COSTANTINO IV |
Nome: (Costantinus Pogonatus?)
Nascita: CostantinopoliMorte: Costantinopoli
Padre: Costante II
Madre: Fausta
Moglie: Anastasia (s. ? - 685)
Figli: Giustiniano II Rinotmeto, HeracliusNonni: Gregoria, Costantino III, Valentinus
Regno: 668 - 685
IL GOVERNO DELL'ASIA MINORE
Era figlio primogenito di Costante II e di Fausta. Nel 662 Costante II partì per l'Italia per toglierla ai Longobardi; nel 663 giunse a Siracusa, in Sicilia, e vi pose la residenza imperiale. Avrebbe voluto portare con sé in Italia la moglie e i figli, ma gli abitanti della capitale si opposero, impedendogli la partenza. Nonostante la giovane età, a Costantino fu affidato dal padre il governo dell'Asia Minore, vista l'assenza del padre.
PERBUNDO
Mentre era in corso l'assedio di Costantinopoli, Muʿāwiya invase Creta, mentre Tessalonica era minacciata dalle incursioni degli Slavi: l'agiografia Miracoli di San Demetrio narra che l'Imperatore, avendo il prefetto di Tessalonica accusato Perbundo, re della tribù slava dei Rhynchinoi e residente a Tessalonica, di tramare qualche intrigo a danni della città, fece arrestare Perbundo e lo fece portare nella capitale, dove tuttavia il prigioniero fu trattato con riguardo, con la promessa che sarebbe stato liberato una volta terminato l'assedio arabo.
LA QUESTIONE RELIGIOSA
A differenza di suo padre, Costante II, Costantino IV cercò la riconciliazione con il Papato, per cui convocò un concilio a Costantinopoli per condannare il monotelismo, un'eresia conciliativa creata dall'Imperatore d'Oriente Eraclio per cattolici e per monofisiti, ma avversata dal Papato, rovinando i rapporti tra Papa e Imperatore. Pertanto Costantino IV chiese a Papa Agatone (678-681) di inviare sacerdoti e vescovi a Costantinopoli per partecipare al VI Concilio Ecumenico che avrebbe ripristinato l'unità della Chiesa.
Nel 680-681 il Concilio ecumenico, con la presenza dell'Imperatore, dei legati del Papa, dei patriarchi di Antiochia e Costantinopoli e 150 vescovi, ribadì la condanna al monotelismo, ristabilendo l'unità religiosa con Roma e condannò Papa Onorio I, i patriarchi di Costantinopoli Sergio, Pirro, Paolo, Pietro, Ciro, oltre a Macario e il suo discepolo Stefano e Policronio, rei di aver sostenuto che in Cristo agissero una sola volontà e operazione (monotelismo).
- Teofane Confessore - Chronographia - ed. C. de Boor - trad. e note di C. Mango e R. Scott - The Chronicle of Theophanes Confessor - Oxford - 1997 -
- Niceforo - Breviarium Historiae -
- Liber Pontificalis - ed. L. Duchesne, Le liber pontificalis - Paris - 1955-57 -
- Gerhard Herm - I bizantini - Milano - Garzanti - 1985 -
- E.W. Brooks - The sicilian expedition of Costantine IV - Byzantinische Zeitschrift - 1908 -
- Silvia Ronchey - Lo stato bizantino - Torino - Einaudi - 2002 -
- Giorgio Ravegnani - I bizantini in Italia - Bologna - il Mulino - 2004 -
- Ralph-Johannes Lilie - Bisanzio la seconda Roma - Roma - Newton & Compton - 2005 -
Era figlio primogenito di Costante II e di Fausta. Nel 662 Costante II partì per l'Italia per toglierla ai Longobardi; nel 663 giunse a Siracusa, in Sicilia, e vi pose la residenza imperiale. Avrebbe voluto portare con sé in Italia la moglie e i figli, ma gli abitanti della capitale si opposero, impedendogli la partenza. Nonostante la giovane età, a Costantino fu affidato dal padre il governo dell'Asia Minore, vista l'assenza del padre.
