BATTAGLIA DI FANO |
«Aureliano voleva affrontare l'esercito nemico tutto insieme, riunendo le proprie forze, ma nei pressi di Piacenza subì una tale disfatta, che l'Impero romano per poco non cadde. La causa di questa disfatta fu un movimento sleale e furbo da parte dei barbari. Essi, non potendo affrontare lo scontro in campo aperto, si rifugiarono in un densissimo bosco e verso sera attaccarono i nostri di sorpresa.»
(Historia Augusta - Aureliano, 21.1-3.)
Gli Alemanni in questione erano gli Iutungi, una tribù germanica degli Alemanni di stirpe suebica che viveva tra i fiumi Danubio e Altmuhl, nell'odierna Baviera, che si erano trovati di fronte il nuovo imperatore Aureliano, avevano sbaragliato il suo esercito nella battaglia di Piacenza, e poi si erano diretti a sud, passando per le Marche, per giungere fino a Roma.
LE INVASIONI GERMANICHE
A partire dal III secolo si moltiplicarono le incursioni dei popoli germani a nord del Danubio, quali Marcomanni, Naristi, Vandali e Iutungi e la fortezza legionaria di Lauriacum, come tutte le altre città del Norico e delle vicine Rezia e Pannonia, poste lungo i confini dell'impero romano, si trovarono ad affrontarle in prima linea. Lo dimostrano gli evidenti segni di distruzione di parte dell'accampamento legionario di Lauriacum durante gli anni delle campagne di Massimino il Trace del 235-236.
Gli Iutungi invasero l'Italia nel 259, ma furono sconfitti il 24 o 25 aprile del 260 nei pressi di Augusta da Marco Simplicino Geniale, come da iscrizione dell'altare di Augusta che ricorda questa vittoria contro i germanici Semnoni e Iutungi, nell'anno in cui Postumo era già augusto e console insieme ad Onoraziano. In questa occasione furono liberati migliaia di prigionieri italici dalle truppe accorse dalla Rezia e dalla Germania superiore.
La battaglia campale si ebbe lungo la via Flaminia sulle sponde del fiume Metauro, Aureliano aveva seguito gli Iutungi carichi di bottino in fuga lungo la via Emilia, costringendoli ad una battaglia nei pressi di Ticinum (Pavia). Gli Alemanni, messi in fuga, cercarono di defilarsi formando dei piccoli gruppi che vennero però tutti distrutti da Aureliano.
Gli Alemanni che riuscirono a scampare, malgrado le perdite, fuggirono verso nord, tornando per la via Emilia e portando con sé il bottino che avevano fatto per strada.
I CASTRA PIU' IMPORTANTI
- Castra Fluvio Frigido (Aidussina) - sorse dapprima una stazione stradale chiamata Fluvio Frigido, che prese il nome dalle acque fredde del fiume Vipacco e del torrente Hubelj (Fluvius Frigidus). Nella seconda metà del III e nel IV secolo la stazione divenne un campo militare, protetto da un muro difensivo con quattordici torri che ebbe un ruolo importante nella difesa del confine orientale fino al V secolo.
- Castra Ad Pirum (Grusizza Piro) - la fortificazione più imponente con muri spessi 2 metri, alti 8 metri e 500 soldati stabili, ma ne poteva però ospitare fino a 100.000).
- Castra Nauportus (Nauporto) - sulla sponda sinistra del fiume Ljubljanica, dove i romani vi stabilirono una colonia che divenne municipio e una strada che unisse Aquileia alla fortezza Aemona (Lubiana). A difesa dell'abitato fu allora costruita una serie di 62 torri quadrangolari a guardia del limes delle Alpi Giulie, insieme alla torre principale che sorge all'interno del cimitero cittadino. Saccheggiato nella rivolta dalmato-pannonica, venne parzialmente distrutto nel 14 d.c. durante una ribellione dei coloni e, completamente nel 452, dagli Unni guidati da Attila.
- Longaticum (Longatico) - nella Slovenia occidentale, Un primo insediamento di tipo romano (Mansio Longatico) si sviluppò come stazione lungo l'importante strada romana Aquileia-Emona, che metteva in comunicazione l'Italia con le province nord-orientali dell'impero.
LE NUOVE INVASIONI
- Tra il 356 e il 358 Iutungi e Alemanni invasero la provincia romana della Rezia, distruggendone la capitale, Castra Regina, che era uno degli insediamenti militari romani più grandi in Germania.
- Una nuova invasione in Rezia nel 383 fu invece respinta da un esercito di Alani e Unni.
- Tra il 429 e il 431, il generale romano Ezio combatté conto gli Iutungi in Rezia e i i Nori, questi ultimi probabilmente gli abitanti del Norico rivoltatesi.
