villa Neratiorum è certa per quanto riguarda San Giuliano del Sannio, mentre è altamente probabile, ma non ancora provata, nel territorio di Ferrazzano. Le proprietà dei Neratii erano, in ogni caso, sicuramente numerose nell’ambito territoriale tra la vallata del Tammaro e quella del Tappino.

A Roma invece è assodato che Neratii stabilirono una sontuosa domus rinvenuta sul colle Esquilino, dove le dimore di lusso abbondavano ma costavano care, e cioè nei pressi di S. Maria Maggiore. Sebbene stabilmente residenti nella capitale e all'apice del prestigio politico-sociale, tuttavia i Neratii mantennero sempre il legame con la comunità natia di Sepino, dotando la città con edifici nuovi, effettuando in età flavio-traianea restauri alla basilica, e segnalandosi in opere di pubblica munificenza, il cosiddetto evergetismo che procurava fama e voti.

Sappiamo dalle iscrizioni epigrafiche rinvenute che possedevano una villa rustica nel territorio di Sepino e che i sepinati onorarono i membri di questa famiglia prestigiosa con epigrafi, dediche e statue. Ma le epigrafi appartennero pure anche ad ex appartenenti alla familia servile, schiavi e liberti rimasti nella clientela degli antichi padroni, dei quali assunsero e perpetuarono il nome.



LE EPIGRAFI

La prima attestazione epigrafica riguardante questa famiglia è di epoca tardo repubblicana e venne  rinvenuta nell'odierna Miranda, vicino la città romana di Aesernia, poco lontano dall'ambito territoriale di Saepinum; essa attesta la discendenza di Caius Paccius Capito, appartenente alla tribù Voltinia, da una non meglio identificata Neratia.

Il gentilizio Paccius, antico prenome osco (derivante da Pakis), conosce la sua massima diffusione nell'Italia centro-meridionale, ed in particolare nell'area irpina e in quella di Canosa.

Invece a Saepinum, il primo rappresentante della famiglia conosciuto a livello epigrafico è Caius Neratius, un ex militare che, nella sua carica di duoviro municipale, insieme al collega Numerius Antonius, fa erigere a proprie spese un altare consacrato alla Vittoria. Caius Neratius è quindi un membro della classe dirigente sepinate, un ex soldato che, probabilmente grazie al sostegno dato ad Augusto durante il periodo delle guerre civili, viene dallo stesso imperatore ricompensato con assegnazioni territoriali e con la suprema magistratura municipale.

Raggiunta tale sommo livello sociale nella vita del municipio, egli riesce a stringere legami familiari con la famiglia di uno dei personaggi di spicco della Saepinum tardo-repubblicana, Lucius Naevius Pansa, anch'egli militare, probabilmente proveniente da Alba Fucens, patrono anch'egli di opere di evergetismo nei confronti della comunità sepinate, come la costruzione della basilica forense e di una fontana monumentale. Da questo momento in poi, tale legame verrà rimarcato  nell’onomastica dei Neratii.

Ancora in età augustea, venne stabilito un importantissimo legame matrimoniale da una serta Neratia con Antistius Labeus, famoso giureconsulto di origini capuane, figlio di Pacuvius Antistius Labeus, giurista anche tristamente famoso come membro della cospirazione contro Cesare. Detto matrimonio, mise in contatto la sposa e i suoi parenti con i massimi ranghi sociali sepinati ma, soprattutto, dette loro accesso al mondo giuridico e soprattutto alla scuola di Labeo (detta poi Proculiana) della quale i Neratii furono esponenti autorevoli.


MARCUS HIRRIUS FRONTO NERATIUS PANSA
Nella seconda metà del I secolo d.c., agli inizi dell’età Flavia, emerge tra le fila della famiglia un personaggio di notevole spessore, Marcus Hirrius Fronto Neratius Pansa, ricordato anche in alcune iscrizioni greche che lo menzionano quale governatore della Lycia-Pamphylia.
La sua carriera è strepitosa.

EPIGRAFE DI NAERATIUS CEREALIS
- 1) comandante di una legione stanziata in Germania inferiore, la XXI Rapax,
- 2) propretore nella ricca provincia di Lycia e Pamphylia,
- 3) nel 73/74 d.c., console suffecto.
- 4) Nello stesso anno, M. H. F. Neratius Pansa riceve l’elezione al patriziato da parte dell’imperatore Vespasiano.
- 5) Tra il 73 e il 76 d.c., ottiene la censura della regio X (Venetia et Histria),
- 6) poi il quindicemvirato sacris faciundis, per la custodia e l’interpretazione dei libri sibillini e la competenza sui culti di origine straniera,
-7) la cura delle opere pubbliche e degli edifici sacri,
- 8) il comando di una spedizione militare in Armenia minore,
- 9) nel 79 d.c. diventa propretore in Cappadocia e Galazia,
- 10) diventa legato propretore di Vespasiano nella provincia di Syria.

Svolse pertanto incarichi di un certo prestigio, militari e civili, nelle provincie orientali di Lycia e Pamphylia, Armenia minore, Cappadocia e Galazia, e in quella occidentale della Germania inferiore, oltre che, ovviamente, in Italia.

