ULPIA NICOPOLIS AD ISTRUM - VELIKO TARNOVO (Bulgaria)




Nicopolis ad Istrum o Nicopolis ad Iatrum fu una città romana sorta nei primi tempi dell'impero bizantino. Le rovine della città si trovano oggi nel villaggio di Nikyup, a 20 km a nord di Veliko Tarnovo, nel nord della Bulgaria.

La città prosperò e si ampliò raggiungendo il suo apice durante i regni di Adriano, degli Antonini e della dinastia severa. Il sito è oggi materia di scavo e sta rivelando nuovi edifici e nuove strade cittadine. Per tali ragioni la Bulgaria ha richiesto il riconoscimento del sito che è stato inserito nell'elenco provvisorio per essere considerato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO nel 1984.

Il sito si pone all'incrocio tra Iatrus (Yantra) e i fiumi Rositsa dove l'esercito romano, guidato dall'imperatore Traiano (53 - 117), era stato acquartierato e allestito, pronto per contrastare l'attacco, insolitamente invernale, del 101-102 da parte della tribù dei Roxolani a nord del Danubio, che si erano alleati con i pericolosi Daci.

A seguito delle sue vittorie l'imperatore fece costruire una città intorno all'accampamento, intorno al 102-106, come viene anche indicato nella scena XXXIX della Colonna Traiana, in memoria della sua vittoria nelle guerre daciche sui Roxolani e anche in seguito alle vittorie del 105.
Il nome della città fu Ulpia Nicopoli in onore della famiglia Ulpia da cui Traiano discendeva. Il nome Nicopolis ad Haemum venne usato nella Geographia di Claudio Tolomeo (100 - 175 d.c.) risalente a prima del 130.

Traiano intendeva realizzare una magnifica città che stupisse il mondo e contribuisse notevolmente alla romanizzazione della zona. Tale carattere monumentale della città venne molto ampliato sotto Adriano e da Antonino Pio (138-161) e le iscrizioni trovate risalgono a dopo il 136, quando era già in uso il nome Ulpia Nicopolis ad Istrum. La nuova agorà, come hanno rivelato gli scavi, comprendeva una monumentale stoa ionica e una sontuosa sala di funzione sconosciuta.



I COSTOBOCI

I Costoboci, una tribù dell'odierna Ucraina occidentale, si ritiene fosse in parte germanica e in parte dacica, posta lungo i pendii nord-orientali dei monti Carpazi, in Galizia. Sembra fossero legati a Roma da un trattato di amicizia stipulato sotto Adriano ed Antonino Pio, ma non lo rinnovarono con Marco Aurelio nel 170, tanto che invasero le province occidentali della Dacia, Mesia e Tracia fino a raggiungere l'Achaia (con capitale Colonia Laus Iulia Corinthiensis - Corinto - Grecia).

I Costoboci nel 170 avevano invaso i Balcani e saccheggiarono Ulpia Nicopolis nel 170-1. Alcune bande furono intercettate ed annientate nei pressi di Scupi dalla Cohors II Aureliae Dardanorum, ma Roma inviò Lucio Giulio Veilio Grato Giuliano, brillantissimo generale già insignito dei dona militaria dagli imperatori Antonino e Vero.

Veilio Giuliano nell'inverno del 171 riuscì a dirigere contro i Costoboci i vicini Vandali Asdingi, in cerca di nuovi territori dove insediarsi e nel contempo fece circondare la città di mura anche se molti edifici dovettero rimanere esclusi dall'area murata.

I Costoboci in seguito dovrebbero essere stati inglobati in parte dalle tribù germaniche, in parte dai Sarmati e dai Goti, insieme ai quali compirono razzie nelle province imperiali romane durante tutto il III secolo.


DINASTIA SEVERIANA

La città prosperò di nuovo nel II e III secolo sotto la dinastia Severana (193-235), tanto che nel 193 la città dotò Settimio Severo, appena insediatosi sul trono, di ben 700000 denarii (una fortuna all'epoca) per i quali possediamo una copia della lettera di ringraziamento alla città dall'imperatore, grazie a un'iscrizione. In seguito l'imperatore fece diverse visite in città.

