NOMENTUM (Città scomparse)



VIA ROMANA DI NOMENTUM

Nomentum, a cui conduceva la Via Nomentana da Roma, fu una città sabina del Latium vetus, oggi scomparsa. Secondo Dionigi di Alicarnasso fu una città latina che divenne colonia di Alba Longa,  (e dunque città latina nel territorio sabino). Però Plinio il Vecchio la cita come città sabina.

Numerosi reperti archeologici testimoniano la presenza di aggregati umani nei territori di Nomentum già prima della fondazione di Roma, tanto che Virgilio nell’Eneide mitizza la nascita della città attribuendole la fondazione da parte di Silvio Latino, discendente di Enea. 

Ciò dimostra che ai tempi di Virgilio Nomentum doveva già essere abbastanza famosa e conosciuta. (Virgilio, Eneide VII, 706-716). L’antica Nomentum sorgeva in un luogo differente da quello odierno. Il centro abitato di epoca Romana era collocato in località oggi denominata Montedoro, nella frazione di Casali di Mentana.

Le prime attestazioni dell’esistenza di Mentana risalgono almeno al VI secolo a.c. Oltre il centro abitato il territorio di Nomentum vide l’edificazione di numerose ville romane, tra cui quelle appartenute a Seneca e Marziale, letterati latini che ne fanno menzione nelle loro opere, e quella di Agrippina.

Era tra le città che si ribellarono ai romani, dopo la morte di Anco Marzio (675 - 616 a.c.) e che dovette arrendersi all'esercito romano guidato da Tarquinio Prisco, che arrivò sotto le sue mura, dopo aver distrutto Apiolae, una cittadella dei Latini localizzata a Castel Savello, tra Pavona e Albano Laziale.


ANCO MARZIO

Quando Anco Marzio, il IV re di Roma, conquistò i territori Sicani, gli Apiolani si ritrovarono confinanti con i stessi Romani e alla morte del re (e alla morte di ogni re cadevano i trattati firmati con lui), decaduto il precedente accordo di pace con Roma, gli Apiolani invasero il vicino territorio romano compiendo devastanti saccheggi.

Oggi sul colle di Monte Savello si conservano dei blocchi di tufo arcaici inglobati nelle fondazioni del castello dei Savelli e compare pure un cornicione marmoreo con dedica ad Apollo (APOLLINI SANCTO AEDE), evidentemente parte di un tempio dedicato ad Apollo da cui sembra che Apiolae avesse tratto il suo nome.



TARQUINIO PRISCO

Il nuovo re Tarquinio Prisco era però un re battagliero e non tollerava tali incursioni per cui si recò col suo esercito alla cittadella di Apiolae e l'assediò, poi la conquistò, poi le smantellò le mura di difesa, e infine la distrusse completamente, a monito di qualsiasi altro popolo che osasse toccare i territori romani.  

Alla morte di Anco Marzio Nomentum fu tra le città che si ribellarono al dominio romano, ma poi dovettero arrendersi all'esercito romano guidato da Tarquinio Prisco, quando questo arrivò sotto le sue mura, dopo aver sconfitto gli Apiolani. Infatti Nomentum fece parte della lega delle città latine sconfitte da Roma nella battaglia del lago Regillo.

Secondo alcune fonti con il bottino ricavato si sarebbe iniziata la costruzione del tempio di Giove Capitolino, mentre secondo altre si sarebbe finanziata la celebrazione dei Ludi Romani, detti anche Ludi Magni che erano dedicati a Giove. Secondo altri autori però i Ludi vennero celebrati a seguito nella vittoria sui Latini nella battaglia del Lago Regillo (496 o 499 a.c.). 

Comunque la popolazione sarebbe stata trasferita sull'Aventino, mentre secondo Dionigi i sopravvissuti furono tratti schiavi a Roma. La seconda sembra più probabile perchè ora la popolazione romana non aveva più bisogno di ingrandire il suo esercito nè la sua città, anche per mantenere una giusta proporzione tra abitanti e territori coltivati.

Successivamente, Nomentum ricevette la civitas sine suffragio; nella sua costituzione comunale il magistrato capo anche in epoca imperiale portava il titolo di dittatore. Venne poi sottomessa definitivamente nel 338 a.c. e divenne municipio romano.