Dal 663 al 668, secondo il cronista Teofane, vi furono numerose incursioni arabe in Anatolia, e nel 667/668 vi fu una ribellione dello strategos degli Armeniaci Saborios, che inviò il generale Sergio presso Muawiyah, il primo califfo della dinastia omayyade, per ottenere l'appoggio degli Arabi nella sua lotta contro l'Imperatore, promettendo in cambio l'Asia Minore.
Costantino, temendo il peggio, inviò il suo cubiculario che cercò inutilmente di comprare con ricchi doni Muawiyah, perchè non appoggiasse il ribelle. Sergio invece ottenne l'appoggio delle truppe arabe sotto il comando di Fudhala, ma mentre tornava in Armenia venne sconfitto e catturato dalle truppe del cubiculario eunuco, e venne castrato e ucciso, per averlo insultato di fronte a Muawiyah dicendogli "non sei né un uomo, né una donna".
Allora Costantino, sapendo dell'alleanza con gli Arabi, inviò il patrizio Niceforo con le sue truppe; ma Saborios morì, e Fudhala, chiese a Muawiyah ulteriori aiuti, con cui saccheggiò l'Anatolia e conquistò Amorio. La città venne recuperata però dai Bizantini, che uccisero tutti i 5.000 Arabi a guardia della fortezza. Nel 668 Costante II fu ucciso a Siracusa da congiura organizzata da Mecezio che si proclamò imperatore. Anche Costantino a Costantinopoli successe al padre e fu quindi proclamato imperatore.
Ora Costantino IV, l'Imperatore legittimo, volle vendicare la morte del padre per cui nel 669 inviò una flotta a Siracusa che sconfisse Mecezio. Teofane riporta che Costantino IV giunse lui stesso a Siracusa per sedare la ribellione di Mecezio, che venne decapitato e la sua testa venne esposta nell'ippodromo.
Storiografi greci posteriori a Teofane aggiungono che Costantino IV fece uccidere il patrizio Giustiniano, che si era compromesso con i ribelli, e ne fece castrare il figlio, il futuro patriarca di Costantinopoli Germano, che si lamentò dell'esecuzione del padre. Il Liber Pontificalis sostiene invece che Mecezio venne deposto dalle truppe esarcali e forse è la versione più credibile.
COSTANTINO IV E SUL RETRO ERACLIO E TIBERIO |
I FRATELLI
Pur condividendo con i fratelli Eraclio e Tiberio il titolo di Augusto, Costante non concedeva alcun potere ai suoi fratelli, i quali istigarono le truppe dei Tema anatolici di ribellarsi all'Imperatore affinchè dividesse il potere con loro, visto che la santa Trinità, che governa il mondo ultraterreno, doveva essere rappresentata in Terra da una trinità umana per governare l'Impero dei cristiani (l'Impero romano d'Oriente).
Costantino IV inviò loro il patrizio Teodoro che li fece entrare in senato per esporre le richieste, ma poi fece giustiziare i capi della rivolta. Teofane narra che l'Imperatore fece mozzare il naso ai fratelli togliendogli il titolo di Augusti; ma sembra che ciò avvenne 680-681, poco dopo il concilio di Costantinopoli che condannò il monotelismo.
I Bizantini erano ormai orientalizzati, erano cioè imbarbariti a contatto dei barbari orientali. I Romani non avrebbero mai mutilato o castrato i loro nemici, nè li avrebbe torturati, anche se le esecuzioni fossero abituali. Ricordiamo che la castrazione dei maschi fu poi adottata anche dalla Chiesa Cattolica per le famose voci bianche, le voci angeliche che non potendo essere femminili si ottenevano castrando i bambini.
I Bizantini erano ormai orientalizzati, erano cioè imbarbariti a contatto dei barbari orientali. I Romani non avrebbero mai mutilato o castrato i loro nemici, nè li avrebbe torturati, anche se le esecuzioni fossero abituali. Ricordiamo che la castrazione dei maschi fu poi adottata anche dalla Chiesa Cattolica per le famose voci bianche, le voci angeliche che non potendo essere femminili si ottenevano castrando i bambini.
