LUNI |
DIVISIONE DELLA PENISOLA ITALICA IN EPOCA AUGUSTEA
«Questa regione... ha gli abitanti che vivono sparsi in villaggi, dove arano e zappano una terra dura, o come dice Posidonio, "tagliando i sassi". Il territorio è ben popolato e da qui vengono una gran parte fanti e di cavalieri, che anche il Senato romano recluta nei suoi ranghi.»
(Strabone - Geografia - V -)
«Patet ora Liguriae inter amnes Varum et Macram XXXI Milia passuum. Haec regio ex descriptione Augusti nona est..»
Con la I guerra punica (II secolo a.c.) i Liguri si divisero tra alleati di Cartagine e alleati di Roma. Fu quando i Romani conquistarono questo territorio, con l'aiuto dei loro federati Genuates, che lo si chiamò Liguria, corrispondente alla IX Regio dell'Impero romano, la quale si estendeva dalle Alpi Marittime e Cozie, al Po, al Trebbia e al Magra.
Nel 180 a.c. i Romani, per poter disporre della Liguria nella loro conquista della Gallia, dovettero deportare 47.000 Liguri Apuani, irriducibili ribelli, deportandoli in area Sannitica, nel territorio compreso tra Avellino e Benevento.
I COMMERCI
Le relazioni tra la Liguria e il mondo etrusco nel corso del VII e VI sec. a.c. non hanno trovato adeguati ritrovamenti, mentre con la costa francese (Linguadoca e Provenza), già dalla fine del VII sec. a.c., ci si approvvigionava di materie prime (oro, argento, piombo, rame, stagno).
Nel VI-V sec. a.c. iniziano in Liguria le popolazioni d’altura nell'interno e verso la costa con l’utilizzazione anche di nuovi siti.
Tra la fine del IV e gli inizi del III sec. a.c. nella parte estrema della Liguria orientale i Celti spingono i Liguri a oltrepassare il fiume Magra e a inoltrarsi lungo le valli appenniniche fino alla pianura versiliese. erse.
La circolazione nel II sec. a.c. di oboli cisalpini d’argento collegati alla monetazione preromana padana e derivati dal tipo della dracma massaliota, è segno che i Liguri cercavano di conservare un'autonomia locale nei confronti del controllo romano.
Per la romanizzazione si nota che Ventimiglia (Albintimilium), Albenga (Albingaunum), Vado Ligure (Vada Sabatia), e Genova svilupparono l’impianto urbano in aree occupate dai Liguri secondo modalità e forme indipendenti. Solo Luni diventa colonia nel II sec. a.c..
LA VILLA MARITIMA
Sulla costa di levante sorge nel I sec. a.c. il fenomeno della villa residenziale, ubicata in punti panoramici e favorevoli allo sfruttamento agricolo. Alla foce del Magra (loc. Bocca di Magra) sono stati riportati alla luce resti di una villa maritima, disposta su terrazze ricavate dal pendio naturale. La villa, molto danneggiata durante la II guerra mondiale, si colloca tra la fine del I sec. a.c. e il IV sec. d.c.
Non si conoscono l’orientamento né l’intero sviluppo planimetrico; resti di suspensurae in alcuni ambienti sulla terrazza mediana hanno fatto supporre un balneum. Vi si trovavano la sigillata aretina e la sigillata tardo italica, da ceramica comune da cucina, alle brocche trilobate di argilla grigia, ad anfore, vetri e lucerne. Si segnalano due capitelli di marmo bianco lunense di diverse dimensioni ma di uguale decorazione a foglie d’acqua, nonché frammenti di intonaco dipinto.
La villa maritima rimessa in luce sulla punta del Varignano, che chiude a ovest il Golfo della Spezia, può rappresentare un esempio di questi complessi residenziali costieri collegati allo sfruttamento di fundus. Al primo impianto del II sec. a.c. si devono riferire i resti di colonne in laterizio, inglobate nelle strutture successive, e di pavimenti in signino. In età sillana la villa viene ristrutturata, e ancora, nel I sec. d.c., l’ala residenziale intorno all'atrio corinzio viene adibita a balneum.
La villa continua fino al V-VI sec. d.c. Un hortus quadrato separa la pars residenziale dalla pars fructuaria (cella olearia, torcularium, piccola corte). Nel I sec. d.c. venne costruita a nord-ovest la cisterna in opera laterizia, a pianta rettangolare, divisa in due navate mediante cinque arcate a sesto ribassato, sostenute da pilastri; l’esterno sul lato a valle presenta sette contrafforti di pietre e laterizi.
Nella villa si conservano resti di pavimentazione tardo repubblicana a mosaico, in signino e cocciopesto, con ceramica a vernice nera usata nel primo periodo di vita della villa e ceramica di erra sigillata aretina. Si segnalano anfore, da quelle tardo repubblicane alle africane del IV sec. d.c. Tra i materiali marmorei prevalgono le lastre di rivestimento; per quanto riguarda la scultura una statua femminile di dimensioni inferiori al normale è stata identificata come Igea (II sec. d.c.).
- Albingaunum (Albenga)
- Castrum Bobium (Bobbio)
E' un comune oggi posto in Emilia-Romagna. Abitato fin dal neolitico con insediamenti celto-liguri, venne conquistato dai romani nel 14 a.c. e nel IV secolo d.c. divenne il borgo fortificato di Castrum Bobium, Il nome della città viene dal nome celtico-ligure saltus Boielis (monte Penice), e pure dall'omonimo torrente alle cui sponde sorse il primo abitato dopo la conquista romana.
