LE FONDAMENTA DEL CASTELLO |
Maecium è una località storica del Lazio, situata nei pressi di Lanuvio, dove nel 389 a.c. ebbe luogo un'importante vittoria dei Romani guidati da Furio Camillo contro i Volsci di Velletri e i Latini. Sembra infatti che durante le invasioni galliche le popolazioni latine si siano alleate tra loro per opporsi all'espansione di Roma così che alle pendici del Mons Maecium venne combattuta nel 389 a.c. la battaglia tra l'esercito di Roma capeggiato da Furio Camillo e quello dei Volsci.
LOCALITA' DUE TORRI
Le strutture residue presso S.Gennaro hanno evidenziato almeno tre fasi edilizie, che testimoniano frequentazioni in età romana e medievale:
La località chiamata "ad Maecium" si trovava non lontano da Lavinium e il Mons Maecium è stato identificato con Monte due Torri, dove si elevano due torri medievali che hanno dato luogo al nome. Il monte Maecium, di origine vulcanica, è alto 415 m e si trova nella proprietà privata di un agriturismo il cui edificio venne costruito dai frati Carmelitani sui resti di una cisterna romana del IV sec. a.c., al fianco della via oggi chiamata di Monte Giove.
- IV - III secolo a.c.: età medio-repubblicana (testimoniata da blocchi di tufo in opera quadrata)
- I sec a.c.- inizi I sec. d.c.: viene edificata una villa di cui si conservano i resti di una cisterna e dell’impianto termale. Particolarmente evidenti sono 3 ambienti paralleli, che fino in epoca recente sono stati utilizzati dai pastori come ricovero per il gregge.
- XII sec. d.c.: è la fase del Castello medievale di S. Gennaro, di cui si conservano le mura di cinta e resti dei torrioni.
CASTELLO DI SAN GENNARO |
CASTELLO DI SAN GENNARO
- Cassio Dione - Storia romana -
- Marco Porcio Catone - Origines.
- Dionigi di Alicarnasso - Antiquitates romanae -
- Eutropio - Breviarium historiae romanae -
- Tito Livio - Ab Urbe condita libri -
- Plinio il Vecchio - Naturalis Historia - libro III -
- Strabone - Geografia - libro V -
- Antonio Nibby - Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' Dintorni di Roma - I - Roma - Tipografia delle Belle Arti - 1848 -
- Giovanni Maria De Rossi - Apiolae (Forma Italiae, Regio I, vol. IX) - Roma - De Luca - 1970 -
Recentemente il sito della città di Maecium è stata identificata dove sorgono i resti del castello di San Gennaro, sul Mons Maecium presso Lanuvio, nelle cui fondazioni compare una cinta muraria in opera quadrata in tufo del IV secolo a.c., sopra la quale venne eretto poi il castello medievale.
Diodoro Siculo infatti riferisce che Maecium era posta a 200 stadi da Roma, circa 36 km, corrispondenti grosso modo alla distanza attuale tra Roma e San Gennaro, il che confermerebbe il sito. Nel 389 a.c., durante la guerra contro i Volsci, i Romani apprestarono una base militare e strategica lungo l'attuale Via Appia e fortificarono un colle posto al confine col territorio dei Volsci, appunto sul fosso di San Gennaro.
I Volsci, ritenendo che le forze di Roma fossero rimaste fiaccate dal sacco dei Galli del 390 a.c., assediarono l'esercito romano che era stanziato sul colle. I Romani assediati riuscirono comunque a far uscire dei messaggeri che sfuggirono alla vista nemica e che corsero ad avvertire il senato, il quale inviò sul posto Furio Camillo, che per la circostanza era stato eletto dittatore per la terza volta.
Il generale romano, che era un ottimo stratega, aggirò con un lungo percorso il monte Mecio, senza farsi scorgere dal nemico, e dispose l'esercito alle sue spalle, impedendogli così ogni via di fuga. I Volsci atterriti si rinserrarono all'interno del proprio accampamento, posto nei pressi del colle, il quale era costituito da un terrapieno rinforzato da palizzate di legno.
Ma Camillo, che combatteva più con l'intelligenza che con la forza, approfittando di un forte vento che scendeva dai monti verso l'accampamento volsco, fece lanciare dei proiettili incendiari verso la loro palizzata. Con l'aiuto del vento si sviluppò un grande incendio che avvolse tutta la cinta ed i Volsci, costretti ad uscire dal campo, trovarono i Romani pronti a sterminarli, e così fu fatto.
Dopo questa vittoria Camillo lasciò a capo dell'accampamento il giovane figlio Lucio con parte dell'esercito, per la custodia dei prigionieri e del bottino, quindi, col resto dei legionari, provvide a punire il popolo che aveva osato alzare le armi contro Roma, così invase il territorio volsco devastandolo e depredandolo.
Una volta devastata Maecium, Furio Camillo con il suo esercito marciò verso Bola, una città degli Aequi, anch'essa oggi scomparsa, che catturò. Al suo ritorno a Roma, il dittatore celebrò un trionfo.
Era stata in effetti una vittoria importante. perchè i Romani avevano dimostrato di essere forti come prima, e per giunta ora non si limitavano a difendersi ma procedevano ad attaccare. Durante i successivi dieci anni circa, i Romani si infiltrarono sempre di più nel Lazio meridionale, che era appunto occupato dai Volsci.
Confrontando le varie versioni della guerra si può notare come il luogo che Livio chiama "Maecium" corrisponda alla medesima località che gli storici greci Diodoro Siculo e Plutarco chiamano invece "Markion", variante in greco di "Maecium".
In epoca tardo-repubblicana, quando il sito perse la sua funzione difensiva, vi fu insediata, (all'uscita di Genzano, prima della località Monte Cagnoletto), la statio Sublanuvium (la stazione di posta Sublanuvio), dove possiamo vedere, in uno slargo della strada attuale, il cippo del XIX (19) miglio intestato all'imperatore Nerva (96-98 d.c.).
- Appiano di Alessandria - Historia romana - libri III e IV -BIBLIO
- Cassio Dione - Storia romana -
- Marco Porcio Catone - Origines.
- Dionigi di Alicarnasso - Antiquitates romanae -
- Eutropio - Breviarium historiae romanae -
- Tito Livio - Ab Urbe condita libri -
- Plinio il Vecchio - Naturalis Historia - libro III -
- Strabone - Geografia - libro V -
- Antonio Nibby - Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' Dintorni di Roma - I - Roma - Tipografia delle Belle Arti - 1848 -
- Giovanni Maria De Rossi - Apiolae (Forma Italiae, Regio I, vol. IX) - Roma - De Luca - 1970 -
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