BIBLIO
- Ammiano Marcellino - Rerum gestarum - libri XXXI -
- Historia Augusta - Aureliano -
Gli Alemanni in questione erano gli Iutungi, una tribù germanica degli Alemanni di stirpe suebica che viveva tra i fiumi Danubio e Altmuhl, nell'odierna Baviera, che si erano trovati di fronte il nuovo imperatore Aureliano, avevano sbaragliato il suo esercito nella battaglia di Piacenza, e poi si erano diretti a sud, passando per le Marche, per giungere fino a Roma.
LE INVASIONI GERMANICHE
A partire dal III secolo si moltiplicarono le incursioni dei popoli germani a nord del Danubio, quali Marcomanni, Naristi, Vandali e Iutungi e la fortezza legionaria di Lauriacum, come tutte le altre città del Norico e delle vicine Rezia e Pannonia, poste lungo i confini dell'impero romano, si trovarono ad affrontarle in prima linea. Lo dimostrano gli evidenti segni di distruzione di parte dell'accampamento legionario di Lauriacum durante gli anni delle campagne di Massimino il Trace del 235-236.
Gli Iutungi invasero l'Italia nel 259, ma furono sconfitti il 24 o 25 aprile del 260 nei pressi di Augusta da Marco Simplicino Geniale, come da iscrizione dell'altare di Augusta che ricorda questa vittoria contro i germanici Semnoni e Iutungi, nell'anno in cui Postumo era già augusto e console insieme ad Onoraziano. In questa occasione furono liberati migliaia di prigionieri italici dalle truppe accorse dalla Rezia e dalla Germania superiore.
All'inizio del 270, quando l'imperatore romano, Claudio il Gotico (213 - 270), era impegnato a combattere contro i Goti, una nuova invasione di Iutungi tornò a devastare i territori della provincia Rezia (Alto Adige, Baviera meridionale, parte della Svizzera, dell'Austria occidentale e del versante alpino italiano) e della provincia Norico (Austria, Slovenia e una piccola parte dell'Italia).
Claudio immediatamente affidò il comando balcanico ad Aureliano, e si diresse a Sirmio, dove aveva il suo quartier generale, da cui poteva dirigere le operazioni e contro i barbari, ma una nuova epidemia di peste che ad agosto era scoppiata nell'esercito, condusse a morte l'imperatore.
Claudio immediatamente affidò il comando balcanico ad Aureliano, e si diresse a Sirmio, dove aveva il suo quartier generale, da cui poteva dirigere le operazioni e contro i barbari, ma una nuova epidemia di peste che ad agosto era scoppiata nell'esercito, condusse a morte l'imperatore.
AURELIANO |
AURELIANO LA SCONFITTA
Nel gennaio 271 si ebbe una nuova invasione costituita da Alemanni, Marcomanni e alcune bande di Iutungi che erano riusciti a forzare i varchi alpini. Allora il nuovo imperatore Aureliano (270 - 275), che era un grande generale, tornò precipitosamente in Italia e raggiunse a marce forzate la Pianura padana percorrendo la via Postumia.
Nel gennaio 271 si ebbe una nuova invasione costituita da Alemanni, Marcomanni e alcune bande di Iutungi che erano riusciti a forzare i varchi alpini. Allora il nuovo imperatore Aureliano (270 - 275), che era un grande generale, tornò precipitosamente in Italia e raggiunse a marce forzate la Pianura padana percorrendo la via Postumia.
Qui venne sconfitto dalla coalizione dei barbari presso Piacenza, a causa di un'imboscata e pure per la stanchezza dei legionari già provati dalle marce forzate, ma non si perse d'animo. I legionari potevano essere sconfitti in un'imboscata ma non in campo aperto.
Esaltati dalla vittoria i barbari, sicuri di poter vincere anche in numero inferiore, si divisero in numerose bande armate, per depredare la maggior superficie possibile del territorio circostante. Aureliano, riorganizzato l'esercito e arringatolo per tirarlo su di morale, inseguì i nemici nella loro marcia verso sud, mentre i barbari saccheggiavano le città della costa adriatica come Pesaro e Fano, distruggendo quanto più potevano.
Esaltati dalla vittoria i barbari, sicuri di poter vincere anche in numero inferiore, si divisero in numerose bande armate, per depredare la maggior superficie possibile del territorio circostante. Aureliano, riorganizzato l'esercito e arringatolo per tirarlo su di morale, inseguì i nemici nella loro marcia verso sud, mentre i barbari saccheggiavano le città della costa adriatica come Pesaro e Fano, distruggendo quanto più potevano.