La mutilazione dei pretendenti al trono era anch'essa tutta orientale, in quanto una menomazione era intesa come punizione divina per colpe del soggetto, pertanto un "imperfetto" non avrebbe mai potuto salire al trono. I Romani disprezzavano tali costumi, tanto è vero che l'Imperatore Cluadio era claudicante, cioè zoppo.
GUERRE ARABO-BIZANTINE |
I MUSULMANI
Intanto i musulmani devastarono la Sicilia, saccheggiarono Siracusa e presero i tesori accumulati da Costante II, andandosene subito dopo. In Africa la guerra continuava nonostante la popolazione combattesse strenuamente l'invasione araba della Mauretania pur senza aiuti da Costantinopoli. Nel 676 Kussileh, un comandante dei Berberi (Mauri) e dei Romani bizantini, riuscì a conquistare la città di Qayrawan.
Allora il califfo Mu'awiya ibn Abi Sufyan nel 672/673 organizzò una spedizione per conquistare Costantinopoli e conquistò quasi tutte le isole dell'Egeo e Smirne, da utilizzare per i rifornimenti togliendoli a Costantinopoli. Costantino però aveva fatto preparare nel porto di Cesario, nella Capitale, navi armate con una nuova formidabile arma, il fuoco greco, inventato da un ingegnere siriaco di nome Callinico fuggito da poco tempo a Costantinopoli.
IL FUOCO GRECO
Si trattava di una miscela di pece, salnitro, zolfo, nafta e calce viva, contenuta in un grande otre di pelle o di terracotta (sìfones) collegato ad un tubo di rame. Ciò che rendeva temuti questi primitivi lanciafiamme era che il "fuoco greco", a causa della reazione della calce viva, non poteva essere spento con acqua, che anzi ne ravvivava la forza, e di conseguenza le navi, realizzate in quel periodo in legno, erano destinate a totale combustione.
Il fuoco greco veniva imbarcato sui dromoni, imbarcazioni leggere e veloci con due castelli, uno a poppa, e uno a prua sul quale era collocata un'arma per lanciare il "fuoco greco", una miscela che prendeva fuoco quando veniva a contatto con l'aria o l'acqua.
Quando quindi, nella primavera del 674, gli Arabi sbarcarono in Tracia presso Costantinopoli, trovarono la flotta bizantina, con la nuova arma: « ogni giorno vi erano scontri militari dalla mattina alla sera, tra il brachialon della Porta d'Oro e il Kiklobion, con attacchi e contrattacchi; il nemico mantenne la posizione dal mese di aprile fino a quello di settembre; poi, tornando indietro, giunsero a Cizico, che avevano conquistato, e svernarono lì; e nella primavera ritornarono e in modo simile condussero guerra contro i Cristiani per sette anni, (in realtà 4 anni) finché, dopo aver perso molti uomini e molte navi, decisero di tornare indietro...»
(Teofane, AM 6165).
Dopo un "assedio" tutto a base di scontri navali presso Costantinopoli durato quattro anni, nel 678 Yazīd, il figlio di Muʿāwiya, ordinò la ritirata; avendo perso molte navi a causa del fuoco greco, egli ordinò a 30.000 uomini di ritornare in Siria via terra mentre imbarcò il resto dell'esercitò sulle poche navi rimaste. Ma la flotta venne distrutta da una tempesta mentre i 30.000 soldati arabi vennero massacrati da un'armata bizantina comandata da Floro, Petrona e Cipriano. Fu la disfatta araba.
Intanto i musulmani devastarono la Sicilia, saccheggiarono Siracusa e presero i tesori accumulati da Costante II, andandosene subito dopo. In Africa la guerra continuava nonostante la popolazione combattesse strenuamente l'invasione araba della Mauretania pur senza aiuti da Costantinopoli. Nel 676 Kussileh, un comandante dei Berberi (Mauri) e dei Romani bizantini, riuscì a conquistare la città di Qayrawan.
