LEONE IV E IRENE AI LATI DELLA MADONNA |
Nome: Leone IV il Cazaro, Léōn D ho Cházaros
Nascita: Costantinopoli, 25 gennaio 750
Morte: Costantinopoli, 8 settembre 780
Dinastia: Isauriana
Padre: Costantino V
Madre: la prima moglie di Costantino V, Irene la Cazara
Nascita: Costantinopoli, 25 gennaio 750
Morte: Costantinopoli, 8 settembre 780
Dinastia: Isauriana
Padre: Costantino V
Madre: la prima moglie di Costantino V, Irene la Cazara
Fratellestro; di sant'Antusa di Costantinopoli
La bellezza era considerata non solo un potere ma una benevolenza di Dio, pertanto dava l'idea di meriti particolari, tanto è vero che chi avesse difetti fisici non poteva aspirare al trono. Così la bellissima Irene partecipò alla "sfilata della sposa" quando, secondo l'usanza bizantina, l'imperatore decise di sposarsi.
L'ICONOCLASTIA
«Adunche al tempo di Gostantino imperatore et di Silvestro papa sormontò su la fede christiana. Ebbe la ydolatria grandissima persecuzione in modo tale, tutte le statue et le picture furon disfatte et lacerate di tanta nobiltà et anticha et perfetta dignità [...] Et per leuare uia ogni anticho costume di ydolatria costruirono i templi tutti essere bianchi. [...] Finita che fu l’arte stettero e templi bianchi circa d’anni DC.»
(Lorenzo Ghiberti, Commentarî, II, 1)
L'iconoclastia, sorta agli inizi del 700, fu un movimento religioso cristiano-bizantino che volle abrogare ogni forma di culto per le immagini sacre distruggendo ogni immagine sia pittorica che statuaria. Sia nella religione ebraica che in quella musulmana sono proibite le immagini sacre, a sostegno dell'incapacità dell'uomo di comprendere la grandezza dell'unico Dio supremo.
La venerazione delle icone diventava pertanto un'idolatria (cosa molto temuta perchè ancora viva nelle campagne) e una grande offesa al Dio Unico. Leone IV nei primi anni del suo regno fu un iconoclasta moderato, restaurando anche il Patriarca di Costantinopoli e fermando le persecuzioni contro i monaci iconoduli che anzi ottennero da lui cariche ecclesiastiche di prestigio.
Con la conquista araba di Palestina, Siria ed Egitto (metà del VII secolo), le sedi patriarcali di Gerusalemme, Antiochia e Alessandria entrarono nel dominio islamico, così la sede di Costantinopoli rimase l'unico centro ecclesiastico della chiesa orientale che si contrappose a quella occidentale dandosi ogni tanto delle accuse di eresie con relative scomuniche.
Narrano alcune fonti che il 24 aprile 776 Leone IV nominò coimperatore e suo successore il figlio Costantino dopo aver obbligato senato, esercito e ceti cittadini a giurare lealtà al figlio. Secondo Teofane, ciò avvenne invece su insistenze dell'esercito, che avrebbero insistito parecchio per spingerlo a incoronare come coimperatore il figlio.
Leone IV morì apparentemente per un malore l'8 settembre 780, mentre provava una corona che originariamente era custodita in Santa Sofia;; diverse fonti, tuttavia, sottolineano la possibilità che la sua morte fosse dovuta al veleno, e conoscendo la figura della sua ambiziosissima e crudele moglie l'ipotesi di avvelenamento non appare affatto improbabile.
Gli succedette il figlio Costantino, di soli 9 anni, e, data la sua tenera età, il trono di Bisanzio passò sotto la reggenza di Irene, che in seguito farà appunto accecare e uccidere il figlio per poter regnare come unica sovrana.
BIBLIO
- Teofane - Cronaca -
- Cedreno - Cronaca -- Antonio Calisi - I Difensori dell'icona: La partecipazione dei Vescovi dell'italia Meridionale al Concilio di Nicea II 787 - 2017 -
- Giorgio Ravegnani - La storia di Bisanzio - Roma - Jouvence - 2004 -
- Nicola Bergamo - Irene, Imperatore di Bisanzio - Milano - Jouvence - 2015 -
Moglie: Irene
Figlio: Costantino VI
Regno: dal 775 al 780
Iconoclasta accanito, difensore dell'impero che seppe anche espandere valendosi di bravi generali, padre premuroso a detta di alcuni, ma pure coraggioso, vendicativo e a volte crudele.
IRENE
Irene nacque nella nobile famiglia ateniese Saratanpechos e suo zio, Costantino Sarantapechos, era uno stratega di uno dei themi della Grecia. Ella era famosa per la sua bellezza per cui, appena rimasta orfana di padre, alcune navi andarono a prelevarla dal palazzo di Hiera, sulla riva asiatica del Bosforo, ove ella risiedeva, per portarla a Costantinopoli alla corte dall'imperatore bizantino.