Ottenne pure importanti meriti militari, per i quali l’imperatore gli conferì particolari onorificenze:
- Da Vespasiano fu decorato con quattro astae purae, riconoscimento solitamente concesso a chi avesse ucciso nemici in battaglia,
- quattro vessilli,
- quattro corone murali, premio per aver scalato mura nemiche,
- una ricompensa vallare, per aver attraversato trincee nemiche,
- una corona aurea ed un’ultima corona classica, conferita a chi  per primo avesse messo piede a bordo di una nave nemica.

Grazie a questi straordinari successi militari ed alla fortunata adozione da parte di Marcus Hirrius Fronto, Marcus Hirrius Fronto Neratius Pansa raggiunse l’ordine senatorio accumulando cariche civili e religiose di grande prestigio.
Grazie al munifico Lucius Naevius Pansa, forse proprio per rimarcare tale prestigioso collegamento, Marcus Hirrius Fronto Neratius Pansa compì un munifico atto di evergetismo nei confronti della basilica forense fatta erigere dal suo noto parente.

Da questo momento, in seguito all’adlectio al patriziato concessa da Vespasiano, la famiglia si biforcherà in due rami: l’uno patrizio, l’altro plebeo. Il ramo plebeo della gens, dal quale lo stesso Marcus Hirrius Fronto Neratius Pansa proviene, non sarà meno noto di quello patrizio, vantando molti memri nell’ambito della nobilitas senatoria.

Nella pars plebea, ricordiamo il fratello maggiore (o forse il cugino) di Marcus Hirrius Fronto Neratius Pansa, Lucius Neratius Priscus. La sua carriera sebbene non goda dell’accelerazione impressa da un’adozione di prestigio, come avviene invece per suo fratello, risulta essere comunque molto rilevante:
- tra l’84 e l’86 d.c. ricopre la carica della praefectura aerarii Saturni,
- nell’87 d.c. raggiunge il consolato (suffecto)
- tra il 92 ed il 96 d.c., ottiene la propretura nella provincia di Pannonia.
Il conseguimento tardivo del consolato (appena dieci anni prima del figlio naturale), potrebbe essere ricondotto ad una adlectio inter praetorios, forse favorita dallo stesso Vespasiano, già promotore di suo fratello, che da homo novus trasforma Lucius Neratius Priscus in uomo degno di ricoprire le più alte cariche.

Il trattamento di favore riservato ai Neratii dall’imperatore Vespasiano fu motivato dall’appoggio, essenzialmente economico, che i Flavi dovettero ricevere all’epoca della guerra civile (68-69 d.c.). In tale situazione familiare, i figli di Lucius Neratius Priscus, Lucius Neratius Marcellus, Caius Neratius Proculus (?) e l’omonimo Lucius Neratius Priscus, potevano contare sia sul sostegno paterno, sia su quello dello zio Marcus Hirrius Fronto Neratius Pansa novello patrizio.

Tra tutti loro fu senz’altro il maggiore, Lucius Neratius Priscus figlio, ad ottenere i riconoscimenti maggiori e a portare più grande lustro alla famiglia (sebbene, al contrario del fratello minore Lucius Neratius Marcellus, non raggiunse il rango patrizio). Lucius Neratius Priscus Lucius Neratius Priscus è probabilmente una delle figure di maggior spicco ed interesse che la gens Neratia ha regalato alla storia.

Eminente giurista, sposò la linea della scuola di diritto Proculiana, della quale rappresentò uno dei maggiori esponenti, e, proprio grazie alla sua sapienza giurisprudenziale, divenne presto uno dei più stretti collaboratori della casata imperiale. L’imperatore Traiano, infatti, lo volle accanto a sé nel suo consilium principis e, almeno stando a quanto racconta l’Historia Augusta, ebbe addirittura l’intenzione di nominarlo suo successore all’impero.

Secondo l’autore della biografia, Traiano avrebbe addirittura conferito al giureconsulto una nomina informale a suo successore, affidandogli il governo delle province nel caso di una sua morte improvvisa (commendo tibi provincias, si quid mihi fatale contigerit) e quindi, di fatto, consegnandogli il comando dell’impero.

Tale decisione, sempre secondo la stessa fonte, sarebbe stata largamente condivisa dall’entourage traianeo, quale attestato di stima nei confronti di Lucius Neratius Priscus. Pertanto, se il passo citato si rivelasse attendibile, la gens Neratia non avrebbe visto uno dei suoi membri assumere il controllo dell’impero solamente a causa di un intrigo di corte, ordito dall’imperatrice Plotina a favore del futuro imperatore Adriano.

Proprio dall’Historia Augusta, infatti, si dirama la voce che in realtà Traiano non avrebbe adottato Adriano in punto di morte (e che quindi non avrebbe avuto in animo di nominarlo suo erede politico) ma che invece, una volta morto l’imperatore, Plotina avrebbe corrotto un cortigiano affinchè lo impersonasse e adottasse il suo protetto (nec desunt qui factione Plotinae mortuo iam Traiano Hadrianum in adoptionem adscitum esse prodiderint, supposito qui pro Traiano fessa voce loquebatur).

