NARISTI (Nemici di Roma)

I NARISTI

I Naristi (o Varisti) (Naristae in latino) erano un'antica popolazione germanica, di origine suebica. I Suebi (o Suebians, o Suevi, o Suavi) erano un grande gruppo di popoli germanici originari dell'area del Mar Baltico, nella regione del fiume Elba nelle attuali Germania e Repubblica Ceca. All'inizio dell'era romana includevano molti popoli tribali come i Marcomanni, i Quadi, gli Ermunduri, i Senoni e i Longobardi. 

Di loro Tacito scrisse nella sua "Germania" che non se ne annoverava un solo popolo, ma numerosi e vivevano tra il Reno, il Meno ed il Danubio superiore (zona precedentemente occupata dagli Elvezi) fino alla fine del I secolo a.c.. Essi occupavano la maggior parte della Germania Magna, una zona libera dall'occupazione romana che si estendeva a oriente del Reno e nella quale era stanziata la maggior parte delle tribù germaniche. 

EQUES ARMATO DI CONTUS

I Suebi confinavano con gli Ermunduri (ad occidente) e con i Marcomanni (ad oriente, menzionati da Cesare come parte dell'esercito di Ariovisto) e facevano parte dei Germani occidentali (Herminones o Suebi), di cui facevano parte anche gli Ermunduri (Hermandures, Hermundures), i Marcomanni, i Quadi, e i Senobni (Semnones).
 
Attorno al 98, al tempo dello storico Tacito che scrisse "De origine et situ Germanorum", erano stanziati in Baviera, vale a dire tra la Boemia (dove si trovavano i Marcomanni) e il Danubio, e qui restarono dalla fine del I secolo a.c. al III secolo d.c.. 



DRUSO MAGGIORE

DRUSO MAGGIORE
Durante le fortunate campagne del valentissimo generale romano Druso maggiore (38 a.c. - 9 a.c.) essi vivevano, tra l'alto Reno e l'alto Danubio, ad ovest della Selva Boema, nell'attuale Palatinato (una regione della Germania sud-occidentale).

Essi confinavano a nord con Marcomanni e Quadi (Germani di origine suebica nell'alta valle del fiume Meno), a sud con l'Impero romano, ad ovest con i Triboci, già al tempo di Cesare sulla sinistra del Reno, e a est con i Nemeti, della bassa Alsazia (Strasburgo), con i Vangioni lungo il Reno fino alla zona di Mogontiacum (Magonza), e a est con i celti Boi di Boemia. 

In seguito alle campagne di Druso del 10-9 a.c., i vicini Marcomanni e Quadi, anch'essi di appartenenza ai Suebi,  furono costretti a lasciare le loro terre lungo il fiume Meno, per rifugiarsi nella Selva Boema, circondati da una catena di monti che potesse proteggerli dall'avanzata romana.

I Naristi invece continuarono a rimanere nell'attuale Palatinato.



DOMIZIANO

Forse a causa delle campagne di Domiziano dell'83-85 d.c. nella regione degli Agri Decumati (Germania Superiore), che un ramo dei Naristi migrarono più ad est, spingendosi lungo il Danubio fino all'attuale Bassa Austria, di fronte a Vindobona (Vienna).

GUERRE MARCOMANNE - I ROMANI PASSANO IL RENO

GUERRE MARCOMANNICHE 

I Naristi parteciparono, insieme ad una coalizione di ben 11 popoli germanico-celtici, alla grande invasione combattuta contro l'Impero Romano nelle Guerre Marcomanniche dal 167 al 189. Invasione che preluderà a tante altre fino alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente.

Marco Aurelio riuscirà coraggiosamente e intelligentemente a batterli ed a sottometterli. Rimane celebre l'episodio, ricordato in un'iscrizione funeraria e probabilmente anche sulla Colonna di Marco Aurelio, in cui il generale Valerio Massimiano, comandante della flotta sul Danubio, uccise personalmente il capo dei Naristi, un certo Valao (172-173 d.c.).