Allora il califfo Mu'awiya ibn Abi Sufyan nel 672/673 organizzò una spedizione per conquistare Costantinopoli e conquistò quasi tutte le isole dell'Egeo e Smirne, da utilizzare per i rifornimenti togliendoli a Costantinopoli. Costantino però aveva fatto preparare nel porto di Cesario, nella Capitale, navi armate con una nuova formidabile arma, il fuoco greco, inventato da un ingegnere siriaco di nome Callinico fuggito da poco tempo a Costantinopoli.
IL FUOCO GRECO |
IL FUOCO GRECO
Si trattava di una miscela di pece, salnitro, zolfo, nafta e calce viva, contenuta in un grande otre di pelle o di terracotta (sìfones) collegato ad un tubo di rame. Ciò che rendeva temuti questi primitivi lanciafiamme era che il "fuoco greco", a causa della reazione della calce viva, non poteva essere spento con acqua, che anzi ne ravvivava la forza, e di conseguenza le navi, realizzate in quel periodo in legno, erano destinate a totale combustione.
Il fuoco greco veniva imbarcato sui dromoni, imbarcazioni leggere e veloci con due castelli, uno a poppa, e uno a prua sul quale era collocata un'arma per lanciare il "fuoco greco", una miscela che prendeva fuoco quando veniva a contatto con l'aria o l'acqua.
Quando quindi, nella primavera del 674, gli Arabi sbarcarono in Tracia presso Costantinopoli, trovarono la flotta bizantina, con la nuova arma: « ogni giorno vi erano scontri militari dalla mattina alla sera, tra il brachialon della Porta d'Oro e il Kiklobion, con attacchi e contrattacchi; il nemico mantenne la posizione dal mese di aprile fino a quello di settembre; poi, tornando indietro, giunsero a Cizico, che avevano conquistato, e svernarono lì; e nella primavera ritornarono e in modo simile condussero guerra contro i Cristiani per sette anni, (in realtà 4 anni) finché, dopo aver perso molti uomini e molte navi, decisero di tornare indietro...»
(Teofane, AM 6165).
Dopo un "assedio" tutto a base di scontri navali presso Costantinopoli durato quattro anni, nel 678 Yazīd, il figlio di Muʿāwiya, ordinò la ritirata; avendo perso molte navi a causa del fuoco greco, egli ordinò a 30.000 uomini di ritornare in Siria via terra mentre imbarcò il resto dell'esercitò sulle poche navi rimaste. Ma la flotta venne distrutta da una tempesta mentre i 30.000 soldati arabi vennero massacrati da un'armata bizantina comandata da Floro, Petrona e Cipriano. Fu la disfatta araba.
PERBUNDO
Mentre era in corso l'assedio di Costantinopoli, Muʿāwiya invase Creta, mentre Tessalonica era minacciata dalle incursioni degli Slavi: l'agiografia Miracoli di San Demetrio narra che l'Imperatore, avendo il prefetto di Tessalonica accusato Perbundo, re della tribù slava dei Rhynchinoi e residente a Tessalonica, di tramare qualche intrigo a danni della città, fece arrestare Perbundo e lo fece portare nella capitale, dove tuttavia il prigioniero fu trattato con riguardo, con la promessa che sarebbe stato liberato una volta terminato l'assedio arabo.
Tuttavia, Perbundo tentò la fuga, mascherandosi da civile e cercando riparo nella tenuta dell'interprete, per ritornare entro pochi giorni tra il suo popolo; l'Imperatore lo fece cercare e al contempo avvertì Tessalonica di tenersi pronta a un eventuale assalto slavo; trovato infine Perbundo, Costantino IV lo fece giustiziare insieme a quelli che lo avevano aiutato nella fuga,
Terminato l'assedio, l'Imperatore ottenne qualche vittoria sugli Slavi, liberando Tessalonica dall'assedio. Muʿāwiya firmò la pace con Bisanzio nel 678 impegnandosi di pagare pagare ai Bizantini per trent'anni un tributo annuale di tremila libbre d'oro, cinquanta schiavi e cinquanta cavalli arabi.