« Forum Fulvii quod Valentinum dicitur » (Plinio il Vecchio). Oggi sta in Piemonte, provincia di Alessandria e venne fondata alla fine del II secolo a.c. dal console M. Fulvio Flacco. Nel 125 - 123 a.c. combattè nel Monferrato contro le popolazioni di Salluvii e Vocontii in aiuto di Massalia (Marsiglia). Fece parte dei centri fondati lungo il percorso della via Fulvia, e diversi suoi territori vennero lottizzati e concessi ai veterani (assegnazioni viritane)
Forum Fulvii fu assegnato alla Tribus Pollia e otterrà la cittadinanza romana nel 49 a.c. Inserito all'interno della Regio IX Liguria in seguito alla riforma di Augusto, divenne municipium. Prosperò nel I e II secolo d.c. a mezzo delle risorse agricole, le attività artigianali connesse alla lavorazione dell'argilla e del ferro e con il commercio, testimoniati dai ritrovamenti di domus di pregio. A partire dal III secolo d.c., iniziò il suo inesorabile declino.
- Genua (Genova)
Genova venne fondata sul più antico insediamento dell'oppidum detto "di Castello" (Sarzano), sul colle che domina l'antico porto (oggi piazza Cavour), fondato agli inizi del V secolo a.c.. Una volta sconfitta Cartagine, Roma volle espandersi verso la Gallia, per cui si servì di Genova come base di appoggio per incursioni, tra il 191 e il 154 a.c., contro le tribù liguri dell'entroterra, già alleate con Cartagine.
- Industria (Monteu da Po)
- Iria (Voghera)
Il territorio di Voghera è situato nella parte sud-occidentale della Lombardia, a sud del fiume Po. Sorge sulle rive del torrente Staffora all'inizio della pianura padana, a pochi Km dalla prima fascia collinare appenninica. L'antica Voghera era la romana Iria, edificata sopra un precedente villaggio abitato da popolazioni iberiche, celtiche e da Liguri Iriati (da cui il nome). Nel corso degli anni venne ripetutamente devastato dal passaggio di vari eserciti, tra i quali quelli di Magno Massimo (387), di Attila (452), dei Burgundi e dei Rugi (fine IV secolo), e più volte ricostruito.
- Libarna
- Luni
- Monilia (Moneglia)
E' situato sulla Riviera di Levante, ad est di Genova, a circa 30 km dalla Spezia e a circa 60 km da Genova. Il borgo, già abitato dalla popolazione dei Liguri Lapicini, fu un centro molto importante in epoca romana grazie alla sua posizione strategica sull'antica Via Aurelia. Menzionata in una carta dell'Impero dell'anno 14 e nella "tabula alimentaria" del 117 (in quest'ultimo documento si cita espressamente la zona di Lemmelius, l'attuale frazione di Lemeglio),
- Pollentia (Pollenzo)
L'antica Pollenzo, la città romana di Pollentia, già citata da Plinio il Vecchio, venne fondata nel II secolo a.c. Nel 402 vi si svolse la battaglia di Pollenzo, dove i Visigoti di Alarico vennero sconfitti dal generale romano Stilicone, e obbligate a ritirarsi nell'Illiria.
«O Pollenzia, degna dei miei canti per i secoli eterni!
O nome insigne, o luogo di felici trionfi!
O suolo destinato alle vittorie, o memorando sepolcro
di barbari! Spesso in quei confini, su quella terra
piena tornò la vendetta ai Quiriti sfidati.»
- Portus Delphini (Portofino)
Il comune è situato nella parte occidentale del golfo del Tigullio, in una baia ai piedi dell'omonimo promontorio, ad est di Genova, facendo da confine geografico tra il Golfo Paradiso e il Tigullio. I Tigullii infatti abitarono l’area della Val Fontanabuona e dell’attuale Golfo Tigullio fino al Promontorio di Portofino.
Questi Celti-Liguri già dall’VIII secolo a.c., commerciavano via mare con altre popolazioni del Mediterraneo. Secondo Plinio il Vecchio, il borgo di Portofino durante l'Impero romano si chiamava Portus Delphini, posto tra Genova e il golfo del Tigullio dovuto, si pensa, si trovava una folta popolazione di delfini che nuotavano nel golfo del Tigullio.
- Portus Veneris (Porto Venere)
Scritto anche Portovenere, sorge all'estremità meridionale di una penisola che distaccandosi dalla riviera ligure di levante, forma la sponda occidentale del golfo della Spezia. Anche se le sue origini risalgono sino al VI secolo a.c. e ai Liguri, le prime datazioni storiche ce le riportano Claudio Tolomeo (150 d.c.) e l'Itinerario Marittimo (Itinerarium Maritimum Imperatoris Antonini Augusti) dell'imperatore Antonino Pio del 161 d.c. dove viene chiamato come vicus (scalo) e poi castrum, collocata tra Segesta Tigulliorum (Sestri Levante) e Luni.
Il nome di Veneris Portus deriva dal tempio dedicato a Venere Ericina, che sorgeva esattamente dove è stata sovrapposta la chiesa di San Pietro. La dedica a Venere era legata alla Dea nata dalla spuma del mare, e quindi protettrice dei naviganti.
Il borgo, in epoca romana e bizantina, sorgeva nell'odierno piazzale Spallanzani ma è stato totalmente cancellato. Da semplice località di pescatori, Porto Venere divenne base navale della flotta bizantina, ma fu assalita e devastata da Rotari re dei Longobardi nel 643.
- Segesta (Sestri Levante)
Anticamente Sestri Levante era un isolotto e solo in età moderna è stato unito alla terraferma da un istmo formato dai depositi delle alluvioni del torrente Gromolo e dall'azione del mare.
