TEMPIO DI APOLLO SOSIANO |
APOLLO
"Apollo” scrive Luciano “pretende di saper tutto, tirar d’arco, suonare la cetra, fare il medico e l’indovino e, messe su delle botteghe di mantica, una a Delfi, oltre a Claro, a Colofone e a Didima, imbroglia chi gli chiede un oracolo, dando responsi oscuri e ambigui rispetto all’alternativa posta dalla domanda, per poter sbagliare senza pericolo. E si arricchisce con questo sistema, perché son molti gli sciocchi che si lasciano ingannare.”
In effetti Apollo è il Dio che con le sue frecce scatena la pestilenza e pertanto è pure in gradi di toglierla. Quella che usa le frecce per cacciare era Febe, Dea da lui (ovvero dai suoi seguaci) detronizzata usurpandone il nome Febo.
Ma è pure Dio suonatore di Cetra, strumento che ha fregato a Tersicore relegando lei e le sorelle Muse a suo perenne corteo. Le nove Muse erano nel culto delle Dee primordiali, passate poi sotto al potere di Giove ma in posizione molto elevata, poi vennero ancora declassate epassate sotto il servizio di Apollo.
IL TEMPIO DI APOLLO |
In quanto all'arte medica, l'ha usurpata a suo figlio Esculapio, figlio di Arsinoe, che
a Sparta aveva un tempio per cui era una Dea (della Medicina forse?) e in territorio italico a Minerva medica o a Igea, Dea anch'essa della medicina.
a Sparta aveva un tempio per cui era una Dea (della Medicina forse?) e in territorio italico a Minerva medica o a Igea, Dea anch'essa della medicina.
Per non parlare dell'oracolo che ha fregato alla Madre Terra, ce ne informa Plutarco Nei suoi "Dialoghi Delfici", dopo averne abbattuto il tempio e obbligato le sacerdotesse a vaticinare per lui dentro il suo tempio.
In realtà Apollo fu un Dio del Sole che ampliò man mano il suo potere, divenendo il protettore della città e del tempio di Delfi. Gli studiosi concordano che il culto del Dio si sia sovrapposto al culto della Grande Madre e che a lei fosse dedicato antecedentemente il santuario di Pito, come racconta Eschilo nelle Eumenidi, per cui Apollo aveva ricevuto il santuario in dono da Gea, Febe e Temi e quindi avrebbe ucciso il serpente Pitone, appunto il serpente sacro alla Madre Terra..
IL TEMPIO DI APOLLO SOSIANO
Il tempio di Apollo Sosiano sorge su un’area dove, a partire almeno dal 449 a.c., esisteva un santuario all’aperto con un altare, dedicato al Dio del Sole Apollo, che veniva chiamato Apollinare. L’introduzione del culto nell’Urbe risalirebbe al periodo regio ed esattamente a Tarquinio il superbo.
Il tempio venne promesso nel 433 a.c. da un console della gens Iulia e fu allora che il Dio venne celebrato come Apollo Medico. Nei primi decenni della Repubblica, durante le lotte di Roma per il predominio sul Lazio, si scatenarono carestie e pestilenze, per cui si invocò l’aiuto divino per sanare la popolazione.
Il Dio accorse e vanificò la peste per cui il nuovo tempio venne dedicato due anni dopo ad Apollo Medico, il cui culto proveniva probabilmente da Cuma. Restauri e rifacimenti furono realizzati nel 353 a.c. e nel 179 a.c..
Il tempio venne promesso nel 433 a.c. da un console della gens Iulia e fu allora che il Dio venne celebrato come Apollo Medico. Nei primi decenni della Repubblica, durante le lotte di Roma per il predominio sul Lazio, si scatenarono carestie e pestilenze, per cui si invocò l’aiuto divino per sanare la popolazione.
PARTICOLARE DEL TEMPIO |
Il tempio venne poi ricostruito nei primi del II secolo a.c. quando i nuovi rapporti con la Grecia portarono a Roma nuova cultura e nuova arte. Roma passò dagli elementi decorativi di legno o di terracotta, alla pietra e al marmo.
Sorsero i lunghi porticati, e uno di questi collegò nel 179 a.c. il tempio di Apollo con quello di Spes nel foro Olitorio. Marco Fulvio Nobiliore fece giungere nel tempio una statua di Apollo, opera di Timarchide, e un mosaico di cui rimangono ancora oggi i resti.