Nomentum fece parte della lega delle città latine sconfitte da Roma nella battaglia del lago Regillo nel 496 a.c. quando due giovani guerrieri su cavalli bianchi si gettarono a combattere nelle prime file trascinando i Romani alla vittoria. Al termine della battaglia abbandonarono il campo ma corsero a Roma a portare la notizia della vittoria, avendo abbeverato i cavalli alla fonte di Giuturna, e poi scomparvero. Erano i divini Castore e Polluce.


AUGUSTO

Augusto, fece del fiume Anio il suo confine settentrionale, per venire inclusa nella IV regio Sabina et Samnium. Fiorì poi come centro di produzione di vini e anche per la presenza di una bella stazione termale (Aquae Labanae, nell'attuale località di Grotta Marozza).  Plinio e Marziale lodarono spesso la fertilità delle sue terre e Seneca il Giovane affermò di avere una proprietà in zona e di ritirarvisi spesso e volentieri.

La zona si arricchì di belle ville d'otium dei notabili romani, qui possedettero ville Seneca e Marziale. Nel 408 era già sede episcopale e nel 593 ottenne la diocesi di Curi (Cures Sabini, antica città della Sabina laziale già residenza di Tito Tazio) che si chiamò "Dioecesis Curensis seu Sancti Anthimi".

Nel 741 subì una breve occupazione ad opera dei Longobardi, per cui l'abitato venne spostato in una posizione maggiormente difendibile, dando origine all'odierna Mentana.

Così Nomentum venne definitivamente sottomessa nel 338 a.c. e divenne municipio romano. Poi venne inclusa nella IV regio Sabina et Samnium ed ebbe quindi un discreto sviluppo come centro di produzione del vino e per la presenza di una stazione termale (Aquae Labanae, nell'attuale località di Grotta Marozza). Vi possedettero ville Seneca e Marziale.

Nel 741 subì una breve occupazione ad opera dei Longobardi, per cui l'abitato venne spostato in una posizione maggiormente difendibile, dando origine all'odierna Mentana. L'ultima citazione del nome risale all'800, quando vi si incontrarono papa Leone III e Carlo Magno.



I RESTI ARCHEOLOGICI

Lorenzo Quilici, Direttore dell’Istituto di Archeologia dell'Università di Bologna individuò nel 1967 i resti antichi di Nomentum che vennero studiati fino al 1976 da Corrado Pala per conto dell'Istituto di Topografia Antica dell'Università La Sapienza di Roma, pubblicando un testo storico-archeologico sull’antica città di Nomentum e il suo territorio, individuando anche un tratto della antica via Nomentana che tuttora viene scavata e divulgata da giovani archeologi.

I resti archeologici sono presenti nel Romitorio di Casali, presso Mentana; sulla vicina collina di Montedoro si trovano avanzi di mura difensive in tufo, attribuite al IV secolo a.c.. Non è nota la collocazione dell'antico foro. Presso l'attuale via Nomentana, di fronte al parco Trentani, sito al Km 21 della Nomentana e facente parte della Riserva Naturale di Nomentum, sono stati rinvenuti muri in laterizio, relativi probabilmente ad alcune antiche botteghe e tabernae.




LA RISERVA NATURALE

La Riserva prende il nome dalla città latino-sabina di Nomentum (IV secolo a.cv.), della quale rimangono resti della cinta muraria in località Montedoro al km. 21,500 della via Nomentana.
L’antico tracciato e parti del basolato della via romana sono ancora visibili.


BIBLIO

- Dionigi di Alicarnasso - Antichità romane - libro III - 
- Lorenzo Quilici - Le strade. Viabilità tra Roma e Lazio - 1991 -
- Corrado Pala - Nomentum - Istituto di Topografia Antica dell'Università La Sapienza di Roma - De Luca editore - Roma - 1976 -
- Eugenio Moscetti e Alessandro La Porta - Nomentum - Storia e archeologia, in Salvatore G. Vicario (a cura di) - Nomentum, Lamentana, Mentana - Roma - Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato -1999
- Eugenio Moscetti (a cura di) - Perduti o dimenticati I reperti archeologici di Nomentum, Monterotondo - Tipografia Balzanelli - 2007 -
- Paolo Togninelli (a cura di) - Tra Eretum, Nomentum e Crustumerium: Antiche modalità insediative nel territorio di Monterotondo - Roma - L'Erma di Bretschneider - 2013 -




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