In epoca romana Sedesta è citata come Segesta Tigulliorum o Segeste, e divenne un importante centro commerciale, specie per i traffici marittimi e pure via terra.
- Spedia (La Spezia)
Fu anzitutto abitata dalle popolazioni Liguri Apuane, finchè non vennero sottomessi nel 155 a.c. dal console Marco Claudio Marcello che per questo ottenne il trionfo. Le origini della Spezia sono legate alla colonizzazione romana e si intrecciano con le vicende di Luni, il centro senza dubbio più importante di tutta la zona. Con la caduta dell'Impero romano, dopo il V secolo si ebbe la devastazione da parte dei barbari (Eruli e Goti).
- Vada Sabatia (Vado Ligure)
Vado Ligure, chiamato anticamente Vada Sabatia, si sviluppò nel II secolo a.c. intorno ad un campo militare romano, uno dei primi della colonizzazione romana in Liguria. Divenne quindi municipium e importante nodo viario e commerciale anche grazie all'imponente bonifica delle paludi eseguita dai Romani.
Il suo nome è citato in una lettera del I secolo a.c. di Bruto a Cicerone (Vada); nonchè dallo storico Strabone (Vada Sabatium), da Plinio il Vecchio (Portus Vadorum Sabatium) e del geografo Pomponio Mela nel I secolo. Altre testimonianze della dominazione romana sul territorio sono state rinvenute nelle frazioni di San Genesio e di Sant'Ermete.
Nel 109 a.c. Vado venne collegata con il centro di Luni e Roma dalla Via Aemilia Scauri, che valicava gli Appennini liguri per mezzo del passo di Cadibona per poi scendere verso il passo della Cisa nel territorio di La Spezia. Tracce d'epoca bizantina sono state rinvenute nella frazione di San Genesio che sembra fu sede di un castrum; verso la costa, un'altra presenza bizantina è documentata nel "borgo Romano" di Porto Vado.
- Vardacate (Casale Monferrato)
Locato oggi nella provincia di Alessandria in Piemonte, divenne municipium romano col nome di Vardacate e divenne il centro più importante del circondario. I suoi primi abitanti furono i Liguri che si insediarono sulle rive del Po. Erano divisi in tribù: gli Stazielli, gli Insubri, i Libui, i Dutunini, gli Jadatini e i Gabieni. In seguito si stanziarono i Celto-Galli. Successivamente, il vescovo di Asti sant'Evasio convertì al cristianesimo il borgo, e fondò la chiesa di San Lorenzo (edificata sul luogo dell'attuale cattedrale)
BIBLIO
- Plinio il Vecchio - Naturalis Historia -
- Strabone - Geografia -
- S. Finocchi (ed.) - Libarna - Alessandria - 1995 -
- F. Filippi (ed.) - Alba Pompeia - Archeologia della città dalla fondazione alla tarda antichità - Torino - 1997 -
(Strabone - Geografia - V -)
«Patet ora Liguriae inter amnes Varum et Macram XXXI Milia passuum. Haec regio ex descriptione Augusti nona est..»
(Si estende ora la Liguria fra i fiumi Varum e Macram tra cui passano 31 miglia. Questa regione nella descrizione di Augusto è la nona)
(Plinio - Naturalis Historia - II -)
La regio IX augustea comprendeva il solo territorio dei ligures, che andava dal fiume Varo (ad occidente) al fiume Magra ai confini con l'Etruria (ad oriente), comprendendo le zone a occidente delle Alpi e l’area tra l’Appennino e il fiume Po. Questa regione era più ridotta rispetto all'originale area occupata dai Liguri in epoca preistorica.
L’odierna regione infatti rappresenta, ma non tutta, la fascia costiera dell’antico territorio dei Liguri. Ecateo di Mileto nel VI secolo a.c. ci tramanda infatti che Monaco e Marsiglia erano città liguri e gli Elisici, popolo stanziato tra Rodano e Pirenei, erano un misto di Liguri e Iberi.
La regio IX augustea comprendeva il solo territorio dei ligures, che andava dal fiume Varo (ad occidente) al fiume Magra ai confini con l'Etruria (ad oriente), comprendendo le zone a occidente delle Alpi e l’area tra l’Appennino e il fiume Po. Questa regione era più ridotta rispetto all'originale area occupata dai Liguri in epoca preistorica.
L’odierna regione infatti rappresenta, ma non tutta, la fascia costiera dell’antico territorio dei Liguri. Ecateo di Mileto nel VI secolo a.c. ci tramanda infatti che Monaco e Marsiglia erano città liguri e gli Elisici, popolo stanziato tra Rodano e Pirenei, erano un misto di Liguri e Iberi.
I LIGURI
In epoca preromana i Liguri occupavano l'attuale Liguria, il Piemonte a sud del Po e la Toscana nord-occidentale. In seguito, con le nuove ondate migratorie di Italici, Venetici e Celti, si ritirarono fino ad essere ristretti nei loro vecchi confini storici. Secondo alcuni studiosi i Liguri sarebbero un popolo indoeuropeo che si diffuse nel II millennio a.c. in tutta l'area tirrenica.
In epoca preromana i Liguri occupavano l'attuale Liguria, il Piemonte a sud del Po e la Toscana nord-occidentale. In seguito, con le nuove ondate migratorie di Italici, Venetici e Celti, si ritirarono fino ad essere ristretti nei loro vecchi confini storici. Secondo alcuni studiosi i Liguri sarebbero un popolo indoeuropeo che si diffuse nel II millennio a.c. in tutta l'area tirrenica.