VALERIO MASSIMIANO

Valerio Massimiano, di origine slovena, era comandante dell'ala I Ulpia Contariorum (un Contarius era armato di una lunga lancia, il Contus) ad Arrabona (odierna Győr); divenne comandante della flotta sul Danubio e gli fu affidato il compito di proteggere gli approvvigionamenti degli eserciti di Pannonia.

Egli uccise di sua mano Valao, capo dei Naristi nel corso delle guerre marcomanniche (anni 172-173), e venne posto quindi a capo di un contingente di Marcomanni, Quadi e Naristi quando accompagnò Marco Aurelio in Oriente dopo la sollevazione di Avidio Cassio nel 175. Nel 178 divenne procuratore della Mesia inferiore, e nello stesso anno fu nominato senatore.

Egli partecipò poi alla seconda spedizione germanica di Marco Aurelio, ricevendo il comando di vexillationes della Legio I Adiutrux e della II Adiutrux, e finita la guerra si stabilì a Leugaricio in Marcomannia (nel 179 nella Slovacchia, nei pressi del vecchio comune di Trenčín.). In seguito fu anche legatus legionis della III Augusta in Africa proconsolare. Ottenne il consolato nel 185 circa.

VICTORIAE / 
AUGUSTORU(m) / 
EXESERCITUS QUI LAU/
GARICIONE SEDIT MIL(ites) / 
L(egionarii) II(milia) DCCCLV / 
M(arcus) VAL(erius) MAXIMIAN(u)S LEG(atus) LEG(ionis) II AD(iutricis) CUR(avit)

«Alla vittoria degli Augusti (Marco Aurelio e Commodo), l'esercito che risiedette in Leugaricio, i 2.855 soldati legionari della legio II Adiutrix, Marco Valerio Massimiano legatus legionis della II Adiutrix ebbe cura»

Alcuni contingenti di cavalleria (equites) dei Naristi furono inviati in Oriente, in seguito alla rivolta di Avidio Cassio (che in realtà riteneva morto l'imperatore), sotto il comando di Valerio Massimiano (praepositus), come testimoniato dal testo di un'iscrizione (praeposito equitibus gentium Marcomannorum Naristarum Quadorum ad vindictam Orientalis motus pergentium).

ISCRIZIONE ROMANA DI MARCO VALERIO


NARISTI O VARISTI

È stata ipotizzata un'identificazione dei Naristi/Varisti con i Varisci, in tedesco Varisker, tribù germanica composta presumibilmente dagli antichi abitanti di un distretto medievale, la Provincia Variscorum; si suppone che corrisponda al Vogtland in Sassonia (Germania), una regione geografica della Germania e della Repubblica Ceca, situata tra Baviera, Turingia e Sassonia e Boemia. 

Vengono brevemente citati come Varistae nel Vita Marci Antonini Philosophi della Historia Augusta, una raccolta di biografie di imperatori e usurpatori romani che va da Adriano a Numeriano. Furono tra le tribù che attraversarono il Danubio, ma dopo di ciò non si sa più nulla di loro. Non tornarono più nella loro provincia, che venne in seguito abitata dagli Armalausi, come descritto nella Tavola Peutingeriana. 

Evidentemente dopo essersi trapiantati in Italia, insieme ad altre popolazioni guerriere del Danubio, per decisione di Marco Aurelio, che voleva tenerli controllati, persero poi la loro identità fondendosi con gli altri popoli delle invasioni barbariche.


BIBLIO

- Strabone - Geografia VII - Illiria e Pannonia - 
- Plinio il Vecchio - Naturalis Historia - III - 
- Dione - Storia romana - libro LV - 
- Svetonio - Vite dei Cesari - Tiberio - 
- Procopio di Cesarea - Guerra gotica - I - 
- Velleio Patercolo - Historiae romanae ad M. Vinicium - libri duo -
- Tacito - De origine et situ Germanorum, XLI XLII -
- Historia Augusta - vita di Marco Aurelio - XXII -
- Dione Cassio - Storia romana -
- Procopio di Cesarea - Guerre gotica, I -

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