PAPINIANUS |
Nome: Aemilius Paulus Papinianus
Gens: Aemilia, una delle più gloriose gens patrizie
Nascita: Siria, 142
Morte: Roma, 211/213
Professione: fu un giureconsulto romano.
«Iuris praecepta sunt haec: honeste vivere, alterum non laedere, suum cuique tribuere.»
«Le regole del diritto sono queste: vivere onestamente, non danneggiare nessuno, dare a ciascuno il suo.»
(Eneo Domizio Ulpiano Libro secondo delle Regole dal Digesto1.1.10 principio)
La frase soprastante, del giurista Domizio Ulpiano, ben si adatta anche alle vedute del giurista Paolo Emilio Papiano, membro illustre dell'antica gens Aemilia e pertanto patrizio, fu un serio e appassionato studioso del diritto romano, tanto è vero che a Roma dette molte e sagge leggi, e fu maestro dei più rinomati uomini del suo tempo.
Nel corso del tempo, parallelamente al diritto civile, che andava continuamente integrandosi e correggendosi, emerse un nuovo corpo di leggi pretorie, così definite da Emilio Papiniano:
«Ius praetorium est quod praetores introduxerunt adiuvandi vel supplendi vel corrigendi iuris civilis gratia propter utilitatem publicam»
«Il diritto pretorio è una legge introdotta da pretori per integrare o correggere il diritto civile per il bene pubblico.»
Paolo Emilio era uomo amato e stimato ovunque, perchè non anteponeva mai i suoi interessi a quelli del popolo, anche a pena della propria incolumità e sicurezza. Ora avendo Caracalla ucciso suo fratello minore Geta, sotto gli occhi di sua madre, per regnare da solo, molta gente nel popolo e pure nel senato gli si ribellò, così Caracalla pensò di indurre Paolo a perorare la sua causa in Senato onde scagionarlo.
Pertanto Caracalla ordinò a Papiniano di comporre un discorso onde scusare il fratricidio presso il Senato romano, facendolo apparire come necessario e inevitabile ma Papiniano, come sempre nella sua vita, rimase fedele a se stesso rifiutò rispondendo che era cosa assai più facile commettere un fratricidio che scusarlo, e che costituiva un secondo fratricidio l'accusare un innocente ucciso.
LE OPERE
Compilò nella sua vita di studioso una vasta produzione di libri:
- trentasette libri di Quaestiones,
- diciannove libri di Responsa,
BIBLIO
- Cairns, John - Beyond Dogmatics: Law and Society in the Roman World - Edinburgh University Press - 2007 -
- Petoletti M. - Nuove testimonianze sulla fortuna di epigrafi classiche latine all'inizio dell'umanesimo (con una nota sul giurista Papiniano e CIL, VI/5, n. II*) - Padova - 2003 -
- Pangerl, Andreas - Porträttypen des Caracalla und des Geta auf Römischen - 2013 -
- Dario Annunziata -Temi e problemi della giurisprudenza severiana - Annotazioni su Tertulliano e Menandro - Editoriale Scientifica - Napoli - 2019 -
- Scott, Andrew G. - Cassius Dio, Caracalla and the Senate. De Gruyters. - 2015 -
Discepolo virtuale, secondo la tradizione, di Publio Muzio Scevola, politico e giurista romano durante l'epoca repubblicana, a cui molto si ispirò nei suoi studi, ben presto si fece un'ottima fama, per la sua cultura e la straordinaria capacità di inquadrare immediatamente situazioni e problemi.
La gente che contava finì per rivolgersi a lui per le questioni più svariate e Papiano, da quell'uomo moderato che era, mai inorgoglito o superbo, cercava di accontentarli. Di fede pagana, non abbracciò mai la nuova religione del cristianesimo pur rispettandola come rispettava qualsiasi credo altrui differente dal proprio.
Fu compagno di scuola dell'imperatore Settimio Severo (146 - 211), che avendolo conosciuto da vicino ne apprezzò il valore e lo volle alla sua corte come consigliere fidato, a cui concesse alte cariche dello stato.
Paolo Emilio in tale veste poté influenzare la politica di Settimio Severo nel campo del diritto; ricoprì peraltro importanti magistrature, fra cui la prefettura del pretorio (amministratore militare e civile dell'esercito romano), prima dignità dopo quella del principe e magister libellorum (ovvero capo degli scrinia a libellis (scrinia: settore della burocrazia imperiale, cioè gli uffici della cancelleria imperiale, fonte principale delle costituzioni imperiali), ambedue le mansioni ottemperate sia sotto Marco Aurelio (121-180) che sotto Settimio Severo (146-211).
«Ius praetorium est quod praetores introduxerunt adiuvandi vel supplendi vel corrigendi iuris civilis gratia propter utilitatem publicam»
«Il diritto pretorio è una legge introdotta da pretori per integrare o correggere il diritto civile per il bene pubblico.»