Il nome Liguri deriverebbe dal nome con cui li chiamavano i Greci e cioè Ligues, quando iniziarono ad esplorare il Mediterraneo occidentale. In epoca tarda, furono anche gli stessi Liguri a dotarsi di quel nome. Il termine "ligure" potrebbe anche essere riferito a Loira. Il nome del fiume francese che deriva dal latino "Liger", a sua volta derivante dal gallico "liga", che significa fango o limo.
Una curiosità:
Alcuni studiosi, citando Plutarco, riferiscono che durante la battaglia di Aquae Sextiae ( 102 a.c.), dove i Liguri, alleati dei Romani contro i Cimbri e i Teutoni, urlarono "Ambrones!" come grido di battaglia, ottennero in risposta lo stesso grido di battaglia dal fronte avverso, perchè anche i Teutonici almeno in parte erano Ambroni.
Alcuni studiosi, citando Plutarco, riferiscono che durante la battaglia di Aquae Sextiae ( 102 a.c.), dove i Liguri, alleati dei Romani contro i Cimbri e i Teutoni, urlarono "Ambrones!" come grido di battaglia, ottennero in risposta lo stesso grido di battaglia dal fronte avverso, perchè anche i Teutonici almeno in parte erano Ambroni.
Con la I guerra punica (II secolo a.c.) i Liguri si divisero tra alleati di Cartagine e alleati di Roma. Fu quando i Romani conquistarono questo territorio, con l'aiuto dei loro federati Genuates, che lo si chiamò Liguria, corrispondente alla IX Regio dell'Impero romano, la quale si estendeva dalle Alpi Marittime e Cozie, al Po, al Trebbia e al Magra.
Nel 180 a.c. i Romani, per poter disporre della Liguria nella loro conquista della Gallia, dovettero deportare 47.000 Liguri Apuani, irriducibili ribelli, deportandoli in area Sannitica, nel territorio compreso tra Avellino e Benevento.
Sappiamo che in età storica, la IX Regio si estendeva a nord oltre la catena degli Appennini fino al Po; a est confinava con i Tyrrhenoi, secondo una linea di demarcazione data dall’Arno; a ovest si spingeva al di là delle Alpi fino al Rodano, con il mondo ellenizzato e celtico.
I COMMERCI
Le relazioni tra la Liguria e il mondo etrusco nel corso del VII e VI sec. a.c. non hanno trovato adeguati ritrovamenti, mentre con la costa francese (Linguadoca e Provenza), già dalla fine del VII sec. a.c., ci si approvvigionava di materie prime (oro, argento, piombo, rame, stagno).
Nel VI-V sec. a.c. iniziano in Liguria le popolazioni d’altura nell'interno e verso la costa con l’utilizzazione anche di nuovi siti.
Tra la fine del IV e gli inizi del III sec. a.c. nella parte estrema della Liguria orientale i Celti spingono i Liguri a oltrepassare il fiume Magra e a inoltrarsi lungo le valli appenniniche fino alla pianura versiliese. erse.
La circolazione nel II sec. a.c. di oboli cisalpini d’argento collegati alla monetazione preromana padana e derivati dal tipo della dracma massaliota, è segno che i Liguri cercavano di conservare un'autonomia locale nei confronti del controllo romano.
Per la romanizzazione si nota che Ventimiglia (Albintimilium), Albenga (Albingaunum), Vado Ligure (Vada Sabatia), e Genova svilupparono l’impianto urbano in aree occupate dai Liguri secondo modalità e forme indipendenti. Solo Luni diventa colonia nel II sec. a.c..
ALBINTIMILIUM |
LA VILLA MARITIMA
Sulla costa di levante sorge nel I sec. a.c. il fenomeno della villa residenziale, ubicata in punti panoramici e favorevoli allo sfruttamento agricolo. Alla foce del Magra (loc. Bocca di Magra) sono stati riportati alla luce resti di una villa maritima, disposta su terrazze ricavate dal pendio naturale. La villa, molto danneggiata durante la II guerra mondiale, si colloca tra la fine del I sec. a.c. e il IV sec. d.c.
Non si conoscono l’orientamento né l’intero sviluppo planimetrico; resti di suspensurae in alcuni ambienti sulla terrazza mediana hanno fatto supporre un balneum. Vi si trovavano la sigillata aretina e la sigillata tardo italica, da ceramica comune da cucina, alle brocche trilobate di argilla grigia, ad anfore, vetri e lucerne. Si segnalano due capitelli di marmo bianco lunense di diverse dimensioni ma di uguale decorazione a foglie d’acqua, nonché frammenti di intonaco dipinto.
La villa maritima rimessa in luce sulla punta del Varignano, che chiude a ovest il Golfo della Spezia, può rappresentare un esempio di questi complessi residenziali costieri collegati allo sfruttamento di fundus. Al primo impianto del II sec. a.c. si devono riferire i resti di colonne in laterizio, inglobate nelle strutture successive, e di pavimenti in signino. In età sillana la villa viene ristrutturata, e ancora, nel I sec. d.c., l’ala residenziale intorno all'atrio corinzio viene adibita a balneum.
La villa continua fino al V-VI sec. d.c. Un hortus quadrato separa la pars residenziale dalla pars fructuaria (cella olearia, torcularium, piccola corte). Nel I sec. d.c. venne costruita a nord-ovest la cisterna in opera laterizia, a pianta rettangolare, divisa in due navate mediante cinque arcate a sesto ribassato, sostenute da pilastri; l’esterno sul lato a valle presenta sette contrafforti di pietre e laterizi.
