PROCOPIO (SECONDO ALTRI BELISARIO) |
Morte: Costantinopoli, 560 circa
Padre: forse Stefano, cittadino di Cesarea e proconsole della Palestina
Professione: Storico
Nato a Cesarea marittima, Procopio fu un importante storico bizantino, secondo Haury, Procopio sarebbe il figlio di Stefano, proconsole della Palestina I nel 536. È stato identificato da taluni con il Procopio prefetto di Costantinopoli nel 562, anche se tale identificazione non è certa e potrebbe essere un caso di omonimia.In gioventù si recò a Gaza dove studiò retorica, filosofia e diritto, e dove conobbe anche le opere degli autori antichi, come Erodoto e Tucidide. Qui avrebbe sposato una giovane di Ascalon, di buona famiglia e di discrete ricchezze.
Acquisiti brillantemente i suoi studi, volle migliorare la sua situazione recandosi nella città più ricca dell'Impero Bizantino, quindi si trasferì a Costantinopoli sotto il regno di Anastasio I (430-518), dove iniziò a seguire la professione di avvocato, dedito anche alla retorica e alla corrente filosofica del sofismo.
Flavio Belisario fu un validissimo generale bizantino che servì sotto Giustiniano I (527-565), tanto da essere considerato uno dei più grandi condottieri della storia dell'Impero romano d'Oriente. Quando nel 527 questi divenne comandante delle truppe di Dara (Mesopotamia settentrionale) contro i Persiani, Procopio venne chiamato ad assisterlo come suo consigliere e suo segretario, tanta era la stima e la fiducia che Belisario riponeva in lui. Così Procopio prese parte alla guerra iberica (526-532) contro i Sasanidi e alla guerra contro i Vandali (533-534).
Tuttavia poi scoppiò una grande rivolta dell'esercito africano, Salomone e Procopio fuggirono in Sicilia e chiesero aiuto a Belisario, che aveva sconfitto momentaneamente i ribelli, dovette comunque ritornare in Sicilia. Procopio lo seguì di nuovo come segretario, partecipando alle campagne condotte contro i Goti (535-540). Tornato a Costantinopoli con Belisario nel 540, vide l'epidemia di peste che flagellò la capitale nel 542, detta "peste di Giustiniano".
Procopio narrò che l'epidemia al suo culmine uccideva 10.000 persone al giorno nella sola Costantinopoli, una stima forse gonfiata dallo stato generale di allarme mentre nel Mediterraneo orientale la riduzione di popolazione dovette essere attorno al 25%. Non si trovavano luoghi dove seppellire i morti e i cadaveri dovevano spesso essere lasciati all'aperto. Giustiniano promulgò nuove leggi per snellire le procedure legate alle pratiche ereditarie, per le innumerevoli morti.
Potrebbe aver partecipato alla campagna di Belisario del 541, ma più probabile, secondo Haury (Procopiana), che sia stato sostituito da Giorgio. Invece, potrebbe essere ritornato in Italia nel 546-547 in quanto il suo resoconto di quei due anni è più dettagliato degli altri, ma secondo JB Bury non c'è n'è prova e potrebbe aver ottenuto a Costantinopoli molte notizie di seconda mano. Secondo Haury avrebbe scritto la Storia delle guerre a Cesarea, ma JB Bury ritiene che avrebbe avuto più difficoltà a reperire informazioni sulle guerre a Cesarea che a Costantinopoli.
LE OPERE
Le sue opere, scritte in greco, narrano le vicende dell'imperatore bizantino Giustiniano I, le sue guerre contro i Vandali, i Persiani e gli Ostrogoti d'Italia, e la vita politica alla corte di Costantinopoli, oltre alla magnificenza delle opere edilizie volute dall'imperatore.
Storico militare e politico, la sua vena storiografica è decisamente pagana, utilizzando i modelli greci e latini (Erodoto, Tucidide, Livio, Tacito) senza le enfatizzazioni e la faziosità di molti autori cristiani. La storiografia cristiana-europea riscoprirà solo nel Quattro e Cinquecento con gli umanisti.
