CAIO VALERIO FESTO - C. VALERIUS FESTUS

IL CONSOLE

Nome:
  Gaius Calpetanus Rantius Quirinalis Valerius Festus
Padre: venne adottato da Caio Calpetano Rancio Sedato, un console nel 47.
Professione: console, senatore, generale e governatore


Venne adottato da Caio Calpetano Rancio Sedato che fu "curator tabullarium publicorum" nel 45 d.c., incarico riservato ai senatori pretoriani, poi venne nominato console suffetto nel 47 d.c. e successivamente venne nominato governatore della provincia di Dalmazia, nonchè responsabile della Legio VII Claudia e dell'XI Claudia.

Ollie Salomies, dell'University of Helsinki, "Ancient languages and cultures," sostiene che il suo nome di nascita era Valerio Festo e che la famiglia di Festo ebbe origine ad Arretium (Arezzo), dove diversi Valerio Festo sono attestati in iscrizioni, tutti membri della tribù Pomptina.

All'inizio del 69, nell'anno dei quattro imperatori, a detta di Tacito, Festo si dichiarò per la prima volta a favore di Vitellio, perché lì era stato proconsole non molto tempo prima, ma iniziò subito a trattare con Vespasiano.



FEDELE A VESPASIANO

Festo aveva del resto dimostrato la sua lealtà alla famiglia imperiale quando, nella Legio III Augusta in Africa, aveva ucciso il Proconsole che aveva favorito un rivale di Vespasiano nell'anno dei quattro imperatori, il 69 d.c.. Rimase fedele anche sotto Tito e Domiziano. Tuttavia Tacito lo descrisse, nel 70, come "un giovane dalle abitudini stravaganti e dall'ambizione eccessiva" .

La sua carriera è stata decifrata da una frammentaria iscrizione onoraria rinvenuta a Tergeste (Friuli-Venezia-Giulia). Da appena adolescente Festo era stato nominato: 

- quatuorviro addetto alla viabiltà (quattuorviri viarum curandarum), uno dei comitati dei vigintíviros (vigintiviri). 
- poi divenne  tribuno militare presso la Legio VI Victrix, 
- poi divenne quaestor (questore), 
- poi "seviro dos equestre" ("sevir equitum Romanorum") nella rassegna equestre  annuale, 
- tribuno della plebe, 
- pretore,
- poi fu ammesso tra gli Augustales sodais, indicando che era ben considerato dall'imperatore Nerone, che alla fine nominò eredità della Legio III Augusta in Numidia, la vicina provincia proconsolare dell'Africa.

VESPASIANO


LA CARRIERA

La sua opportunità di affermazione Festo la ebbe nei primi mesi degli anni 70. Nonostante la sconfitta e l'omicidio di Vitélio il 21 dicembre 69, il proconsole dell'Africa Lúcio Calpúrnio Pisão (in latino Pisone) che era stato eletto console nel 57 insieme all'imperatore Nerone.

Quando gli emissari di Roma con messaggi contrastanti arrivarono a Cartagine, il governatore di provincia Pisão, incapace di controllare gli eventi e non sapendo quali decisioni prendere, si chiuse nel palazzo.

Venutolo a sapere, Festo, che aveva deciso di sostenere Vespasiano, vi inviò un distaccamento di cavalleria per assassinare il governatore. Dopo aver atteso notizie ad Adrumeto (Tunisia), Festo si recò al campo della III Augusta, ne assunse il comando e fece arrestare Cetrônio Pisano, accusandolo di essere un sostenitore del Pisão. 

Dopo aver apportato diverse modifiche alla gerarchia dell'unità, Festo usò la legione per risolvere una disputa di lunga data tra Oeans (Tripoli) e Leptians (Leptis Magna), dimostrando così di avere il controllo della provincia. Avendo dato ampia prova delle sue capacità e del suo attaccamento alla gens flavia, subito dopo si dichiarò apertamente dalla parte di Vespasiano.

Vespasiano riconobbe la sua lealtà e lo ricambiò nominandolo console suffetto per il consolato di maggio-giugno 71 insieme al futuro imperatore Domiziano, e in più gli concedette delle con militaria (decorazioni militari).

Non molto tempo dopo, Festo fu nominato nel 73 sovrintendente alle acque e alle rive del Tevere ( curatore alvei Tiberis ) e inoltre prese una carica presso il collegio dei pontefici. Infine, Festo ha assunto il governo di due importanti province: la prima fu quella della Pannonia tra il 73 e 77, e la seconda fu quella della Hispania Citerior tra 78 e 81.

Brian W. Jones crede che Festo possa essere stato nominato proconsole dell'Asia durante il breve regno di Tito  ma Werner Eck non lo include nella sua lista di proconsoli del periodo.

Nonostante questa brillante carriera e nonostante non ci risulti alcuna caduta della sua autorità o della sua figura, tra l'85 e l'86, Festo si suicidò e non abbiamo alcuna supposizione sulle cause, anche se i più hanno pensato ad una malattia penosa e incurabile.


BIBLIO

- Tacito - Storie-  IV -
- Paul Gallivan - The Fasti for AD 70 -
- Brian W. Jones - The Emperor Domitian - London - Routledge - 1993 -
- Bengt E. Thomasson - Fasti Africani. Senatorische und ritterliche Ämter in den römischen Provinzen Nordafrikas von Augustus bis Diokletian - Paul Aströms Förlag - Stoccolma - 1996 -

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