Nella villa si conservano resti di pavimentazione tardo repubblicana a mosaico, in signino e cocciopesto, con ceramica a vernice nera usata nel primo periodo di vita della villa e ceramica di erra sigillata aretina. Si segnalano anfore, da quelle tardo repubblicane alle africane del IV sec. d.c. Tra i materiali marmorei prevalgono le lastre di rivestimento; per quanto riguarda la scultura una statua femminile di dimensioni inferiori al normale è stata identificata come Igea (II sec. d.c.).
AUGUSTA BAGIENNORUM |
Ed ecco i centri maggiori della Liguria:
- Alba Pompeia (Alba) -
Già abitata dal VI millennio a.c., subì poi l'invasione dei Galli alla fine del V secolo a.c.. Capoluogo dei Liguri Bagienni, il suo nome significava "città bianca". Conquistata dai romani che la costituirono a municipium nel 49 a.c, fu inserita nella Regio IX Liguria e ascritta alla Gens Camilia, e ricevette la piena cittadinanza romana per volere di Giulio Cesare.
Divenne municipio con l'editto del console Gneo Pompeo Strabone, venne battezzata Alba Pompeia, fu inserita nella Regio IX Liguria e ascritta alla Gens Camilia. I ritrovamenti romani dei primi 2 secoli dell'impero testimoniano la fioritura commerciale di Alba, già cinta di mura ciclopiche, dove si creò tra l'altro un acquedotto, per le acque in città e la rete fognaria.
Fiorì nei primi 2 secoli dell'impero dotandosi di l'acquedotto e rete fognaria che scaricava nel fiume Tanaro. Ebbe una propria magistratura, con i decurioni (dotati di una carica amministrativa e una militare), gli augustali (sacerdoti istituiti da Tiberio per il culto di Augusto e della Gens Iulia), i cavalieri (equites), e la plebe, divisa in collegia di arti e mestieri.
Alba era amministrata in modo autonomo, con una propria magistratura, i decurioni, i cittadini più facoltosi, gli augustali, cavalieri, appaltatori e liberti. Infine la plebe, divisa in collegia di arti e mestieri. Oltre al collegio dei fabbri vi erano i centonari, fabbricanti di lana e stoffe, i dendrogradi, che fornivano legname per le case e le navi. Vi erano poi gli addetti all'agricoltura e in particolare alla viticoltura che produceva vini pregiati, ma pure all'allevamento del bestiame.
Il materiale epigrafico e archeologico di Alba Pompeia descrive la vita di una vasta classe medio-alta, formata sia da gentes romane, sia da discendenti celto-liguri. Le attività principali erano l'agricoltura e l'allevamento del bestiame. Gaio Plinio Secondo ne descrive una raffinata tecnica agricola applicata alla viticoltura.
- Albintimilium (Ventimiglia) -
ALBINTIMILIUM |
- Albintimilium (Ventimiglia) -
- Albingaunum (Albenga)
Il primo nome fu Albium Ingaunum, i Romani la chiamarono Albingaunum, dopo la caduta dell'impero divenne Albingauno ed intorno all'anno mille divenne Albingano. Fu alleata dei Cartaginesi contro Roma durante la II guerra punica e divenne la base navale del fratello di Annibale Barca, Magone.
Conquistata da Roma nel 181 a.c. dal proconsole L. Emilio Paolo, ottenne il diritto latino nell'89 a.c., la cittadinanza romana nel 45 a.c. e assoggettò i territori dell'interno.
Conquistata da Roma nel 181 a.c. dal proconsole L. Emilio Paolo, ottenne il diritto latino nell'89 a.c., la cittadinanza romana nel 45 a.c. e assoggettò i territori dell'interno.
Giulio Cesare le conferì la cittadinanza romana e lo status municipale. Durante l'impero si ampliò partendo dalla costa tra Sanremo e Finale Ligure, nell'entroterra con l'intera alta valle del Tanaro. Nel V secolo subì l'attacco e l'invasione dei Goti che danneggiarono vistosamente la città conquistandola.
- Aquae Statiellorum (Acqui Terme)
Abitata dai Liguri, tra il II ed il I secolo a.c. si formò il centro urbano denominato Aquae Statiellae o Aquae Statiellensium, ormai romanizzato. Locata nella media-bassa valle del fiume Bormida, fin dall'antichità fu abitata dai Liguri, in particolare dalla tribù degli Statielli il cui centro principale, Carystum, venne attaccato e nonostante la resa immediata le terre vennero espropriate e i prigionieri fatti schiavi.
- Aquae Statiellorum (Acqui Terme)
Abitata dai Liguri, tra il II ed il I secolo a.c. si formò il centro urbano denominato Aquae Statiellae o Aquae Statiellensium, ormai romanizzato. Locata nella media-bassa valle del fiume Bormida, fin dall'antichità fu abitata dai Liguri, in particolare dalla tribù degli Statielli il cui centro principale, Carystum, venne attaccato e nonostante la resa immediata le terre vennero espropriate e i prigionieri fatti schiavi.
Il senato si pronunciò per la prima volta a favore di una popolazione "barbara" e decretò la liberazione ed il risarcimento degli sconfitti. L'importanza della città crebbe nel 109 a.c. con la via Aemilia Scauri, che si chiamò poi Julia Augusta, che univa la pianura padana con la Gallia Narbonense e la Spagna.
Acquae ottenne lo ius Latii nell'89 a.c. e il municipium in età cesariana, assegnato alla tribù Tromentina, inserita nella Regione IX augustea. Gaio Plinio Secondo ricorda le sue acque termali tra le più importanti dell'epoca, con tre impianti di cui sopravvivono alcuni resti. Un monumentale acquedotto, inoltre, garantiva l'approvvigionamento di acqua della città.