L'approvazione di molti dei suoi amici, avrebbe programmato di non nominare come suo successore Adriano, ma Neratius Priscus, fino al punto di dire a Priscus: "Affido le province alle tue cure nel caso mi succeda qualcosa". E, infatti, molti affermano che Traiano aveva in animo di seguire l'esempio di Alessandro il Macedone e morire senza nominare un successore.

Ma, anche in questo caso, molti altri dichiarano che in tal modo avrebbe voluto dare un indirizzo al senato, chiedendo, nel caso in cui gli fosse accaduto qualcosa, di nominare una guida per l'impero romano, e proponendo i nomi di alcuni tra i quali il senato avrebbe potuto scegliere il migliore. E non manca chi afferma che Adriano fu adottato solo dopo la morte di Traiano, e solo per mezzo di un trucco di Plotina: ella avrebbe corrotto qualcuno che impersonasse l'imperatore e parlasse con voce flebile.

Ovviamente, seppur suggestiva, la notizia che la scelta del futuro imperatore ricadesse su un membro del consilium principis, il dubbio sulla veridicità dell'’Historia Augusta resta fortemente.
Grazie inoltre alla figura di Lucius Neratius Priscus (figlio), il ramo plebeo della famiglia ottennne riconoscimenti pari, se non superiori, a quelli ottenuti dai parenti patrizi.



VIRIS ILLUSTRIBUS

LUCIUS NERATIUS MARCELLUS
Infatti, Lucius Neratius Marcellus, fratello minore di Lucius Neratius Priscus, venne eletto al rango di patrizio ma, nonostante anch’egli possa vantare una carriera prestigiosa, sicuramente non riuscirà a superare l’incredibile successo del fratello maggiore.

Attraverso la testimonianza epigrafica è possibile ricostruire il cursus honorum di questo eccezionale cittadino sepinate:

STELE DI CAIUS NERATIUS
1) - Tribuno nella legione XXII Primigenia,
2) -  tribunato della plebe,
3) -  pretore,
4) - console suffetto,
5) - propretore, dapprima in Germania inferiore ed in seguito in Pannonia,
6) - entrò a far parte del collegio dei VII viri epuloni.

Ovviamente, gli impegni di corte e l’adempimento dei numerosi incarichi lui assegnati, portarono Lucius Neratius Priscus lontano dall’originaria Saepinum ma, proseguendo la tradizione familiare, egli non tralasciò di mantenere vivi rapporti con il piccolo municipio attraverso l’evergetismo. Insieme a suo padre, infatti, finanziò la costruzione di un edificio, che occupava quasi interamente il lato sud-orientale del foro, e del relativo arco onorario antistante.

Sull’attico di tale arco, come d’uso, si stagliava un’iscrizione che ricordava i nomi dei due benefattori. Lucius Neratius Priscus, come visto, riuscì a collezionare una lunga lista di incarichi e ad avere una brillante carriera ma, in primo luogo, egli fu un giurista.

Le sue opere giuridiche più note sono:
- il Regularum,
- il Membranarum, al quale attinse Ulpiano,
- il Responsorum, numerosi frammenti del quale confluirono nel Digesto.

In ultima analisi, con la figura di Lucius Neratius Priscus, la gens Neratia raggiunge l’apice della sua fortuna. In seguito, infatti, nel periodo tra la seconda metà del II secolo d.c. e la prima metà del IV secolo d.c., i membri della gens, pur continuando a rivestire ruoli di una certa importanza all’interno della classe dirigente senatoriale, di certo non riusciranno ad emergere quanto i loro predecessori; la brillante carriera dei Lucii Neratii Prisci padre e, soprattutto figlio, ma anche quella del pluridecorato Marcus Hirrius Fronto Neratius Pansa e del suo figlio adottivo, nonché nipote naturale, Lucius Neratius Marcellus, offuscherà i risultati raggiunti dalla nuova generazione di Neratii.

Alla metà del IV secolo d.c., invece, si vedrà come la gens riacquisterà l’antico splendore e arriverà addirittura ad imparentarsi con la famiglia imperiale.


LUCIUS NERATIUS MARCELLUS
Nel frattempo anche il fratello minore di Lucius Neratius Priscus, Lucius Neratius Marcellus, raggiungeva importanti traguardi ai livelli più alti dell’amministrazione imperiale. Grazie ad una probabile adozione da parte dello zio paterno, Marcus Hirrius Fronto Neratius Pansa, entrò a far parte del patriziato; ciò rappresenta una notevole spinta alla sua carriera, tanto che raggiunse per la prima volta il consolato nel 95 d.c., due anni prima dell’illustre Lucius Neratius Priscus, una carriera molto più rapida e prestigiosa rispetto a quella del padre naturale. Ed ecco la carriera:

1) -  magistrato monetale,
2) tribuno della legione XII Fulminata,
3) questore,
4) segretario del senato,
5) pretore,
6) console suffecto nel 95 d.c.,
7) curatore degli acquedotti di Roma,
8) propretore in Britannia ,
9) di nuovo console (stavolta ordinario) nel 129 d.c.

