VIA TRAIANA CALABRA

VIA TRAIANA TRA OSTUNI ED EGNAZIA
La via Traiana Calabra, di cui si ignora il nome antico, è il prolungamento della via Traiana e collegò Brindisi alla città di Hydruntum (Otranto), passando per Valesium e per Lupiae (Lecce).
Venne costruita su un tracciato preesistente messapico e il nome Calabra deriva dal fatto che la penisola salentina, in epoca romana, era detta Calabria.

Fu gradualmente valorizzata in epoca costantiniana con l'introduzione di una mutatio ad duodecim (locanda al XII miglio), documentata "nell'Itinerarium burdigalense", che deve il suo nome appunto al 12° miliario evidentemente collocato vicino alla stazione.

L' "Itinerarium Burdigalense" o "Itinerarium a Burdigala Jerusalem usque et ab Heraclea per Aulonam et per urbem Romam Mediolanum usque", usualmente noto anche come  "Itinerarium Hierosolymitanum", è il più antico racconto conosciuto di un itinerario cristiano. Fu scritto nel 333-334 da un anonimo pellegrino durante il viaggio da Burdigala, l'attuale Bordeaux, fino a Gerusalemme, dov'era diretto per venerare il Santo Sepolcro.

Altre stazioni citate nell' "Itinerarium burdigalense" sono una "mansio clipeas" (che poteva forse corrispondere a Lupiae cioè Lecce), visto che si trovava nelle sue vicinanze, e una "mutatio valentia" che corrispondeva a Valesium (oggi Valesio) prima di arrivare a Brindisi, con giungendo così alle due celebri colonne che segnavano, sembra, il termine dell'Appia Antica.

VIA TRAIANA CALABRA
Col tempo la via Traiana Calabra accrebbe la sua importanza proporzionalmente al configurarsi di Otranto come punto di partenza per l'Oriente a scopi religiosi, soppiantando Brindisi.

"E' però da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de l'Altissimo: chiamasi palmieri in quanto vanno oltremare, la onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini in quanto vanno a la casa di Galizia, però che la sepoltura di Sa' Iacopo fue più lontana della sua patria che d'alcuno altro apostolo; chiamansi romei quanti vanno a Roma".
Così scrive Dante nella Vita Nova tracciando un quadro d'insieme delle cosiddette "peregrinationes maiores" la cui pratica era assai diffusa nel Medioevo.

Santiago di Compostella cioè "la casa di Galizia ove si trovava la sepoltura di Sa' Jacopo", era la meta di coloro che Dante definisce "peregrini in senso stretto" .

In seguito, e cioè in era cristiana, la Traiana-Calabra è stata sicuramente la via percorsa dai pellegrini per giungere ad Otranto per poi prendere il mare alla volta dell'altra meta delle tre 'peregrinationes maiores' (le altre due Roma e Santiago), cioè Gerusalemme.

La Via Traiana-Calabra quindi è stata il naturale prolungamento della più famosa Via Francigena, l’itinerario storico che dal nord dell’Europa portava a Roma, la città eterna.



BIBLIO

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AA. VV. - La Puglia fra Bisanzio ed Occidente, in Civiltà e culture in Puglia - vol. 2 - Milano - 1981 -
- A. Thomas, Gardner Robert - The Via Traiana, in «Papers of the British School at Rome» - n. 8 - 1916 -
- Francesco Maria Pratilli - La Puglia romana: un paesaggio pietrificato, in Quaderni dell'Archivio Storico Pugliese XXI - Bari - 1982 -
- "Il declino della Via Traiana dai fasti dell'antichità all'abbandono" - la Repubblica - 8 dicembre 2010 -
- L. Quilici, S. Quilici Gigli - Architettura e pianificazione urbana nell'Italia antica - L'Erma di Bretschneider - 1997 -

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