Tra il II ed il I secolo a.c. si formò il centro urbano denominato Aquae Statiellae o Aquae Statiellensium, il che dimostra la romanizzazione degli Statielli.
PONTE ROMANO DI CASTRUM BOBIUM |
- Augusta Bagiennorum (Bene Vagienna)
- Carrea Potentia (Chieri)
Risale al II secolo a.c., quando i romani vi fondarono un presidio militare di poco antecedente ad Augusta Taurinorum, collocandolo tra la parte sudorientale della collina di Torino e le ultime propaggini del Monferrato, a circa 15 chilometri ad est dal capoluogo, a sud del Po.
- Carrea Potentia (Chieri)
Risale al II secolo a.c., quando i romani vi fondarono un presidio militare di poco antecedente ad Augusta Taurinorum, collocandolo tra la parte sudorientale della collina di Torino e le ultime propaggini del Monferrato, a circa 15 chilometri ad est dal capoluogo, a sud del Po.
Il nome Carrea Potentia, tramandatoci da Plinio il Vecchio, deriva da Carrea che è l'antica voce ligure, derivante dal celtico Carro (gallico chuari, o chuairt = rocca difensiva o cinta muraria in pietra), e da Potentia, "colei che è potente".
- Derthona (Tortona)
Già oppidum dei Liguri Statielli tra VIII e il V secolo a.c., con il nome di Dertona, divenne colonia romana intorno al 120 a.c., trasformandosi in florido centro agricolo e commerciale, all'incrocio di importanti vie di comunicazione:
- Derthona (Tortona)
Già oppidum dei Liguri Statielli tra VIII e il V secolo a.c., con il nome di Dertona, divenne colonia romana intorno al 120 a.c., trasformandosi in florido centro agricolo e commerciale, all'incrocio di importanti vie di comunicazione:
- la via Postumia (da Genova ad Aquileia),
- la via Fulvia (da Pollentia, oggi Pollenzo)
- la via Aemilia Scauri (Vada Sabatia, odierna Vado Ligure, attraverso Aquae Statiellae, odierna Acqui Terme).
Eretta una seconda volta in colonia da Augusto (tra il 40 e il 30 a.c.), venne ribattezzata come Julia Dertona e fece parte della Regio IX Liguria. Fiorì fino alla caduta dell'Impero romano come dimostrano i numerosi reperti. A Tortona ebbe luogo la deposizione e l'uccisione dell'imperatore romano d'occidente Maggioriano, deposto dal suo generale di origini barbare Ricimero nel 461.
- Castrum Bobium (Bobbio)
E' un comune oggi posto in Emilia-Romagna. Abitato fin dal neolitico con insediamenti celto-liguri, venne conquistato dai romani nel 14 a.c. e nel IV secolo d.c. divenne il borgo fortificato di Castrum Bobium, Il nome della città viene dal nome celtico-ligure saltus Boielis (monte Penice), e pure dall'omonimo torrente alle cui sponde sorse il primo abitato dopo la conquista romana.
- Forum Fulvii (Villa del Foro)
« Forum Fulvii quod Valentinum dicitur » (Plinio il Vecchio). Oggi sta in Piemonte, provincia di Alessandria e venne fondata alla fine del II secolo a.c. dal console M. Fulvio Flacco. Nel 125 - 123 a.c. combattè nel Monferrato contro le popolazioni di Salluvii e Vocontii in aiuto di Massalia (Marsiglia). Fece parte dei centri fondati lungo il percorso della via Fulvia, e diversi suoi territori vennero lottizzati e concessi ai veterani (assegnazioni viritane)
Forum Fulvii fu assegnato alla Tribus Pollia e otterrà la cittadinanza romana nel 49 a.c. Inserito all'interno della Regio IX Liguria in seguito alla riforma di Augusto, divenne municipium. Prosperò nel I e II secolo d.c. a mezzo delle risorse agricole, le attività artigianali connesse alla lavorazione dell'argilla e del ferro e con il commercio, testimoniati dai ritrovamenti di domus di pregio. A partire dal III secolo d.c., iniziò il suo inesorabile declino.
- Genua (Genova)
Genova venne fondata sul più antico insediamento dell'oppidum detto "di Castello" (Sarzano), sul colle che domina l'antico porto (oggi piazza Cavour), fondato agli inizi del V secolo a.c.. Una volta sconfitta Cartagine, Roma volle espandersi verso la Gallia, per cui si servì di Genova come base di appoggio per incursioni, tra il 191 e il 154 a.c., contro le tribù liguri dell'entroterra, già alleate con Cartagine.
In questo periodo fiorì porto di Genova, grazie ai traffici con le più importanti città romane dell'entroterra: Tortona (Derthona) e Piacenza (Placentia). La romanizzazione portò l'espansione della città dal castrum alla zona di Santa Maria di Castello e del promontorio del Molo, verso la zona dell'attuale San Lorenzo e del Mandraccio. In età augustea Genova, con la Liguria, venne iscritta alla Regio IX,
- Hasta (Asti)
Già oppidum della tribù ligure degli Statielli, nel I secolo a.c., venne acquisita da Roma che le concesse con il diritto di latinitas. Con Giulio Cesare (49 a.c.) la città ottenne il diritto di cittadinanza, fu iscritta nelle circoscrizioni elettorali e venne rimodellata sulla griglia romana a valle dell'oppidum arroccato sull'altura a nord della nuova città. Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, descrive Asti come grande centro manifatturiero, specialmente per il vasellame e gli oggetti in vetro, tali da sviluppare una vera e propria industria artigianale.