LE GUERRE VANDALICHE
- Nel libro I si narra anche la rivolta di Nika e la caduta in disgrazia di Giovanni di Cappadocia, prefetto del pretorio d'Oriente dell'imperatore Giustiniano I ad opera dell'imperatrice Teodora nonostante non riguardino le guerre romano-sasanidi.
GIUSTINIANO I |
Nel 534, in seguito alla conquista dell'Africa, Procopio non seguì Belisario a Costantinopoli ma restò in Africa al servizio del magister militum e prefetto del pretorio Salomone, un eunuco nativo di Dara, che aveva combattuto nella Guerra vandalica (533-534) come domesticus del generale Belisario. La guerra venne vinta dai Romani, che riconquistarono l'Africa settentrionale, la Sardegna, la Corsica e le isole Baleari.
Tuttavia poi scoppiò una grande rivolta dell'esercito africano, Salomone e Procopio fuggirono in Sicilia e chiesero aiuto a Belisario, che aveva sconfitto momentaneamente i ribelli, dovette comunque ritornare in Sicilia. Procopio lo seguì di nuovo come segretario, partecipando alle campagne condotte contro i Goti (535-540). Tornato a Costantinopoli con Belisario nel 540, vide l'epidemia di peste che flagellò la capitale nel 542, detta "peste di Giustiniano".
Procopio narrò che l'epidemia al suo culmine uccideva 10.000 persone al giorno nella sola Costantinopoli, una stima forse gonfiata dallo stato generale di allarme mentre nel Mediterraneo orientale la riduzione di popolazione dovette essere attorno al 25%. Non si trovavano luoghi dove seppellire i morti e i cadaveri dovevano spesso essere lasciati all'aperto. Giustiniano promulgò nuove leggi per snellire le procedure legate alle pratiche ereditarie, per le innumerevoli morti.
LE OPERE
Le sue opere, scritte in greco, narrano le vicende dell'imperatore bizantino Giustiniano I, le sue guerre contro i Vandali, i Persiani e gli Ostrogoti d'Italia, e la vita politica alla corte di Costantinopoli, oltre alla magnificenza delle opere edilizie volute dall'imperatore.
Storico militare e politico, la sua vena storiografica è decisamente pagana, utilizzando i modelli greci e latini (Erodoto, Tucidide, Livio, Tacito) senza le enfatizzazioni e la faziosità di molti autori cristiani. La storiografia cristiana-europea riscoprirà solo nel Quattro e Cinquecento con gli umanisti.
VITTORIA DELLE GUERRE VANDALICHE |
LE GUERRE VANDALICHE
Nel 551 scrisse una Storia delle guerre in sette libri che narra delle guerre di cui è stato per molti fatti testimone diretto; un ottavo libro dell'opera, un aggiornamento, uscì nel 553. Quest'opera è composta da otto libri, sette scritti nel 551 e un ottavo nel 553.
- Nel libro I si narra anche la rivolta di Nika e la caduta in disgrazia di Giovanni di Cappadocia, prefetto del pretorio d'Oriente dell'imperatore Giustiniano I ad opera dell'imperatrice Teodora nonostante non riguardino le guerre romano-sasanidi.
- I primi due libri (La Guerra Persiana) narrano approfonditamente le guerre contro la Persia Sasanide dal 502 al 551, sebbene i primi capitoli descrivano in modo molto sintetico anche le guerre precedenti a partire dal 395.
- I Libri III e IV narrano invece le guerre vandaliche, combattute in Africa contro i Vandali e i Mauri. I primi capitoli del Libro III narrano le guerre precedenti al regno di Giustiniano, quindi la conquista vandalica dell'Africa ad opera di Genserico, re dei Vandali e degli Alani (428 - 477), e i tentativi dei due imperi d'Occidente e d'Oriente di riconquistare l'Africa. Quindi narra la conquista bizantina dell'Africa ad opera di Belisario e le guerre dei Bizantini contro i Mauri, le popolazioni del deserto, in otto libri, sette scritti nel 551 e uno nel 553.