Il successo di Lucius Neratius Marcellus si inquadra principalmente durante l’impero di Traiano e di Adriano, imperatore da lui espressamente onorato a Saepinum con una dedica datata al 130 d.c., probabilmente per esprimere riconoscenza per il conseguimento del secondo consolato. Sarebbe quindi da escludere l’ipotesi che sia a lui riferibile la notizia, riportata dall’Historia Augusta, secondo cui un Lucius Neratius Marcellus sarebbe stato costretto al suicidio da parte di Adriano. Tale opinione è certamente da rigettare anche alla luce del fatto che, dopo la morte di Marcellus, la fortuna politica del ramo patrizio perdura.


LUCIUS CORELLIUS NERATIUS PANSA

Il figlio di Lucius Neratius Marcellus, Lucius Corellius Neratius Pansa,  raggiungerà il consolato (ordinario) nel 122 d.c.


LUCIUS NERATIUS MARCELLUS
Alcune iscrizioni riguardanti Lucius Neratius Marcellus ricordano Domitia Vettilla, anch’essa donna proveniente da una famiglia di rango consolare, in quanto figlia di Lucius Domitius Apollinaris, console nel 97 d.c.

Lucius Neratius Marcellus, infatti, sposò in seconde nozze Domitia Vettilla, la quale pose al marito l’iscrizione onoraria che permette di ricostruire la sua carriera. La gran messe di incarichi istituzionali obbligano Lucius Neratius Marcellus a risiedere a Roma; egli fa quindi erigere sull’Esquilino, nell’area sottostante l’attuale basilica di Santa Maria Maggiore, una sontuosa domus, frequentata poi fino ad epoca tardo antica.

Nonostante risieda ormai stabilmente nell’Urbe, Lucius Neratius Marcellus mantiene nel territorio d’origine numerosi possedimenti, soprattutto fondiari, come quelli nel territorio dei Ligures Baebiani, documentati dalla Tabula alimentaria del 101 d.c..


CAIUS NERATIUS PROCULUS
Il terzo figlio di Lucius Neratius Priscus, è Caius Neratius Proculus (?), colui con il quale Lucius Neratius Marcellus probabilmente condivide la proprietà della domus sull’Esquilino, ma di cui non abbiamo notizie. Sappiamo solo che è padre di Lucius Neratius Proculus.


LUCIUS NERATIUS PROCULUS
Il cursus di Lucius Neratius Proculus, appartenente al ramo plebeo della gens (come ci testimonia la carica di aedilis plebis Cerialis), si snoda attraverso le varie tappe della carriera senatoriale:

1) - decemvirus stlitibus iudicandis,
2) - tribuno della legione VII Geminia Felix,
3) - tribuno della legione VIII Augusta,
4) - questure,
5) - edile plebeo,
6) - pretore,
7) comandante della legione XVI Flavia Fidelis, con l’incarico specifico di condurre distaccamenti di soldati (ad ducendas vexillationes) in vista di un Bellum Parthicum, evidentemente scongiurato,
8) - prefetto dell’erario militare,
9) console (suffecto) tra il 144 e il 148 d.c.


NERATIA PROCILLA
Sorella di Lucius Neratius Proculus è Neratia Procilla; anche questa donna è molto importante all’interno delle dinamiche familiari, in quanto, grazie ad un matrimonio ben congegnato, riesce ad assicurare alla sua gens un ulteriore rapporto di parentela molto vantaggioso. Suo marito Caius Betitius Pietas, infatti, è un notabile di Aeclanum dell’illustre famiglia dei Betitii.
I figli di questo matrimonio, Neratia Betitia Procilla e Caius Neratius Proculus Betitus Pius Maximillianus, raggiungeranno entrambi ottimi livelli.


NERATIA BETITIA PROCILLA
Neratia Betitia Procilla sarà flaminica dell’imperatrice Faustina Minore.


CAIUS NERATIUS PROCULUS BETITUS PIUS MAXIMILLIANUS
fratello di Neratia Betitia Procilla, otterrà il consolato. È da notarsi che essi sono dei Neratii – Betitii; il titolo gentilizio materno ha, in questo caso, il primo posto rispetto a quello meno prestigioso della famiglia paterna. Tramite la parentela con i Betitii, i Neratii si imparentarono, di conseguenza, con l’importantissima gens Anicia.


FALTONIA PROBA
Faltonia Betitia Proba, poetessa cristiana moglie del praefectus urbi nel 351 d.c., Neratius Probus, è detta Aniciorum mater. Faltonia  fu la più importante e influente poetessa di lingua latina del tardo impero che compose versi prima di carattere epico e poi cristiano. Ebbe come nipote Anicia Faltonia Proba, sorella del console del 370 Olibrio e moglie di Sesto Petronio Probo, console nel 371, che visse a Roma, nella ricchissima villa che gli Anici avevano al Pincio, più o meno dove sorgono oggi la scalinata e la chiesa di Trinità dei Monti e Villa Medici, ossia negli Horti Aciliorum.