Il tempio era caro a Giulio Cesare in quanto votato da un suo avo, cosi vi fece erigere a fianco un enorme teatro. Non potè però portare a termine il suo progetto perché fu assassinato nel 44 a.c., ma il teatro fu fatto proseguire da Augusto, che lo dedicò al nipote Marcello.
AMAZONOMACHIA |
Mentre Ottaviano costruiva un nuovo tempio di Apollo sul Palatino, Gaio Sosio, console fedelissimo di Antonio, ricostruì e abbellì il tempio di Apollo da cui il termine "Sosiano" a partire dal 34 a.c.. Quando Ottaviano Augusto si impadronì del potere, si riappacificò con Gaio Sosio e lasciò il suo nome al tempio.
L’edificio ospitava frequenti riunioni del Senato, spesso destinate a concedere l’autorizzazione per i trionfi, le parate militari a seguito di importanti vittorie.
IL TEMPIO |
DESCRIZIONE
Le tre splendide colonne, rialzate dopo lo scavo, sono di ordine corinzio e sono alte poco più di 14 m con scanalature alternativamente più larghe e più strette. Il fregio soprastante è ornato a bucrani (crani di buoi) e ghirlande di olivo.
L'interno del tempio aveva preziose opere d’arte, con pitture di Aristide Tebano, sculture di Philiscos di Rodi, di Scopas e di Prassitele. La stessa decorazione del frontone era un’ opera d’arte sottratta ad un tempio greco, reinserita nel tempio di età augustea ed oggi conservata al Museo della Centrale Montemartini, un'amazzonomachia, lotta tra amazzoni e greci, alla presenza di Atena.
La fase Augustea del tempio contempla nel frontone una scena di Amazzonomachia proveniente da un tempio greco di età classica. Di questo frontone si è proposto un tentativo di ricostruzione ora esposto alla Centrale Montemartini, dove si trovano anche parti della cella e il fregio, che mostra il corteo del triplice trionfo celebrato nel 29 a.c..
BIBLIO
- Giovanni Vitucci - Linee di storia romana - Roma - 2007 -
- Filippo Coarelli - Roma - Bari - 1980 -
- Piere Gros, Mario Torelli - Storia dell’urbanistica - Il mondo Romano - Bari - 2010 -
- aa.vv. - Storia dell’architettura italiana. Architettura Romana - Milano - 2009 -
Nel podio attuale del tempio di Apollo Sosiano sono inglobate strutture più antiche con un’iscrizione in mosaico. Il podio è costruito in cementizio, blocchi di tufo e travertino alternati a terra di riempimento, e misura 5,5 metri di altezza, 21,32 in larghezza e 40 in lunghezza.
Le tre splendide colonne, rialzate dopo lo scavo, sono di ordine corinzio e sono alte poco più di 14 m con scanalature alternativamente più larghe e più strette. Il fregio soprastante è ornato a bucrani (crani di buoi) e ghirlande di olivo.
Il tempio era pseudo periptero, cioè con semi-colonne, 7 in questo caso, addossate ai muri laterali della cella, mentre le colonne erano sei sulla fronte e tre sui lati. L’interno della cella era ornato a marmi policromi e il pavimento era anch’esso realizzato in marmo.
L'interno del tempio aveva preziose opere d’arte, con pitture di Aristide Tebano, sculture di Philiscos di Rodi, di Scopas e di Prassitele. La stessa decorazione del frontone era un’ opera d’arte sottratta ad un tempio greco, reinserita nel tempio di età augustea ed oggi conservata al Museo della Centrale Montemartini, un'amazzonomachia, lotta tra amazzoni e greci, alla presenza di Atena.
La fase Augustea del tempio contempla nel frontone una scena di Amazzonomachia proveniente da un tempio greco di età classica. Di questo frontone si è proposto un tentativo di ricostruzione ora esposto alla Centrale Montemartini, dove si trovano anche parti della cella e il fregio, che mostra il corteo del triplice trionfo celebrato nel 29 a.c..
Di età Augustea sono anche le tre colonne con i capitelli corinzi compositi, rialzate ma non ricollocate nella loro posizione originaria, per non coprire la visuale del Portico di Ottavia.
BIBLIO
- Giovanni Vitucci - Linee di storia romana - Roma - 2007 -
- Filippo Coarelli - Roma - Bari - 1980 -
- Piere Gros, Mario Torelli - Storia dell’urbanistica - Il mondo Romano - Bari - 2010 -
- aa.vv. - Storia dell’architettura italiana. Architettura Romana - Milano - 2009 -
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