IMPERATRICE IRENE |
In quella sfilata le giovani aspiranti al titolo di imperatrice si presentavano con ricche vesti adorne di preziosi veli e gioielli, affinchè il futuro sposo ne selezionasse una in base alla bellezza e al portamento. Un mese più tardi, il 18 dicembre del 768, Irene e Leone si sposarono nella basilica di Santa Sofia e la bellissima sposa venne acclamata dal popolo nell'Ippodromo di Costantinopoli.
Nel 775, alla morte di Costantino V, Leone divenne imperatore con il nome di Leone IV e Irene divenne imperatrice. Nel 780 però Leone riprese le persecuzioni contro gli iconoduli, anche se in modo più moderato rispetto a quelle del padre.
Nello stesso anno l'imperatore scoprì che alcuni suoi funzionari avevano procurato delle icone alla moglie iconodula Irene che ne teneva un paio sotto il cuscino. Adirato destituì i funzionari facendoli torturare e cessò il suo favore verso l'imperatrice negandole la condivisione del talamo nuziale.
L'ICONOCLASTIA
«Adunche al tempo di Gostantino imperatore et di Silvestro papa sormontò su la fede christiana. Ebbe la ydolatria grandissima persecuzione in modo tale, tutte le statue et le picture furon disfatte et lacerate di tanta nobiltà et anticha et perfetta dignità [...] Et per leuare uia ogni anticho costume di ydolatria costruirono i templi tutti essere bianchi. [...] Finita che fu l’arte stettero e templi bianchi circa d’anni DC.»
(Lorenzo Ghiberti, Commentarî, II, 1)
L'iconoclastia, sorta agli inizi del 700, fu un movimento religioso cristiano-bizantino che volle abrogare ogni forma di culto per le immagini sacre distruggendo ogni immagine sia pittorica che statuaria. Sia nella religione ebraica che in quella musulmana sono proibite le immagini sacre, a sostegno dell'incapacità dell'uomo di comprendere la grandezza dell'unico Dio supremo.
La venerazione delle icone diventava pertanto un'idolatria (cosa molto temuta perchè ancora viva nelle campagne) e una grande offesa al Dio Unico. Leone IV nei primi anni del suo regno fu un iconoclasta moderato, restaurando anche il Patriarca di Costantinopoli e fermando le persecuzioni contro i monaci iconoduli che anzi ottennero da lui cariche ecclesiastiche di prestigio.
Con la conquista araba di Palestina, Siria ed Egitto (metà del VII secolo), le sedi patriarcali di Gerusalemme, Antiochia e Alessandria entrarono nel dominio islamico, così la sede di Costantinopoli rimase l'unico centro ecclesiastico della chiesa orientale che si contrappose a quella occidentale dandosi ogni tanto delle accuse di eresie con relative scomuniche.
IL COIMPERATORE
Narrano alcune fonti che il 24 aprile 776 Leone IV nominò coimperatore e suo successore il figlio Costantino dopo aver obbligato senato, esercito e ceti cittadini a giurare lealtà al figlio. Secondo Teofane, ciò avvenne invece su insistenze dell'esercito, che avrebbero insistito parecchio per spingerlo a incoronare come coimperatore il figlio.
Sembra che Leone fosse restio perchè in caso di rivolta l'esercito avrebbe potuto uccidergli il figlio, ma l'esercito rispose giurando che non avrebbero accettato altro imperatore al di fuori di suo figlio; anche il popolo insistette per cui, il Venerdì Santo del 776, «tutto il popolo, ovvero quelli dei themata, i membri del senato, i tagmata della città, e tutti gli artigiani, giurarono sulla Croce che non avrebbero accettato altro imperatore al di fuori di Leone e Costantino e tutti i suoi discendenti...».
Allora Leone, dopo aver nominato suo fratello Eudocimo nobilissimus, si recò con i fratelli e il figlioletto in una chiesa dove annunciò alla folla riunita che avrebbe acconsentito alle richieste e il giorno dopo (24 aprile) all'ippodromo Costantino fu incoronato dal padre di fronte al patriarca e al popolo.
Allora Leone, dopo aver nominato suo fratello Eudocimo nobilissimus, si recò con i fratelli e il figlioletto in una chiesa dove annunciò alla folla riunita che avrebbe acconsentito alle richieste e il giorno dopo (24 aprile) all'ippodromo Costantino fu incoronato dal padre di fronte al patriarca e al popolo.
Ai suoi fratelli però non piacque l'incoronazione del nipote perché ambivano essi stessi alla corona imperiale: e il mese dopo, nel maggio 776, fu scoperta dall'Imperatore una congiura ordita dal Cesare Niceforo, uno dei suoi fratelli, nel tentativo di impadronirsi del potere; i congiurati vennero puniti con la tonsura e con l'esilio a Cherson. La tonsura portava all'ordinazione sacerdotale. per cui si veniva esclusi dalla lotta per il potere politico.