IL TEATRO

CARACALLA

Tuttavia, dal 212 il titolo onorifico Ulpia non fu più utilizzato dalla città stessa nelle iscrizioni pubbliche, a causa della visita di Caracalla nel 211-212. Per l'occasione l'imperatore chiuse la zecca e tolse alla città il suo status di civitas stipendaria e pertanto la sua prosperità economica.
Dopo la sua morte, la città organizzò giochi per il nuovo imperatore Geta e, di conseguenza, sembra che la città riacquistò il suo stato civile, sebbene non il suo nome completo, e riaprì la zecca, emettendo monete con immagini dei suoi edifici pubblici.
Nicopoli rifiorì invece come un importante centro urbano sotto le riforme dell'imperatore Diocleziano (284-305). Tuttavia, almeno l'ala nord dell'agorà fu danneggiata dagli attacchi soprattutto dei Costoboci durante il III secolo.
Nel 250 vicino alla città, l'imperatore Decio ottenne la vittoria sui Goti sotto Cniva nella battaglia di Nicopoli ad Istrum.


Sotto Costantino, a cominciare dal 306, gli edifici danneggiati dell'agorà settentrionale vennero sostituiti da altri due edificati in opus mixtum e divisi in tre navate da file di grandi pilastri, il che fa supporre che si trattasse di horrea (magazzini), dato che anche altre città vicine (come Tropaeum e Zaldapa) nello stesso periodo edificarono horrea anziché basiliche.

IN MEMORIA DI TRAIANO PER LA VITTORIA SUI DACI
Questi horrea probabilmente facevano parte della grande rete di rifornimento per l'esercito del Danubio, rifornito attraverso gli horrea verso la fine del III secolo e l'inizio del IV secolo.

Nel 447, la città fu distrutta dagli Unni di Attila, ma forse era già stata abbandonata prima dell'inizio del V secolo.

Con la caduta dell'impero Romano d'Occidente il territorio bulgaro passò sotto il dominio dell'Impero Bizantino. Così verso la metà del V secolo, cessata l'invasione degli Unni, vennero ricostruite le mura adiacenti al muro meridionale della città vecchia rendendole più spesse e più alte. Sembra le vecchie mura fossero in pessime condizioni e non fosse possibile ripararle, e poi la loro notevole lunghezza di 1,8 km richiedeva più difensori di quanti ne fossero disponibili.

La nuova città aveva dunque un'area di 1/4 della città originale e racchiudeva i pochi edifici, soprattutto militari e le chiese, secondo l'uso dell'epoca nell'area danubiana. La più grande area delle vaste rovine (21,55 ettari) della classica Nicopoli rimase deserta. La parete sud della città vecchia venne ricostruita come la parete nord di quella nuova.

Le sue torri furono costruite su edifici distrutti e abbandonati e nelle nuove strutture furono usati blocchi di pietra di reimpiego, spesso ornati. Le torri erano a circa 15 m di fronte al muro alto 10 m. e il loro esterno simulava la pietra con scanalature incise nella malta a imitazione dei blocchi. La vecchia porta sud in seguito subì anche un'importante ricostruzione per compensare il terreno circostante più alto poiché la porta era situata in una cavità.

La città divenne un centro episcopale durante il primo periodo bizantino. Venne distrutta dagli Avari e dagli Slavi alla fine del VII secolo. durante le guerre avari-bizantine. Sulle sue rovine sorse in seguito un piccolo insediamento bulgaro (IX-XIV secolo).



LA DECADENZA

Si dice che Nicopoli ad Istrum sia stata la culla della tradizione letteraria germanica, poichè nel IV secolo, il vescovo gotico, missionario e traduttore Ulfilas (Wulfila) ottenne il permesso dall'imperatore Costanzo II di emigrare con il suo gregge di convertiti in Mesia stabilendosi vicino a Nicopoli ad Istrum nel 347-8. Qui ideò l'alfabeto gotico onde cercare di sostituire l'alfabeto greco che normalmente si usava.