Ma nel 680 i Bulgari col loro re Asparuh, si erano stanziati presso il Danubio per invadere i Balcani, per cui l'Imperatore spostò gli eserciti dall'Asia Minore in Europa e radunò anche una flotta, conducendo le operazioni militari per terra e per per fiume, conducendo la fanteria in territorio bulgaro. I Bulgari, intimoriti dall'enorme esercito si rifugiarono nelle loro fortezze, al sicuro dagli attacchi bizantini, difficoltosi per il terreno paludoso.
Ma l'Imperatore si ammalò di gotta e si dovette assentare per curarsi, ordinando ai suoi generali di continuare la campagna, ma si diffuse la voce tra la cavalleria che l'Imperatore fosse fuggito; l'esercito fuggì dai Bulgari, che gli inflissero pesanti perdite. L'Imperatore fu costretto così a pagare ai Bulgari un tributo annuale, e a lasciare che si impadronissero della regione compresa tra il Danubio e il monte Haemus (in l'odierna Bulgaria), sottomettendo numerose tribù slave.
Ma nel 680 i Bulgari col loro re Asparuh, si erano stanziati presso il Danubio per invadere i Balcani, per cui l'Imperatore spostò gli eserciti dall'Asia Minore in Europa e radunò anche una flotta, conducendo le operazioni militari per terra e per per fiume, conducendo la fanteria in territorio bulgaro. I Bulgari, intimoriti dall'enorme esercito si rifugiarono nelle loro fortezze, al sicuro dagli attacchi bizantini, difficoltosi per il terreno paludoso.
Ma l'Imperatore si ammalò di gotta e si dovette assentare per curarsi, ordinando ai suoi generali di continuare la campagna, ma si diffuse la voce tra la cavalleria che l'Imperatore fosse fuggito; l'esercito fuggì dai Bulgari, che gli inflissero pesanti perdite. L'Imperatore fu costretto così a pagare ai Bulgari un tributo annuale, e a lasciare che si impadronissero della regione compresa tra il Danubio e il monte Haemus (in l'odierna Bulgaria), sottomettendo numerose tribù slave.
LA QUESTIONE RELIGIOSA
PAPA ONORIO I |
A differenza di suo padre, Costante II, Costantino IV cercò la riconciliazione con il Papato, per cui convocò un concilio a Costantinopoli per condannare il monotelismo, un'eresia conciliativa creata dall'Imperatore d'Oriente Eraclio per cattolici e per monofisiti, ma avversata dal Papato, rovinando i rapporti tra Papa e Imperatore. Pertanto Costantino IV chiese a Papa Agatone (678-681) di inviare sacerdoti e vescovi a Costantinopoli per partecipare al VI Concilio Ecumenico che avrebbe ripristinato l'unità della Chiesa.
Costantino IV per compiacere ulteriormente il papato, tolse alla Chiesa Ravennate il diritto di amministrarsi in modo indipendente concesso dal padre Costante II, sottomettendola di nuovo al papato. Nel 683 l'imperatore, come già detto, fece eliminare i suoi due fratelli per spianare la strada alla successione da parte di suo figlio, il futuro Giustiniano II, che avvenne dopo la sua morte causata da dissenteria.
- Teofane Confessore - Chronographia - ed. C. de Boor - trad. e note di C. Mango e R. Scott - The Chronicle of Theophanes Confessor - Oxford - 1997 -
- Niceforo - Breviarium Historiae -
- Liber Pontificalis - ed. L. Duchesne, Le liber pontificalis - Paris - 1955-57 -
- Gerhard Herm - I bizantini - Milano - Garzanti - 1985 -
- E.W. Brooks - The sicilian expedition of Costantine IV - Byzantinische Zeitschrift - 1908 -
- Silvia Ronchey - Lo stato bizantino - Torino - Einaudi - 2002 -
- Giorgio Ravegnani - I bizantini in Italia - Bologna - il Mulino - 2004 -
- Ralph-Johannes Lilie - Bisanzio la seconda Roma - Roma - Newton & Compton - 2005 -
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