Secondo il Muratori, ad Asti erano onorate le divinità di Giove, Diana, Giunone Annea, Giunone Clivana e Nettuno. È probabile che i templi dedicati a Giunone fossero nei pressi dell'attuale cattedrale, infatti nell'area sono state rinvenute durante gli scavi della cattedrale alcune iscrizioni che citano tale divinità.
Inoltre nel XIX secolo il canonico Stefano Giuseppe Incisa, descrisse il rinvenimento di un mosaico di tessere policrome su un supporto in terracotta con al centro raffigurata una scena teatrale tipica degli "emblemata", con tanto di disegno, il tutto inviato al Museo di Torino, ma da quel momento se ne persero le tracce. Per il Tempio dedicato a Diana, per molti secoli, si è creduto che il battistero di San Pietro derivasse da questo antico tempio vista la sua forma circolare, ma la tesi non comprovata.
- Hasta (Asti)
Già oppidum della tribù ligure degli Statielli, nel I secolo a.c., venne acquisita da Roma che le concesse con il diritto di latinitas. Con Giulio Cesare (49 a.c.) la città ottenne il diritto di cittadinanza, fu iscritta nelle circoscrizioni elettorali e venne rimodellata sulla griglia romana a valle dell'oppidum arroccato sull'altura a nord della nuova città. Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, descrive Asti come grande centro manifatturiero, specialmente per il vasellame e gli oggetti in vetro, tali da sviluppare una vera e propria industria artigianale.
Secondo il Muratori, ad Asti erano onorate le divinità di Giove, Diana, Giunone Annea, Giunone Clivana e Nettuno. È probabile che i templi dedicati a Giunone fossero nei pressi dell'attuale cattedrale, infatti nell'area sono state rinvenute durante gli scavi della cattedrale alcune iscrizioni che citano tale divinità.
Inoltre nel XIX secolo il canonico Stefano Giuseppe Incisa, descrisse il rinvenimento di un mosaico di tessere policrome su un supporto in terracotta con al centro raffigurata una scena teatrale tipica degli "emblemata", con tanto di disegno, il tutto inviato al Museo di Torino, ma da quel momento se ne persero le tracce. Per il Tempio dedicato a Diana, per molti secoli, si è creduto che il battistero di San Pietro derivasse da questo antico tempio vista la sua forma circolare, ma la tesi non comprovata.
- Industria (Monteu da Po)
- Iria (Voghera)
Il territorio di Voghera è situato nella parte sud-occidentale della Lombardia, a sud del fiume Po. Sorge sulle rive del torrente Staffora all'inizio della pianura padana, a pochi Km dalla prima fascia collinare appenninica. L'antica Voghera era la romana Iria, edificata sopra un precedente villaggio abitato da popolazioni iberiche, celtiche e da Liguri Iriati (da cui il nome). Nel corso degli anni venne ripetutamente devastato dal passaggio di vari eserciti, tra i quali quelli di Magno Massimo (387), di Attila (452), dei Burgundi e dei Rugi (fine IV secolo), e più volte ricostruito.
LIBARNA |
- Libarna
- Luni
- Monilia (Moneglia)
E' situato sulla Riviera di Levante, ad est di Genova, a circa 30 km dalla Spezia e a circa 60 km da Genova. Il borgo, già abitato dalla popolazione dei Liguri Lapicini, fu un centro molto importante in epoca romana grazie alla sua posizione strategica sull'antica Via Aurelia. Menzionata in una carta dell'Impero dell'anno 14 e nella "tabula alimentaria" del 117 (in quest'ultimo documento si cita espressamente la zona di Lemmelius, l'attuale frazione di Lemeglio),
- Pollentia (Pollenzo)
L'antica Pollenzo, la città romana di Pollentia, già citata da Plinio il Vecchio, venne fondata nel II secolo a.c. Nel 402 vi si svolse la battaglia di Pollenzo, dove i Visigoti di Alarico vennero sconfitti dal generale romano Stilicone, e obbligate a ritirarsi nell'Illiria.
«O Pollenzia, degna dei miei canti per i secoli eterni!
O nome insigne, o luogo di felici trionfi!
O suolo destinato alle vittorie, o memorando sepolcro
di barbari! Spesso in quei confini, su quella terra
piena tornò la vendetta ai Quiriti sfidati.»
(Claudiano, De Bello Gothico)
Claudiano nel carme fonde la vittoria di Gaio Mario sui Cimbri nella Battaglia dei Campi Raudii del 101 a.c. con quella di Stilicone sui Goti posteriore di mezzo millennio, citando appunto Pollenzo.
Claudiano nel carme fonde la vittoria di Gaio Mario sui Cimbri nella Battaglia dei Campi Raudii del 101 a.c. con quella di Stilicone sui Goti posteriore di mezzo millennio, citando appunto Pollenzo.
- Portus Delphini (Portofino)
Il comune è situato nella parte occidentale del golfo del Tigullio, in una baia ai piedi dell'omonimo promontorio, ad est di Genova, facendo da confine geografico tra il Golfo Paradiso e il Tigullio. I Tigullii infatti abitarono l’area della Val Fontanabuona e dell’attuale Golfo Tigullio fino al Promontorio di Portofino.
Questi Celti-Liguri già dall’VIII secolo a.c., commerciavano via mare con altre popolazioni del Mediterraneo. Secondo Plinio il Vecchio, il borgo di Portofino durante l'Impero romano si chiamava Portus Delphini, posto tra Genova e il golfo del Tigullio dovuto, si pensa, si trovava una folta popolazione di delfini che nuotavano nel golfo del Tigullio.