AURELIANO LA VITTORIA
La battaglia campale si ebbe lungo la via Flaminia sulle sponde del fiume Metauro, Aureliano aveva seguito gli Iutungi carichi di bottino in fuga lungo la via Emilia, costringendoli ad una battaglia nei pressi di Ticinum (Pavia). Gli Alemanni, messi in fuga, cercarono di defilarsi formando dei piccoli gruppi che vennero però tutti distrutti da Aureliano.
EPIGRAFE |
Aureliano li incalzò, raggiungendoli nei pressi di Pavia, dove li costrinse a schierarsi con il fiume alle spalle: quando riuscì a far arretrare le linee degli Iutungi, molti nemici caddero nel fiume annegando.
La vittoria di Aureliano fu completa, l'intero esercito alemanno distrutto, il bottino venne recuperato e Aureliano ricevette il titolo di Germanicus Maximus.
Gli Alemanni torneranno tranquilli per almeno un ventennio ma Aureliano credette bene di far cingere l'Urbe con le famose mura dette appunto aureliane.
Datazione dell'epigrafe: 270 a 271 EDCS-ID: EDCS-23200600
Provincia: Umbria / Regio VI Località: Pesaro / Pisaurum
Herculi Augusto
DIOCLEZIANO
Provincia: Umbria / Regio VI Località: Pesaro / Pisaurum
Herculi Augusto
Consorti
domini nostri
Aureliani
Invicti Augusti
res publica Pisaurensium
curam) agente
Caio Iulio Prisciano viro egregio
ducenario curatore rerum publicarum Pisaurensium et Fanestrium praeposito muris
status personale: Augusti/Augustae; ordo equester; tituli operum; tituli sacri; tria nomina; viri Victoriae.
Dopo le devastanti invasioni Diocleziano (244 - 313) fortificò il passaggio tra la Pannonia e la Dalmazia per entrare in Italia attraverso le Alpi Giulie: il cosiddetto "Claustra Alpium Iuliarum", un sistema di fortificazioni a protezione dei passi alpini orientali dell'Italia romana, costruiti dopo il 284, tra la Pannonia superiore e l'Italia.
La "Claustra Alpium Iuliarum" consisteva in un insieme di torri di avvistamento, valli, forti e fortini ausiliari che da Tarsatica (Fiume) raggiungeva Forum Iulii (Cividale del Friuli). Tali postazioni erano collocate lungo la via dell'Ambra che collegava Aquileia con la Pannonia attraverso Aemona Iulia (Lubiana).
INVASIONI BARBARICHE |
I CASTRA PIU' IMPORTANTI
- Castra Ad Pirum (Grusizza Piro) - la fortificazione più imponente con muri spessi 2 metri, alti 8 metri e 500 soldati stabili, ma ne poteva però ospitare fino a 100.000).
- Castra Nauportus (Nauporto) - sulla sponda sinistra del fiume Ljubljanica, dove i romani vi stabilirono una colonia che divenne municipio e una strada che unisse Aquileia alla fortezza Aemona (Lubiana). A difesa dell'abitato fu allora costruita una serie di 62 torri quadrangolari a guardia del limes delle Alpi Giulie, insieme alla torre principale che sorge all'interno del cimitero cittadino. Saccheggiato nella rivolta dalmato-pannonica, venne parzialmente distrutto nel 14 d.c. durante una ribellione dei coloni e, completamente nel 452, dagli Unni guidati da Attila.
- Longaticum (Longatico) - nella Slovenia occidentale, Un primo insediamento di tipo romano (Mansio Longatico) si sviluppò come stazione lungo l'importante strada romana Aquileia-Emona, che metteva in comunicazione l'Italia con le province nord-orientali dell'impero.
LE NUOVE INVASIONI
- Tra il 356 e il 358 Iutungi e Alemanni invasero la provincia romana della Rezia, distruggendone la capitale, Castra Regina, che era uno degli insediamenti militari romani più grandi in Germania.
- Una nuova invasione in Rezia nel 383 fu invece respinta da un esercito di Alani e Unni.
- Tra il 429 e il 431, il generale romano Ezio combatté conto gli Iutungi in Rezia e i i Nori, questi ultimi probabilmente gli abitanti del Norico rivoltatesi.
- Ammiano Marcellino - Rerum gestarum - libri XXXI -
- Historia Augusta - Aureliano -
- Aurelio Vittore - De Caesaribus -
- Zosimo - Storia nuova -
- Watson, Alaric - Aurelian and the Third Century - Routledge - 2003 -
- Michael Grant - Gli imperatori romani. Storia e segreti - Roma - Newton Compton Editori - 1984 -
- C.R.Whittaker - Frontiers of the Roman empire. A social ad economic study - Baltimora & London - 1997 -- Watson, Alaric - Aurelian and the Third Century - Routledge - 2003 -
- Michael Grant - Gli imperatori romani. Storia e segreti - Roma - Newton Compton Editori - 1984 -
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