GUERRE ARABO - BIZANTINE |
LE GUERRE ARABE
Nel 777 Thumama, il figlio del califfo omayyade al-Walīd I, invase l'Anatolia, da cui si ritirò poi col bottino e con molti prigionieri per farne dei schiavi. Leone non reagì subito, ma l'anno successivo, però, riuscì a radunare un grande esercito bizantino di ben 100.000 uomini, affidandolo a Michele Lacanodracone, fanatico e feroce iconoclasta ma generale di talento, e ad altri strateghi.
Lacanodracone invase la Siria e pose assedio a Germanicea, che sarebbe caduta se Lacanodracone non avesse ricevuto ricchi doni dagli Arabi per ritirarsi. Comunque devastò i dintorni della città e catturò numerosi eretici giacobiti, sconfiggendo e uccidendo in una battaglia 2.000 arabi. L'Imperatore, soddisfatto, concesse ai generali il trionfo, e deportò gli eretici siriani in Tracia.
L'anno successivo gli Arabi cercarono di invadere Anatolia, ma l'Imperatore aveva fatto rinsaldare rinsaldare le fortezze con adeguate guarnigioni, si che gli Arabi furono costretti a ritirarsi per mancanza di rifornimenti senza aver nulla conquistato.
Nel 780 però gli arabi, che non demordevano, invasero l'Armeniakon impadronendosi di una fortezza, anche se Michele Lacanodracone riuscì a ottenere una vittoria su un piccolo esercito arabo. Il fatto però non ebbe seguito perchè non conveniva fare una guerra per una sola fortezza.
I BULGARI
Giunto al potere nel 768 dopo un certo numero di regnanti di poca durata, il nuovo khan bulgaro, di nome Telerig, sebbene spesso i bulgari fossero stati alleati di Roma, si dimostrò subito ambizioso di conquiste e ostile verso l'Impero bizantino, pertanto l'imperatore Costantino V senza perdere altro tempo lo attaccò e lo sconfisse nel 773.
Nello stesso anno, Telerig, non pago della sconfitta, tentò allora di invadere Macedonia sperando di dover affronate solo i macedoni, ma venne respinto dall'esercito bizantino, solo l'improvvisa morte di Costantino V salvò Telerig e il suo Impero bulgaro da una decisiva offensiva bizantina.
La popolazione bulgara intanto, stanca di combattere, morire e subire sconfitte, si ribellò al suo Khan
e nel 776 - 777 Telerig dovette implorare asilo a Costantinopoli, dove venne accolto, venne nominato patrizio, poi fu costretto a battezzarsi e a sposare una cugina della moglie del nuovo imperatore Leone IV il Cazaro. I Bulgari però, non contenti di riavere il vecchio re, attaccarono i bizantini restandene però sconfitti nel 777. Nel 778 al 779 Leone dovette nuovamente combattere gli Arabi vincendoli di nuovo ed espandendo sempre più la potenza dell'Impero bizantino.
La popolazione bulgara intanto, stanca di combattere, morire e subire sconfitte, si ribellò al suo Khan
e nel 776 - 777 Telerig dovette implorare asilo a Costantinopoli, dove venne accolto, venne nominato patrizio, poi fu costretto a battezzarsi e a sposare una cugina della moglie del nuovo imperatore Leone IV il Cazaro. I Bulgari però, non contenti di riavere il vecchio re, attaccarono i bizantini restandene però sconfitti nel 777. Nel 778 al 779 Leone dovette nuovamente combattere gli Arabi vincendoli di nuovo ed espandendo sempre più la potenza dell'Impero bizantino.
Leone IV morì apparentemente per un malore l'8 settembre 780, mentre provava una corona che originariamente era custodita in Santa Sofia;; diverse fonti, tuttavia, sottolineano la possibilità che la sua morte fosse dovuta al veleno, e conoscendo la figura della sua ambiziosissima e crudele moglie l'ipotesi di avvelenamento non appare affatto improbabile.
Gli succedette il figlio Costantino, di soli 9 anni, e, data la sua tenera età, il trono di Bisanzio passò sotto la reggenza di Irene, che in seguito farà appunto accecare e uccidere il figlio per poter regnare come unica sovrana.
BIBLIO
- Teofane - Cronaca -
- Cedreno - Cronaca -
- Giorgio Ravegnani - La storia di Bisanzio - Roma - Jouvence - 2004 -
- Nicola Bergamo - Irene, Imperatore di Bisanzio - Milano - Jouvence - 2015 -
- Warren Treadgold - A History of the Byzantine State and Society - Stanford - California - Stanford University Press, 1997 -
- Ralph-Johannes Lilie, Bisanzio la seconda Roma - Roma - Newton & Compton - 2005 -
- Anna Maria Fontebasso - Lettere di Pharan - l'ascesa al potere di Irene di Bisanzio - Firenze - 1988 -
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