- I Libri V, VI e VII riguardano invece la guerra gotica, cioè la guerra di Giustiniano contro gli Ostrogoti che occupavano l'Italia e la Dalmazia. I primi capitoli parlano brevemente dello stato dell'Italia prima della guerra gotica. Descrive anche l'assedio di Roma ad opera dei Goti nel 537-538, di cui è testimone oculare, e nel libro VII narra la guerra gotica dal 540 al 551.
- Il libro VIII descrive la guerra lazica contro i Persiani dal 551 al 553 fino alla vittoriosa campagna di Narsete contro i Goti, grazie alla quale l'Italia venne annessa all'Impero. I capitoli conclusivi parlano invece della vittoriosa campagna di Narsete contro i Goti, grazie alla quale l'Italia venne annessa all'Impero.
Mentre gli eventi fino al 540 non contengono molte critiche al governo di Giustiniano quelli successivi contengono idee diverse, forse per le sconfitte subite contro Cosroe e Totila. L'opera, che ebbe un certo successo, contiene aneddoti, presagi e digressioni sui luoghi in cui si combattevano le guerre e venne continuata da Agazia Scolastico (che narrò gli anni dal 552 al 559) e da Menandro Protettore (dal 559 al 582).
STORIA SEGRETA
In greco Anékdota, un libello astioso contro Giustiniano e Teodora scoperto secoli dopo la morte dell'autore. Voltaire considerava l'opera una satira dettata dall'odio che Procopio provava per l'Imperatore, pur conservando una certa attendibilità negli avvenimenti.
In greco Anékdota, un libello astioso contro Giustiniano e Teodora scoperto secoli dopo la morte dell'autore. Voltaire considerava l'opera una satira dettata dall'odio che Procopio provava per l'Imperatore, pur conservando una certa attendibilità negli avvenimenti.
È un libello contro Giustiniano, Teodora, Belisario e Antonina. Nella prefazione l'autore sostiene di aver dovuto tacere fino ad allora per paura di essere assassinato da sicari di Giustiniano e Teodora; ma ora voleva far sapere alle generazioni future le crudeltà dei due. L'opera vide la luce solo alcuni secoli dopo la sua redazione che dovrebbe risalire al 550, dato che parla del 32º anno di regno di Giustiniano (che tuttavia cade nel 559).
SUGLI EDIFICI
Su richiesta dell'Imperatore scrisse anche Sugli Edifici, uno scritto encomiastico relativo alle opere edilizie sorte per iniziativa di Giustiniano.
BIBLIO
- Averil Cameron - Procopius and the Sixth Century - Berkeley - 1985 -
- Geoffrey B. Greatrex - Recent work on Procopius and the composition of Wars VIII - Byzantine and Modern Greek Studies - 2003 -
- Anthony Kaldellis - Procopius of Caesarea. Tyranny, History, and Philosophy at the End of Antiquity - Philadelphia - University of Pennsylvania Press - 2004 -
- Hans-Georg Beck - Lo storico e la sua vittima. Teodora e Procopio - trad. Nicola Antonacci - Collana Quadrante - Roma-Bari - Laterza - 1988 -
SUGLI EDIFICI
Su richiesta dell'Imperatore scrisse anche Sugli Edifici, uno scritto encomiastico relativo alle opere edilizie sorte per iniziativa di Giustiniano.
De aedificis è infatti un'opera in stile celebrativa del 554 o del 560, in sei libri, che descrive ed elogia gli edifici fatti costruire o restaurare da Giustiniano durante il suo regno (527-565).