LUCIUS CORNELIUS NERATIUS PANSA
Lucius Corellius Neratius Pansa fu un altro esponente di questa generazione di Neratii, figlio di Lucius Neratius Marcellus e della sua prima moglie, Corellia Hispulla, appartenente ad un’illustre famiglia; suo padre era infatti Quintus Corellius Rufus, console nel 78 d.c. Dietro alla scelta matrimoniale di Lucius Neratius Marcellus si cela probabilmente la volontà di legarsi ancor più  con la famiglia del suo principale sostenitore, il genitore adottivo Marcus Hirrius Fronto Neratius Pansa.

EPIGRAFE DI LUCIUS NERATIUS MARCELLUS
Infatti, Corellia Hispulla era parente di Lucius Corellius Celer Fisius Rufinus, marito di Varia Pansina, nipote abiatica dello stesso Marcus Hirrius Fronto Neratius Pansa. Varia Pansina, infatti, era figlia del matrimonio tra Neratia Pansina (figlia naturale di Marcus Hirrius Fronto Neratius Pansa) e Lucius Varius Ambibulus, originario di Aeclanum.

Tornando a Lucius Corellius Neratius Pansa, il cui nome prende elementi sia dalla parte materna sia dalla parte paterna: al gentilizio della gens di sua madre si associa il cognomen del padre adottivo del suo padre naturale, Marcus Hirrius Fronto Neratius Pansa. Nella Tabula alimentaria dei Ligures Baebiani, tra i proprietari dei fundi, si menziona un Lucius Corellius Neratius Pansa. Sempre dalla Tabula, veniamo a conoscenza del fatto che Lucius Neratius Marcellus avrebbe fatto da garante del proprio figlio riguardo al pagamento degli interessi su un prestito contratto.

Purtroppo non conosciamo l’intero cursus honorum di questo membro del ramo patrizio dei Neratii, sappiamo però che raggiunse il consolato (ordinario) nel 122 d.c., il che esclude totalmente l’induzione al suicidio da parte di Adriano nei confronti del padre Neratius Marcellus, perchè avrebbe impedito a Corellius Neratius Pansa di raggiungere la carica consolare.


LUCIUS IUNIUS AURELIUS NERATIUS GALLUS FULVIUS MACER
Tra la seconda metà del II secolo d.c. e la prima metà del IV secolo d.c., le fortune della gens neratia, pur sempre nelle sfere sociali più alte, registrano una notevole flessione. Nella seconda metà del II secolo d.c., spicca tuttavia un certo Lucius Neratius Iunius Macer che, secondo alcuni (De Benedittis), sarebbe da identificare con il Lucius Iunius Aurelius Neratius Gallus Fulvius Macer, noto attraverso un’epigrafe rinvenuta a Roma.


I NERATII - FUFIDII
Neratii - Fufidii La continuità familiare della gens, da questo momento in poi, è assicurata essenzialmente dalla linea matrilineare: per il III secolo d.c. abbiamo un consistente gruppo epigrafico, reperito nel municipium di Saepinum e, per quanto riguarda quattro epigrafi in particolare, a San Giuliano del Sannio, nella zona pertinente alla villa (contrada Crocella), che riguarda tre fratelli, Caius Neratius Fufidius Priscus, Caius Neratius Fufidius Annianus e Caius Neratius Fufidius Atticus, figli di Caius Fufidius Atticus68 e di Neratia Marullina.

L’onomastica di Neratia Marullina ha fatto insorgere qualche sospetto circa una presunta parentela tra la gens Neratia e la gens Eggia, eminente famiglia di Aeclanum; Lucius Cossionus Eggius Marullus, curatore di Canosa e console (ordinario) nel 184 d.c., sarebbe allora responsabile del cognomen Marullo alla madre dei tre fratelli celebrati nelle epigrafi di San Giuliano.


LUCIUS NERATIUS ANNIANUS
A parte quest’ulteriore parentela, è provata la discendenza di Neratia da un Neratius Priscus, forse figlio adottivo del famoso giurista Lucius Neratius Priscus (iuniore). C'è chi identifica questo Neratius Priscus con il Lucius Neratius Annianus, probabile figlio adottivo di uno dei figli di Lucius Neratius Priscus (senior), Lucius Neratius Priscus, Lucius Neratius Marcellus o Caius Neratius Proculus (senior). In tal caso, il Lucius Neratius Annianus, originariamente membro della gens Annia, sarebbe entrato nella gens Neratia tramite l’adozione da parte del famoso giurista Neratius Priscus, oppure di uno dei suoi fratelli.

Il suo nome per esteso sarebbe allora Lucius Neratius Priscus Annianus (oppure Lucius Neratius Marcellus Annianus o, ancora, Lucius Neratius Proculus Annianus), il che giustificherebbe la trasmissione del cognomen Annianus al figlio di Neratia Marullina, Caius Neratius Fufidius Annianus, che l’avrebbe quindi ricevuto dal nonno materno.


CAIUS NERATIUS FUFIDIUS PRISCUS
CAIUS NERATIUS FUFIDIUS ANNIANUS
CAIUS NERATIUS FUFIDIUS ATTICUS

Le iscrizioni pertinenti ai tre fratelli Caius Neratius Fufidius Priscus, Caius Neratius Fufidius Annianus e Caius Neratius Fufidius Atticus, ricordano il nonno Neratius Priscus (Lucius Neratius Priscus Annianus?) ed il bisnonno Accius Iulianus, entrambi di dignità consolare.

