COSTANTINO VI

LA REGGENZA


Nome: Costantino VI, Kōnstantinos VI 
Nascita: Costantinopoli, 14 gennaio 771 
Morte: Costantinopoli, 19 agosto 797 
Padre: Leone IV 
Madre: Irene l'Ateniana 
Dinastia: Isaurica Coimperatore di Leone IV dal 776 
Mogli: Maria di Amnia e Teodota 
Figli: Efrosina ed Irene da Maria di Amnia, e Leone da Teodota Fratellastro di sant'Antusa di Costantinopoli
Regno: 780 - 796 


LA REGGENZA (780-790)

Costantino VI succedette alla morte di Leone IV nel 780, a soli nove anni con la reggenza della madre Irene, che cercò l'aiuto della sorellastra del marito, Antusa, nella gestione dell'impero, ma questa rifiutò per dedicarsi alla vita religiosa. Irene fece subito edificare un nuovo palazzo, presso uno dei porti di Costantinopoli: il ricchissimo Palazzo dell'Eleuterio.

Ma i cinque fratelli dell'Imperatore Leone IV: Niceforo, Cristoforo, Niceta, Antimo ed Eudocimo, appoggiati da Gregorio, logoteta del Dromos e da Elpidio, Strategos di Sikelia, dopo soli due mesi dall'ascesa di Costantino VI, si rivoltarono volendo porre Niceforo al trono. 

La rivolta, appoggiata dagli iconoclasti, venne sbaragliata e Irene costrinse i cinque cognati a farsi preti mentre a Gregorio e i suoi complici vennero cavati gli occhi. Irene fece poi arrestare e torturare la famiglia di Elpidio contro cui inviò una flotta che riuscì a riconquistare la Sicilia; Elpidio fuggì in Africa, dove gli Arabi lo trattarono come un re.

Nel 782 l'Impero Bizantino venne attaccato dagli arabi-musulmani del califfo Hārūn al-Rashīd che marciò con poco meno di 100.000 uomini, fino al Bosforo, occupando la riva opposta a Costantinopoli. Irene allora inviò contro gli Arabi l'esercito al logoteta postale Stauracio che però venne tradito e fatto prigioniero, riscattato poi da Irene, che pagò gli arabi pure per ottenere la tregua e la liberazione dei prigionieri bizantini in mano musulmana.

Poi Irene inviò il suo esercito al comando di Stauracio contro gli Slavi, creando un nuovo thema di Macedonia nei territori conquistati. Per questo trionfo l'Imperatrice fece erigere la Basilica di Santa Sofia a Salonicco. 

CARLO MAGNO

Quindi la madre di Costantino VI fece preparare un concilio che abolisse l'iconoclastia che si tenne il 31 luglio 786, a Costantinopoli, interrotto dalle truppe iconoclaste che Irene inviò allora in Asia Minore a combattere gli arabi e trasferì nella capitale quelle iconodule. Nel 785, Irene non versò più il tributo al Califfato abbaside e gli Arabi devastarono il Thema degli Armeniaci, che per ritorsione devastarono la fortezza di Hadath in Cilicia.

Nel 787 si ripetè il settimo Concilio Ecumenico a Nicea, che condannò l'iconoclastia e scomunicò gli iconoclasti, ripristinando il culto delle immagini sacre, ma non avendo invitato una delegazione franca Carlo Magno chiese la scomunica per Irene.

Successivamente Irene firmò un'alleanza con Carlo Magno progettando il matrimonio tra la figlia Rotrude e suo figlio, accordo che poi interruppe temendo che Carlo Magno avrebbe spinto Costantino VI a liberarsi dalla sua tutela, anzi costrinse Costantino a sposare la figlia di un piccolo nobile bizantino.
Nel 788 le truppe bizantine di Irene vennero sconfitte dal Califfato abbaside di Harun al-Rashid a Kopidnadon per cui Irene fu costretta a versare nuovamente i tributi al Califfato.