Poichè il latino era caduto in disuso, togliendo anche l'uso del greco, le grandi opere letterarie, poetiche, mitologiche e storiche del passato sarebbero sprofondate nel dimenticatoio e l'ignoranza avrebbe regnato sovrana. Si sa che a un popolo ignorante il potere può raccontare ciò che vuole, e così fu. Naturalmente Ulfilas invece fece curare da un gruppo di studiosi cattolici la traduzione della Bibbia dal greco al gotico.
Nikopolis fu una delle più importanti fortezze dell'impero bulgaro medievale e una delle sue ultime roccaforti contro gli invasori turchi ottomani nel 1390.



LA CITTA' NUOVA

La città classica fu progettata secondo il sistema ortogonale, con il foro circondato da un colonnato ionico e molti edifici, una sala a due navate successivamente trasformata in una basilica e altri edifici pubblici Le nuove architetture e sculture somigliano molto a quelle delle antiche città dell'Asia Minore.

L'agorà conteneva una statua di Traiano a cavallo, nonché altre statue di marmo e un colonnato ionico. C'era una basilica a tre navate, un bouleuterion, un tempio di Cibele, un piccolo odeon, terme (bagni pubblici) e un singolare edificio romano inciso con termoperiatos, un edificio riscaldato con negozi e spazi chiusi per passeggiate e affari incontri. Sono state anche scavate alcune case ed edifici cittadini.

Un edificio pubblico unico, un thermoperipatos, è stato identificato finora solo a Nicopolis ad Istrum, e in nessun'altra città dell'Impero Romano. Occupava un'intera insula e fu costruito sotto Commodo nel 184-5 sulle rovine di un precedente edificio. Probabilmente era usato per il commercio e includeva dei negozi. Crollò nel IV sec. e un altro edificio più tardi lo sostituì edificandolo al disopra di esso.

La città era fornita da tre acquedotti e aveva diversi pozzi d'acqua, molti dei quali sono stati rinvenuti attraverso gli scavi archeologici. L'acquedotto occidentale della lunghezza di 25 km aveva un ponte, lungo quasi 3 km e alto quasi 20 m, che trasportava acqua sull'intera valle del fiume Rositsa.

Il suo bacino idrografico del II secolo si trova vicino alla città di Musina nel comune di Pavlikeni, a ovest della città romana, dove raccoglie ancora acqua dalle sorgenti carsiche all'interno della grotta di Musina. Un grande castellum aquae di questo acquedotto si trova ad ovest della città.


Nel 2015 sono stati rivelati i resti di un enorme edificio che probabilmente era la residenza dell'agoranomus o curule aedile, un ufficiale pubblico incaricato delle operazioni commerciali e di mercato nelle città greche e romane.

L'obelisco di Quinto Giulio, un aristocratico di Nicopoli, si erge ancora a 14 m di altezza nella campagna vicino a Lesicheri, a circa 12 km a ovest della città. Numerosi reperti sono esposti nel Museo regionale di storia Veliko Tarnovo.

Nel 2018, gli archeologi hanno trovato un altare dedicato alla Dea Tyche in una piccola piazza nell'angolo sud-occidentale del complesso del Forum, con un'iscrizione in greco antico che è un epigramma modificato di Demostene.


BIBLIO
- Ruscu, Ligia Cristina - "On Nicopolis AD Istrum and Her Territory." - Historia: Zeitschrift Für Alte Geschichte - 56, no. 2 - 2007 -
- Simeonov Topalilov -A Note on the Name of Nicopolis ad Istrum - Open Archaeology - 2018 -
- Ronald Syme - The Provincial at Rome and Rome and the Balkans - a cura di Anthony R. Birley - Exeter - University of Exeter Press - 1999 -
- Ivan Tsarov - “The Aqueducts in the Bulgarian Lands, 2nd-4th century AD” -
- Alexander A. Vasiliev - History of the Byzantine Empire - Vol. I - The University of Wisconsin Press - 1980 -



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