Con questi tre fratelli, quindi, si viene a comporre un nuovo ramo collaterale della famiglia, quello dei Neratii Fufidii (in quanto figli di una Neratia – Neratia Marullina - ed un Fufidius – Caius Fufidius Atticus).

Come vedremo, tale ramo sarà molto importante per Saepinum, in quanto proprio questi tre fratelli sono i proprietari della villa di San Giuliano. È ancora una volta un matrimonio, pertanto, a procurare alla gens Neratia un’alleanza con una famiglia dell’élite senatoriale, quella dei Fufidii, originari di Telesia.

Per quanto riguarda le carriere di Caius Neratius Fufidius Priscus, Caius Neratius Fufidius Annianus e Caius Naratius Fufidius Atticus, non disponiamo di cursus per intero ma sappiamo che furono tutti di rango senatorio. Qualche ulteriore breve considerazione può poi essere fatta sul cognomen Annianus che, come precedentemente accennato, Caius Neratius Fufidius Annianus potrebbe aver ereditato da suo nonno materno.


NERATIA ANTEIA RUFINA NAEVIA DECIANA
Neratia Anteia Rufina Naevia Deciana, figlia di un Lucius Neratius Priscus, e forse sorella di Marcus Hirrius Fronto Neratius Pansa e Lucius Neratius Priscus (senior). Nel nome di questa Neratia ricorre il cognomen Pansa che rimanderebbe quindi a Lucius Naevius Pansa, padre adottivo di quello che si pensa essere suo fratello; andando oltre, il cognomen Rufina la ricollegherebbe al console P. Anteius Rufus (dal quale le deriverebbe anche il nome di Anteia).


LUCIUS NERATIUS RUFINUS
A sua volta, ella avrebbe trasmesso il suo cognomen al figlio, Lucius Neratius Rufinus, e alla nipote, Iulia Rufina Augurina, il cui padre potrebbe essere il Caius Iulius Augurinus che Tacito menziona quale vittima delle repressioni neroniane.


FLAVIA NERATIA SEPTIMIA OCTAVILLA
Un’epigrafe urbana ci fornisce notizia di Flavia Neratia Septimia Octavilla, donna di rango senatoriale (clarissima puella), figlia di un personaggio legato all’entourage adrianeo, Lucius Flavius Septimus Aper Octavianus, i cui elementi onomastici rimandano, in un certo qual modo, a Settimio Severo. Purtroppo non abbiamo ulteriori notizie riguardanti questa famiglia che ci permettano di chiarire tutti i dubbi circa il suo grado di parentela con i Neratii; tuttavia nel IV secolo d.c., le fila della gens si intrecceranno con quelle della famiglia imperiale dei Costantinidi in un primo tempo e dei Valentiniani poi.


NERATIUS IUNIUS FLAVIANUS
Nel IV secolo d.c. rileviamo Neratius Iunius Flavianus, probabilmente figlio del Lucius Iunius Aurelius Neratius Gallus Fulvius Macer, documentato epigraficamente a Roma, che divenne prefetto urbano nel 311-312 d.c.


NERATIUS CERIALIS
Neratius Cerealis, uomo ricchissimo, fu:
1) - praefectus annonae nel 328 d.c.,
2) - praefectus Urbi nel 352-353 d.c.
3) - console (ordinario) nel 358 d.c.

Trasformò la villa sull’Esquilino in una sontuosissima dimora, dotandola dei Balnea Cerealis, grandiose e lussuosissime terme riservate all'elite del senato romano.


NERATIUS SCOPIUS
Neratius Scopius, consularis Campaniae, fu probabilmente figlio di Neratius Cerialis.


NERATIUS PALMATUS
Neratius Palmatus (figlio stesso di Neratius Scopius?), consularis in Sicilia, forse da identificare con il Neratius Palmatus praefectus Urbi nel 412 d.c.


VULCACIUS RUFINUS
Importanti anche i fratelli di Neratius Cerealis: Vulcacius Rufinus e Galla.
Vulcacius Rufinus fece un'ottima carriera:
1) - pontifex maximus,
2) - vir consularis per la Numidia,
3) - comandante di truppe comitatensi in Egitto e Mesopotamia,
4) - console (ordinario) nel 347 d.c.,
5) - prefetto del pretorio per l’Italia,
6) - prefetto del pretorio per l’Illirico,
7) - di nuovo prefetto del pretorio per l’Italia,
8) - prefetto del pretorio per la Gallia,
9) - prefetto del pretorio per l’Africa.


GALLA
La neratia Galla e suo figlio,  il Cesare Flavius Claudius Constantius Gallus
Sorella di Neratius Cerealis e Vulcacius Rufinus, Galla, sposò Iulius Constantius, figlio del tetrarca Costanzo Cloro e di Teodora e quindi fratellastro dell’imperatore Costantino I. Ebbe tre figli, fratellastri dell’imperatore Giuliano l’Apostata, che nacque da un secondo matrimonio di Iulius Constantius con Basilina.