- Il libro I descrive gli edifici voluti da Giustiniano e Teodora nella capitale, come la Chiesa di S. Sofia, le altre chiese, il palazzo, le cisterne, il convento dove vennero recluse le prostitute costrette da Giustiniano e Teodora a far penitenza per i loro peccati.
- Il libro II descrive le fortificazioni volute da Giustiniano in Oriente, come la fortezza di Dara.
- Il libro III descrive le fortificazioni volute in Armenia.
- Il libro IV descrive le fortificazioni volute in Europa.
- Il libro V descrive le fortificazioni in Cilicia e in Palestina.
- Il libro VI descrive le fortificazioni in Africa.
Il fatto che l'Italia non sia citata fa supporre che l'opera non sia completa, forse per morte dell'autore.
Sembra poi che Procopio abbia nuovamente cambiato idea su Giustiniano, vedendolo ora giusto e caritatevole, il che fa pensare che l'opera sia stata effettivamente commissionata dallo stesso imperatore.
- Il libro I descrive gli edifici voluti da Giustiniano e Teodora nella capitale, come la Chiesa di S. Sofia, le altre chiese, il palazzo, le cisterne, il convento dove vennero recluse le prostitute costrette da Giustiniano e Teodora a far penitenza per i loro peccati.
- Il libro II descrive le fortificazioni volute da Giustiniano in Oriente, come la fortezza di Dara.
- Il libro III descrive le fortificazioni volute in Armenia.
- Il libro IV descrive le fortificazioni volute in Europa.
- Il libro V descrive le fortificazioni in Cilicia e in Palestina.
- Il libro VI descrive le fortificazioni in Africa.
Il fatto che l'Italia non sia citata fa supporre che l'opera non sia completa, forse per morte dell'autore.
Sembra poi che Procopio abbia nuovamente cambiato idea su Giustiniano, vedendolo ora giusto e caritatevole, il che fa pensare che l'opera sia stata effettivamente commissionata dallo stesso imperatore.
Nel 556 Stefano fu ucciso dai Samaritani e sua moglie chiese all'Imperatore giustizia, che ottenne. Secondo Haury, Procopio, riconoscente con l'Imperatore per aver vendicato l'assassinio del padre, avrebbe parlato bene di lui negli Edifici. Ma Haury fa due congetture non verificabili: che Procopio sia il figlio di Stefano, e che sia lo stesso Procopio che sposò la ragazza di Ascalon. Inoltre se Procopio fosse stato figlio di Stefano le fonti primarie molto probabilmente non lo avrebbero omesso.
BIBLIO
- Averil Cameron - Procopius and the Sixth Century - Berkeley - 1985 -
- Geoffrey B. Greatrex - Recent work on Procopius and the composition of Wars VIII - Byzantine and Modern Greek Studies - 2003 -
- Anthony Kaldellis - Procopius of Caesarea. Tyranny, History, and Philosophy at the End of Antiquity - Philadelphia - University of Pennsylvania Press - 2004 -
- Hans-Georg Beck - Lo storico e la sua vittima. Teodora e Procopio - trad. Nicola Antonacci - Collana Quadrante - Roma-Bari - Laterza - 1988 -
- Storia Segreta - cura di Vito Panunzio - trad. G. Compagnoni - Colombo Editore - Roma - 1945 -
- La Guerra Gotica - trad. Filippo Maria Pontani - Collana paperbacks storici - Newton Compton Italiana - Roma - 1974 -
- Anthony Kaldellis - Procopius of Caesarea. Tyranny, History, and Philosophy at the End of Antiquity, Philadelphia, University of Pennsylvania Press, 2004 -
- Procopio - Castellammare di Stabia - Bibliotheca Stabiana - 2017 -
- Procopio - Castellammare di Stabia - Bibliotheca Stabiana - 2017 -
- Le Guerre. Persiana Vandalica Gotica - cura e trad. M. Craveri - Intr. F. M. Pontani - Collana i Millenni - Einaudi Torino - 1977 -
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