La Colonna di Giustiniano era una colonna romana di trionfo eretta a Costantinopoli dall'imperatore bizantino Giustiniano I (482 - 565), a celebrazione delle sue vittorie del 543. Questa si trovava nella parte occidentale della grande piazza dell'Augustaeum, corrispondente alla piazza Hagia Sophia, tra la Basilica di Santa Sofia e il Grande Palazzo (dell'Imperatore), e sopravvissuta fino agli inizi del XVI secolo, quando fu demolita dagli Ottomani.
La colonna si trovava su un piedistallo di marmo di sette gradini, ed era sormontata da una colossale statua equestre di bronzo dell'imperatore in trionfo che indossava un'antica lorica, un elmo con un arco di piume di pavone, (il toupha), e in possesso di un "crucifer globus" sulla sua mano sinistra mentre stendeva la mano destra verso l'Oriente.
ESEMPIO DI CRUCIFER GLOBUS |
Particolarmente imponente nelle dimensioni, il copricapo (toupha) venne fatto scendere dalla statua nel IX secolo per farne la dovuta manutenzione onde poi rimontarlo a mezzo di un acrobata.
Per costui era stata tesa una corda tra il tetto di Santa Sofia e la sommità della colonna, per mezzo di una freccia.
Lungo questa fune, il funambolo camminò e si mosse per togliere e rimettere il copricapo dopo che era stato restaurato, e per questo pericoloso servizio l'imperatore Teofilo lo ricompensò con 100 nomismata d'oro, per allora una cifra astronomica..
Disegno Contemporaneo della statua equestre di Giustiniano (1430). Si noti l'iscrizione THEO DOSI , che punta al suo probabile riutilizzo da un monumento precedente.
La colonna venne fatta in laterizio, e coperta con targhe in ottone. Sembra di capire dalle iscrizioni della statua che potrebbe in realtà essere stata un riutilizzo di una statua di Teodosio I e/o Teodosio II.
La colonna è sopravvissuta intatta fino all'epoca tardo-bizantina, quando è stata descritta da Niceforo Gregorio che ha anche ricordato, prima della colonna, un gruppo di tre statue in bronzo di "pagani o imperatori saraceni", posti su colonne più corte o piedistalli, che si inginocchiavano in segno di sottomissione.
Si può capire che gli ottomani poi devastassero tutte le statue, già colpevoli di appartenere agli infedeli. D'altronde tutte le religioni monoteiste hanno abbattuto le immagini di altre divinità.
Queste statue sopravvissute fino alla fine del 1420, vennero rimosse qualche tempo prima del 1433.
Nel XV secolo, la statua, in virtù della sua posizione di rilievo, è stata creduta essere quella del fondatore della città, Costantino il Grande, mentre l'antiquario italiano Ciriaco di Ancona (1391 - 1453) sosteneva che rappresentasse Eraclio.
Si riteneva inoltre che il cruciger globus, o "mela", come era popolarmente noto, rappresentasse il genius loci della città.
Di conseguenza, la sua caduta dalla mano della statua, tra il 1422 e il 1427, venne visto come presagio della caduta della città. Poco dopo la loro conquista della città nel 1453, gli ottomani smantellarono completamente la statua, mentre la colonna fu distrutta intorno al 1515.
Pierre Gilles, uno studioso francese che viveva in città verso il 1540, ha scritto sui frammenti rimanenti della statua, che si trovava in Palazzo Topkapi, prima di essere fuso per farne cannoni:
"Tra i frammenti erano la gamba di Giustiniano, che ha superato la mia altezza, e il suo naso, che era lungo più di nove pollici.
Non osavo misurare le gambe del cavallo [...] ma misurai privatamente uno degli zoccoli e l'ho trovato essere nove centimetri in altezza."
L'aspetto della statua stessa con le sue iscrizioni è conservato, tuttavia, disegno, eseguito nel 1430, su ordine dell'antiquario Ciriaco di Ancona.
- G. Gerola, "Le Vedute di Costantinopoli di Cristoforo Buondelmonti," SBN 3 (1931)
- Toupha - di Alexander Kazhdan (ed.) - Oxford Dictionary di Bisanzio - III voll. - Oxford University Press - 1991 -
- Ralph-Johannes Lilie - Bisanzio la seconda Roma - Roma - Newton e Compton - 2005 -
- Alexander A. Vasiliev - History of the Byzantine Empire - Vol. I - The University of Wisconsin Press - 1980 -
- Christopher Kelly - Theodosius II: Rethinking the Roman Empire in Laten Antiquity - Cambridge University Press - 2013 -
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