RICOSTRUZIONE GRAFICA |
La Casa Romuli ("capanna di Romolo"), detta anche "tugurium Romuli", era ritenuta la dimora del fondatore e primo re di Roma, Romolo ( 771-717 a.c.), situata all'angolo sud-occidentale del colle Palatino, dove scende verso il Circo massimo, vicino alle "Scale di Cacus", sulle cui cime terminava la Roma quadrata.
Si trattava della capanna tradizionale da contadini latini, con un'unica stanza, il tetto di paglia e pareti di frasche e fango, fedelmente riprodotte in miniatura nelle urne funerarie della cosiddetta cultura laziale, nel territorio del Latium vetus, cioè l'attuale Lazio centro-meridionale, tra la tarda età del bronzo e l'età del ferro (X - VI secolo a.c. circa). Lo sviluppo della cultura laziale coincide con la storia più arcaica del popolo latino.
GLI INCENDI
Nel corso dei secoli, la casa è stata ripetutamente danneggiata da incendi e tempeste, ma sempre restaurata con religiosa accuratezza. La distruzione da fuoco viene riportata nel 38 a.c., durante una cerimonia svoltasi all'interno della casa da parte dei pontefici, forse una cerimonia sull'altare del fuoco probabilmente sfuggito al controllo.
Un altro incendio viene riportato al 12 a.c, per la morte di Marco Vipsanio Agrippa, genero e braccio destro del primo imperatore romano, Augusto (regnante dal 27 a.c. al 14 d.c.), quando l'incendio venne propagato da alcuni corvi che fecero cadere pezzi di carne infuocata, ancora una volta strappati da un altare, sul tetto di paglia. Una versione poco credibile perchè mai dei corvi sfiderebbero il fuoco sia pure per cibarsi.
I VARI TUGURII FAUSTOLI
Le fondamenta della dimora sono state scavate nella roccia tufacea, con un perimetro di 4,9m x 3,6m a forma ovale. Sei incavi sul terreno disposti in un cerchio, di cui uno in centro, erano presumibilmente per alloggiare, rispettivamente, i montanti di sostegno per le pareti e per il tetto. Materiale organico trovato nel sito è stato datato alla prima età del Ferro italiana (ca. 900-700 ac).
In effetti a tutt'oggi gli archeologi non sono stati in grado di identificare definitivamente la casa Romuli da eventuali resti ancora esistenti, anche se alcune personalità autorevoli come il Prof. Carandini ne ha dichiarato il riconoscimento durante gli scavi nel 1946.
Gli storici antichi avevano ragione, quelle antiche leggende sulla nascita di Roma sul Palatino che convergevano nell'indicare come dies natalis della Città Eterna il 21 aprile del 753 a.c. non erano solo leggende. Se oggi l'archeologia va a braccetto con la tradizione mitica che è impressa nella memoria fin dal nostro primo sussidiario lo dobbiamo alla pazienza e alla perizia del professor Andrea Carandini, docente e archeologo della Sapienza di Roma.
Narra la leggenda che Romolo tracciasse sul colle Palatino un solco quadrato e costruisse intorno al perimetro una piccola fortificazione. Sul lato nord-ovest del Palatino si dice sorgesse il mitico Tugurium Romoli, la dimora del primo re Romolo tanto nominata dagli storici antichi, da Cristo da Diocle di Pepareto a Fabio Pittore, sino a Tito Livio, quanto a noi sconosciuta. Fino a ieri. Il professor Carandini l'ha trovata finalmente la casa di Romolo, nel corso di una campagna di scavi al Foro Romano che passerà alla storia dell'archeologia.
Ebbene sì; è la Reggia dei Re di Roma, una casa sontuosa e monumentale di 345 metri quadri, 105 coperti e 240 di cortile. La notizia della scoperta l'ha data in questi giorni proprio lui, il professore che da 20 anni, con i suoi studenti dell'Università La Sapienza conduce ricerche sul Palatino per ricostruire le origini di Roma. La Reggia si trovava accanto al santuario di Vesta, fuori dalle Mura Palatine.
(Secolo d'Italia)
In effetti a tutt'oggi gli archeologi non sono stati in grado di identificare definitivamente la casa Romuli da eventuali resti ancora esistenti, anche se alcune personalità autorevoli come il Prof. Carandini ne ha dichiarato il riconoscimento durante gli scavi nel 1946.