FLAVIUS CLAUDIUS CONSTANTIUS GALLUS CAESAR
Il figlio maggiore di Iulius Constantius perì insieme a suo padre nell’estate del 337 d.c. quando, morto l’imperatore Costantino, l’esercito uccise i maschi della famiglia imperiale affinchè non gli succedessero. La strage fu gradita ai figli naturali di Costantino: Costantino II, Costanzo II e Costante I, che miravano al trono.

EPIGRAFE DI CAIUS FUFIDIUS ATTICUS
Unici sopravvissuti furono Giuliano, che si salvò perchè nel 337 d.c. aveva solo sei anni, e Constantius Gallus, secondo figlio di Iulius Constantius e della neratia Galla (e quindi fratellastro di Giuliano), perchè affetto da una malattia ritenuta mortale, oppure perchè Costanzo II voleva salvare la vita a quello che era diventato da poco suo cognato, in quanto sua sorella era andata in sposa a Costanzo II.

Nel 351 d.c., Constantius Gallus venne nominato Cesare da Costanzo II, divenendo Flavius Claudius Constantius Gallus Caesar. L’anno precedente c'era stata l’usurpazione del generale Magnenzio che, ucciso l’Augusto d’Occidente Costante I, era stato acclamato imperatore dal suo esercito stanziato in Gallia.

Era quindi necessario che Costanzo II, preparasse una campagna militare in Occidente che però, in mancanza di un erede, avrebbe lasciato il trono orientale allo sbaraglio. Pertanto l’imperatore scelse di elevare Constantius Gallus al rango di Cesare e conferirgli quindi il controllo sulla pars orientis dell’impero.

Constantius Gallus e Giuliano, infatti, seppur risparmiati dalla strage, nel 337 d.c., secondo la testimonianza di Ammiano Marcellino, erano stati affidati ad Eusebio di Cesarea e alla sua morte, vennero relegati nella residenza imperiale del Macellum, in Cappadocia.

Così Flavius Claudius Constantius Gallus Caesar, ricevette il nome di Costantius e sposò Costantina, sorella maggiore di Costanzo II, meglio conosciuta come Costanza. Nel periodo in cui Constantius Gallus fu Cesare (351-354 d.c.) vi fu una violenta rivolta della comunità ebraica in Palestina (351-352 d.c.), sedata nel sangue dal magister militum Ursicino e la città di Diocesarea venne completamente distrutta.

Negli ultimi anni del suo governo, vi furono contrasti con i Sasanidi, nemici di Roma; le fonti, a riguardo, ci informano di alcuni successi riportati dal cesare, probabilmente dovuti al generale Ursicino.

Giuliano, nella sua Epistola al Senato e al Popolo degli Ateniesi, narrò di come il fratellastro Constantius Gallus, divenuto Cesare, volesse usurpare il trono del cugino instaurando un regime di terrore, sospetti e crudeltà, sostenuto dalla moglie Costanza, una “megera in veste di donna”, una donna molto più anziana del marito. Ammiano Marcellino: “Sempre più incontenibile e dannoso per tutti gli uomini onesti, il Cesare, ormai privo di ritegno, dopo i fatti che abbiamo riferito, opprimeva per lungo e per largo tutto l’Oriente, non risparmiando i nobili, i maggiorenti delle città ed i plebei.”

Constantius Gallus entrò in contrasto con il senato di Antiochia. A causa del repentino innalzamento del prezzo del grano, propose una nuova tassa e, di fronte alla risposta negativa di molti senatori, ne condannò a morte parecchi, dissuaso solo dal comes Orientis Onerato, che rifiutò di far eseguire la condanna, evitando l’intervento diretto dell’imperatore contro Constantius Gallus.

Allora il Cesare incolpò Teofilo, vir consularis Syriae, dell’aumento del prezzo del grano e la scarsità dei rifornimenti, facendolo linciare dalla folla. A questo punto Costanzo II sostituì Ursicino con un uomo a lui fedele, per togliere a Cesare il suo valente generale; poi richiamò a corte il Cesare e sua moglie, che però morì durante il viaggio. Giunto a corte Constantius Gallus fu chiamato a render conto delle sue scelleratezze e venne condannato a morte.


IUSTINA
Nel frattempo, alcuni Neratii si erano imparentati con Iustus, il vir consularis della provincia di Picenum, fatto uccidere da Costanzo II. I suoi figli erano Cerealis, Constantianus e Iustina. Quest’ultima figlia andò in sposa all’usurpatore Magnenzio ma, una volta sconfitto da Costanzo II, ella sposò l’imperatore Valentiniano I da cui ebbe Valentiniano II, il quale succederà al padre al comando dell’impero, e Galla che sposerà Teodosio e sarà madre di Galla Placidia.



A SEPINUM

A Saepinum, in epoca tardo-antica, Neratius Constantius, curator locale, promosse lavori di ristrutturazione urbanistica notevoli, coadiuvato dal rector della provincia Fabius Maximus. Fece restaurare:
-  la basilica,
- il tribunal colomnatum,
- le thermae Silvani con relativa porticus,
- l’area del foro
- le mura urbiche.

