VIA TRAIANA NOVA |
La Traiana Nova fu fatta costruire dall'imperatore Traiano per alleggerire il traffico sulla via Cassia, che in quel tratto era estremamente deteriorata, accorciandone il percorso sorpassando la rupe di Orvieto, e la sua realizzazione fu affidata a Platorio Nepote.
La Traiana, che ebbe come curatore A. Platorio Nepote, curatore anche della Cassia, della Clodia e della Cimina, nascendo da Bolsena, si dirigeva a nord traversando i territori delle città etrusche Castel Giorgio, Castel Viscardo, Allerona e Fabro. La Cassia, invece, dirigendosi verso Orvieto, transitava a mezza costa nel territorio di Ficulle.
I CIPPI MILIARI
Il tracciato è noto grazie ai rinvenimenti di tratti di basolato nel territorio di Bolsena e nella piana di Castel Giorgio, nonchè da tre cippi miliari rinvenuti tra Allerona e Fabro. Dal territorio alleronese provengono i cippi di monte Regole, rinvenuti nel 1912 e nel 1961, hanno la numerazione XIII, e da Polvento, tra i comuni di Fabro e Ficulle, proviene il cippo numero XVII.
Vi è riportato: il nome dell'imperatore Traiano ed il percorso della strada, da Volsinii Novi ai fines Clusinorum, i confini dell'ager chiusino e il miliare corrispondente, ossia il 17°.
"VIAM NOVAM TRAIANAM
La Via Traiana, traversati Castel Giorgio e il paese di Castel Viscardo raggiungeva Monte Rubiaglio dove, nei fondi della casa parrocchiale, fu rinvenuta un’ara funebre con un epigrafe latina. Ce ne informa Beatrix Klakowicz, direttrice negli anni Ottanta del museo “Faina “ di Orvieto, e che fu oggetto di una pubblicazione del Gamurrini del 1881. Il testo enuncia:
DI(IS) M(ANIBUS)
ULPIAE TERPSIDI
SECURUS AUG(USTI) DISP(ENSATOR)
CONIUGI
BENEMERENTI
ET HILARUS FIL(IUS)
MATRI PIENTISSIMAE…
“il fidato amministratore di Augusto consacra agli Dei Mani Ulpia Terside moglie benemerita così come consacra il figlio Ilaro alla madre amatissima”
LA VARIANTE DELL'IMPERATORE GIOVIANO
A seguito del crollo, databile a quel periodo, del ponte della Barcaccia per la velocità delle acque torrenziali, sarebbe stata realizzata la variante, all’epoca del pusillanime imperatore Gioviano, tra il 363 e il 364 d.c., di cui la succitata scritta sul cippo miliario:
- Via Cassia e sue deviazioni: via Clodia, via Trionfale, via Annia, via Traiana nova, via Amerina: studio storico-topografico - Edoardo Martinori, Roma - 1930.
I CIPPI MILIARI
Il tracciato è noto grazie ai rinvenimenti di tratti di basolato nel territorio di Bolsena e nella piana di Castel Giorgio, nonchè da tre cippi miliari rinvenuti tra Allerona e Fabro. Dal territorio alleronese provengono i cippi di monte Regole, rinvenuti nel 1912 e nel 1961, hanno la numerazione XIII, e da Polvento, tra i comuni di Fabro e Ficulle, proviene il cippo numero XVII.
Il XVII cippo miliare della Via Traiana Nova costituisce uno dei pochi ritrovamenti che consentono di ricostruire il tracciato di questa via, voluta dall'Imperatore Traiano nel 108 d.c., per collegare Volsinii Novi ai confini del territorio di Clusium.
Il miliare fu rinvenuto da alcuni coloni di Fabro, esattamente 526 metri a nord-ovest del podere Polvento, in un luogo all'epoca proprietà della parrocchia di S. Martino di Fabro. Il miliare, un cilindro in travertino, oggi è conservato all'interno del portico del Museo dell'Opera del Duomo di Orvieto. Ha un'altezza di 160 cm, si eleva su una base quadrangolare di 31x57x58 cm e sulla sua superficie sono presenti tre iscrizioni.
"IMP.CAES.
DIVI NERVAE F.
NERVA TRAIANUS
AUG. GERM. DACIC.
PONT.MAX. TRIB. P. XII
IMP. VI CO.S. V P P
VIAM NOVAM TRAIAN
A VOLSINI AD FINES
CLUSINORUM FECIT
XVII"
NERVA TRAIANUS
AUG. GERM. DACIC.
PONT.MAX. TRIB. P. XII
IMP. VI CO.S. V P P
VIAM NOVAM TRAIAN
A VOLSINI AD FINES
CLUSINORUM FECIT
XVII"
La strada, infatti non conduceva a Chiusi città, ma ai suoi confini, per cui si cita AD FINES CLUSINORUM.