- Portus Veneris (Porto Venere)
Scritto anche Portovenere, sorge all'estremità meridionale di una penisola che distaccandosi dalla riviera ligure di levante, forma la sponda occidentale del golfo della Spezia. Anche se le sue origini risalgono sino al VI secolo a.c. e ai Liguri, le prime datazioni storiche ce le riportano Claudio Tolomeo (150 d.c.) e l'Itinerario Marittimo (Itinerarium Maritimum Imperatoris Antonini Augusti) dell'imperatore Antonino Pio del 161 d.c. dove viene chiamato come vicus (scalo) e poi castrum, collocata tra Segesta Tigulliorum (Sestri Levante) e Luni.
Il nome di Veneris Portus deriva dal tempio dedicato a Venere Ericina, che sorgeva esattamente dove è stata sovrapposta la chiesa di San Pietro. La dedica a Venere era legata alla Dea nata dalla spuma del mare, e quindi protettrice dei naviganti.
Il borgo, in epoca romana e bizantina, sorgeva nell'odierno piazzale Spallanzani ma è stato totalmente cancellato. Da semplice località di pescatori, Porto Venere divenne base navale della flotta bizantina, ma fu assalita e devastata da Rotari re dei Longobardi nel 643.
- Segesta (Sestri Levante)
Anticamente Sestri Levante era un isolotto e solo in età moderna è stato unito alla terraferma da un istmo formato dai depositi delle alluvioni del torrente Gromolo e dall'azione del mare.
In epoca romana Sedesta è citata come Segesta Tigulliorum o Segeste, e divenne un importante centro commerciale, specie per i traffici marittimi e pure via terra.
Infatti i vicini collegamenti stradali con il passo del Bracco e il colle di Velva consentivano un folto scambio di materie prime con le valli interne di Petronio, Graveglia, Vara e Lunigiana.
VILLA ROMANA DEL VARIGNANO (LA SPEZIA) |
- Spedia (La Spezia)
Fu anzitutto abitata dalle popolazioni Liguri Apuane, finchè non vennero sottomessi nel 155 a.c. dal console Marco Claudio Marcello che per questo ottenne il trionfo. Le origini della Spezia sono legate alla colonizzazione romana e si intrecciano con le vicende di Luni, il centro senza dubbio più importante di tutta la zona. Con la caduta dell'Impero romano, dopo il V secolo si ebbe la devastazione da parte dei barbari (Eruli e Goti).
- Vada Sabatia (Vado Ligure)
Vado Ligure, chiamato anticamente Vada Sabatia, si sviluppò nel II secolo a.c. intorno ad un campo militare romano, uno dei primi della colonizzazione romana in Liguria. Divenne quindi municipium e importante nodo viario e commerciale anche grazie all'imponente bonifica delle paludi eseguita dai Romani.
Il suo nome è citato in una lettera del I secolo a.c. di Bruto a Cicerone (Vada); nonchè dallo storico Strabone (Vada Sabatium), da Plinio il Vecchio (Portus Vadorum Sabatium) e del geografo Pomponio Mela nel I secolo. Altre testimonianze della dominazione romana sul territorio sono state rinvenute nelle frazioni di San Genesio e di Sant'Ermete.
Nel 109 a.c. Vado venne collegata con il centro di Luni e Roma dalla Via Aemilia Scauri, che valicava gli Appennini liguri per mezzo del passo di Cadibona per poi scendere verso il passo della Cisa nel territorio di La Spezia. Tracce d'epoca bizantina sono state rinvenute nella frazione di San Genesio che sembra fu sede di un castrum; verso la costa, un'altra presenza bizantina è documentata nel "borgo Romano" di Porto Vado.
- Vardacate (Casale Monferrato)
Locato oggi nella provincia di Alessandria in Piemonte, divenne municipium romano col nome di Vardacate e divenne il centro più importante del circondario. I suoi primi abitanti furono i Liguri che si insediarono sulle rive del Po. Erano divisi in tribù: gli Stazielli, gli Insubri, i Libui, i Dutunini, gli Jadatini e i Gabieni. In seguito si stanziarono i Celto-Galli. Successivamente, il vescovo di Asti sant'Evasio convertì al cristianesimo il borgo, e fondò la chiesa di San Lorenzo (edificata sul luogo dell'attuale cattedrale)
- Plinio il Vecchio - Naturalis Historia -
- Strabone - Geografia -
- S. Finocchi (ed.) - Libarna - Alessandria - 1995 -
- F. Filippi (ed.) - Alba Pompeia - Archeologia della città dalla fondazione alla tarda antichità - Torino - 1997 -
- G. Mennella - Vada Sabatia - Regio IX - Liguria, in Supplementa Italica, Roma 1983 -
- A. Surace - Diano Marina - Archeologia in Liguria - II - Genova - 1984 -
- G. Mennella - Albingaunum - Regio IX - Liguria - in Supplementa Italica - IV - Roma - 1988 -- A. Surace - Diano Marina - Archeologia in Liguria - II - Genova - 1984 -
- M. Milanese - Genova romana - Roma - 1993 -
- E. Riccardi, F. Ciciliot - Un "latino" chargé d'ardoise coulé à l'Ile Gallinaria (Albenga, Italie) - «Cahiers d'Archéologie Subaque» - XII - 1994 -
- E. Riccardi, F. Ciciliot - Un "latino" chargé d'ardoise coulé à l'Ile Gallinaria (Albenga, Italie) - «Cahiers d'Archéologie Subaque» - XII - 1994 -
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