LA CISTERNA |
Dara o Daras è stata un'importante città-fortezza romana (poi bizantina) della Mesopotamia settentrionale, lungo il confine con l'Impero sasanide. A causa dell'importanza strategica, ebbe parte nei conflitti romano-persiani del VI secolo, e fuori dalle sue mura si combattè la battaglia di Dara del 530.
LA DIGA
L'Imperatore Giustiniano I (482 - 565) dette l'avvio a importanti restauri, dopo i quali fu cambiato il nome della città in Iustiniana Nova. Le mura furono rialzate portando la loro altezza da 30 a circa 60 piedi (20 m). Le torri furono rinforzate e alzate da 60 a 100 piedi (30 m). Infine sul fronte sud, il più debole, fu realizzato una diga, cioè un fossato esterno pieno d'acqua a forma di mezzaluna e venne spianata una collinetta in grado di nascondere i tentativi nemici di scavare gallerie per minare le mura.
Gli ingegneri di Giustiniano inoltre deviarono il corso del vicino fiume Cordes realizzando un canale che approvvigionasse abbondantemente la città. Allo stesso tempo, essendo il corso del canale sotterraneo per gran parte del percorso, la guarnigione era in grado di negare l'acqua agli assedianti, fatto questo che salvò la città in diverse occasioni.
La sua diga divenne famosa, una diga romana ad arco, uno dei rari esempi di questo tipo. Si chiama diga ad arco la diga in cui la maggior parte del carico d'acqua è distribuito verso le pareti laterali della valle, che deve essere piuttosto stretta, o del canyon in cui è costruita. Generalmente una diga ad arco contiene meno calcestruzzo di una diga a gravità, ma pochi siti si prestano alla costruzione di questo tipo di struttura.
- Hodge, A. Trevor - Acquedotti romani e approvvigionamento idrico - London - Duckworth 1992 -
- Hodge, A. Trevor - "Bacini e dighe" - in Wikander, Örjan - Handbook of Ancient Water Technology - Tecnologia e cambiamento nella storia - Leiden - Brill - 2002 -
Durante la guerra anastasiana del 502-506, gli eserciti romani contrastarono i Sasanidi, ma secondo la Cronaca Siriana di Zaccaria di Mitilene, i generali romani accusarono la mancanza di una forte base e nel 505 l'Imperatore Anastasio I ricostruì il villaggio di Dara, a soli 18 Km a ovest di Nisibi e 5 km dal confine romano-persiano, per «un rifugio per le legioni nel quale esse potessero riposare, e per la preparazione delle armi, e per sorvegliare il confine».
La città fu costruita su tre colli, sul più alto dei quali era la cittadella, corredata di grandi empori, di un bagno pubblico, e cisterne d'acqua potabile. Prese dapprima il nome di Anastasiopoli e divenne la sede del Duce romano di Mesopotamia.
LA DIGA
L'Imperatore Giustiniano I (482 - 565) dette l'avvio a importanti restauri, dopo i quali fu cambiato il nome della città in Iustiniana Nova. Le mura furono rialzate portando la loro altezza da 30 a circa 60 piedi (20 m). Le torri furono rinforzate e alzate da 60 a 100 piedi (30 m). Infine sul fronte sud, il più debole, fu realizzato una diga, cioè un fossato esterno pieno d'acqua a forma di mezzaluna e venne spianata una collinetta in grado di nascondere i tentativi nemici di scavare gallerie per minare le mura.
Gli ingegneri di Giustiniano inoltre deviarono il corso del vicino fiume Cordes realizzando un canale che approvvigionasse abbondantemente la città. Allo stesso tempo, essendo il corso del canale sotterraneo per gran parte del percorso, la guarnigione era in grado di negare l'acqua agli assedianti, fatto questo che salvò la città in diverse occasioni.
La sua diga divenne famosa, una diga romana ad arco, uno dei rari esempi di questo tipo. Si chiama diga ad arco la diga in cui la maggior parte del carico d'acqua è distribuito verso le pareti laterali della valle, che deve essere piuttosto stretta, o del canyon in cui è costruita. Generalmente una diga ad arco contiene meno calcestruzzo di una diga a gravità, ma pochi siti si prestano alla costruzione di questo tipo di struttura.
La costruzione e la progettazione della diga di era bizantina viene descritta dallo lo storico Procopio intorno al 560, nel suo trattato sulle realizzazioni architettoniche dell'epoca di Giustiniano I ( De Aedificiis II.3). Procopio fornisce la prima descrizione di tali tipi di diga in contrasto con la diga a gravità, il modello usuale in tutta l'antichità e oltre.
Procopio stabilisce che la diga deve avere un piano curvo, al fine di resistere alla pressione dell'acqua, e che la spinta dell'acqua non era contenuta dal peso puro della struttura (come nelle dighe a gravità), ma trasferito alle pareti ala della gola attraverso la curvatura dell'arco.
Lo studioso tedesco Günther Garbrecht alla fine del 1980 ha sollevato qualche dubbio sul racconto di Procopio, egli aveva identificato la collocazione della diga nei pressi delle antiche mura della città, con le caratteristiche coerenti alla descrizione di Procopio, ma senza il contorno a forma di mezzaluna della diga.
La struttura scoperta, di 4 m di larghezza e con un alto muro di 5 m, sostenuto da un nucleo di cemento, avevano una lunghezza stimata di 180-190 m; e la sua sezione centrale venne distrutta completamente per una lunghezza di 60-70 m. Anche se non si può escludere che la diga avesse un andamento leggermente curvo, le pareti esistenti indicano invece una pianta poligonale.
BIBLIO
Procopio stabilisce che la diga deve avere un piano curvo, al fine di resistere alla pressione dell'acqua, e che la spinta dell'acqua non era contenuta dal peso puro della struttura (come nelle dighe a gravità), ma trasferito alle pareti ala della gola attraverso la curvatura dell'arco.
La struttura scoperta, di 4 m di larghezza e con un alto muro di 5 m, sostenuto da un nucleo di cemento, avevano una lunghezza stimata di 180-190 m; e la sua sezione centrale venne distrutta completamente per una lunghezza di 60-70 m. Anche se non si può escludere che la diga avesse un andamento leggermente curvo, le pareti esistenti indicano invece una pianta poligonale.
In questo caso, la diga Dara avrebbe resistito alla pressione dell'acqua dal suo peso puro , non per azione dell'arco. Garbrecht ipotizza che la forma irregolare della diga può aver portato Procopio ad un allusione poetica alla forma di mezzaluna distesa.
BIBLIO
- Hodge, A. Trevor - Acquedotti romani e approvvigionamento idrico - London - Duckworth 1992 -
- Hodge, A. Trevor - "Bacini e dighe" - in Wikander, Örjan - Handbook of Ancient Water Technology - Tecnologia e cambiamento nella storia - Leiden - Brill - 2002 -
- Patrick James, Hubert Chanson - Historical Development of Arch Dams. From Roman Arch Dams to Modern Concrete Designs - in Australian Civil Engineering Transactions - 2002 -
- Smith, Norman - A History of Dams - London - Peter Davies - 1971 -
- Smith, Norman - A History of Dams - London - Peter Davies - 1971 -
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