ROMA. LA REGGIA DI ROMOLO ESISTE DAVVERO
Secolo d'Italia, Roma, 15/2/2005
Secolo d'Italia, Roma, 15/2/2005
Gli storici antichi avevano ragione, quelle antiche leggende sulla nascita di Roma sul Palatino che convergevano nell'indicare come dies natalis della Città Eterna il 21 aprile del 753 a.c. non erano solo leggende. Se oggi l'archeologia va a braccetto con la tradizione mitica che è impressa nella memoria fin dal nostro primo sussidiario lo dobbiamo alla pazienza e alla perizia del professor Andrea Carandini, docente e archeologo della Sapienza di Roma.
Narra la leggenda che Romolo tracciasse sul colle Palatino un solco quadrato e costruisse intorno al perimetro una piccola fortificazione. Sul lato nord-ovest del Palatino si dice sorgesse il mitico Tugurium Romoli, la dimora del primo re Romolo tanto nominata dagli storici antichi, da Cristo da Diocle di Pepareto a Fabio Pittore, sino a Tito Livio, quanto a noi sconosciuta. Fino a ieri. Il professor Carandini l'ha trovata finalmente la casa di Romolo, nel corso di una campagna di scavi al Foro Romano che passerà alla storia dell'archeologia.
Ebbene sì; è la Reggia dei Re di Roma, una casa sontuosa e monumentale di 345 metri quadri, 105 coperti e 240 di cortile. La notizia della scoperta l'ha data in questi giorni proprio lui, il professore che da 20 anni, con i suoi studenti dell'Università La Sapienza conduce ricerche sul Palatino per ricostruire le origini di Roma. La Reggia si trovava accanto al santuario di Vesta, fuori dalle Mura Palatine.
Grosse buche di pali, fosse di fondazione, piccoli elevati di mura in argilla: sono gli elementi che Andrea Carandini, da 20 anni con i suoi studenti dell'Università La Sapienza alle prese con le ricerche sul Palatino, ha trovato proprio dentro il Santuario di Vesta, tra le mura dell'età di Romolo, che aveva scoperto già nel 1987 nel Foro romano. «Sono i resti - ha detto Carandini - di un grande palazzo della metà dell'VIII secolo a.c., che potrebbe essere la casa dei primi re di Roma: un grande edificio, realizzato però ancora con tecnica capannicola, con i tetti in materiale vegetale, ma con una grande corte e un salone per i banchetti».
TUGURIUM ROMULI |
L'ERRORE, LA CASA E LA REGGIA
L'errore sta nel fatto che spesso si identifichi la "Casa Romuli" o "Tugurium Romuli" con la "Regia Romuli" detta anche semplicemente "Regia". Teniamo a precisarlo, l'errore non è di Carandini ma dei giornalisti che a volte fanno confusione. La Regia Romuli, o Regia, sembra che in realtà non sia appartenuta a Romolo ma sia stata usata da Numa Pompilio (754 a.c. – 673 a.c.), il secondo re di Roma, in poi, e si erigeva nel Foro Romano, una casa sontuosa e monumentale di 345 metri quadri, 105 coperti e 240 di cortile.
La "Casa Romuli" o "Tugurium Romuli" non era affatto una reggia, ma un'umile e piccola capanna di 4,9 m x 3,6 m a forma ovale, che non raggiunge i 20 mq, e che è locata sul Palatino, le cui fondazioni, scavate nella roccia, sono datate all'Età del Ferro, esattamente nel periodo che va dal 900 a.c. al 700 a.c., e il Colle Palatino è la locazione tradizionale della casa di Romolo.
D'altronde la tradizione data la fondazione di Roma al 753 a.c., ma la sua area venne abitata secoli prima. Comunque, alcune parti della cinta muraria vennero costruite molto prima, rivelando che una città sorse in quell'area già nel 730 a.c..
Le capanne furono danneggiate e riparate più volte, soprattutto nel 38 dopo che un incendio scoppiò durante una cerimonia in cui si celebrava la distruzione della maggior parte delle abitazioni di Romolo. Un altro incendio fu segnalato nel 12 a.c., ma la Casa Romolo probabilmente sopravvisse fino al IV secolo. Le fondamenta delle capanne oggi visibili sono scavate nella roccia tufacea del Colle Palatino e furono scoperte durante gli scavi del 1946.
BIBLIO
- Frank E. Brown - The Regia, in Memoirs of the American Academy in Rome - vol. 12 - 1935 -
- Flaminio Vacca - Memorie di varie antichità trovate in diversi luoghi della città di Roma - 1594 -
- Tacito - Annali - XV -
- Filippo Coarelli - Il Foro Romano. Periodo Arcaico - Roma - 1983 -
- Filippo Coarelli - Il foro boario: dalle origini alla fine della repubblica - Roma 1988 - ed Quasar -- Giacomo Boni - Foro Romano: nuovi frammenti marmorei degli Acta triumphorum e dei Fasti consulares - Roma - Notizie degli Scavi - 1904 -
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