BASILEUS COSTANTINO E BASILISSA IRENE


COSTANTINO VI E IRENE CO-IMPERATORI (790-797)

Nonostante Costantino VI avesse raggiunto la maggiore età, Irene continuava a governare al suo posto ed anzi si nominò Autocrate dei Romani, come dire "la legittima imperatrice". Lo Stratega degli Armeni nel 790, assediò Costantinopoli chiedendo la legittimazione di Costantino e, incolpando Stauracio, ordì una congiura contro di lui, ma Irene scoprì la congiura e fece arrestare il figlio, facendolo anche frustare. 

Irene tentò quindi di convincere l'esercito a legittimarle il potere assoluto sullo Stato pur restando Costantino VI coimperatore, e costringendolo a giurare «Finché tu vivrai, noi non riconosceremo tuo figlio come imperatore».

Ma le truppe anatoliche, favorevoli all'iconoclastia e pertanto a Costantino VI, lo nominarono unico imperatore nell'ottobre del 790, costringendo l'imperatrice a ritirarsi nel Palazzo di Eleuterio. Un anno dopo tuttavia Irene riuscì di nuovo a ottenere il titolo di imperatrice, regnando insieme al figlio.

A questo punto fece del tutto per rendere il figlio impopolare, gli fece sospettare l'infedeltà del generale Alessio Mosele, facendo si che lo accecasse, perdendo così il favore delle truppe anatoliche, che insorsero. Costantino VI sedò nel 793 la rivolta con molta violenza, accentuando l'odio delle truppe anatoliche. Poi gli fece ripudiare la moglie, facendolo sposare nel 795 con la sua ex amante Teodota, per cui gli ortodossi lo accusarono di adulterio.



IL COLPO DI STATO

Durante il soggiorno a Prusa, Costantino VI tornò a Costantinopoli nell'ottobre del 796 a vedere il suo nuovo nato e Irene ne approfittò per attuare un colpo di Stato, cercando di farlo assassinare il 17 luglio 797. Costantino riuscì a fuggìre in Asia Minore, dove avrebbe potuto contare dell'appoggio delle truppe anatoliche.

Allora Irene minacciò i cortigiani compromessi con lei di rivelare a Costantino VI il loro tradimento se non l'avessero aiutata. Questi acconsentirono: Costantino VI venne riportato a Costantinopoli, detronizzato e accecato nella stessa stanza dov'era stato battezzato (15 agosto 797), morendo poco dopo per le ferite. Irene, la madre belva per giunta santificata, continuò a governare come unica imperatrice.

Essendo Costantino VI estremamente impopolare, pochissimi piansero la sua morte e i più videro il colpo di Stato attuato da Irene come un atto di liberazione da un tiranno. Solo Teofane nella sua Cronaca, pur lodando nel suo complesso la figura di Irene, sembrò aver realizzato la gravità del suo crimine.

«Il sole si oscurò per 17 giorni senza irradiare, tanto che i vascelli erravano sul mare; e tutti dicevano che era per via dell'accecamento dell'Imperatore che il sole rifiutava la sua luce. E così salì al trono Irene l'Ateniana, madre dell'Imperatore

(Teofane, Cronaca.)


BIBLIO

- Nicola Bergamo - Irene, Imperatore di Bisanzio - Milano - Jouvence - 2015 -
- Patrizio Corda - Irene d'Atene. L'Imperatrice Mantide - 2020 -
- Anna Maria Fontebasso - Lettere di Pharan: l'ascesa al potere di Irene di Bisanzio - Firenze - 1988 -
- Mirko Rizzotto - Irene Imperatrice romana d'Oriente - 2008 - Pagine Svelate - Gerenzano (Varese) -
- Antonio Calisi - I Difensori dell'icona: La partecipazione dei Vescovi dell'italia Meridionale al Concilio di Nicea II 787 - 2017 -- Becher Matthias - Carlo Magno - Il Mulino - Bologna - 2000 -
- Charles Diehl - Figure bizantine - introduzione di Silvia Ronchey - Einaudi - 2007 -

Nessun commento:

Posta un commento