Le opere edilizie furono dovute all’intervento diretto di Neratius Cerealis, all’epoca praefectus Urbi, disponendo, attraverso il parente e patronus municipii Neratius Constantius, una risistemazione della città d’origine della propria gens.



A ROMA

La più importante testimonianza archeologica della presenza dei Neratii a Roma è la domus Neratiorum sull’Esquilino, il cui sito a tutt'oggi è noto solo parzialmente e soprattutto non precisamente circoscrivibile.

La storia dei ritrovamenti inizia nel 1873 quando, durante dei lavori di scavo condotti nella zona tra piazza dell’Esquilino, via Cavour, via Farini e via Manin, furono rinvenuti i resti della domus di Naeratius Cerealis, in base al ritrovamento in sito di un’epigrafe che lo menzionava come conditor balnearum. Un’epigrafe con iscrizione analoga era stata già rinvenuta nell’area attigua dell’odierna Stazione Termini, un tempo occupata dalla villa Montalto Peretti – Negroni.

Nella stessa zona, poi, erano state trovate basi dedicate rispettivamente a Naeratius Cerealis e a suo figlio Naeratius Scopius e numerose epigrafi menzionano Naeratius Cerealis quale promotore di un impianto termale; tra ‘600 e ‘700 si trovavano conservate in punti di Roma anche piuttosto distanti tra loro (dalla villa Matteiana del Celio a villa Borghese) e non si conservava memoria dei luoghi di ritrovamento. Ciò suggerì prudenza nel considerare le epigrafi esquiline un riferimento topografico certo.

Nel 1905, all’angolo tra via Urbana e via di Santa Maria Maggiore, venne rinvenuta una fistula aquaria con il nome dei Neratii, del II secolo d.c. Si comprese che l’espressione conditor balnearum si riferisse a qualche importante edificio pubblico che Cerealis aveva inaugurato in altra zona. Invece le ricche decorazioni degli ambienti, i resti di cornicioni in rosso antico, di colonne in giallo e nero antico, di un tratto di sectile parietale, le pavimentazioni di marmo cipollino e la statuaria rinvenuta, rimandano a una residenza aristocratica tardo antica.



NERATIUS PALATIUS Il complesso passò poi in eredità a Naeratius Palmatus, praefectus urbi nel 412 d.c. e figlio, o forse nipote, di Naeratius Scopius. Egli, ultimo personaggio della gens Neratia, probabilmente fu anche l’ultimo dei Neratii proprietario della domus esquilina.

Terminata la dinastia, l’edificio, verosimilmente attraverso una donazione, entrò a far parte delle proprietà della nuova basilica di Santa Maria Maggiore, quale casa d’affitto da rendita.



LA DOMUS CISPIA

Durante una campagna di scavo condotta tra il 1966 e il 1971 nell’area sottostante la basilica di Santa Maria Maggiore, la quale occupa la sommità del Cispio, sotto il pavimento della chiesa, a sei metri di profondità, furono rinvenuti i resti di un edificio costituito essenzialmente da un grande cortile porticato, sul quale si affacciano alcuni altri ambienti.

La fase più antica, in opus incertum, è datata al II secolo a.c., mentre il rifacimento principale sembra essere di età adrianea. Inizialmente identificato con il Macellum Liviae, è stata considerata un’abitazione privata. In particolare, nel II secolo d.c., la domus sembra sia appartenuta a Lucius Neratius Marcellus e a Caius Neratius Proculus, fratelli di Lucius Neratius Priscus; a questi personaggi si riferirebbe l’iscrizione riportata sulla fistula aquaria di cui sopra.

Gli scavi condotti sotto la basilica di Santa Maria Maggiore hanno altresì messo in luce una decorazione parietale eccezionale: i muri dei lati lunghi erano infatti ricoperti da un calendario dipinto, intramezzato da scene che rappresentano lavori agricoli corrispondenti ai relativi mesi, tutt’ora parzialmente conservato.

La datazione è precedente all’ultimo quarto del IV secolo d.c., quando le pitture furono ricoperte da una decorazione a finto marmo. La proprietà dei Neratii doveva estendersi nella zona oggi dell’Ottocento subito fuori della Porta Esquilina, compresa tra la stazione Termini, la basilica di Santa Maria Maggiore, il complesso del palazzo Brancaccio, ultimo palazzo nobiliare costruito a Roma, e il teatro Morgana (poi teatro Politeama Brancaccio) su via Merulana. Soprattutto in epoca tardo antica, la domus doveva presentarsi come una residenza urbana particolarmente sontuosa, degna di ospitare una potente famiglia aristocratica come quella dei Neratii.



BIBLIO

- Eutropio - Storia di Roma - Santarcangelo di Romagna - Rusconi Libri - 2014 -
- D. Bowder - Dizionario dei personaggi dell'antica Roma - Dizionario dei personaggi dell'antica Roma, Newton Compton editori - 2001 -
- Andrea Frediani, Sara Prossomariti - Le Grandi Famiglie di Roma Antica - Roma - Newton Compton Editori - 2014 -
- Edward Gibbon Nomina Gentesque Antiquae Italiae (1763-1764) -
- Valerio Cianfarani - Guida delle antichità di Sepino - Milano - 1958 -

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