Una delle pietre miliari, rinvenute a Monte Regole, nel comune di Allerona, recita “Viam novam Traianam a Volsiniis ad fines Clusinorum fecit”. Il percorso preciso di questa nuova strada non è stato, però, ancora del tutto chiarito.
La pietra miliare di Monte Regole con le due distanze di 13 miglia da Volsinii e di 85 da Roma, ci dà, dunque, la distanza di 72 miglia tra Volsini e Roma, già nota dall’Itinerario Antonino.
La pietra miliare di Monte Regole con le due distanze di 13 miglia da Volsinii e di 85 da Roma, ci dà, dunque, la distanza di 72 miglia tra Volsini e Roma, già nota dall’Itinerario Antonino.
A VOLSINIIS AD FINES
CLUSINOTUM FECIT”.
La seconda iscrizione è databile al 305-306 d.c., periodo successivo all'instaurazione della Tetrarchia. In essa, infatti, sono citati Costanzo Cloro e Galerio Massimiano Augusti, Diocleziano e Massimino Augusti Anziani, e Severo (il cui nome è stato cancellato) e Massimiano Daia Nobili Cesari.
DDD NNN
DDD NNN
COSTANTIUS ET
[GALERIUS?]
MAXIMIANUS
AUG. ET
DIOCLETIANUS
ET MAXIMIANUS
SEN. AUG. ET
[SEVERUS ET]
MAXIMINUS
NOB. CAES. ET
[...] S
MIL XVII
Un altro cippo, rinvenuto sulle coste di Bardano nel 1905, si trova a 86 miglia da Roma e a 14 miglia da Volsinii:
BONO REIP
La terza iscrizione, invece, riporta unicamente il nome di Costantino, definito dalla formula “creato per il bene del genere umano”, che testimonia la presa del potere assoluto da parte dell'imperatore e la connotazione cristiana universale del messaggio.
BONO
BONO REIP
NATO D.N. F. L.
JIOVIANO P.F.
VICTORI AC TRIUMFATORI
SEMP AUG. MIL LXXXVI.
BONO
GENERIS HUMANI
CREATI
IMP. D N
COSTANTINI
PERPETUI
SEMPER
AUG. XVII
DI(IS) M(ANIBUS)
ULPIAE TERPSIDI
SECURUS AUG(USTI) DISP(ENSATOR)
CONIUGI
BENEMERENTI
ET HILARUS FIL(IUS)
MATRI PIENTISSIMAE…
A seguito del crollo, databile a quel periodo, del ponte della Barcaccia per la velocità delle acque torrenziali, sarebbe stata realizzata la variante, all’epoca del pusillanime imperatore Gioviano, tra il 363 e il 364 d.c., di cui la succitata scritta sul cippo miliario:
BONO REIP
Questa variante si valeva dell’attraversamento del fiume sul ponte della Barcaccia, ponte crollato ma di cui, nel letto del fiume, è stato rilevato un enorme masso di conglomerato romano, di 7 x 8 x 2 metri, vestigia di un ponte della Traiana, situato in località Molino.
Poi la via Traiana si accostava a Monte Regole da occidente, e automaticamente segnava il limite meridionale dell’Ager Clusinius ad fines Clusinorum. Qui si collegava alla Cassia dove persiste una grandiosa opera idraulica detta oggi il Muro Grosso (uno sbarramento del Chiani lungo circa 100 metri, largo sei ed alto 4.75), poco distante dalla stazione ferroviaria di Fabro-Ficulle.
NATO D.N. F. L.
JIOVIANO P.F.
VICTORI AC TRIUMFATORI
SEMP AUG. MIL LXXXVI.
Questa variante si valeva dell’attraversamento del fiume sul ponte della Barcaccia, ponte crollato ma di cui, nel letto del fiume, è stato rilevato un enorme masso di conglomerato romano, di 7 x 8 x 2 metri, vestigia di un ponte della Traiana, situato in località Molino.
Poi la via Traiana si accostava a Monte Regole da occidente, e automaticamente segnava il limite meridionale dell’Ager Clusinius ad fines Clusinorum. Qui si collegava alla Cassia dove persiste una grandiosa opera idraulica detta oggi il Muro Grosso (uno sbarramento del Chiani lungo circa 100 metri, largo sei ed alto 4.75), poco distante dalla stazione ferroviaria di Fabro-Ficulle.
BIBLIO
- Strade romane, di Romolo A. Staccioli - L’Erma di Bretschneider, 2010.
- L. Quilici, S. Quilici Gigli, Architettura e pianificazione urbana nell'Italia antica - L'Erma di Bretschneider -1997.
- R. Knobloch, - Il sistema stradale di età romana: genesi ed evoluzione.
- Le strade dell'Italia romana, Touring Club Italiano, Milano, 2004. .
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