Tanta era la stima che l'imperatore riponeva in lui, che in punto di morte Settimio gli raccomandò i suoi figli Caracalla e Geta. Naturalmente Emilio Papiniano obbedì anche se non volentieri, avendo già compreso il carattere dispotico e ingiusto di Caracalla.
Paolo Emilio era uomo amato e stimato ovunque, perchè non anteponeva mai i suoi interessi a quelli del popolo, anche a pena della propria incolumità e sicurezza. Ora avendo Caracalla ucciso suo fratello minore Geta, sotto gli occhi di sua madre, per regnare da solo, molta gente nel popolo e pure nel senato gli si ribellò, così Caracalla pensò di indurre Paolo a perorare la sua causa in Senato onde scagionarlo.
PAOLO EMILIO PAPINIANO |
LA MORTE
Pertanto Caracalla ordinò a Papiniano di comporre un discorso onde scusare il fratricidio presso il Senato romano, facendolo apparire come necessario e inevitabile ma Papiniano, come sempre nella sua vita, rimase fedele a se stesso rifiutò rispondendo che era cosa assai più facile commettere un fratricidio che scusarlo, e che costituiva un secondo fratricidio l'accusare un innocente ucciso.
Papiano sapeva benissimo a cosa andava incontro con quella risposta, ma preferiva morire piuttosto che piegare la sua anima a tale misfatto. Infatti Caracalla sdegnato lo fece decapitare nell'anno 213, tra il dolore a la rabbia di tutti quelli che lo avevano conosciuto e amato. Papiano accolse la sua morte con la stessa serenità e dignità che aveva dimostrato sempre nella sua vita.
San Girolamo apprezzò molto l'onestà del giureconsulto, sicuramente anche perchè aveva saputo frapporsi all'odiato imperatore, per cui dette a Papiniano la stessa autorità nel diritto civile che dava a san Paolo nel tema del sacro. Tuttavia il santo non aveva competenze sul piano giuridico, anche se molti più competenti confermarono il valore di Papiano.
LE OPERE
Compilò nella sua vita di studioso una vasta produzione di libri:
- trentasette libri di Quaestiones,
- diciannove libri di Responsa,
- due libri di Definitiones,
condizionando profondamente la giurisprudenza e le legislazioni successive, anche quelle che si dettero i Germani dopo la caduta dell'autorità romana in occidente.
Venne inoltre citato nei libri dei "Digesta" redatti dai funzionari di Giustiniano nel famoso "Corpus", una compilazione in 50 libri di frammenti di opere di giuristi romani realizzata su incarico dell'imperatore Giustiniano I.
L'Imperatore Teodosio II nel suo Codex del 438 accoglie nel I libro, titolo IV (De responsis prudentium) la cosiddetta "legge delle citazioni" (che costituiva la seconda parte dell'oratio in senatu habita da Valentiniano III nel 426) attribuendo efficacia legale agli scritti di Papiniano, Paolo, Ulpiano, Modestino e Gaio, prevedendo che se la maggioranza degli autori fosse stata in disaccordo avrebbe prevalso il punto di vista di Papiniano, che non per nulla sarà ricordato da Giustiniano come "sublime, di tutti il più eccellente".
condizionando profondamente la giurisprudenza e le legislazioni successive, anche quelle che si dettero i Germani dopo la caduta dell'autorità romana in occidente.
Venne inoltre citato nei libri dei "Digesta" redatti dai funzionari di Giustiniano nel famoso "Corpus", una compilazione in 50 libri di frammenti di opere di giuristi romani realizzata su incarico dell'imperatore Giustiniano I.
L'Imperatore Teodosio II nel suo Codex del 438 accoglie nel I libro, titolo IV (De responsis prudentium) la cosiddetta "legge delle citazioni" (che costituiva la seconda parte dell'oratio in senatu habita da Valentiniano III nel 426) attribuendo efficacia legale agli scritti di Papiniano, Paolo, Ulpiano, Modestino e Gaio, prevedendo che se la maggioranza degli autori fosse stata in disaccordo avrebbe prevalso il punto di vista di Papiniano, che non per nulla sarà ricordato da Giustiniano come "sublime, di tutti il più eccellente".
BIBLIO
- Petoletti M. - Nuove testimonianze sulla fortuna di epigrafi classiche latine all'inizio dell'umanesimo (con una nota sul giurista Papiniano e CIL, VI/5, n. II*) - Padova - 2003 -
- Pangerl, Andreas - Porträttypen des Caracalla und des Geta auf Römischen - 2013 -
- Dario Annunziata -Temi e problemi della giurisprudenza severiana - Annotazioni su Tertulliano e Menandro - Editoriale Scientifica - Napoli - 2019 -
- Scott, Andrew G. - Cassius Dio, Caracalla and the Senate. De Gruyters. - 2015 -
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